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Napoli una fede

Founder: kurtina [del]

Members: 77

Association type: Close

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Description

Questa nuova federazione sostituirà il forum Napoli una fede incrollabile. Forum nato con l\'intento di celebrare i successi della squadra azzurra, ma divenuto poi luogo d\'incontro di amici e buontemponi, non necessariamente di fede azzurra.
Anche questa nuova federazione accoglie tutti coloro che amano discutere, confrontarsi, e scambiarsi pensieri ed idee. Tutto sempre nella più totale tolleranza, senza alcuna discrminazione di nessun genere. Sono richieste solo due cose per poterne far parte, L\'allegria ed il rispetto per i pensieri altrui.
Benvenuti.

Articles

l`aglio di Don Alfonso

gino1010 [del]

2008-09-20 23:26

Racconto verità

C'e' un mercato rionale vicino casa mia. L'hanno edificato due anni fa, e ci si sono trasferiti tutti quelli che prima avevano un chiosco nella strada adiacente. Il quartiere, ne ha guadagnato tanto, il mercato è pulito, nuovo, ma sopratutto al coperto, e finalmente nelle giornate di pioggia (specialmente in inverno) si sta riparati. Non tanto per i clienti che possono anche decidere di non andarci ma per quei poveracci costretti a fare il loro lavoro al freddo ed alla pioggia. E' colorato il nostro mercato, chioschi di frutta, di pesce, di verdura, di carne, di pane, di pasta, di cereali. Incredibili varietà di formaggi, salumi di ogni tipo e genere, una vera gioia per gli occhi e per il palato. E poi i romani sanno vendere, sono molto simili ai napoletani in questo.
Si danno la "voce", e se gli passi accanto ignorandoli, ti chiamano a gran voce descrivendoti:
- A nonne' ndo vai?
- a camicia blu c'ho carciofi da resuscità i morti!
- a belli capelli e nun li hai visti sti due salami?
Sanno però che quando hai scelto un chiosco quello è e quello rimane, nessuno tenta di portarti via alla concorrenza. Io ci vado spesso quasi sempre il sabato, non tanto per i prezzi che sono decisamente più bassi di quelli dei negozi, ma per l'allegria che si respira dentro.
Sono tre i chioschi da cui mi servo, quello della frutta e verdura, gestito da Amin arabo,e Maria sua moglie, una rumena. I due hanno una figlia, chiaramente italiana che si chiama Angela, ha 8 anni e nei giorni in cui non c'e' scuola e li con i genitori, e gioca a vendere la frutta. E' una delle bambine più belle che abbia mai visto, e questa famiglia marocchina-rumena-italiana è un esempio vivente di armonia e pace tra i popoli. Dovrebbero portarli in padania ogni volta che si fanno certi discorsi, ma loro stanno li allegri e caciaroni urlando nel loro pessimo italiano tranne quello di Angela che grida Cicoria cicoria bella in puro accento trasteverino. Poi c'e' il banco di Cesarino, vende salumi e formaggi, è un mio grande fans, ed ogni volta devo fare una lotta con lui per non assaggiare tutto! E' inutile dirgli Cesarì, il mi colesterolo piange, lui risponde puntualmente:
Dottò questo il colesterolo l'abbassa, è tutto fatto in casa!!
Cesarì ma pure sto provolone da 30 chili con su scritto Auricchio e' fatto in casa?
Si dottò è fatto a casa del Sor Auricchio!!
Ed infine c'e' il mio banco preferito, quello del pesce, lo gestisce Franca, una simpatica signora che sin dal primo giorno mi ha dato del tu. Suo figlio ironia della sorte lavora con me a Mediaset, e fa il macchinista. Franca ha sempre e soltanto pesce freschissimo, suo fratello Bruno, ha un peschereccio ad Anzio, ed è lui a rifornire la materia prima. Sul banco di Franca, non troverai mai l'aragosta, una leccia o un sarago pizzuto, ma le alici, il merluzzetto, il polipo verace i totani e le sarde. Pesci poveri, ma i migliori, quelli più saporiti. e sopratutto i più economici. Franca ha una teoria tutta sua sui mercati internazionali, ed è convinta che tutto ciò che non viene dall'Italia venga dalla Cina.
- Franca mi dai un chilo di Vongole?
- A Gi' nun te le do, nun so nostre!!
- E di dove sono?
- Vengono dalla Spagna...
- E va bbè In Spagna sono seri c'hanno begli allevamenti
- ... Se se... mi risponde lei: gli spagnoli le vongole le prendono in Cina!
In tanto tempo non sono mai riuscito a prendere le vongole da lei, ogni tanto di nascosto le prendo in un banco un po più lontano, e poi le mangio con un senso di colpa, come se avessi commesso un reato e chiedendomi: Da dove verranno queste vongole?!
Proprio accanto al banco di Franca c'e' l'incontro di due dei muri che delimitano il mercato. E su questo muro fanno bella mostra di se i peperoncini l'aglio e l'origano di Don Alfonso.
Don Alfonso è un vecchio contadino direi di un'ottantina d'anni. E' un abusivo, nel senso che non ha un banco suo, e non paga al comune lo spazio di cui usufruisce, spazio mo... un metro di muro. Tutti lo sanno ma nessuno obietta, neanche i vigili che stanno li fissi, Don Alfonso è caro ed amato da tutti.
La prima volta che l'ho visto li al mercato avevo da poco comprato mezzo chilo di alici da Franca, me ne sarei fatte un po all'insalata cioè crude ma cotte nel limone, qualcuna "In tortiera" con l'origano l'aglio e un filo d'olio. Sono passato accanto a Don Alfonso e lui mi fa : Signurì!
Signurì, è termine napoletano di rispetto nei confronti di qualcuno che non si conosce, ma il cui aspetto lascia trasparire una condizione economica agiata.
Signurì aveta comprato le alici?
Si perchè?
E come ve le fate?
Un po crude con il limone e un po in tortiera..
Allora vi serve l'aglio e l'origano..
Si grazie lo so, e ce l'ho...
Ma non avete il mio
E perchè il tuo cos'ha di diverso?
E' più buono!
Sorrisi davanti a quest'affermazione e dissi va be dammi un po d'aglio e un po d'origano.
E lui dal muro dove c'erano una decina di teste d'aglio qualche sacchetto d'origano, un paio di sacchetti di peperoncini e qualche ciuffo d'insalata novella, prese un paio di teste d'aglio ed un sacchetto di origano e me li porse, cosi' in mano, senza neanche avvolgerli in un pezzetto di giornale.
Quant'e' ?
80 centesimi... gli diedi un euro e mi allontanai salutando.
Signuri, chiamò lui!
Che c'e'
il resto...
e va bbè lascia stare!
Volevo lasciare una cosina in più a quel simpatico omino. Già mi stavo chiedendo: ma quanto potrà mai guadagnare anche se vende tutto, 15 euro?
No no disse lui il resto vi spetta...
In quel preciso istante nacque l'amicizia tra me e Don Alfonso. Il sabato se mi trovavo a Roma andavo al mercato più per chiacchierare con "Fonsino" (così lo chiamavano tutti li ed anche in famiglia), ma per me era Don Alfonso, titolo che noi del sud diamo a chi merita ammirazione e rispetto.
E Don Alfonso, mi ha raccontato, mi ha raccontato di una vita piena di cose, di cambiamenti, di speranze, di illusioni e delusioni. Era nato a San Vittore, un paese dove non è più Lazio, ma non è ancora Campania, a 17 anni in guerra in Albania, un'infanzia e un'adolescenza bruciate dall'orrore della guerra, e poi la vita nei campi, con il raccolto che andava per la maggior parte al padrone, e poi il matrimonio con Palmina la più bella del paese, e l'emigrazione in Belgio, un figlio che lui non voleva diventasse ne minatore ne contadino. e dopo anni e anni di sacrifici il ritorno a casa e l'acquisto di un morso di terra e di una casa più piccola di quella di Barby. Una vita spesa per far diventare il figlio ingegnere, e che ora vive in Germania e tutti gli anni a Natale gli porta a vedere il nipote che non ha chiamato Alfonso ma Diter, Ma Diter non è un santo e non sta manco nel calendario.
Ma Don Alfonso mi ha raccontato anche di come si pota un limone e di come si riconoscono le erbe selvatiche e cosa si pianta con la luna nuova. Quando gli dissi che facevo l'attore di professione, lui rimase un po in silenzio e poi disse: Dura la vita del teatro! Non gli passò neanche un attimo per la testa che potessi fare l'attore in televisione o per la pubblicità io ero l'attore e come lui scavalcavo le montagne e come lui ero "faticatore". I nostri incontri si concludevano sempre con un caffè preso al bar li vicino, e con la fatidica frase: "Signurì che ve serve?"
Un po d'aglio e un po d'origano quant'e'
80 centesimi..
Avevo da un pezzo smesso di tentare di pagare un euro.
All'inizio dell'estate prima di partire sono passato a salutare Don Alfonso.
Arrivederci Don Alfo' parto per un po
Lavoro?
Anche, un po vacanza e un po lavoro.
La Madonna vi accompagni signurì guardate a dove mettete i piedi...
Grazie Don Alfò
Vi serve niente?
Un poco d'aglio e un po d'origano, quant'e'?
80 centesimi.

Oggi sono tornato al Mercato, mi hanno fatto un sacco di feste, Angela era a scuola, Ma Amin e Maria mi hanno detto che l'hanno iscritta alla scuola di danza, e che magari diventerà una ballerina famosa.
Franca mi ha sorriso venendomi incontro, ma io con lo sguardo cercavo Don Alfonso... ed ho subito capito: il muretto era vuoto, non c'erano aglio origano e insalata novella, vuoto, disperatamente vuoto.
Franca ha capito, e mi ha detto:
se n'e' andato qualche giorno fa... mi ha lasciato una cosa per te. E mi ha consegnato un pacchettino legato con un nastrino azzurro. Dentro c'era un po d'aglio e una bustina di origano.
Ho dato un euro a Franca, lei mi ha restituito 20 centesimi... E' giusto così ho pensato, fare diversamente sarebbe come mancargli di rispetto.
C he te serve a Gi?
Dammi mezzo chilo di alici...
Sono tornato a casa pensando che è nell'ordine delle cose, la vita è cosi, i vecchi muoiono, e mi sono cucinato un po di alici in tortiera condite con aglio, origano, saggezza, amicizia, amore e struggente malinconia.

Gino Cogliandro

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