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Subject: Crisi economica

2014-06-20 12:47:57
altro valido motivo per essere non solo anti-euro, ma tocca essere pure anti-europeisti... e la seconda parte mi scoccia molto, perchè l'avvicinamento tra i popoli europei è un fatto positivo.
peccato buttare tutto in vacca per l'ingordigia di pochi avidi parassiti
2014-06-20 14:16:41
E ritorniamo sempre a un fatto: il 90% delle teorie cosiddette "complottiste" si rivelano dopo anni alla prova dei fatti verissime.
2014-06-21 22:02:11
2014-06-22 02:23:58
"Complotto" (e le sue varie forme storpiate) è la keyword per capire quando l'interlocutore non ha argomenti e la vuole buttare in caciara.
2014-06-22 13:06:24
se le affermazioni di Kaldor nel 1971 (puntata 6) son vere (ma non ne trovo altre tracce in giro), lo quoto al 100%
l'euro (cioè l'unione monetaria) è stao il carro messo davanti ai buoi (l'unione politica). inevitabilmente si va verso il disastro.
posso capire che i politici siano foraggiati da qualcuno e quindi difendano la strada verso il baratro... ma perchè gente di confindustria (e in particolare confindustria veneto) sta dalla stessa parte? confindustria veneto, in teoria, rappresenta le aziende venete, che son medio-piccole e son tra le più penalizzate dalla crisi (molto più penalizzate delle grandi imprese del nord-ovest che delocalizzano come fiat)... difendere l'euro va contro gli interessi della maggior parte delle aziende... è assurdo!
2014-06-22 16:04:18
ma perchè gente di confindustria (e in particolare confindustria veneto) sta dalla stessa parte? confindustria veneto, in teoria, rappresenta le aziende venete, che son medio-piccole e son tra le più penalizzate dalla crisi

In teoria.
In pratica il concetto di rappresentanza non esiste.
Il presidente fa gli interessi del presidente e dei suoi sostenitori.
L'euro è una manna per comprimere i salari.
2014-06-23 08:08:29
ma perchè gente di confindustria (e in particolare confindustria veneto) sta dalla stessa parte?

su confindustria c'è da fare un bel discorso.
Intanto il loro presidente è un importatore e quindi ad avere consumatori con una bella moneta forte si arricchisce..
poi la maggior parte degli industriali è fermo alla visione della moneta di J. Smith.. (cioè un valore intrinseco e di conseguenza un elemento neutro nell'economia dei paesi)
Infine la propaganda collaborazionista che subiscono da parte di quelli (chi ha detto FARE?) che dal loro lato si propongono delle soluzioni.

Gli industriali italiani (che peraltro sono sempre meno italiani..) sono simili a tutti gli altri cittadini, hanno rappresentanti che non li rappresentano, sono troppo ignoranti per capire di essere derubati del futuro e sono sottoposti a una propaganda massiccia e prezzolata.

(edited)
2014-06-23 16:08:27
ma dai ma siamo scarsi anche come spacciatori!



Il Fatto Quotidiano > Economia

Crescita, Bankitalia: “Da inserimento attività illegali solo qualche punto di Pil”

Via Nazionale ridimensiona le attese legate al nuovo sistema di contabilità nazionale che verrà adottato dal prossimo autunno. In base al quale anche traffico di droga, prostituzione e contrabbando dovranno essere inseriti nel conto economico del Paese. Ma lo studio che si spingeva a stimare un impatto superiore al 10% del Pil era basato su un approccio non utilizzabile sulla base degli standard imposti da Eurostat.
2014-06-23 17:26:26
ntanto il loro presidente è un importatore e quindi ad avere consumatori con una bella moneta forte si arricchisce

discorso vero solo finchè c'è una forte domanda interna, esattamente quella venuta a mancare con la crisi... tafazzi in confronto è intelligente!

@sucm: lo so che son anni che confindustria punta a importare i contratti cinesi in italia, ma prima che il loro sogno si realizzi quanti ne saranno falliti? quanti suicidati? mi pare che il rapporto costi/benefici sia svantaggioso persino per loro

possibile che la propaganda che subiscono sia talmente forte da fargli vedere rosa dove è nero?
2014-06-26 11:31:46
tutto secondo i piani



Il Fatto Quotidiano > Economia > Pil, Confindust...

Pil, Confindustria taglia le stime: “Solo +0,2% nel 2014, Italia peggio dei Pigs”

Lo si legge nel Rapporto sugli Scenari economici di Confindustria: il Pil 2015 chiuderebbe l’anno con un 1% contro l’1,2% stimato sei mesi fa. "Non appare né necessaria né opportuna alcuna manovra correttiva", si legge nel report. Inoltre "La pressione fiscale" in Italia "rimane elevata, poco sotto il 44% del Pil, quella effettiva arriva al 52,5%".
2014-06-26 14:12:07
in pratica vuol dire che non siamo usciti dalla crisi e non si vede uscita dalla crisi nemmeno in futuro. niente che non si sapesse già, almeno tra chi è un po' smaliziato.
nel frattempo vien fuori che il pil stelleestrisce nel primo trimestre è crollato: -2,9%, molto più grave del -2% inizialmente calcolato. ma come c**** si fa a sbagliare così tanto? se non ho sbagliato i conti, l'1% del pil trimestrale usa son circa 40 miliardi di dollari, mica bruscolini!
mi chiedo se le statistiche su cui facciamo tutti i ragionamenti e calcoli abbiano qualche attinenza con la realtà o siano validi come i numeri del lotto
2014-07-02 19:41:57
2014-07-04 09:14:12
ecco l'ennesimo ciarlatano:
Carlo Bastasin
Giornalista. Laureato in economia all'Università Bocconi, con successivi corsi di specializzazione all'estero. Dall'89 al '98 è stato corrispondente dalla Germania per "Il Sole 24 Ore" e da allora è vicedirettore de "LaStampa" con base a Torino. Autore di libri sulla Germania e di saggi sull'Europa per pubblicazioni italiane e internazionali.

qui la più grande serie di "imprecisioni" e supercazzole che il giornalismo italiano ricordi in materia economica.

sol24h: uno scatto per il rilancio

dovremo ricordare anche il suo nome, tra quello dei collaborazionisti, quando questa guerra sarà finita.
2014-07-04 10:55:19
2014-07-14 14:13:49
Il Fatto Quotidiano > Società > Istat: “P...

Istat: “Povertà assoluta per 10 milioni di italiani. Il 10% della popolazione”

Peggiora la situazione al Mezzogiorno, dove si passa dal 9 al 12% di persone in difficoltà. Male anche per le famiglie con quattro figli e per gli anziani, soprattutto se vivono in coppia. L'Istituto di ricerca: "Un italiano su dieci non riesce ad avere una vita dignitosa" 725 mila persone in più

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 luglio 2014

Sono oltre 6 milioni i poveri in Italia. E’ quanto emerge nell’ultimo report dell’Istat che classifica circa il 10% della popolazione come poveri assoluti, ovvero coloro che “non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa”. Se al conteggio si uniscono le persone che vivono in condizioni di povertà relativa, si arriva al 16,6% della popolazione, ovvero circa 10 milioni e 48 mila italiani.


L’Istituto di statistica conferma quanto era stato rilevato dalla Caritas, che aveva già raccontato quando la situazione stesse peggiorando al centro nord, nelle famiglie con due figli e tra gli under 35. Secondo l’organismo della Cei: “Gli 80 euro di Renzi hanno avuto effetti ridotti, mentre gli aiuti dei Comuni sono diminuiti del 6%”. La proposta è quindi “dare a tutti un reddito d’inclusione sociale”.

Sempre secondo l’Istat, tra il 2012 e il 2013 l’incidenza di povertà relativa tra le famiglie è rimasta stabile, fermandosi attorno al 12,7%. Peccato che l’incidenza di povertà assoluta sia aumentata, soprattutto al Sud. Nel Mezzogiorno, infatti, sono diventate povere 725 mila persone in più, passato da 2,3 milioni nel 2013 a più di 3 milioni lo scorso anno.

Le dinamiche della povertà relativa confermano alcuni dei peggioramenti osservati per la povertà assoluta, è spiegato nel rapporto. Peggiora la condizione delle famiglie con quattro (dal 18,1 al 21,7%) e cinque o più componenti (dal 30,2 al 34,6%), in particolare quella delle coppie con due figli (dal 17,4 al 20,4%), soprattutto se minori (dal 20,1 al 23,1%). Situazione di crollo anche per l’oltre un milione di minorenni incapaci di “avere una vita dignitosa” e per i quasi 900mila gli anziani, soprattutto se vivono in coppia.

Dato controcorrente, il miglioramento della condizione dei single nel Nord Italia, la cui incidenza passa dal 2,6 all’1,1%, anche se viene segnalato come questi mono nuclei restino indipendenti invece di far nascere nuove giovani famiglie, soprattutto se under 35. Nel Mezzogiorno, invece, migliora la condizione delle coppie con un solo figlio (dal 31,3 al 26,9%). Positivo anche il rapporto per le realtà con a capo un dirigente o un impiegato (dal 16,4 al 13,6%), che tuttavia rimangono su livelli di incidenza superiori a quelli osservati nel 2011.

La crisi, però, non ha colpito tutti i territori nello stesso modo: per Il Sole 24 Ore, alcune province più di altre hanno sofferto, registrando nel 2013 vistosi arretramenti rispetto al 2007. Negli ultimi sette anni, come emerso dalla classifica stilata dal quotidiano economico, ad aver sofferto maggiormente della crisi sono state le province di Lazio e Piemonte. Sul podio delle province dove la crisi ha colpito di più troviamo Viterbo, Latina e Novara, mentre sul versante opposto chi ha resistito meglio sono state Vicenza, Bolzano e Modena, ma anche Milano sembra aver tenuto bene alla crisi. La classifica è stata messa a punto sulla base di dieci indicatori, fra i quali figurano disoccupazione, valore degli immobili, prestiti, spesa per i medicinali e quantità di rifiuti prodotti.
2014-07-14 16:23:16
giusto a confermare che questa crisi la paga soprattutto chi stava già negli strati medio-bassi: chi stava in povertà relativa sprofonda nella povertà assoluta, chi era classe media scende in povertà relativa.

ma l'importante in italia è rendere il senato non elettivo... bisogna pur difendere le istituzioni da queste masse di nuovi poveri... :(