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Subject: Basket serie A
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Queste immagini di ieri sera stanno facendo il giro del mondo. Innanzitutto per la location: è uno stadio all'aperto con 8.000 persone assiepate a vedere una amichevole di... basket. Poi, per l'incredibile spettacolo di tifo: ma, trovandoci a Belgrado, ed essendoci in campo il Partizan, non è una novità.
Quello che molti non sanno è che gli avversari, ossia i modesti spagnoli del Fuenlabrada, squadra che milita nella Liga LEB Oro (la nostra A2), non sono per nulla casuali e ognuna di quelle 8.000 persone era lì proprio perchè si è giocata quella partita.
Estate del 1991: Zeljko Obradovic ha 31 anni e si trova a Roma con la nazionale jugoslava per giocare gli Europei da capitano della squadra. Qualche giorno prima dell'esordio riceve una chiamata dal direttore sportivo del Partizan: è disposto a tutto pur di convincerlo a smettere di giocare e accettare di diventare allenatore. Obradovic ci pensa 48 ore poi accetta: rinuncia agli Europei e al contempo chiude la sua carriera da giocatore (la Jugoslavia vincerà poi l'oro...). Quella è però anche l'estate dello scoppio della guerra nei Balcani, e a settembre la FIBA intima al Partizan di trovarsi un'altra sede per le partite casalinghe di Coppa dei Campioni, pena l'esclusione. Un amico di Obradovic, quasi per scherzo, gli dice che a 20 km da Madrid, a Fuenlabrada, c'è un palasport molto bello praticamente inutilizzato.
Il Partizan accetta. Nasce il “Partizan de Fuenlabrada”, così chiamato dai cittadini spagnoli che un po' alla volta si affezionano alla squadra riempiendo il palasport e tifando per una squadra di un'altra nazione. Il Partizan gioca per una stagione intera le partite in "casa" a 2600 km da Belgrado.
Quell'anno i serbi non partono con i favori del pronostico, anzi. La squadra è giovanissima, le due stelle sono Djordjevic e Danilovic entrambi poco più che ventenni, e l'allenatore Obradovic è un esordiente assoluto.
La squadra trascorre tutte le settimane in aereo, per andare a giocare in "casa" o in trasferta, e nonostante la situazione disastrosa in patria riesce comunque a disputare una buona stagione arrivando quarta nel proprio girone: l'incrocio nei quarti di finale prevede la prima dell'altro girone, la Virtus Bologna. Vista la situazione momentaneamente più tranquilla in patria, la FIBA concede al Partizan di giocare gara 2 al Pionir di Belgrado (gara 1 ed eventuale gara 3 al PalaDozza). Il Partizan perde in gara 1, vince in casa in gara 2, e poi compie un'autentica impresa vincendo gara 3 a Bologna: vola così inaspettatamente alle Final Four di Istanbul.
In semifinale il Partizan affronta e batte l'Olimpia Milano grazie ad un grandissimo secondo tempo, ed in finale trova lo Joventut Badalona: un derby spagnolo.
La finale è equilibratissima. Badalona segna il canestro del +2 a 11 secondi dalla fine. Poi Djordjevic riceve dalla rimessa, corre per tutto il campo, tira da 8 metri, e segna la tripla della vittoria.
Il "Partizan de Fuenlabrada" è campione d'Europa.
Con un allenatore 31 enne alla prima esperienza, senza nessun americano in squadra, giocando una sola partita in Serbia in tutta la stagione, e con due città scese in strada a festeggiare il titolo: Belgrado e Fuenlabrada.
Ieri, per 10 minuti consecutivi, gli 8.000 tifosi del Partizan hanno intonato un coro dedicato al Fuenlabrada. A distanza di 32 anni è ancora immensa la riconoscenza per quella piccola città alle porte di Madrid che è stata una seconda casa, e ha permesso al Partizan di salire per la prima, e finora unica volta, sul tetto d'Europa.
Queste immagini di ieri sera stanno facendo il giro del mondo. Innanzitutto per la location: è uno stadio all'aperto con 8.000 persone assiepate a vedere una amichevole di... basket. Poi, per l'incredibile spettacolo di tifo: ma, trovandoci a Belgrado, ed essendoci in campo il Partizan, non è una novità.
Quello che molti non sanno è che gli avversari, ossia i modesti spagnoli del Fuenlabrada, squadra che milita nella Liga LEB Oro (la nostra A2), non sono per nulla casuali e ognuna di quelle 8.000 persone era lì proprio perchè si è giocata quella partita.
Estate del 1991: Zeljko Obradovic ha 31 anni e si trova a Roma con la nazionale jugoslava per giocare gli Europei da capitano della squadra. Qualche giorno prima dell'esordio riceve una chiamata dal direttore sportivo del Partizan: è disposto a tutto pur di convincerlo a smettere di giocare e accettare di diventare allenatore. Obradovic ci pensa 48 ore poi accetta: rinuncia agli Europei e al contempo chiude la sua carriera da giocatore (la Jugoslavia vincerà poi l'oro...). Quella è però anche l'estate dello scoppio della guerra nei Balcani, e a settembre la FIBA intima al Partizan di trovarsi un'altra sede per le partite casalinghe di Coppa dei Campioni, pena l'esclusione. Un amico di Obradovic, quasi per scherzo, gli dice che a 20 km da Madrid, a Fuenlabrada, c'è un palasport molto bello praticamente inutilizzato.
Il Partizan accetta. Nasce il “Partizan de Fuenlabrada”, così chiamato dai cittadini spagnoli che un po' alla volta si affezionano alla squadra riempiendo il palasport e tifando per una squadra di un'altra nazione. Il Partizan gioca per una stagione intera le partite in "casa" a 2600 km da Belgrado.
Quell'anno i serbi non partono con i favori del pronostico, anzi. La squadra è giovanissima, le due stelle sono Djordjevic e Danilovic entrambi poco più che ventenni, e l'allenatore Obradovic è un esordiente assoluto.
La squadra trascorre tutte le settimane in aereo, per andare a giocare in "casa" o in trasferta, e nonostante la situazione disastrosa in patria riesce comunque a disputare una buona stagione arrivando quarta nel proprio girone: l'incrocio nei quarti di finale prevede la prima dell'altro girone, la Virtus Bologna. Vista la situazione momentaneamente più tranquilla in patria, la FIBA concede al Partizan di giocare gara 2 al Pionir di Belgrado (gara 1 ed eventuale gara 3 al PalaDozza). Il Partizan perde in gara 1, vince in casa in gara 2, e poi compie un'autentica impresa vincendo gara 3 a Bologna: vola così inaspettatamente alle Final Four di Istanbul.
In semifinale il Partizan affronta e batte l'Olimpia Milano grazie ad un grandissimo secondo tempo, ed in finale trova lo Joventut Badalona: un derby spagnolo.
La finale è equilibratissima. Badalona segna il canestro del +2 a 11 secondi dalla fine. Poi Djordjevic riceve dalla rimessa, corre per tutto il campo, tira da 8 metri, e segna la tripla della vittoria.
Il "Partizan de Fuenlabrada" è campione d'Europa.
Con un allenatore 31 enne alla prima esperienza, senza nessun americano in squadra, giocando una sola partita in Serbia in tutta la stagione, e con due città scese in strada a festeggiare il titolo: Belgrado e Fuenlabrada.
Ieri, per 10 minuti consecutivi, gli 8.000 tifosi del Partizan hanno intonato un coro dedicato al Fuenlabrada. A distanza di 32 anni è ancora immensa la riconoscenza per quella piccola città alle porte di Madrid che è stata una seconda casa, e ha permesso al Partizan di salire per la prima, e finora unica volta, sul tetto d'Europa.
Joe Bryant scompare a 69 anni
Il padre. Campionissimo pure lui, ma soprattutto in Italia dove diede spettacolo. Col figlio sempre al seguito; poi i rapporti si ammalarono fino alle udienze in tribunale.
Rip
Il padre. Campionissimo pure lui, ma soprattutto in Italia dove diede spettacolo. Col figlio sempre al seguito; poi i rapporti si ammalarono fino alle udienze in tribunale.
Rip
Magari li ho seguiti solo io ma l'Italia finisce a medaglia agli Europei femminili di basket: battuta la Francia nella finale per il bronzo.
Un'Italia tutta cuore per l'intero campionato , è giunta a un soffio dal battere l'imbattibile Belgio che si è salvato con un tiro da 3 alla fine.
Bravissime davvero, tutte partite al cardiopalma e con una straordinaria applicazione difensiva
Diciamo pure che con l'assenza di Matilde Villa non ci credeva nessuno :)
(edited)
Un'Italia tutta cuore per l'intero campionato , è giunta a un soffio dal battere l'imbattibile Belgio che si è salvato con un tiro da 3 alla fine.
Bravissime davvero, tutte partite al cardiopalma e con una straordinaria applicazione difensiva
Diciamo pure che con l'assenza di Matilde Villa non ci credeva nessuno :)
(edited)
Alla fine la spunta il Belgio... in realtà la butta via la Spagna sprecando 12 punti di vantaggio nei 3 minuti finali.