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Subject: [Calcio estero]
Teoricamente la 3° dovrebbe essere proprio quella neutra da indossare anche se non sei allo stadio, per il bacino d'utenza stile USA. Almeno leggevo così da qualche parte dove si parlava di strategie di mkt del nuovo corso rossonero. Se è questa la versione neutra per adulti e tifo moderato, rimango perplesso... quella del 2020 invece era bellissima. Infatti ero lì lì per prendermela
Boh a me pare brutta.
Calcio o non calcio
Poi magari fa presa nei ggggiovani
Calcio o non calcio
Poi magari fa presa nei ggggiovani
Segnalo che Donnarumma per migliorare la sua carriera fa panchina a Navas
Hanno preso 5 gol in 3 partite da squadre francesi
Da C&F
Nemmeno Lionel Messi “si ripaga con le magliette”. Uno dei grandi cliché del calciomercato estivo, quando si parla dei super colpi dei top team, è l’impatto del merchandising sui ricavi delle società: un peso che esiste, ma che rimane comunque molto relativo.
Nei giorni scorsi, sui social è circolata la cifra di oltre 800mila maglie vendute dal Paris Saint-Germain con il nome di Lionel Messi in pochi giorni. Ma la stessa società parigina è intervenuta a smentire: «È pazzesco arrivare a queste cifre», il commento del direttore marketing del Psg, Fabien Allègre a L’Equipe. «Sì, l’andamento delle vendite è stato fenomenale, ma siamo molto lontani dal milione di maglie vendute. Nelle ultime due stagioni, è stato con tutte e quattro le divise che abbiamo raggiunto il milione di maglie vendute». Basti pensare che nel 2017/18, l’anno di arrivo di Neymar e Mbappè a Parigi, in tutta la stagione il club aveva venduto poco più di 800mila magliette.
Il tutto senza considerare che, comunque, i singoli club non incassano l’intera cifra pagata dal tifoso al negozio per la maglietta. L’esempio in questo caso è il Manchester United: l’accordo con Adidas (firmato nel 2015) garantisce al club 75 milioni di sterline annui come ricavi, indipendentemente dal numero di maglie vendute: una cifra importante, con il brand tedesco che quindi ha pieno diritto di incassare i proventi della vendita delle divise. Con la possibilità, per lo United, di beneficiare del pagamento di una royalty aggiuntiva al superamento di una determinata soglia di vendita: in sostanza, superati i 75 milioni di ricavi dalle vendite, Adidas dovrebbe girare al club una percentuale tra il 15 e il 20% dei proventi dalle vendite.
Non basta nemmeno internalizzare la gestione del merchandising, come successo ad esempio in casa Juventus. Il club bianconero ha rinunciato a 6 milioni di ricavi fissi da Adidas per gestire prodotti e licensing. Una scelta che ha pagato con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, ma che comunque resta lontana dall’avere un impatto sui costi del portoghese: la gestione interna da parte della Juventus ha portato a far salire i ricavi dai 16,3 milioni netti del 2017/18 a 26,5 milioni nel 2018/19, con impatto legato al Covid poi nel 2019/20 (12 milioni) e nel primo semestre del 2020/21 (9 milioni).
Nemmeno Lionel Messi “si ripaga con le magliette”. Uno dei grandi cliché del calciomercato estivo, quando si parla dei super colpi dei top team, è l’impatto del merchandising sui ricavi delle società: un peso che esiste, ma che rimane comunque molto relativo.
Nei giorni scorsi, sui social è circolata la cifra di oltre 800mila maglie vendute dal Paris Saint-Germain con il nome di Lionel Messi in pochi giorni. Ma la stessa società parigina è intervenuta a smentire: «È pazzesco arrivare a queste cifre», il commento del direttore marketing del Psg, Fabien Allègre a L’Equipe. «Sì, l’andamento delle vendite è stato fenomenale, ma siamo molto lontani dal milione di maglie vendute. Nelle ultime due stagioni, è stato con tutte e quattro le divise che abbiamo raggiunto il milione di maglie vendute». Basti pensare che nel 2017/18, l’anno di arrivo di Neymar e Mbappè a Parigi, in tutta la stagione il club aveva venduto poco più di 800mila magliette.
Il tutto senza considerare che, comunque, i singoli club non incassano l’intera cifra pagata dal tifoso al negozio per la maglietta. L’esempio in questo caso è il Manchester United: l’accordo con Adidas (firmato nel 2015) garantisce al club 75 milioni di sterline annui come ricavi, indipendentemente dal numero di maglie vendute: una cifra importante, con il brand tedesco che quindi ha pieno diritto di incassare i proventi della vendita delle divise. Con la possibilità, per lo United, di beneficiare del pagamento di una royalty aggiuntiva al superamento di una determinata soglia di vendita: in sostanza, superati i 75 milioni di ricavi dalle vendite, Adidas dovrebbe girare al club una percentuale tra il 15 e il 20% dei proventi dalle vendite.
Non basta nemmeno internalizzare la gestione del merchandising, come successo ad esempio in casa Juventus. Il club bianconero ha rinunciato a 6 milioni di ricavi fissi da Adidas per gestire prodotti e licensing. Una scelta che ha pagato con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, ma che comunque resta lontana dall’avere un impatto sui costi del portoghese: la gestione interna da parte della Juventus ha portato a far salire i ricavi dai 16,3 milioni netti del 2017/18 a 26,5 milioni nel 2018/19, con impatto legato al Covid poi nel 2019/20 (12 milioni) e nel primo semestre del 2020/21 (9 milioni).
Anche gollini che fa panchina a lloris, ci fosse un italiano che riesca a giocare titolare all'estero in particola modo in Premier
Sia lui che Raiolo credo assumeranno la titolarità cammin facendo... certo scalzare Lloris è un po' meno facile.
Torna per fine prestito al limite. Lo hanno dato in prestito con diritto di riscatto, obbligatorio solo se raggiunge 20 presenze
Lloris signor portiere, penso che Gollini possa fargli da secondo per un annetto e poi nel caso prendere la titolarità
A Nizza partita sospesa causa invasione di campo dei tifosi di casa...
Erano a caccia dei giocatori avversari...
Erano a caccia dei giocatori avversari...
ah beh, c'è sempre di mezzo quel coglione di payet, che ha più volte aizzato la folla....