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Subject: [Calcio estero]
Ricordo anche altre condizioni estreme sulle quali nessuno ha mai posto veti, per esempio in Bolivia
Non accenna a placarsi la tempesta che si è scatenata su Kurt Zouma dopo il vergognoso video in cui è stato ripreso mentre maltrattava uno dei suoi due gatti. La Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha preso in affidamento i due felini e ha annunciato di aver sporto denuncia presso la polizia. Nel frattempo, l'Adidas ha confermato di aver interrotto il rapporto di sponsorizzazione con il difensore francese
A me francamente l'animalismo come ideologia spaventa molto. Ma intanto si va tutti verso questa direzione.
Una legge approvata il 5 gennaio dal governo socialista di Pedro Sánchez con il sostegno di Podemos stabilisce che il proprietario deve «garantire» il benessere del proprio animale, che non è più un oggetto ma un essere senziente
In Spagna, dal 5 gennaio, gli animali domestici non sono più considerati oggetti con un proprietario, ma esseri senzienti: nei casi di divorzio i giudici dovranno quindi valutarne il benessere, come già avviene in Francia e Portogallo, una riforma del codice civile che farà aumentare gli affidamenti congiunti di cani e gatti. Già nel 2016, un articolo del País notava che i tribunali spagnoli si trovavano sempre più spesso alle prese con battaglie legali sulla custodia degli animali, scontri che potevano avere esiti «traumatici quasi paragonabili» ai casi che coinvolgono i figli.
Finora, infatti, i giudici assegnavano quasi automaticamente la custodia a chi aveva registrato l’animale, senza considerare i legami affettivi né le necessità familiari: il codice civile spagnolo definiva gli animali «proprietà personali» e un avvocato che voleva ottenere l’affidamento doveva soltanto dimostrare che il proprio cliente ne era proprietario, dando così un vantaggio a chi aveva registrato il proprio cane o un gatto. Nel 2010, però, una prima sentenza aveva spianato la strada alla riforma: una donna si era rivolta al tribunale per ottenere l’affidamento congiunto del cane di 9 anni, che l’ex compagno non le faceva più vedere dopo la rottura. Il giudice, stabilendo un precedente legale, glielo aveva garantito.
«Gli animali sono parte della famiglia, e quando c’è una separazione il loro destino va regolato come quello degli altri membri», sostiene oggi l’avvocatessa Lola Garcia, che in ottobre, con il suo studio legale Rights&Animal, ha ottenuto una sentenza storica per i diritti degli animali in Spagna. Una coppia non sposata di Madrid, dopo essersi lasciata, si era rivolta al tribunale per decidere chi avrebbe dovuto tenere il cane: il giudice ha stabilito che l’animale avrebbe dovuto alternarsi ogni mese, e che entrambi ne sarebbero stati legalmente responsabili.
Una sentenza che ha fatto giurisprudenza: la norma approvata il 5 gennaio dal governo socialista di Pedro Sánchez con il sostegno di Podemos stabilisce infatti che il proprietario deve «garantire» il benessere del proprio animale e che se un membro della coppia ha avuto problemi di maltrattamenti ne perderà automaticamente la custodia. Il giudice dovrà insomma stabilire con chi l’animale potrà vivere meglio, basandosi soprattutto sulle sue necessità: chi ha una situazione finanziaria migliore, o ha già ottenuto la custodia dei figli, avrà quindi maggiori possibilità di poter continuare a vivere con il proprio cane, gatto, tartaruga o pesce rosso.
Una legge approvata il 5 gennaio dal governo socialista di Pedro Sánchez con il sostegno di Podemos stabilisce che il proprietario deve «garantire» il benessere del proprio animale, che non è più un oggetto ma un essere senziente
In Spagna, dal 5 gennaio, gli animali domestici non sono più considerati oggetti con un proprietario, ma esseri senzienti: nei casi di divorzio i giudici dovranno quindi valutarne il benessere, come già avviene in Francia e Portogallo, una riforma del codice civile che farà aumentare gli affidamenti congiunti di cani e gatti. Già nel 2016, un articolo del País notava che i tribunali spagnoli si trovavano sempre più spesso alle prese con battaglie legali sulla custodia degli animali, scontri che potevano avere esiti «traumatici quasi paragonabili» ai casi che coinvolgono i figli.
Finora, infatti, i giudici assegnavano quasi automaticamente la custodia a chi aveva registrato l’animale, senza considerare i legami affettivi né le necessità familiari: il codice civile spagnolo definiva gli animali «proprietà personali» e un avvocato che voleva ottenere l’affidamento doveva soltanto dimostrare che il proprio cliente ne era proprietario, dando così un vantaggio a chi aveva registrato il proprio cane o un gatto. Nel 2010, però, una prima sentenza aveva spianato la strada alla riforma: una donna si era rivolta al tribunale per ottenere l’affidamento congiunto del cane di 9 anni, che l’ex compagno non le faceva più vedere dopo la rottura. Il giudice, stabilendo un precedente legale, glielo aveva garantito.
«Gli animali sono parte della famiglia, e quando c’è una separazione il loro destino va regolato come quello degli altri membri», sostiene oggi l’avvocatessa Lola Garcia, che in ottobre, con il suo studio legale Rights&Animal, ha ottenuto una sentenza storica per i diritti degli animali in Spagna. Una coppia non sposata di Madrid, dopo essersi lasciata, si era rivolta al tribunale per decidere chi avrebbe dovuto tenere il cane: il giudice ha stabilito che l’animale avrebbe dovuto alternarsi ogni mese, e che entrambi ne sarebbero stati legalmente responsabili.
Una sentenza che ha fatto giurisprudenza: la norma approvata il 5 gennaio dal governo socialista di Pedro Sánchez con il sostegno di Podemos stabilisce infatti che il proprietario deve «garantire» il benessere del proprio animale e che se un membro della coppia ha avuto problemi di maltrattamenti ne perderà automaticamente la custodia. Il giudice dovrà insomma stabilire con chi l’animale potrà vivere meglio, basandosi soprattutto sulle sue necessità: chi ha una situazione finanziaria migliore, o ha già ottenuto la custodia dei figli, avrà quindi maggiori possibilità di poter continuare a vivere con il proprio cane, gatto, tartaruga o pesce rosso.
Il problema di considerare gli animali domestici come oggetti, in Italia, crea situazioni surreali nelle quali non si può intervenire, e quando lo si fa basta un niente per rendere vani gli sforzi. Ti consiglio di seguire Enrico Rizzi che di interventi in Italia ne fa a bizzeffe. Proprio di questo aspetto si dibatte da molto tempo, perché rende gli aguzzini quasi intoccabili... e i poveri animali maltrattati, per assurdo, finiscono per essere restituiti ai proprietari str*nzi perché per la legge sono considerati "cose".
io penso che gli animali siano cose.
cose senzienti certo, ma senza diritti.
Cioè penso che mandare in galera o multare qualcuno per crudeltà sugli animali sia sbagliato.
cose senzienti certo, ma senza diritti.
Cioè penso che mandare in galera o multare qualcuno per crudeltà sugli animali sia sbagliato.
il proprietario deve «garantire» il benessere del proprio animale, che non è più un oggetto ma un essere senziente
A me pare corretto... ed offre una base per gestire meglio certi effetti prodotti dalla separazione tra umani
A me pare corretto... ed offre una base per gestire meglio certi effetti prodotti dalla separazione tra umani
io penso che gli animali siano cose.
cose senzienti certo, ma senza diritti.
Cioè penso che mandare in galera o multare qualcuno per crudeltà sugli animali sia sbagliato.
Per me niente che abbia vita è una cosa.
Un sasso è una cosa ma un animale o una pianta per me non lo sono.
Il capitolo diritti è materia tua e non posso controbattere però credo che almeno il diritto a non essere maltrattati senza motivo possa essere un principio civico di accettabile coesistenza.
Favorevolissimo anche alla multa. Una persona che maltratta un animale fonda in se il princìpio di poter maltrattare tutto ciò che considera inferiore nella sua scala gerarchica
cose senzienti certo, ma senza diritti.
Cioè penso che mandare in galera o multare qualcuno per crudeltà sugli animali sia sbagliato.
Per me niente che abbia vita è una cosa.
Un sasso è una cosa ma un animale o una pianta per me non lo sono.
Il capitolo diritti è materia tua e non posso controbattere però credo che almeno il diritto a non essere maltrattati senza motivo possa essere un principio civico di accettabile coesistenza.
Favorevolissimo anche alla multa. Una persona che maltratta un animale fonda in se il princìpio di poter maltrattare tutto ciò che considera inferiore nella sua scala gerarchica
hai ragione, fine OT, scusate ma l'argomento era interessante :-)
Il capitolo diritti è materia tua e non posso controbattere però credo che almeno il diritto a non essere maltrattati senza motivo possa essere un principio civico di accettabile coesistenza.
no qui io parlavo di opinioni personali e sono tutte valide imho.
no qui io parlavo di opinioni personali e sono tutte valide imho.