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Subject: Alitaglia.....
Pinkerton [del] to
All
Compagnia di veto
di Dario Di Vico
Una cosa va messa subito in chiaro: quello che sta andando in scena in queste ore a Roma non è un tradizionale conflitto sindacale. Nella storia, anche recente, della rappresentanza dei lavoratori italiani abbiamo assistito a battaglie e vertenze molto aspre durate giorni e giorni. In gioco quasi sempre c'era la forza del sindacalismo italiano, la difesa delle sue postazioni e la capacità di condizionare le decisioni della controparte ma in un contesto in cui le ragioni di un interesse comune allo sviluppo dell’azienda assai raramente sono venute meno. In Alitalia è diverso. Nella compagnia di bandiera vige, purtroppo ormai da tempo immemorabile, una forma particolare di governance che è non esagerato chiamare «consociativismo aereo». Partiti, governi di turno, management e sindacati hanno dato vita a una gestione irresponsabile delle risorse che ha portato alle degenerazioni descritte ieri su questo giornale da Sergio Rizzo. A pagare alla fine era Pantalone e in questo marasma si sono perse o diluite le differenze di comportamento tra sindacalismo autonomo e tradizione confederale. E non è certo un caso che in queste ore i leader del tavolo appaiano i rappresentanti delle organizzazioni dei piloti e che la busta paga sia composta da 550 voci.
Il consociativismo non vuole la privatizzazione dell'Alitalia. Il primo test della pervicace volontà di boicottare il risanamento lo abbiamo avuto sei mesi fa, quando il sindacato decise più o meno a tavolino di far scappare Air France, di rendere impossibile la vendita ai francesi pur di preservare lo status quo. Il governo di allora, guidato da Romano Prodi, a causa delle contraddizioni interne e dell'influenza esercitata dalla Cgil, non riuscì a rompere l'incantesimo e ne ha pagato le conseguenze. Con il centro-destra a palazzo Chigi il copione si sta ripetendo. La propensione al veto di piloti e sindacalisti dell’Alitalia è no partisan, non guarda in faccia a nessuno.
La richiesta di discutere congiuntamente esuberi e piano industriale si sta rivelando un machiavello per evitare non solo la normalizzazione dell'Alitalia, ma persino di discutere gli indispensabili sacrifici richiesti dalla situazione pre-fallimentare. L'obiettivo dei consociativi è quello di limitare preventivamente l'autonomia della nuova dirigenza ed evitare di mettere in discussione i propri privilegi. Come interpretare altrimenti la pretesa che le organizzazioni dei piloti possano mettere bocca sulle promozioni, l'assegnazione degli incarichi e persino le assunzioni? Non è bastato finora che in sede di mediazione si individuassero aree contrattuali specifiche e forme contrattate di flessibilità per chi guida un aeromobile. Anpac e soci vogliono di più, vogliono tenere in mano la cloche delle scelte aziendali come è riuscito loro in tutti questi anni nonostante il Paese sia stato guidato da coalizioni di colore opposto.
Stando così le cose è ovvio che il negoziato sia appeso a un filo e il futuro della compagnia di bandiera appaia nero. In queste settimane si è aperto sul piano Fenice un ampio dibattito di politica industriale e aziendale che ha visto confrontarsi — con pareri opposti — sia economisti sia uomini d'impresa. Se però ad avere la meglio sarà il partito del veto ci sarà poco da gioire anche per chi ha legittimamente criticato il piano. E' difficile che un terzo compratore si azzardi a bussare.
www.corriere.it
Ora, a prescindere che il sottoscritto si è sempre schierato per il fallimento della compagnia (forse perchè temeva cose del genere), soprattutto per poter finalmente identificare almeno una parte degli idioti managers amici degli amici che hanno "italianizzato" il concetto di lavoro, vorrei sapere da voi:
come finirà?
Il fallimento (così come per altre compagnie di bandiera che ci sono passate) potrebbe dare una spinta alla rinascita (perchè i managers potrebbero sparire) e reintregare in tempi rapidi una buona parte della forza lavoro. Non mi illudo dei famosi "costi del fallimento", la "bad company" la pagheremo noi lo stesso ma, a maggior ragione, da un fallimento si può fare una piccola pulizia senza che sindacalisti fin troppo "italianizzati" rompano i maroni.
Provate a dare una vostra opinione.
di Dario Di Vico
Una cosa va messa subito in chiaro: quello che sta andando in scena in queste ore a Roma non è un tradizionale conflitto sindacale. Nella storia, anche recente, della rappresentanza dei lavoratori italiani abbiamo assistito a battaglie e vertenze molto aspre durate giorni e giorni. In gioco quasi sempre c'era la forza del sindacalismo italiano, la difesa delle sue postazioni e la capacità di condizionare le decisioni della controparte ma in un contesto in cui le ragioni di un interesse comune allo sviluppo dell’azienda assai raramente sono venute meno. In Alitalia è diverso. Nella compagnia di bandiera vige, purtroppo ormai da tempo immemorabile, una forma particolare di governance che è non esagerato chiamare «consociativismo aereo». Partiti, governi di turno, management e sindacati hanno dato vita a una gestione irresponsabile delle risorse che ha portato alle degenerazioni descritte ieri su questo giornale da Sergio Rizzo. A pagare alla fine era Pantalone e in questo marasma si sono perse o diluite le differenze di comportamento tra sindacalismo autonomo e tradizione confederale. E non è certo un caso che in queste ore i leader del tavolo appaiano i rappresentanti delle organizzazioni dei piloti e che la busta paga sia composta da 550 voci.
Il consociativismo non vuole la privatizzazione dell'Alitalia. Il primo test della pervicace volontà di boicottare il risanamento lo abbiamo avuto sei mesi fa, quando il sindacato decise più o meno a tavolino di far scappare Air France, di rendere impossibile la vendita ai francesi pur di preservare lo status quo. Il governo di allora, guidato da Romano Prodi, a causa delle contraddizioni interne e dell'influenza esercitata dalla Cgil, non riuscì a rompere l'incantesimo e ne ha pagato le conseguenze. Con il centro-destra a palazzo Chigi il copione si sta ripetendo. La propensione al veto di piloti e sindacalisti dell’Alitalia è no partisan, non guarda in faccia a nessuno.
La richiesta di discutere congiuntamente esuberi e piano industriale si sta rivelando un machiavello per evitare non solo la normalizzazione dell'Alitalia, ma persino di discutere gli indispensabili sacrifici richiesti dalla situazione pre-fallimentare. L'obiettivo dei consociativi è quello di limitare preventivamente l'autonomia della nuova dirigenza ed evitare di mettere in discussione i propri privilegi. Come interpretare altrimenti la pretesa che le organizzazioni dei piloti possano mettere bocca sulle promozioni, l'assegnazione degli incarichi e persino le assunzioni? Non è bastato finora che in sede di mediazione si individuassero aree contrattuali specifiche e forme contrattate di flessibilità per chi guida un aeromobile. Anpac e soci vogliono di più, vogliono tenere in mano la cloche delle scelte aziendali come è riuscito loro in tutti questi anni nonostante il Paese sia stato guidato da coalizioni di colore opposto.
Stando così le cose è ovvio che il negoziato sia appeso a un filo e il futuro della compagnia di bandiera appaia nero. In queste settimane si è aperto sul piano Fenice un ampio dibattito di politica industriale e aziendale che ha visto confrontarsi — con pareri opposti — sia economisti sia uomini d'impresa. Se però ad avere la meglio sarà il partito del veto ci sarà poco da gioire anche per chi ha legittimamente criticato il piano. E' difficile che un terzo compratore si azzardi a bussare.
www.corriere.it
Ora, a prescindere che il sottoscritto si è sempre schierato per il fallimento della compagnia (forse perchè temeva cose del genere), soprattutto per poter finalmente identificare almeno una parte degli idioti managers amici degli amici che hanno "italianizzato" il concetto di lavoro, vorrei sapere da voi:
come finirà?
Il fallimento (così come per altre compagnie di bandiera che ci sono passate) potrebbe dare una spinta alla rinascita (perchè i managers potrebbero sparire) e reintregare in tempi rapidi una buona parte della forza lavoro. Non mi illudo dei famosi "costi del fallimento", la "bad company" la pagheremo noi lo stesso ma, a maggior ragione, da un fallimento si può fare una piccola pulizia senza che sindacalisti fin troppo "italianizzati" rompano i maroni.
Provate a dare una vostra opinione.
si fa fatica a farsi un'opinione. son convinto che sappiamo solo una minima parte dei casini che ci so sotto
ma per quel che vedo io i sindacati hanno scelto di far fallire la compagnia.
tra i sacrifici per qualcuno hanno preferito sacrifici per TUTTI.
ma per quel che vedo io i sindacati hanno scelto di far fallire la compagnia.
tra i sacrifici per qualcuno hanno preferito sacrifici per TUTTI.
i sindacati sono notoriamente di sinistra. quindi, per analogia, tanto torto non ha.
stavolta i sindacati, però, non hanno fatto gli interessi di tutti i lavoratori....... anzi.............
forse volevano mangiarci anche loro........ gli avranno offerto poche mazzette.... boh...
rinuncio a capirci qualcosa
stavolta i sindacati, però, non hanno fatto gli interessi di tutti i lavoratori....... anzi.............
forse volevano mangiarci anche loro........ gli avranno offerto poche mazzette.... boh...
rinuncio a capirci qualcosa
i sindacati certe volte si dimostrano veramente ottusi. prodi aveva trovato la soluzione migliore per tutti e sono riusciti lo stesso a mandare tutto all'aria!
1) I sindacati faranno fallire l'alitalia (in accordo con chi tira le fila)
2) I beni, le strutture, e quant'altro rimane verrà acquistato a bassissimo costo dagli stessi imprenditori che formeranno un'altra compagnia, la sistemeranno e poi la venderanno ad Air France.
IHMO
2) I beni, le strutture, e quant'altro rimane verrà acquistato a bassissimo costo dagli stessi imprenditori che formeranno un'altra compagnia, la sistemeranno e poi la venderanno ad Air France.
IHMO
ma infatti stanno facendo tutti la tragedia greca... ma in realtà c'è chi se la ride (ligresti &co.)
....anzi, scusate: ligresti &co.!! :P
(edited)
....anzi, scusate: ligresti &co.!! :P
(edited)
ti rispondo con quello che è il mio sogno:
1)fallimento di alitalia (così la smettiamo di buttare i soldi nel gabinetto)
2) cessione dei suoi slot a quante + compagnie possibili (x aumentare la concorrenza e forse, petrolio permettendo, ridurre le tariffe)
3) piloti, hostess e simili a lavorare per le suddette compagnie
4) manager, politici e altri mangiasoldi a casa a zappare l'orto
1)fallimento di alitalia (così la smettiamo di buttare i soldi nel gabinetto)
2) cessione dei suoi slot a quante + compagnie possibili (x aumentare la concorrenza e forse, petrolio permettendo, ridurre le tariffe)
3) piloti, hostess e simili a lavorare per le suddette compagnie
4) manager, politici e altri mangiasoldi a casa a zappare l'orto
Se i dipendenti preferiscono farsi licenziare tutti delle due l'una
o son tutti matti
o sanno già dove andare se alitalia chiude.
Secondo me la metà ha già a casa la divisa dell air-france e l'altra quella della lufthansa.
o son tutti matti
o sanno già dove andare se alitalia chiude.
Secondo me la metà ha già a casa la divisa dell air-france e l'altra quella della lufthansa.
Quanta stupidità ci fu a marzo facendo scappare Air France..
Stupidità ovviamente di Berlusconi ma anche cecità sindacale...
Stupidità ovviamente di Berlusconi ma anche cecità sindacale...
Giusto per mettere i puntini sulle i...
Berlusconi può essere un ladro/mafioso/senza scrupoli/spietato/nano/faccia da ecc...
Però di sicuro non è stupido.
Stupide sono state le persone che si sono fatte condizionare dalle parole di Berlusconi al momento della trattativa con Air France, perché in quesl momento Silvio non aveva nessuna carica e le sue parole valevano quanto le mie o quelle di chiunque altro.
Berlusconi può essere un ladro/mafioso/senza scrupoli/spietato/nano/faccia da ecc...
Però di sicuro non è stupido.
Stupide sono state le persone che si sono fatte condizionare dalle parole di Berlusconi al momento della trattativa con Air France, perché in quesl momento Silvio non aveva nessuna carica e le sue parole valevano quanto le mie o quelle di chiunque altro.
Stupide sono state le persone che si sono fatte condizionare dalle parole di Berlusconi al momento della trattativa con Air France, perché in quesl momento Silvio non aveva nessuna carica e le sue parole valevano quanto le mie o quelle di chiunque altro.
sbagliato, sbagliatissimo.
Si era in campagna elettorale e entro un mese si avrebbe avuto un nuovo governo.
Qualunque impegno preso dal morente governo Prodi doveva passare per il governo successivo.
Che al minimo al 50 % era di Berlusconi, ma che vinceva si sapeva.
Quindi è ovvio che ogni sua parola in quel contesto pesava piombo.
Non nascondiamoci dietro la foglia di fico che non aveva cariche e peso quando è ovvio che questo non è vero.
I dirigenti di Air France l'hanno detto chiaramente abbandonando la trattativa..
sbagliato, sbagliatissimo.
Si era in campagna elettorale e entro un mese si avrebbe avuto un nuovo governo.
Qualunque impegno preso dal morente governo Prodi doveva passare per il governo successivo.
Che al minimo al 50 % era di Berlusconi, ma che vinceva si sapeva.
Quindi è ovvio che ogni sua parola in quel contesto pesava piombo.
Non nascondiamoci dietro la foglia di fico che non aveva cariche e peso quando è ovvio che questo non è vero.
I dirigenti di Air France l'hanno detto chiaramente abbandonando la trattativa..
...........mmmmmmmmmmmmmmmmmmmm..........
(e credo che questo sia uno dei post più intelligenti di sempre) :)
Scherzi a parte, le nostre opinioni su questo punto divergono.
(e credo che questo sia uno dei post più intelligenti di sempre) :)
Scherzi a parte, le nostre opinioni su questo punto divergono.
Aveva ragione il numero uno di airfrance: per l'alitalia ci vuole l'esorcista!!
(grazie berlusconi per le belle figure che ci fai collezionare all'estero!!)
(grazie berlusconi per le belle figure che ci fai collezionare all'estero!!)
Mi stupisce pensare che air france fosse la soluzione: un pò come pensare che loro rappresentassero la chiave di violta di tutti i mali.
air france avrebbe tagliato come tutti, sono francesi, mica fessi.
Ciò che, secondo me, rovinerà ulteriormente la compagnia saranno i sindacati, in quanto dimostriamo come al solito di non essere capaci di fallire con dignità; neanche quella salviamo.
air france avrebbe tagliato come tutti, sono francesi, mica fessi.
Ciò che, secondo me, rovinerà ulteriormente la compagnia saranno i sindacati, in quanto dimostriamo come al solito di non essere capaci di fallire con dignità; neanche quella salviamo.
tanto per cambiare è colpa di berlusconi..............
FRUSTRATI!!!! non siete altro che questo!
invece de pijarvela con chi c'ha mangiato per decenni, con sindacati ottusi che RIPETO voleva solo la MAZZETTA perchè mi ci gioco le balotas che quelli la gliene frega na mazza dei lavoratori.
FRUSTRATI!!!! non siete altro che questo!
invece de pijarvela con chi c'ha mangiato per decenni, con sindacati ottusi che RIPETO voleva solo la MAZZETTA perchè mi ci gioco le balotas che quelli la gliene frega na mazza dei lavoratori.