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Subject: Crisi economica

2015-01-23 15:39:56
oh keevan..
ma che spazzatura hai postato?



emicalhoscrittoio!! :)

il documento x il piddino non si vede
2015-01-23 15:52:25
2015-01-23 16:01:29
il documento x il piddino non si vede

arieccolo..

2015-01-23 16:14:43
2015-01-25 10:15:25
da Vincitori e Vinti
https://www.facebook.com/pages/Vincitori-e-Vinti/283618041657251?fref=nf

La domanda che dovrebbero farsi gli investitori è la seguente:
"Cara BCE, se non ti fidi tu nel comprare debito degli Stati per conto dei quali, tu stessa, emetti moneta, per quale ragione dovrei fidarmi io a compare lo stesso debito che ti consente di emettere moneta?"
La domanda potrebbe apparire banale, ma non lo è affatto.
La risposta può essere trovata in quel che il Prof. Orsi definisce il difficile compromesso tra credibilità e fiducia verso le autorità monetarie, e di cui avete potuto leggere in questi pixel.
Lo ripropongo, perché, a mio avviso, è un passaggio essenziale ai fini della comprensione delle manovre delle banche centrali e di quanto sta avvenendo. Scrive Orsi:
"Anche se già il compromesso della moneta non convertibile in metalli preziosi (fiat currency) era basato su un altro difficile compromesso tra credibilità e fiducia, la gestione dell’offerta di moneta era pur sempre improntata al principio economico di scarsità, e all’idea del denaro come deposito di valore e lubrificante degli scambi, nell’ottica di una rapida circolazione dello stesso. Oggi ci troviamo in una situazione completamente diversa nella quale, soprattutto con riferimento al dollaro in qualità di moneta globale, l’offerta è potenzialmente illimitata e, dunque, non vi è scarsità. Ogni perdita può e deve essere appianata, secondo il principio del too big to fail e per la protezione del sistema finanziario. Ma se non esistono più le perdite, per una questione dialettica non esistono più nemmeno i profitti. Se non esistono né perdite né profitti, non esistono più né la concorrenza né il mercato: il cerchio si chiude."
2015-01-25 12:29:42
2 minuti che spiegano tutto con chiarezza ;)

2015-01-25 15:18:50
Ogni perdita può e deve essere appianata, secondo il principio del too big to fail e per la protezione del sistema finanziario. Ma se non esistono più le perdite, per una questione dialettica non esistono più nemmeno i profitti

purtroppo le perdite continuano ad esistere ma vengono ripianate dai bilanci pubblici, mentre i profitti continuano a restare inspiegabilmente privati. più che una crisi economica globale quella che va avanti dal 2008 è una truffa globale
2015-01-26 10:13:53
il che non sarebbe un gran male, se lo si facesse in modo democratico e redistributivo..
2015-01-26 19:14:53
scusami ma non ho capito cosa si dovrebbe fare in modo democratico e redistributivo
2015-01-26 21:54:08
ripianare le perdite dei privati tramite il bilancio pubblico.
2015-01-27 13:39:47
non vedo come si possano ripianare perdite private con soldi pubblici in modo redistributivo, puoi gentilmente darmi una spiegazione che non ci arrivo da solo?
(e no, non sono ironico, son proprio tonto di mio)
2015-01-27 16:37:42
non vedo come si possano ripianare perdite private con soldi pubblici in modo redistributivo, puoi gentilmente darmi una spiegazione che non ci arrivo da solo?

Semplice. Io mi compro la villa e poi voi fate una colletta.
2015-01-27 16:42:40
non vedo come si possano ripianare perdite private con soldi pubblici in modo redistributivo, puoi gentilmente darmi una spiegazione che non ci arrivo da solo?
(e no, non sono ironico, son proprio tonto di mio)


le banche al posto di "aiutarle" si nazionalizzano. E poi risanate e fuori dalla tempesta si rivendono.
Ma si devono nazionalizzare d'autorità, non comprarle. Ovviamente.
2015-01-27 16:59:54
le banche al posto di "aiutarle" si nazionalizzano. E poi risanate e fuori dalla tempesta si rivendono.

Bah, se le nazionalizzi e poi le risani, non vedo perché poi dovresti rivenderle.
Se il circuito è virtuoso, perché privarsene?
Per mera ideologia liberista?
2015-01-27 17:13:23
per liberare le risorse impegnate e fare la redistribuzione.
L'obiettivo iniziale non era fare economia statalista, ma sanare gli effetti più devastanti dei fallimenti del mercato. Evitare che dagli "errori" di alcuni privati si producessero danni ingenti per la collettività.

ATTENZIONE: prima di addentrarci nel dibattito ideologico che già intravedo cerchiamo di notare che questa è una risposta volta a spiegare il COME, non il perchè si e perchè no..
2015-01-27 19:42:57
per liberare le risorse impegnate e fare la redistribuzione.
L'obiettivo iniziale non era fare economia statalista, ma sanare gli effetti più devastanti dei fallimenti del mercato. Evitare che dagli "errori" di alcuni privati si producessero danni ingenti per la collettività.

ATTENZIONE: prima di addentrarci nel dibattito ideologico che già intravedo cerchiamo di notare che questa è una risposta volta a spiegare il COME, non il perchè si e perchè no.. .


E ma non se ne esce. Socializzare le perdite è un modo per non affrontare il nocciolo della questione. Il privato in certi campi non deve mettere piede (credito, energia, trasporti, giustizia, educazione, sanità).


(edited)