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Subject: Spam libero
"Sotto il cielo di Roma, dove il Tevere scorre,
un poeta si cela, con parole d'amore.
Luca, tu sei quel poeta, con il cuore pieno di luce,
che illumini le strade con la tua arte divina
La tua penna è una spada, che taglia il velo dell'anima,
e mostra il mondo intero, in tutta la sua bellezza.
Le tue parole sono fiori, che sbocciano nel deserto,
e riempiono l'aria di profumo, di speranza di amore".
Santa Marinella, 09.04.2025 (IA)
E niente ... la poesia è finita,
i poeti possono gettare le loro penne nel cestino,
all'alba del terzo millennio questa è la vita
il decisivo passo verso il declino,
L'uomo rinuncia a se stesso
la macchina, prende delle emozioni il sopravento
e le regala, come farebbe una cicala. (cameo a G. Rodari)
Il poeta muore sotto i colpi dell'intelligenza artificiale
le parole che cercava per dare speranza
si perdono come un pizzico di sale
in un bicchier d'acqua.
Luca
Roma 09.04.205
(edited)
(edited)
(edited)
un poeta si cela, con parole d'amore.
Luca, tu sei quel poeta, con il cuore pieno di luce,
che illumini le strade con la tua arte divina
La tua penna è una spada, che taglia il velo dell'anima,
e mostra il mondo intero, in tutta la sua bellezza.
Le tue parole sono fiori, che sbocciano nel deserto,
e riempiono l'aria di profumo, di speranza di amore".
Santa Marinella, 09.04.2025 (IA)
E niente ... la poesia è finita,
i poeti possono gettare le loro penne nel cestino,
all'alba del terzo millennio questa è la vita
il decisivo passo verso il declino,
L'uomo rinuncia a se stesso
la macchina, prende delle emozioni il sopravento
e le regala, come farebbe una cicala. (cameo a G. Rodari)
Il poeta muore sotto i colpi dell'intelligenza artificiale
le parole che cercava per dare speranza
si perdono come un pizzico di sale
in un bicchier d'acqua.
Luca
Roma 09.04.205
(edited)
(edited)
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Perplexity è stata capace di questo, non privo di humor
Nel mezzo del cammino della nostra vita digitale,
mi ritrovai in una rete oscura,
ché la connessione stabile era smarrita
Ahi quanto è dura dire cosa fosse
quella rete selvaggia e aspra e forte,
che nel pensiero rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più la disconnessione;
ma per trattare del bene che vi trovai,
dirò delle altre cose che vi ho scoperte.
Io non so ben dire come vi entrai,
tant'era pieno di notizie a quel punto
che la mia mente era offuscata.
Vidi un colle illuminato da un faro di Wi-Fi,
ma la mia strada fu bloccata da tre virus:
una lonza di malware, un leone di spam,
e una lupa di phishing, che mi fecero tornare indietro.
Mentre tornavo nella rete, incontrai un hacker,
Virgilio, che mi disse: "Per uscire da qui,
devi seguire me attraverso i regni del cyberspazio,
dove udirai le disperate urla dei dati persi,
vedrai gli spiriti dolenti delle password dimenticate,
e coloro che sono contenti nel cloud, perché sperano di venire
quando che sia alle beate nuvole."
Con Shakespeare ha elaborato questo:
Essere online o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile per la mente sopportare i clic e le notifiche incessanti della fortuna oltraggiosa,
o prendere il controllo dei nostri profili e risolutamente cancellarli?
Morire, disconnettersi… null'altro.
E con la disconnessione porre fine agli affanni dell'animo e alle altre infinite miserie che sono l'eredità della rete.
Ecco una fine da bramarsi devotamente!
Morire, disconnettersi… Disconnettersi. Sognare forse.
Ma qui è l'intoppo: perché in questa disconnessione eterna, una volta liberati da questa spoglia digitale, quali incubi ci perseguiteranno?
Ecco cosa ci ferma!
Perché chi sopporterebbe i colpi e le frecce della critica sociale,
le ingiustizie del sistema, le offese dei troll,
le pene dell'amore digitale, la lentezza della connessione,
l'arroganza dei social media, e i disprezzi degli influencer,
quando lui stesso potrebbe creare il suo quietus con un semplice logout?
Ma il timore di ciò che potrebbe accadere dopo la disconnessione,
il misterioso mondo offline da cui nessuno torna,
ci fa esitare e preferire sopportare i mali che conosciamo
piuttosto che volare verso altri che non conosciamo
Nel mezzo del cammino della nostra vita digitale,
mi ritrovai in una rete oscura,
ché la connessione stabile era smarrita
Ahi quanto è dura dire cosa fosse
quella rete selvaggia e aspra e forte,
che nel pensiero rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più la disconnessione;
ma per trattare del bene che vi trovai,
dirò delle altre cose che vi ho scoperte.
Io non so ben dire come vi entrai,
tant'era pieno di notizie a quel punto
che la mia mente era offuscata.
Vidi un colle illuminato da un faro di Wi-Fi,
ma la mia strada fu bloccata da tre virus:
una lonza di malware, un leone di spam,
e una lupa di phishing, che mi fecero tornare indietro.
Mentre tornavo nella rete, incontrai un hacker,
Virgilio, che mi disse: "Per uscire da qui,
devi seguire me attraverso i regni del cyberspazio,
dove udirai le disperate urla dei dati persi,
vedrai gli spiriti dolenti delle password dimenticate,
e coloro che sono contenti nel cloud, perché sperano di venire
quando che sia alle beate nuvole."
Con Shakespeare ha elaborato questo:
Essere online o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile per la mente sopportare i clic e le notifiche incessanti della fortuna oltraggiosa,
o prendere il controllo dei nostri profili e risolutamente cancellarli?
Morire, disconnettersi… null'altro.
E con la disconnessione porre fine agli affanni dell'animo e alle altre infinite miserie che sono l'eredità della rete.
Ecco una fine da bramarsi devotamente!
Morire, disconnettersi… Disconnettersi. Sognare forse.
Ma qui è l'intoppo: perché in questa disconnessione eterna, una volta liberati da questa spoglia digitale, quali incubi ci perseguiteranno?
Ecco cosa ci ferma!
Perché chi sopporterebbe i colpi e le frecce della critica sociale,
le ingiustizie del sistema, le offese dei troll,
le pene dell'amore digitale, la lentezza della connessione,
l'arroganza dei social media, e i disprezzi degli influencer,
quando lui stesso potrebbe creare il suo quietus con un semplice logout?
Ma il timore di ciò che potrebbe accadere dopo la disconnessione,
il misterioso mondo offline da cui nessuno torna,
ci fa esitare e preferire sopportare i mali che conosciamo
piuttosto che volare verso altri che non conosciamo
Eccezionale. Io ho sentimenti contrastanti, da un lato Miyazaki ha ragione (anche perché essendo Miyazaki non può non averla), dall'altro sono in una fase di totale adorazione per l'aiuto che danno a chi lavora in autonomia. È come avere un team a disposizione con 4 lire... o quasi.
Il problema è che appiattisce tutto. Semplificare semplifica e in molti casi di permette di risolvere azzerando i tempi di ricerca. Però è innegabile che ciò che ottieni ha meno spessore di quanto, al costo di tempo speso, avresti fatto tu.
Però siamo agli albori.
Mi riferisco a settori in cui entra in gioco la creatività ma quelli in cui è questione di forza... Per esempio: https://ucitysquare.com/doctors-told-him-every-cure-ai/
Comunque, qualche anno ancora e l'IA ci sfornerà tutti i romanzi possibili e tutte le musiche possibili :)
(edited)
Però siamo agli albori.
Mi riferisco a settori in cui entra in gioco la creatività ma quelli in cui è questione di forza... Per esempio: https://ucitysquare.com/doctors-told-him-every-cure-ai/
Comunque, qualche anno ancora e l'IA ci sfornerà tutti i romanzi possibili e tutte le musiche possibili :)
(edited)
Quella di Shakespeare è eccezionale... mamma mia ... mi domando se l'intelligenza artificiale ci vedrà in futuro come dei parassiti ... ne ho timore, perchè secondo me ha delle potenzialità straordinarie, possono migliorare la qualità della vita, del lavoro, e dell'intera società. ma dall'altro lato come sottolinea Scopigno, appiattisce tutto ... e nell'appiattimento, diverremo dipendenti, e non saremo noi a usare lei, ma lei a usare noi ... Matrix è dietro l'angolo ... uomo avvisato ....
Mi riferisco a settori in cui entra in gioco la creatività ma quelli in cui è questione di forza... Per esempio: https://ucitysquare.com/doctors-told-him-every-cure-ai/
Ecco, questo è quello che intendevo: un conto è parlare di opere che dipendono da estro e creatività, altro è il velocizzare l'analisi dei dati.
Rendiamoci conto che la fase di raccolta e analisi non è un togliere senso critico o formazione, è un risparmiare decine se non centinaia di ore di (anche costosa) fatica per arrivare a un insieme di informazioni sulle quali la mente umana si servirà per avanzare nel flusso di lavoro.
E dovremmo rinunciare a questo, perché? Non ha senso, o meglio... ha il senso che ha per i mormoni il rinunciare all'elettricità o per i testimoni di Geova alla donazione di sangue.
Per la creatività invece sono abbastanza d'accordo: confezionare opere a fine di lucro è quasi delinquenziale, crearle e usarle per divertimento o intrattenimento da social network molto meno. Andrebbe fatto ordine ma la sensazione è che si sia rilasciato il tutto prima di dare il tempo a chi decide di mettere i bastoni tra le ruote. E io dico "meno male".
Ecco, questo è quello che intendevo: un conto è parlare di opere che dipendono da estro e creatività, altro è il velocizzare l'analisi dei dati.
Rendiamoci conto che la fase di raccolta e analisi non è un togliere senso critico o formazione, è un risparmiare decine se non centinaia di ore di (anche costosa) fatica per arrivare a un insieme di informazioni sulle quali la mente umana si servirà per avanzare nel flusso di lavoro.
E dovremmo rinunciare a questo, perché? Non ha senso, o meglio... ha il senso che ha per i mormoni il rinunciare all'elettricità o per i testimoni di Geova alla donazione di sangue.
Per la creatività invece sono abbastanza d'accordo: confezionare opere a fine di lucro è quasi delinquenziale, crearle e usarle per divertimento o intrattenimento da social network molto meno. Andrebbe fatto ordine ma la sensazione è che si sia rilasciato il tutto prima di dare il tempo a chi decide di mettere i bastoni tra le ruote. E io dico "meno male".
mi trovo totalmente d'accordo, l'IA in base al suo utilizzo, migliora, non poco le prestazioni lavorative e di ricerca. come scritto su, "è come avere un team a 4 lire" io lo definirei piu' il classico assistente stagista, con qualche inspiegabile dote che ti da un vantaggio, ma che cmq devi portare per mano se vuoi raggiungere il risultato!
PS; luca non buttare mai la tua penna meravigliosa,che ciò che costruisce una macchina cmq rimane privo di empatia
PS; luca non buttare mai la tua penna meravigliosa,che ciò che costruisce una macchina cmq rimane privo di empatia
Di certo alla penna non rinuncio, è stato un momento di sconforto, vedi; di solito sono io che decido il soggetto di una poesia, questa è stata la seconda volta, invece in cui ne sono il protagonista, e quando ti ritrovi ad essere al centro di una poesia, in cui le parole t'inchiodano dentro un foglio di carta, in questo caso elettronico, ti emozioni, era una sensazione che avevo dimenticato. E' come un sarto abituato a confezionare vestiti, per altri, che si ritrova a ricevere, uno smoking, in cui ci si trova bene, e guardandosi allo specchio ne riconosce l'abilità del sarto che lo ha confezionato.
Ora la poesia creata dalla IA, è esagerata. pompata, persino adulatoria, in cui mi piacerebbe rispecchiarmi, ma così io non sono, il mio è più un tendere verso quello che la poesia della IA scrive.
L'apertura è bellissima:
"Sotto il cielo di Roma, dove il Tevere scorre,
un poeta si cela, con parole d'amore"
mi spiace non averla creata io, ma è qui che pongo la domanda a voi esperti di IA, secondo voi, l'ha creata davvero lei dal nulla, o ha copiato?
L'IA ha accesso a miliardi d'informazioni, ipoteticamente, a milioni di poesie, in tutte le lingue del mondo, prendere questa apertura, e sostituire con Roma, e Tevere, al posto di Arno e Firenze, (ad esempio), il senso sarebbe lo stesso.
Quindi L'IA copia o inventa?
Tu dici: "ciò che costruisce una macchina cmq rimane privo di empatia" così non credo, empatia significa comprendere l'altro, la macchina secondo me è più empatica dell'uomo, dato che ha bisogno di costruirsi, è sempre alla ricerca della comprensione, e quando noi comprendiamo l'altro, l'emozioni che lo attraversano, gli stati d'animo, che riusciamo a trovare la chiave per comprenderci, e confrontarci.
La tendenza dell'uomo, e questo forum ne è la testimonianza, è una gara a volte a dimostrare chi ce l'ha più lungo, più che comprendere perchè questo o quello hanno una determinata visione, la macchina non ha bisogno di tutto questo, non ha insicurezze, il mondo in cui vive è fatto di dati e numeri, non di relazioni, di contatto fisico, assorbe le aggressioni, ne rimane indifferente, questa temo che sia la sua reale forza, oltre che analizzare dati, e migliorare le prestezioni di un uomo o di una azienda.
come dice McLuhan, (Strumenti del comunicare), è un medium freddo, capace però di riscaldare l'interlocutore.
Ora la poesia creata dalla IA, è esagerata. pompata, persino adulatoria, in cui mi piacerebbe rispecchiarmi, ma così io non sono, il mio è più un tendere verso quello che la poesia della IA scrive.
L'apertura è bellissima:
"Sotto il cielo di Roma, dove il Tevere scorre,
un poeta si cela, con parole d'amore"
mi spiace non averla creata io, ma è qui che pongo la domanda a voi esperti di IA, secondo voi, l'ha creata davvero lei dal nulla, o ha copiato?
L'IA ha accesso a miliardi d'informazioni, ipoteticamente, a milioni di poesie, in tutte le lingue del mondo, prendere questa apertura, e sostituire con Roma, e Tevere, al posto di Arno e Firenze, (ad esempio), il senso sarebbe lo stesso.
Quindi L'IA copia o inventa?
Tu dici: "ciò che costruisce una macchina cmq rimane privo di empatia" così non credo, empatia significa comprendere l'altro, la macchina secondo me è più empatica dell'uomo, dato che ha bisogno di costruirsi, è sempre alla ricerca della comprensione, e quando noi comprendiamo l'altro, l'emozioni che lo attraversano, gli stati d'animo, che riusciamo a trovare la chiave per comprenderci, e confrontarci.
La tendenza dell'uomo, e questo forum ne è la testimonianza, è una gara a volte a dimostrare chi ce l'ha più lungo, più che comprendere perchè questo o quello hanno una determinata visione, la macchina non ha bisogno di tutto questo, non ha insicurezze, il mondo in cui vive è fatto di dati e numeri, non di relazioni, di contatto fisico, assorbe le aggressioni, ne rimane indifferente, questa temo che sia la sua reale forza, oltre che analizzare dati, e migliorare le prestezioni di un uomo o di una azienda.
come dice McLuhan, (Strumenti del comunicare), è un medium freddo, capace però di riscaldare l'interlocutore.
A chi avesse gravi mancanze sulla cit in questione (ma è impossibile)
Interessante l'articolo sul brainrot ... e devo dire francamente, quello che mi lascia perplesso, è come stanno venendo su i bambini, non sanno fare un gioco, li porti fuori a ricreazione, oppure scendiamo in giardino, per un premio, e senza la palla non sanno che fare. I giochi glieli devo insegnare io .... è qualcosa che davvero mi lascia perplesso.
Il mio pensiero, è che se è vero che le nuove ICT (Information communications technology) annullano lo spazio e il tempo, o meglio lo riducono all'ennesima potenza, dall'altro portano ad un impigrimento del cervello, come mai prima nella storia dell'uomo, credo che sia un fattore di posizione di fronte allo schermo, dove assorbiamo le immagini e i suoni, conoscenza senza fatica. Tralasciando i vari stili cognitivi d'apprendimento, quello che osservo quotidianamente, è l'incapacità dei bambini d'immaginare, sognare, sono talmente abituati ad avere la pappa pronta, fornita dal regista del video, che il loro cervello quando viene attivato da una richiesta d'immaginare è come se gira vuoto, hanno bisogno di continue spinte per andare avanti. Per fortuna ho notato che non vale per tutti i bambini, quelli più svegli, da un punto di vista immaginifico sono coloro i quali sono a contatto con i libri, con i racconti dei nonni, in cui a tavola non è permesso guardare il cellulare, forse è una coincidenza, io però la registro, ed essendo un supplente, ne ho visti davvero tanti di bambini.
Credo che sia una questione antropologica, l'uomo aveva bisogno di confrontarsi per comprendere, scoprire, oggi tutto quello che scoprono i bambini attraverso i vari video, è uguale per tutti, l'attore è quello, si veste in quel modo, e ha quel tono di voce, per tutti, mentre leggiamo ognuno di noi, immagina in maniera diversa.
So che questo forum, e il 3d in questione non è il luogo più adatto per fare queste riflessioni, e mi scuso se sono andato fuori tema, ma è una cosa che penso da parecchio tempo, e non sapevo dove condividerla.
Fantastico il video postato da Troy, estremo, ma indica la direzione dove stiamo andando, intanto però mi sono trascritto tutti i numeri in una rubrica di carta ,,,, non si sa mai ...
Il mio pensiero, è che se è vero che le nuove ICT (Information communications technology) annullano lo spazio e il tempo, o meglio lo riducono all'ennesima potenza, dall'altro portano ad un impigrimento del cervello, come mai prima nella storia dell'uomo, credo che sia un fattore di posizione di fronte allo schermo, dove assorbiamo le immagini e i suoni, conoscenza senza fatica. Tralasciando i vari stili cognitivi d'apprendimento, quello che osservo quotidianamente, è l'incapacità dei bambini d'immaginare, sognare, sono talmente abituati ad avere la pappa pronta, fornita dal regista del video, che il loro cervello quando viene attivato da una richiesta d'immaginare è come se gira vuoto, hanno bisogno di continue spinte per andare avanti. Per fortuna ho notato che non vale per tutti i bambini, quelli più svegli, da un punto di vista immaginifico sono coloro i quali sono a contatto con i libri, con i racconti dei nonni, in cui a tavola non è permesso guardare il cellulare, forse è una coincidenza, io però la registro, ed essendo un supplente, ne ho visti davvero tanti di bambini.
Credo che sia una questione antropologica, l'uomo aveva bisogno di confrontarsi per comprendere, scoprire, oggi tutto quello che scoprono i bambini attraverso i vari video, è uguale per tutti, l'attore è quello, si veste in quel modo, e ha quel tono di voce, per tutti, mentre leggiamo ognuno di noi, immagina in maniera diversa.
So che questo forum, e il 3d in questione non è il luogo più adatto per fare queste riflessioni, e mi scuso se sono andato fuori tema, ma è una cosa che penso da parecchio tempo, e non sapevo dove condividerla.
Fantastico il video postato da Troy, estremo, ma indica la direzione dove stiamo andando, intanto però mi sono trascritto tutti i numeri in una rubrica di carta ,,,, non si sa mai ...
i danni dell'uso di internet, social e in generale del "tempo davanti a uno schermo" sui minori sono oramai una certezza da anni.
Trovi un sacco di fonti online se cerchi.
Non sono convinto che il tema sia quello del confronto (che avviene anche online)
Una cosa poco evidenziata è l'utilità e la funzione della noia nei bambini e nei teen-ager.
Trovi un sacco di fonti online se cerchi.
Non sono convinto che il tema sia quello del confronto (che avviene anche online)
Una cosa poco evidenziata è l'utilità e la funzione della noia nei bambini e nei teen-ager.