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Subject: [POLITICA]
allora non hai neppure visto il video!
certo che l'ho visto!
Mentre parlavano di RPG, AK-47 io non vedevo nient'altro che una sorta di tracolla, e ti faccio notare che i modelli da te postati essendo ingombranti e lunghi quando li porti tendono a sbalzare dalla spalla e sta cosa non si vede nel video.
certo che l'ho visto!
Mentre parlavano di RPG, AK-47 io non vedevo nient'altro che una sorta di tracolla, e ti faccio notare che i modelli da te postati essendo ingombranti e lunghi quando li porti tendono a sbalzare dalla spalla e sta cosa non si vede nel video.
ok, tutti i miei interventi sono stati inutili
sapete tutto voi, siete in grado di capire al primo colpo che cosa sono armi e cosa no, sapete che l'elicottero su cui siete è invulnerabile, sapete che è impossibile ogni errore di giudizio, siete freddi come il ghiaccio in zona di combattimento e potete sempre aspettare l'evolvere degli eventi
tanto alla peggio, se vi abbattono, ricaricate dall'ultimo salvataggio ...
sapete tutto voi, siete in grado di capire al primo colpo che cosa sono armi e cosa no, sapete che l'elicottero su cui siete è invulnerabile, sapete che è impossibile ogni errore di giudizio, siete freddi come il ghiaccio in zona di combattimento e potete sempre aspettare l'evolvere degli eventi
tanto alla peggio, se vi abbattono, ricaricate dall'ultimo salvataggio ...
tanto alla peggio, se vi abbattono, ricaricate dall'ultimo salvataggio ...
:D
:D
intervista al compagno Renzo Ulivieri.
Partiamo dai fondamentali: è nota la sua militanza nel Pci, ma perché lei si sente di sinistra?
«Perché sono nato di sinistra. Ho vissuto una famiglia di sinistra, ho una educazione di sinistra. Oggi dicono che non ha più senso: siccome ho un po’ d’anni sulle spalle, penso il contrario. Ho respirato i valori di solidarietà, di eguaglianza, di giustizia da giovane: sono cose che restano dentro».
La solidarietà però non è solo un valore di sinistra…
«Vede, di fronte a chi a bisogno, sia persone di destra che di sinistra possono sentire il bisogno di intervenire. Ma chi è di sinistra si muove per tutti, non solo per quelli in cui inciampiamo. È un valore che guida tutte le azioni».
Anni ’60, Ulivieri assessore a San Miniato. Com’è andata allora?
«Mi occupavo di pubblica istruzione, tempo libero e sport, non credo proprio di essere stato bravo: ero giovane, non ero preparato. Amministrare è una cosa diversa della politica. Ma ti porti dietro quelle che sei in qualunque ruolo giochi. Anche nel fare l’allenatore, se ne accorgono che sei di sinistra, negli atteggiamenti, nel rapporto con i giocatori: quello è un ruolo dove devi «comandare», noi di sinistra invece cerchiamo partecipazione, condivisione».
Si parla di calcio e si pensa ad un mondo tutto soldi e veline, molto distante dalla sinistra. È così?
«No, nel modo più assoluto. Il mondo del calcio è fatto di giocatori, allenatori, dirigenti. Di lavoratori delle società sportive, di chi è impegnato sui campi. Il mondo dello sport è il quinto-sesto per numero di dipendenti nel Paese. Se si guarda il tutto, bisogna dire che non è vero. E quando parlo con i ragazzi, non ho questa impressione. Ho parlato con tanti presidenti: a diversi gliel’ho fatto notare: “Lei dice di essere di destra, ma mi pare di sinistra nel modo di pensare”. Al presidente del Torino, che aveva appena firmato un contratto con la Fiat, dissi: “Sono tanti soldi, complimenti”. “No, sono tanti posti di lavoro per i miei operai”, rispose. Gli regalai una delle mie tessere del Pci, a cui tenevo molto. Sorrise: “Guardi, non la porto dietro perché sono un vecchio democristiano. Ma la metto lì nel mio studio, la considero un grande regalo”».
Ora lei è diventato coordinatore di un circolo di Sel. Riparte dal basso. Normalmente, alle personalità del mondo del calcio si offre una candidatura perché portano voti…
«Non ho l’età. E non devo fare carriera politica. Il mio sarà servizo allo stato puro, volontariato. Voglio dedicare del tempo alla sinistra, che ha tanti problemi. Quando ho avuto la percezione di essere usato dalla politica, ho sempre risposto no. Qui sono io che lavoro per la sinistra». E cosa ha intenzione di fare? «Bisogna far funzionare questo circolo, qui a San Miniato. Partendo dai risultati delle elezioni: sono buoni, siamo arrivati vicini al 4 per cento. Non abbiamo strutture di base, ma abbiamo una cifra importante, è stato un bel risultato. Non siamo entrati in Consiglio regionale: prendiamola come una fortuna, trasformiamola in un’opportunità. Servirà alla costruzione di noi stessi. Non abbiamo una lira? Saremo liberi. Non dipendiamo da nessuno. Ora bisogna trovare idee: deve diventare la nostra ossessione. Da qualche parte bisogna cominciare per riunire la sinistra. Non c’è altro da fare, è una cosa urgente, non possiamo cazzeggiare. Rischiamo di perdere una generenazione se allunghiamo i tempi. E se perdiamo questa generazione, non recuperiamo più. Chi comincia? Noi».
Perché secondo lei in Toscana la sinistra regge, ma a Nord e a Sud crolla?
«Perché qui c’è una storia, quella regge ancora. Ma la storia finisce. Altrimenti si fanno analisi superficiali, c’è una fiducia che non va dispersa, vanno coinvolti tanti giovani. A loro non offriamo posti, ma la possibilità di impegnarsi. Questo ha ancora un fascino. Siamo noi il massimo della libertà. Tre gli obiettivi: coinvolgere i giovani, dare servizi ai cittadini. E poi, far capire a chi ci guarda chi siamo: persone per bene che si impegnano nell’interesse di tutti».
A Bologna sostenne Cofferati, da sinistra, però con molti dubbi.
«Sono entrato nel Pd, ero nell’assemblea nazionale, sono uscito l’anno scorso: non mi ci sentivo più. Ma senza rancore. Ora guardo ad una forza con la quale costruire il futuro, una sinistra che deve rimanere autonoma e diventare forza di governo: altrimenti, perché fai politica, se non per incidere, per scegliere? Da soli non si va da nessuna parte. Ora la priorità è costruire noi stessi. Poi, penseremo al resto». Perché è uscito dal Pd? «Perché non mi convinceva. Mi sono impegnato molto anche a Bologna, però ho capito che c’era bisogno qua, in Toscana, e nella sinistra radicale. Se ognuno porta un sassolino, lo deve portare qua. Sennò si muore. E una sinistra che si perde, come un sindacato che si perde, è una perdita di democrazia».
Qui in Toscana ci sono state inchieste che hanno coinvolto anche amministratori del centrosinistra. Che effetto le hanno fatto?
«Non le conosco, se non da quello che ho letto sui giornali. Ma sa cosa mi disse un giorno un giudice, uno di quelli che a destra definirebbero una “toga rossa”? Che se un reato viene commesso da uno di sinistra, è più grave. Certo, è una estremizzazione del discorso, ma a noi è richiesta più etica, più senso del bene pubblico. La sinistra si deve riappropriare della missione della politica: che è anche dimostrare concretamente i valori in cui crediamo».
Però poi il centrosinistra fa una legge elettorale che, per voi di Sel, è più penalizzante di quella fatta dal centrodestra al governo: e così in Regione non sarete rappresentati…
«Bisognerà cambiare questa legge».
Senta, se fosse allenatore del centrosinistra che ruolo assegnerebbe a Bersani, Di Pietro e Vendola?
«Bersani centrocampista, Vendola trequartista di rifinitura, Di Pietro terzino, marcatore».
Al nuovo presidente della Toscana Enrico Rossi e al sindaco di Firenze Matteo Renzi?
«Rossi centrocampista cursore: dovrà correre tanto, lavorare con umiltà. E Renzi… arbitro».
Partiamo dai fondamentali: è nota la sua militanza nel Pci, ma perché lei si sente di sinistra?
«Perché sono nato di sinistra. Ho vissuto una famiglia di sinistra, ho una educazione di sinistra. Oggi dicono che non ha più senso: siccome ho un po’ d’anni sulle spalle, penso il contrario. Ho respirato i valori di solidarietà, di eguaglianza, di giustizia da giovane: sono cose che restano dentro».
La solidarietà però non è solo un valore di sinistra…
«Vede, di fronte a chi a bisogno, sia persone di destra che di sinistra possono sentire il bisogno di intervenire. Ma chi è di sinistra si muove per tutti, non solo per quelli in cui inciampiamo. È un valore che guida tutte le azioni».
Anni ’60, Ulivieri assessore a San Miniato. Com’è andata allora?
«Mi occupavo di pubblica istruzione, tempo libero e sport, non credo proprio di essere stato bravo: ero giovane, non ero preparato. Amministrare è una cosa diversa della politica. Ma ti porti dietro quelle che sei in qualunque ruolo giochi. Anche nel fare l’allenatore, se ne accorgono che sei di sinistra, negli atteggiamenti, nel rapporto con i giocatori: quello è un ruolo dove devi «comandare», noi di sinistra invece cerchiamo partecipazione, condivisione».
Si parla di calcio e si pensa ad un mondo tutto soldi e veline, molto distante dalla sinistra. È così?
«No, nel modo più assoluto. Il mondo del calcio è fatto di giocatori, allenatori, dirigenti. Di lavoratori delle società sportive, di chi è impegnato sui campi. Il mondo dello sport è il quinto-sesto per numero di dipendenti nel Paese. Se si guarda il tutto, bisogna dire che non è vero. E quando parlo con i ragazzi, non ho questa impressione. Ho parlato con tanti presidenti: a diversi gliel’ho fatto notare: “Lei dice di essere di destra, ma mi pare di sinistra nel modo di pensare”. Al presidente del Torino, che aveva appena firmato un contratto con la Fiat, dissi: “Sono tanti soldi, complimenti”. “No, sono tanti posti di lavoro per i miei operai”, rispose. Gli regalai una delle mie tessere del Pci, a cui tenevo molto. Sorrise: “Guardi, non la porto dietro perché sono un vecchio democristiano. Ma la metto lì nel mio studio, la considero un grande regalo”».
Ora lei è diventato coordinatore di un circolo di Sel. Riparte dal basso. Normalmente, alle personalità del mondo del calcio si offre una candidatura perché portano voti…
«Non ho l’età. E non devo fare carriera politica. Il mio sarà servizo allo stato puro, volontariato. Voglio dedicare del tempo alla sinistra, che ha tanti problemi. Quando ho avuto la percezione di essere usato dalla politica, ho sempre risposto no. Qui sono io che lavoro per la sinistra». E cosa ha intenzione di fare? «Bisogna far funzionare questo circolo, qui a San Miniato. Partendo dai risultati delle elezioni: sono buoni, siamo arrivati vicini al 4 per cento. Non abbiamo strutture di base, ma abbiamo una cifra importante, è stato un bel risultato. Non siamo entrati in Consiglio regionale: prendiamola come una fortuna, trasformiamola in un’opportunità. Servirà alla costruzione di noi stessi. Non abbiamo una lira? Saremo liberi. Non dipendiamo da nessuno. Ora bisogna trovare idee: deve diventare la nostra ossessione. Da qualche parte bisogna cominciare per riunire la sinistra. Non c’è altro da fare, è una cosa urgente, non possiamo cazzeggiare. Rischiamo di perdere una generenazione se allunghiamo i tempi. E se perdiamo questa generazione, non recuperiamo più. Chi comincia? Noi».
Perché secondo lei in Toscana la sinistra regge, ma a Nord e a Sud crolla?
«Perché qui c’è una storia, quella regge ancora. Ma la storia finisce. Altrimenti si fanno analisi superficiali, c’è una fiducia che non va dispersa, vanno coinvolti tanti giovani. A loro non offriamo posti, ma la possibilità di impegnarsi. Questo ha ancora un fascino. Siamo noi il massimo della libertà. Tre gli obiettivi: coinvolgere i giovani, dare servizi ai cittadini. E poi, far capire a chi ci guarda chi siamo: persone per bene che si impegnano nell’interesse di tutti».
A Bologna sostenne Cofferati, da sinistra, però con molti dubbi.
«Sono entrato nel Pd, ero nell’assemblea nazionale, sono uscito l’anno scorso: non mi ci sentivo più. Ma senza rancore. Ora guardo ad una forza con la quale costruire il futuro, una sinistra che deve rimanere autonoma e diventare forza di governo: altrimenti, perché fai politica, se non per incidere, per scegliere? Da soli non si va da nessuna parte. Ora la priorità è costruire noi stessi. Poi, penseremo al resto». Perché è uscito dal Pd? «Perché non mi convinceva. Mi sono impegnato molto anche a Bologna, però ho capito che c’era bisogno qua, in Toscana, e nella sinistra radicale. Se ognuno porta un sassolino, lo deve portare qua. Sennò si muore. E una sinistra che si perde, come un sindacato che si perde, è una perdita di democrazia».
Qui in Toscana ci sono state inchieste che hanno coinvolto anche amministratori del centrosinistra. Che effetto le hanno fatto?
«Non le conosco, se non da quello che ho letto sui giornali. Ma sa cosa mi disse un giorno un giudice, uno di quelli che a destra definirebbero una “toga rossa”? Che se un reato viene commesso da uno di sinistra, è più grave. Certo, è una estremizzazione del discorso, ma a noi è richiesta più etica, più senso del bene pubblico. La sinistra si deve riappropriare della missione della politica: che è anche dimostrare concretamente i valori in cui crediamo».
Però poi il centrosinistra fa una legge elettorale che, per voi di Sel, è più penalizzante di quella fatta dal centrodestra al governo: e così in Regione non sarete rappresentati…
«Bisognerà cambiare questa legge».
Senta, se fosse allenatore del centrosinistra che ruolo assegnerebbe a Bersani, Di Pietro e Vendola?
«Bersani centrocampista, Vendola trequartista di rifinitura, Di Pietro terzino, marcatore».
Al nuovo presidente della Toscana Enrico Rossi e al sindaco di Firenze Matteo Renzi?
«Rossi centrocampista cursore: dovrà correre tanto, lavorare con umiltà. E Renzi… arbitro».
non ci sono risposte da dare, dato che la domanda è postai dando per scontato che tutti sappiano esattamente quanto sta accadendo
Il presidente non è un arbitro che possa annullare i gol o espellere i giocatori più ripugnanti e forse prima di accusarlo di non difendere la Costituzione si potrebbe provare a leggerla e a vedere quali sono le sua prerogative
può rimandare le leggi alle Camere, prendendo così le distanze da chi le ha fatte e in casi estremi piò sciogliere le Camere (se lo fece Cossiga all'epoca figuriamoci oggi con i quotidiani attacchi alla Costituzione da parte del Governo)
può rimandare le leggi alle Camere, prendendo così le distanze da chi le ha fatte e in casi estremi piò sciogliere le Camere (se lo fece Cossiga all'epoca figuriamoci oggi con i quotidiani attacchi alla Costituzione da parte del Governo)
ahahah
povera italia, dove siamo arrivati, se si arriva a esaltare il delirante Cossiga come vessillo di democrazia ....
povera italia, dove siamo arrivati, se si arriva a esaltare il delirante Cossiga come vessillo di democrazia ....
può rimandare le leggi alle Camere, prendendo così le distanze da chi le ha fatte e in casi estremi piò sciogliere le Camere (se lo fece Cossiga all'epoca figuriamoci oggi con i quotidiani attacchi alla Costituzione da parte del Governo)
almeno le leggi in così grave contrasto con la costituzione..
sarebbe il suo ruolo...
almeno le leggi in così grave contrasto con la costituzione..
sarebbe il suo ruolo...
se si arriva a esaltare il delirante Cossiga come vessillo di democrazia ....
e chi lo ha esaltato? ho solo ricordato la storia.
e chi lo ha esaltato? ho solo ricordato la storia.
baluba, non è che voglio avere ragione a tutti i costi.
Quello che intendo però è che nel video mi sembra abbastanza palese il fatto che si stesse per fare (come poi si è riscontrato) un grosso errore di valutazione. C'è anche una voce di un militare che lancia l'allrme "non confermato" che viene bellamente ignorato dal resto dei colleghi.
Come anche è lapalissiano l'altro momento, quando arriva il VAN: come fanno a dire che si stanno preparando a lanciare un RPG se all'interno del veicolo non distingui nulla?
Tralasciando anche le risatine che sin son fatti quando il veicolo corazzato USA è passato su uno dei cadaveri a terra a sparatoria finita.
E questo senza nulla togliere alle tue osservazioni
(edited)
Quello che intendo però è che nel video mi sembra abbastanza palese il fatto che si stesse per fare (come poi si è riscontrato) un grosso errore di valutazione. C'è anche una voce di un militare che lancia l'allrme "non confermato" che viene bellamente ignorato dal resto dei colleghi.
Come anche è lapalissiano l'altro momento, quando arriva il VAN: come fanno a dire che si stanno preparando a lanciare un RPG se all'interno del veicolo non distingui nulla?
Tralasciando anche le risatine che sin son fatti quando il veicolo corazzato USA è passato su uno dei cadaveri a terra a sparatoria finita.
E questo senza nulla togliere alle tue osservazioni
(edited)
se si arriva a esaltare il delirante Cossiga come vessillo di democrazia ....
e chi lo ha esaltato? ho solo ricordato la storia.
appunto
e il tuo esempio rafforza la posizione di Napolitano al 100% e mi fa quotare l'articolo
e chi lo ha esaltato? ho solo ricordato la storia.
appunto
e il tuo esempio rafforza la posizione di Napolitano al 100% e mi fa quotare l'articolo
ed intanto ci teniamo un altra "bella" legge fondamentale ^_^
oh, ma perchè non fanno una leggina per i miei interessi ogni tanto? io vorrei star a casa e ricever lo stesso lo stipendio ^^
oh, ma perchè non fanno una leggina per i miei interessi ogni tanto? io vorrei star a casa e ricever lo stesso lo stipendio ^^
purtroppo questo è il parlamento che abbiamo votato e ce lo teniamo
anche secondo me.
è vero non è facile fare quello che fanno in quella situazione, ma un istante in più avrebbe evitato un massacro di innocenti tra cui dei bambini.
a prescindere da come si sentano loro io credo che, una qualsiasi persona, che è consapevole di aver ucciso innocenti in quel modo non riesca a dormire sonni tranquilli soprattutto se pensi bene al fatto che, con un istante in più, avrebbe evitato tutto (o quasi).
quello che vorrei far capire è che, in una posizione di forza - cioè con un elicottero cobra che ti punta - l'elicotterista può attendere un istante per avere più chiara la situazione in quanto la rapidità e la potenza di fuoco di un cobra non trovano quasi paragoni nei mezzi corrazzati, mentre quelli erano solo uomini quindi, al limite, avrebbero potuto avere al limite armi leggere (ci fosse stato un carro t72 di fianco avrei aperto il fuoco subito anche io)
è vero non è facile fare quello che fanno in quella situazione, ma un istante in più avrebbe evitato un massacro di innocenti tra cui dei bambini.
a prescindere da come si sentano loro io credo che, una qualsiasi persona, che è consapevole di aver ucciso innocenti in quel modo non riesca a dormire sonni tranquilli soprattutto se pensi bene al fatto che, con un istante in più, avrebbe evitato tutto (o quasi).
quello che vorrei far capire è che, in una posizione di forza - cioè con un elicottero cobra che ti punta - l'elicotterista può attendere un istante per avere più chiara la situazione in quanto la rapidità e la potenza di fuoco di un cobra non trovano quasi paragoni nei mezzi corrazzati, mentre quelli erano solo uomini quindi, al limite, avrebbero potuto avere al limite armi leggere (ci fosse stato un carro t72 di fianco avrei aperto il fuoco subito anche io)
alla peggio ricaricavano l'ultimo salvataggio e via