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Subject: fotovoltaici consigli

2011-03-21 17:12:07
dov' è la fregatura?


...che nel 2020 finiscono i finanziamenti europei perchè quella è la data ultima per raggiungere i target europei.
Quindi dopo quella data prevedo che nessuno riceverà più un bel niente, imho!
2011-05-10 11:41:06
LA FOLLIA DEL FOTOVOLTAICO
di Giorgio Ragazzi 06.05.2011

Con gli incentivi al fotovoltaico si è caricato sulle spalle degli italiani un debito di quasi 90 miliardi, il 5 per cento di tutto il debito pubblico. Il costo per la collettività ha assunto dimensioni tali che appare inevitabile una stretta sulle nuove installazioni. Così, molti dei posti di lavoro creati nel settore andranno persi. E per un paio di decenni potremo investire ben poco nel fotovoltaico, rinunciando ai benefici delle innovazioni tecnologiche. Più saggiamente, altri paesi europei hanno deciso di spalmare incentivi e investimenti sull'arco di più anni.
Da internet.



Si stima che nel 2010 siano stati avviati impianti fotovoltaici per almeno 7.500 MW, inclusi quelli “dichiarati finiti” entro l’anno, ma che verranno allacciati entro giugno 2011, con tariffe 2010. La nuova potenza è pari a sette volte il totale istallato in Italia sino a fine 2009, quattro volte il totale negli Stati Uniti, dieci volte quello in Francia.

QUANTO CI COSTA IL FOTOVOLTAICO

Ogni MW di potenza produce all’incirca 1.250 MWh l’anno (media nazionale) ogni MWh prodotto riceve dal Gse un incentivo che può stimarsi mediamente attorno a 380 euro per kw (tariffe 2010). Dunque, per le circa 9mila MW di potenza totale istallata con “tariffe 2010”,, il costo complessivo da pagarsi in bolletta potrebbe arrivare, a regime, a 4,3 miliardi l’anno (9.000 x 1.250 x 380) per i prossimi venti anni. Così, quasi alla chetichella, si è caricato sulle spalle degli italiani un debito di quasi 90 miliardi, il 5 per cento di tutto il debito pubblico, cui va aggiunto il debito per gli incentivi alle altre rinnovabili.
Con questi incentivi si sono attivati investimenti per circa 25 miliardi (stimando un costo complessivo di 3,2 milioni per MW), ma più della metà della cifra è stata spesa per l’acquisto di pannelli, in prevalenza importati perché la nostra industria non era certo attrezzata a far fronte a un picco di tale di domanda. Per il resto ne hanno beneficiato soprattutto gli installatori (settore a modesta tecnologia) oltre ai tanti mediatori, finanzieri, proprietari di terreni. Quanti altri e quanto più efficaci stimoli alla domanda si sarebbero potuti attuare con una spesa di 60 miliardi (valore attuale del debito di 90 miliardi contratto con i produttori di fotovoltaico). E questo mentre è in atto una forte stretta della spesa pubblica per risparmi modesti anche in settori prioritari come ricerca e università.
Chi è responsabile di questa dissennata politica? Occorre risalire al decreto del 19 febbraio 2007 a firma Pier Luigi Bersani e Alfonso Pecoraro Scanio che ha determinato il decollo del settore introducendo tariffe particolarmente elevate. In vero, quel decreto stabiliva un limite massimo di 1200 MW di potenza incentivabile, ma poi lo vanificava dicendo che avrebbero avuto comunque diritto alle tariffe incentivanti anche tutti gli impianti entrati in esercizio nei quattordici mesi successivi al raggiungimento dei 1200 MW: in pratica si lasciava mano libera all’installazione di potenze molto superiori, senza alcun limite. Negli ultimi due anni il costo d’investimento si è dimezzato, ma il governo Berlusconi, invece di ridurre gli incentivi, è intervenuto con due leggi (41 e 129/10) finendo per riconoscere le tariffe Bersani-Pecoraro Scanio anche a tutti gli impianti “dichiarati terminati” nel 2010 e allacciati entro giugno 2011. Il disastro nasce dal legiferare quella che è in sostanza spesa pubblica senza porvi alcun limite, grazie al fatto che il costo è scaricato in bolletta invece di essere contabilizzato sul bilancio dello Stato.

LE CONSEGUENZE SUL FUTURO

Il costo per la collettività ha assunto dimensioni tali che una forte stretta sulle nuove installazioni è diventata inevitabile e infatti sono state appena varate dal Consiglio dei ministri nuove norme che riducono gli incentivi. Molti dei posti di lavoro creati nel settore andranno persi, dopo poco più di un anno. Per un paio di decenni potremo investire ben poco nel fotovoltaico, e quindi avremo assai meno benefici dalle innovazioni tecnologiche rispetto ad altri paesi europei, che più saggiamente hanno deciso di “spalmare” incentivi e investimenti sull’arco di più anni. Peccato, perché l’innovazione tecnologica è molto rapida e tra pochi anni i costi del fotovoltaico potrebbero avvicinarsi a quelli dell’eolico.
Il vantaggio “ecologico” del boom di investimenti sarà limitato: il peso del fotovoltaico sulla produzione elettrica totale salirà dallo 0,5 per cento nel 2010 al 3,5-4 per cento quando tutti gli impianti “2010” entreranno in funzione. Però, poiché i consumi complessivi di elettricità sono in diminuzione da vari anni, si determinerà un esubero di potenza con disattivazione di produzioni molto più efficienti. Si verificheranno anche rilevanti squilibri nelle reti di distribuzione, data l’alta variabilità della produzione fotovoltaica. Già oggi si verifica che Terna debba interrompere il ritiro di energia di punta dagli impianti eolici, che continuano a essere remunerati anche quando non possono immettere energia in rete.
L’incidenza degli “oneri di sistema” sul costo medio dell’energia per il consumatore tipico (al netto delle imposte) è salito tra il primo e il secondo trimestre 2011 dal 10,9 al 13,7 per cento (dati dell’Autorità per l’energia), percentuale destinata ad aumentare esponenzialmente quando entrerà a regime la nuova produzione fotovoltaica. Si tratta in realtà di un’imposta “occulta” che pesa assai più sui poveri che sui ricchi.
E l’incidenza di questi oneri è assai più elevata se la si rapporta, correttamente, ai soli costi di produzione, escludendo i costi commerciali, di dispacciamento e distribuzione. La produzione totale lorda di energia elettrica in Italia ammonta a 300mila GWh; il prezzo all’ingrosso dell’energia termica è di circa 65mila euro al GWh, quindi il valore di tutta l’energia prodotta, a quel prezzo, sarebbe all’incirca 20 miliardi. Per gli incentivi al fotovoltaico si sono spesi 820 milioni nel 2010, si prevede di spendere quasi 3 miliardi nel 2011 e, a regime, si arriverà a oltre 4 miliardi l’anno. Sommando gli incentivi delle altre “rinnovabili” e gli altri “oneri di sistema” si potrebbe arrivare a un carico complessivo vicino a 8 miliardi: non siamo lontani dall’aumentare del 50 per cento il costo della produzione termica efficiente. Con ovvi riflessi sul tenore di vita delle famiglie e la competitività del paese.
lavoce
2011-05-10 12:41:45
Ho letto tutto ma non ho capito un cavolfiore. In poche parole chi mi riesce a fare un riassunto? :-)
2011-05-10 13:00:49
te lo spiego io.. per favorire lo sviluppo del fotovoltaico si danno degli incentivi che non sono pagati dallo stato, ma dagli stessi cittadini che consumano energia con un addebito in bolletta.
quindi anzichè rendere più efficente ed economica la nuova energia, la si rende più costosa a danno delle nostre stesse tasche.

normale, no?!
2011-05-10 13:06:14
degli incentivi che non sono pagati dallo stato, ma dagli stessi cittadini che consumano energia con un addebito in bolletta.

E invece lo stato da cosa é fatto ? da qualcos'altro ? non da quelli che pagano le bollette ?
Direi piuttosto che questo é un raro esempio di tassa che finisce esattamente la dove si vuole che finisca - ad aumentare l'indipendenza energetica del paese - senza che qualche cricca possa approfittarne oltremodo.
2011-05-10 13:27:24
il problema è l'entità però.
2011-05-10 13:27:36
io la prossima settimana ho la riunione di condominio straordinaria proprio per discutere sul fotovoltaico (siamo un gruppo di villette a schiera)

sono mooooolto indeciso, specie perchè non ho tutti quei soldi da cacciare e non voglio fare finanziamenti oltre al mutuo ingente che già mi porto avanti...........
2011-05-10 13:35:23
ma gli investimenti dovrebbero essere ripagati da subito con la produzione elettrica.
2011-05-10 13:48:19
no, si parla di 5-10 minimo per andare a pari..............

2011-05-10 13:59:56
6-7 anni massimo, volevi dire.
2011-05-10 14:04:48
si, ma in ogni caso l'investimento te lo ripaga da subito l'introito, cioè non sei costretto a sborsare di tasca tua, ma il finanziamento da subito è ripagato dal conto.
2011-05-10 14:26:07
Sui costi reali del fotovoltaico sulle bollette degli italiani si fa tanta confusione. Ecco un articolo, per me meglio scritto con citazioni ecc.

Comunque dalla settimana scorsa al fotovoltaico (per quanto riguarda grosse centrali) è stata tagliata la testa.
Sul perchè non c'è alcun dubbio: per proteggere gli interessi di quelle poche lobbies che controllano il settore energetico.


IL FOTOVOLTAICO NON HA ALCUN IMPATTO SULLA BOLLETTA ELETTRICA!
FRANCESCO MENEGUZZO - 14/04/2011 - 10:31
Questo intervento, seppure assolutamente corretto e ricco di spunti mai abbastanza ricordati, in particolare rispetto al confronto dei volumi di incentivazione al fotovoltaico (e le altre FER) con le incentivazioni più o meno nascoste concesse alle fonti fossili, manca di superare la pura "aritmetica" che costituisce anche la base delle obiezioni molto strumentalmente sollevate da settori governativi, da Assoelettrica e - assai superficialmente - dalle industrie energivore. Se, infatti, non si può negare che le incentivazioni al fotovoltaico nel corrente anno supereranno molto probabilmente i 2 miliardi di Euro (a valere sugli "Oneri generali di sistema"), è altrettanto vero che l'immissione di potenza (ed energia) FV nelle reti BT e MT sta già determinando lo stesso fenomeno osservato in Germania, cioè il decremento - a parità di costo dei combustibili delle centrali termoelettriche - del costo della "componente energia" della bolletta elettrica. Il mercato elettrico, in particolare, appare caratterizzato da una fortissima rigidità per il comparto dei "clienti tutelati", di competenza dall'Acquirente Unico ma a prezzi massimi imposti alle aziende di distribuzione dalla AEEG su base trimestrale, e il sospetto fortissimo (quasi una certezza) è che la AEEG abbia giocato, nella migliore delle ipotesi, molto superficialmente, imponendo nell'ultimo trimestre prezzi crescenti a fronte di un "mercato libero" che, invece, presenta prezzi mediamente decrescenti in corrispondenza di volumi acquistati pure decrescenti grazie proprio alla potenza fotovoltaica attiva nelle ore di picco dei consumi. Alcuni riferimenti: * "QUOTIDIANO ENERGIA" del 11 aprile 2011 http://www.quotidianoenergia.it/n_ticker.php?id=52256 (per chi ha accesso, comunque l'articolo è disponibile in calce), grazie all'iniziativa di Mario Carfagna; * INTERVISTA A RADIO 24 - TRASMISSIONE "MR Kilowatt" di Maurizio Melis, andata in onda MERCOLEDI' prossimo 13 aprile ore 21:00 http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?dirprog=Mr%20Kilowatt * "ASPO ITALIA" http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2011/04/05/un-pericolo-mortale-ci-sovrasta-le-rinnovabili/ * BLOG: http://bisognaprovarci.blogspot.com/2011/04/sorpresa-il-fotovoltaico-non-pesa-sulla.html * "ECQUOLOGIA": http://www.ecquologia.com/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=94:il-pericolo-mortale-delle-fonti-rinnovabili&catid=33:francesco-meneguzzo * "GREENREPORT" http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%209699 La conclusione più concreta ed efficace è la seguente: L'IMMISSIONE IN RETE DI POTENZA (ED ENERGIA) FOTOVOLTAICA DETERMINA, ATTRAVERSO I MECCANISMI DEL MERCATO ELETTRICO, UNA DIMINUZIONE MEDIA DEL COSTO DELLE BOLLETTE PER GLI UTENTI FINALI - IN PARTICOLARE QUELLI "DOMESTICI" - RAPPRESENTANDO UN RISPARMIO TALE DA COMPENSARE ED ECCEDERE SIGNIFICATIVAMENTE L'ESBORSO PER LE INCENTIVAZIONI! Il suddetto effetto è inoltre crescente con la potenza fotovoltaica in esercizio, così che non soltanto le incentivazioni previste (e prematuramente "suicidate") dal Terzo Conto Energia ma perfino quelle del Seconto Conto non producono alcun aggravio sulla spesa elettrica dei consumatori italiani. Il tutto al costo di... una diminuzione degli utili degli operatori delle centrali termoelettriche convenzionali, che suggerisce facilmente le reali ragioni sottostanti la posizione di Assoelettrica... Si tratta di un effetto già osservato e studiato in Germania, come si trova documentato nei documenti sopra linkati, che ora inizia a essere evidente anche in Italia. ----------------- A proposito della Germania, un articolo tra parecchi - pubblicato nel 2008 su "Energy Policy" (Elsevier: http://dx.doi.org/10.1016/j.enpol.2008.03.035 ) - analisi fino al 2006 (in Italia siamo circa 5 anni in ritardo con le installazioni...). Questo (e altri!) conferma - per la realtà tedesca - le conclusioni tratte preliminarmente per l'Italia. Per es. già nell'abstract scrivono: "The central aspect to be analysed is the impact of renewable electricity generation on spot market prices. The results generated by an agent-based simulation platform indicate that the financial volume of the price reduction is considerable. In the short run, this gives rise to a distributional effect which creates savings for the demand side by reducing generator profits. In the case of the year 2006, the volume of the merit-order effect exceeds the volume of the net support payments for renewable electricity generation which have to be paid by consumers." cioè: "L'aspetto centrale da analizzare è l'impatto della generazione rinnovabile di elettricità sui prezzi spot del mercato. I risultati generati da un pacchetto di simulazione "ad agenti" indica che il volume finanziario della riduzione di prezzo è considerevole. Nel brev termine, questo da' luogo a un effetto di distribuzione che crea risparmi per il lato della domanda attraverso la riduzione dei profitti degli operatori dei generatori [convenzionali]. Nel caso dell'anno 2006, il volume di questo effetto eccede il volume dei pagamenti per l'incentivazione della generazione di elettricità rinnovabile che devono essere pagati dai consumatori finali." ----------- Già nell'ottobre scorso in ASPO Italia era stata segnalata la questione, sia pure - ai tempi - meno approfonditamente: http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2010/10/27/limpatto-del-fotovoltaico/ A tale intervento era linkato uno studio di Arrhenius - Institute for Enery and Climate Policy (tedesco) dell'agosto 2010: http://www.arrhenius.de/uploads/media/arrhenius_DP_3_PV_01.pd L'Executive Summary dello studio "Arrhenius"è già molto esplicativo... ----------- "QUOTIDIANO ENERGIA" del 11 aprile 2011 L’intervento. FV ed elettricità nelle ore di punta Le conclusioni di uno studio di Mario Carfagna * Roma, 11 aprile - La recentissima discesa in campo di Assoelettrica per reclamare il contingentamento del fotovoltaico (QE 8/4) conferma la tesi dello studio di Francesco Meneguzzo (comitato scientifico di Aspo Italia), pubblicato sul sito dell’associazione e disponibile sul sito di QE: “A partire da una potenza fotovoltaica installata di circa 1.000 MWp, questa inizia a incidere significativamente sul mercato elettrico, destrutturandolo sul lato dell’offerta e consentendo di spuntare prezzi più favorevoli”. D’altra parte i membri del Tavolo della Domanda, è ovvio che abbiano interesse a pagare meno l'elettricità, ma quali interessi potrebbero spingere i produttori, visto che sono anche tra i maggiori investitori nel FV, se non la tutela dei loro extra profitti nelle ore di punta, che costano ai consumatori elettrici più degli incentivi al FV che tagliano (peak shaving)? L’iniezione di elettricità da fonte fotovoltaica coincide con le ore centrali della giornata, quando il prezzo dell’elettricità è maggiore: lo studio pubblicato su aspoitalia.it dimostra che la conseguente diminuzione dei costi al consumo supera il costo degli incentivi sulle stesse bollette elettriche ed ha la capacità di sterilizzare gli aumenti del costo del petrolio per i consumatori elettrici. L’a.d. dell’Enel Fulvio Conti era stato molto esplicito il 9 marzo nell’audizione alla Commissione Bilancio della Camera, reclamando per il fotovoltaico italiano il contingentamento della potenza annua incentivabile e la riduzione degli incentivi e non a caso era stato citato dall’on. Miccichè come ghost writer delle aggiunte dell’ultimo minuto del ministro, Paolo Romani al D. Lgs per abrogare il terzo Conto Energia, ignorando i risultati dell’iter parlamentare dei tre mesi precedenti. In parallelo al blitz di Romani, il tempestivo annuncio dell’Autorità per l’Energia sull’aumento dei costi in bolletta determinati dal fotovoltaico, ha dato il via al gran finale del lungo e disordinato battage mediatico che durava da mesi. Ma gli “scandalosi”costi del fotovoltaico per i consumatori sono errati anche perché non tengono conto dei ricavi per l’erario, perché tranne casi marginali gli incentivi sono tassati, così come i profitti dell’intera filiera di fornitura e gestione che ne è il presupposto e per gli impianti a terra danno luogo al versamento dell’ICI. Aggiungo sommessamente che lo studio dell’Agenzia tedesca per le Energie Rinnovabili su fotovoltaico e biodiversità, che si può scaricare su aspoitalia.it, fa giustizia dei pregiudizi di cui si è fatto portavoce un anno fa, in prima pagina su Repubblica, Carlo Petrini di Slow Food e che sono culminati nell’affermazione dell’ex ministro Galan che ha definito una bestemmia il fotovoltaico sui terreni agricoli, dopo averne nottetempo reintrodotto il divieto, già cancellato da Regioni e Parlamento. Oltre alla creazione di habitat e di nutrimento per gli animali, il prato misto spontaneo che nei decenni si genera sotto i pannelli crea il suolo, mentre l’agricoltura specializzata lo distrugge, insieme alla sua capacità di trattenere come una spugna le piogge dei mesi precedenti. Se il problema fosse davvero il costo degli incentivi al fotovoltaico, perchè privarsi degli impianti che richiedono incentivi dimezzati rispetto a quelli sugli edifici e che danno più ore di lavoro remunerato agli agricoltori delle attuali monocolture? Non sarà perché proprio i grandi impianti fotovoltaici sul suolo agricolo impediscono ai produttori elettrici di immettere elettricità in rete nelle ore di punta? Nello studio si osserva che: “La curva del valore “teorico” della componente energia della tariffa elettrica, costruita a partire dalla relazione lineare tra questa e il costo del petrolio tra il 2004 e il 2008 e applicata ai costi del petrolio dal primo trimestre 2010, supera sempre la curva del valore “reale” della medesima componente energia, rappresentando sia pure approssimativamente e parzialmente lo scarto atteso tra il prezzo dell’elettricità che il consumatore italiano domestico tipo avrebbe sofferto in assenza di potenza fotovoltaica installata e il prezzo reale determinato dal mercato”.
2011-05-10 15:02:11
Sui costi reali del fotovoltaico sulle bollette degli italiani si fa tanta confusione. Ecco un articolo, per me meglio scritto con citazioni ecc.

Comunque dalla settimana scorsa al fotovoltaico (per quanto riguarda grosse centrali) è stata tagliata la testa.
Sul perchè non c'è alcun dubbio: per proteggere gli interessi di quelle poche lobbies che controllano il settore energetico.

IL FOTOVOLTAICO NON HA ALCUN IMPATTO SULLA BOLLETTA ELETTRICA!
FRANCESCO MENEGUZZO - 14/04/2011 - 10:31
Questo intervento, seppure assolutamente corretto e ricco di spunti mai abbastanza ricordati, in particolare rispetto al confronto dei volumi di incentivazione al fotovoltaico (e le altre FER) con le incentivazioni più o meno nascoste concesse alle fonti fossili, manca di superare la pura "aritmetica" che costituisce anche la base delle obiezioni ...


Ecco finalmente qualcuno che lo dice!
Ormai siamo abituati a berci tutto! Ma proprio tutto!
2011-05-10 16:23:21
io ero quasi convinto, poi ho sentito che molti fotovoltaici sono difettosi e che cmq dipende dalla zona, non sempre riesci a produrre abbastanza da ripagarti l investimento...quindi pe rora ho glissato...
2011-05-10 19:10:47
La domanda fondamentale a cui rispondere é quanto sole riuscite a prendere perché quanto rende l'impianto e se l'impianto é redditizio o meno alla fine della fiera dipende solo da quello.
Se per sei mesi all'anno il sole sbuca dal pizzo civetta alle 11 e alle 3 del pomeriggio cala dietro al monte cucco scappa a gambe levate.
2011-05-10 19:18:44
no, siamo in pianura e col tetto verso sud. abbiamo solo altre villette davanti, ma alte come noi............