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Subject: Crisi economica

2014-04-16 11:12:31
Io si.
Voglio dire, tendenzialmente una Le Pen mi piacerebbe molto anche senza il tema dell'euro, perché quel poco che resta della mia "ideologia" si rispecchia nelle tematiche portate avanti dal FN: immigrazione, sovranità, uscita dalla NATO, ecc. Benissimo anche il suo netto ripudio verso qualsiasi forma di razismo e privazioni della libertà.
Ciò detto, il pluralismo di idee è stato forse la più grande risorsa del mondo occidentale nel dopoguerra. E la mancanza di personaggi carismatici come Marine a sinistra è a mio avviso un grossissimo problema. Per esempio io stimavo moltissimo uno come Bertinotti, anche se aveva idee opposte alle mie. Perché? Perché era un uomo coerente che a suo modo lavorava per i suoi elettori e più in generale per il popolo. Adesso abbiamo solo camerieri asserviti agli interessi della finanza e delle grosse multinazionali. :(
2014-04-16 11:30:11
mah..
detto che ognuno la vede come vuole, io segnalo che :
1- gli eredi di Bertinotti sono fuori dal parlamento e non sono asserviti agli interessi della finanza. sono solo troppo chiusi in schemi mentali ripetitivi per riuscire a capire il loro tempo.
La motivazione a mio parere è da cercare nel periodo "Bertinottiano".
2- sulla coerenza del "compagno bertinotti" ho delle riserve personali molto forti, certo non parliamo di un politico come quelli che ci ritroviamo oggi in parlamento, ma se dobbiamo valutare i risultati, vale anche per lui il motto: gli schizzi di sangue si vedono di meno sul grembiule rosso.
2014-04-16 13:45:45
Boh, forse il tempo (non ne è passato poco) ha ofuscato in parte la mia capacità di giudizio...
Ma togliendo Bertinotti dal discorso, sicuramente quello che dicevi sulla povertà dell'offerta politica della sinistra mi trova perfettamente d'accordo.
2014-04-16 14:38:55
leggendo i tuoi discorsi mi stanno venendo i brividi...
apprezzare quel salottaro di bertinotti Perché era un uomo coerente che a suo modo lavorava per i suoi elettori e più in generale per il popolo vuol dire non sapere neanche dove sta di casa la sinistra...
se consideri bertinotti di sinistra immagino che la Le Pen è il centro moderato, il Tea Party americano o i greci di alba dorata sarà il centrodestra e gli unici veri di destra saranno gli ungheresi di jobbik e gli ucraini di svoboda.

fin qui la crisi del 2008 sta seguendo pari pari il copione della crisi del 1929: crisi economica, povertà dilagante, crescita dei consensi alle formazioni di estrema destra.
se l'ucraina nel 2014 sprofonda nella guerra civile come la spagna nel '36 sapete già quale sarà il passo successivo
2014-04-16 14:47:44
ottimista è:D
2014-04-16 15:03:36
si dice che chi non impara dalla storia è costretto a ripeterla...

cmq non è detto che la situazione in ucraina degeneri in guerra civile (anche se le ultime mosse da kiev vanno in quella direzione). se anche degenera in guerra civile, c'è da augurarsi una rapidissima vittoria russa (vedi anche 3d "kiev" in proposito). se anche si dovesse produrre una guerra civile lunga in ucraina manca ancora la vittoria dell'estrema destra in un grande paese europeo... ma qui l'UE potrebbe dare il suo forte contributo involontario continuando queste politiche finanziare di impoverimento dei popoli
dai ci sono ancora ampi margini per cambiare strada
2014-04-16 16:33:51
beh, un momento... non ho mai detto che Bertinotti fosse un moderato...
Bertinotti era un comunista, ed io trovo giusto (anzi, sacrosanto) che la parte della popolazione che si sente di rispecchiarsi nella ideologia comunista abbia un degno rappresentante.
Allo stesso modo mi dispiace che dopo Almirante non ci sia stato nessun degno rappresentante per la destra sociale in Italia. Adesso uno che vuole votare destra sociale non so proprio a chi dovrebbe dare la sua X...
E dico questo anche se sono ben distante da entrambe le suddette posizioni.
La cosa che mi spaventa di più è il pensiero unico e il partito unico. Il PUDE (anche se ufficialmente non è mai esistito) per l'UE è a mio avviso non molto lontano da quello che il PCUS è stato per l'URSS
2014-04-16 16:55:01
Bertinotti era un comunista

forse non hai colto la mia ironia. bertinotti NON è comunista, al massimo recitava il ruolo (e pure male secondo me).
per considerare bertinotti comunista è necessario spostare fortemente a sinistra tutte le posizoni politiche, facendo tale slittamento verso sinistra di tutti gli schieramenti i risutati sarebbero grossomodo quelli che ti ho proposto
2014-04-16 18:59:22
Comunque basta parlare di cazzate (Bertinotti) ;)
Ecco la puntata integrale di ieri di 8 e mezzo...

2014-04-19 10:55:40
Altro articolo pro-euro pubblicato sul Fatto
Notare come inizi con un approccio apparentemente distaccato, super partes, per poi continuare con le solite bombe atomiche, tsunami, cavallette... ed un sacco di falsità...
mah...




Il Fatto Quotidiano > Blog di Bruno Perini > Euro: fuggire o...

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Euro: fuggire o restare?

di Bruno Perini | 18 aprile 2014Commenti (231)

Fuggire dall’Euro? Ritorno alle monete nazionali? Beppe Grillo ha annunciato che sull’argomento chiamerà gli italiani a un referendum, la Lega Nord, alleata con Marine Le Pen, vorrebbe un ritorno al passato e una fuga dalla moneta europea e una schiera di economisti non ortodossi lo considera l’origine di tutti i mali. C’è anche chi, come l’economista Michele Boldrin, sostiene invece che l’Euro è come la salute, se ne capisce l’importanza soltanto quando viene a mancare.

Resta il fatto che l’Euro sarà uno dei protagonisti della prossima campagna elettorale per le elezioni europee. Per questo vale la pena riflettere su alcuni interrogativi che circolano nella comunità economica e politica. Come ha fatto la Gran Bretagna a sopravvivere alla crisi senza la protezione dell’Euro? Cosa succederebbe se l’Italia uscisse dall’Euro? Che fine farà la moneta europea? Come uno spettro, insomma, l’Euro si aggira per il vecchio continente, ma nessuno conosce bene i suoi destini. Ma torniamo alla Gran Bretagna. Come ha fatto il Regno Unito ad affrontare la crisi senza la protezione di una moneta unica? Quali leve hanno mosso i governi inglesi per potersi permettere di stare fuori dall’Euro malgrado la forte integrazione delle economie dei paesi europei? Gli studiosi di cose inglesi sono d’accordo almeno su un punto. La Gran Bretagna, osservano in molti, ha fatto una scommessa: ha puntato tutto sui servizi e in particolare sui servizi finanziari.

Qualche cifra. Il settore dei servizi rappresenta circa il 73% del Prodotto Interno Lordo del Regno Unito e in particolare il settore dei servizi è dominato dai servizi finanziari come quello bancario o assicurativo. Londra è il più grande centro finanziario dell’occidente dopo Wall Street con il London Stock Exchange, il London International Financial Futures and Options Exchange, la Lloyd’s of London. La capitale scozzese, Edimburgo, è al contempo uno dei grandi centri finanziari d’Europa ed è sede della Royal Bank of Scotland Group, una delle più grandi banche del mondo.

Insomma, in Gran Bretagna si può dire che la finanza è uno dei motori principali dell’economia. “Fino a poco tempo fa – sostiene l’economista Tito Boeri – i tassi di crescita della Gran Bretagna erano sopra i livelli dell’Eurozona. E anche ora che le cose non vanno poi così bene l’economia inglese è competitiva, con un mercato del lavoro dinamico e un livello del debito pubblico ben più basso dell’Italia. Con meno monopoli o oligopoli e tassi di produttività piuttosto alti”. Tutto ciò ha consentito alla Gran Bretagna di accettare la scommessa di restare con la sua sterlina. Diverso e assai più complicato è il caso dell’Italia. L’interrogativo non è sui motivi che portarono all’ingresso del nostro Paese nell’area Euro. Si potrebbe discutere all’infinito se il tasso di cambio Lira-Euro fu congruo o penalizzante per la nostra economia. Ormai l’Italia è a tutti gli effetti dentro l’Euro. Il problema che molti si pongono è se non sia il caso di studiare una exit strategy. E allora vale la pena addentrarsi nello scenario assai buio per la verità che avremmo davanti ai nostri occhi se l’Italia decidesse di uscire dall’Euro.

Anche i più ottimisti sanno che il primo macroscopico risultato di una uscita dall’Euro sarebbe una potente svalutazione della lira. Anzi un vero e proprio crollo. A cui farebbe seguito uno scenario da paura. Non sono i catastrofisti a sostenere questa tesi ma una delle più importanti banche d’affari del mondo: l’Ubs, ovvero l’Unione delle Banche Svizzere. In un rapporto che è rimasto riservato per molto tempo gli analisti dell’Ubs sostengono che a causa di una gigantesca fuga di capitali, la lira crollerebbe del 60 per cento. Una percentuale spaventosa se si pensa agli stipendi e alle pensioni o ancora più drammatica se si immagina che cosa costerebbero i mutui che milioni di italiani hanno contratto con il sistema bancario. La seconda vittima di questo ritorno al passato sarebbe, secondo gli analisti, lo Stato italiano. Se si pensa infatti al livello di fabbisogno finanziario dello Stato e ai livelli iperbolici del nostro debito, è facile intravedere la possibile bancarotta delle nostre istituzioni finanziarie. Lo Stato, infatti si troverebbe improvvisamente davanti a un debito più che raddoppiato in un brevissimo lasso di tempo. La conseguenza di questo tsunami sarebbe immediata: lo Stato non sarebbe in grado di onorare i debiti verso i milioni di sottoscrittori di titoli pubblici, provocando così ondate di sfiducia e di panico dagli esiti incalcolabili. A quel punto il necessario blocco di capitali sarebbe inutile, sarebbe come arginare un fiume in piena con un’asticella.

I primi effetti shock dell’uscita dall’Euro sarebbero un’inflazione devastante e un’esplosione degli interessi. La fuga dai nostri titoli di Stato con la conseguente bancarotta del debito pubblico spingerebbe i tassi d’interessi, secondo le stime più ottimiste dell’Ubs, nella stratosfera. Si calcolano ben 7 punti in più rispetto ai livelli attuali. In questi anni di moneta unica ci siamo abituati a tassi di interessi minimi, vicini alla deflazione, ma se si affermasse uno scenario di questo tipo le autorità monetarie italiane sarebbero costrette da uno spread spaventoso a pagare interessi altissimi per poter pagare gli oneri sui prestiti.

Non basta. L’altro grande tsunami sarebbe costituito dall’inflazione. Non c’è bisogno di essere un economista per sapere che la nostra bilancia commerciale è strutturalmente in passivo, l’economia italiana è dipendente dall’estero per le fonti energetiche come gas, petrolio e altre materie prime essenziali per il 60%. Qualcuno ricorderà lo shock petrolifero degli anni ‘70 quando l’inflazione toccò punte del 20% a causa proprio dell’aumento improvviso del prezzo del petrolio. Ecco, ci spiegano gli economisti dell’Ubs, potrebbe succedere qualcosa di ancora più grave: un barile di petrolio ci costerebbe quattro o cinque volte quello che costa oggi per il semplice motivo che i produttori di petrolio, ad esempio, vorrebbero essere pagati in euro o in dollari e non in una moneta svalutata del 60%. Dunque, l’inflazione, a livelli mai conosciuti, si abbatterebbe su salari e pensioni provocando disastri inauditi sull’economia reale. Altro che i livelli recessivi che già ora hanno toccato l’Eurozona. L’impoverimento da spettro diventerebbe realtà.

Infine il sistema bancario italiano verrebbe minato alle fondamenta: come avvenne in Argentina ci sarebbe una corsa frenetica a ritirare i risparmi dalle banche che rischierebbero in poco tempo il collasso. A nulla servirebbe un congelamento del credito, ipotizzato dallo stesso studio della banca svizzera Ubs. L’abbandono dell’euro, conclude lo scenario dipinto dall’Ubs, costerebbe a ogni cittadino italiano inizialmente tra 9.500-11.500 euro all’anno. Passata l’emergenza, il costo rimarrebbe comunque alto, tra 3-4000 euro all’anno ma del paese ne resterebbero soltanto le macerie, perché a quel punto l’Italia vivrebbe un isolamento politico e finanziario difficilmente recuperabile.
2014-04-20 10:12:56
Ad oggi, nella difesa dei lavoratori, BERLUSCONI è un bel pezzo più a sinistra di Tsipras..

Perché c'è qualcuno che difende i lavoratori ?!
2014-04-21 15:08:37
Mi associo a sucm nella domanda e mi chiedo: Ma è un caso di omonimia?? Un secondo nano che difende i lavoratori??
2014-04-21 22:47:36
articolo vergognoso. anche perchè pieno di falsi (al di la delle previsioni sul futuro in cui ognuno può dire ciò che vuole senza vergogna ci sono proprio dei fatti riportati in modo falso vedi studio UBS e Argentina ad esempio)
2014-04-22 09:43:37
Il più grande successo dell'euro



(peccato per la qualità del video...)
Si sta alzando sempre di più il tiro degli euro-terroristi...

Fabio Scacciavillani - Uscita dall’euro: il metodo stamina della svalutazione
2014-05-01 23:12:59
ho letto le prime 30 righe, pure troppo
in pratica, ti mettono in bocca cose che non hai detto e poi ti danno dell'idiota
molto comodo