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Subject: Crisi economica
Questo articolo lo dedico a sucm che praticamente diceva le stesse parole di Renzi...
Whirlpool chiude fabbriche Indesit a Caserta, None e Albacina: 1.350 esuberi
Nel luglio 2014, dopo l'acquisizione da parte del gruppo statunitense, il premier Renzi aveva parlato di "operazione fantastica" rivendicando di aver "parlato personalmente con gli americani a Palazzo Chigi". "Il punto non è il passaporto, ma il piano industriale", aveva spiegato. Ed ecco il piano: 500 milioni di investimenti ma stop delle attività in tre stabilimenti
Il resto dell'articolo ve lo faccio leggere a voi...
Whirlpool chiude fabbriche Indesit a Caserta, None e Albacina: 1.350 esuberi
Nel luglio 2014, dopo l'acquisizione da parte del gruppo statunitense, il premier Renzi aveva parlato di "operazione fantastica" rivendicando di aver "parlato personalmente con gli americani a Palazzo Chigi". "Il punto non è il passaporto, ma il piano industriale", aveva spiegato. Ed ecco il piano: 500 milioni di investimenti ma stop delle attività in tre stabilimenti
Il resto dell'articolo ve lo faccio leggere a voi...
Questo articolo lo dedico a sucm che praticamente diceva le stesse parole di Renzi...
Cosa avrei scritto io?
Cosa avrei scritto io?
Conta che i proprietari sono tedeschi e che i profitti dell'azienda finiscono in Germania...
sucm a diamanti [mmmj]
I profitti finiscono nei paradisi fiscali.
Ma le ricadute economiche rimangono nel territorio di sviluppo del progetto.
Rispondi
2015-03-31 18:11:02
diamanti [mmmj] a sucm
Ragass, basta con queste banane.
La Ducati è tedesca.
L'AnsaldoBreda è giapponese.
La Pirelli è cinese.
La Algida è olandese.
La Parmalat è francese.
La TenarisDalmine è lussemburghese.
...
Modifica Cancella Rispondi
2015-03-31 19:53:56
sucm a diamanti [mmmj]
Definizione piuttosto anacronistica per le multinazionali nel terzo millennio.
Oramai pure le aziende pubbliche sono multinazionali.
Conta sì la sede fiscale e legale, ma poi in pratica gli effetti "sociali" te li danno la sede di r&d e produzione. Anche perché a quello si lega l'indotto.
2015-04-01 07:53:21
diamanti [mmmj] a sucm
Fattostà che di solito arrivano, svuotano tutto lo svuotabile, delocalizzazo tutto il delocalizzabile, acquisiscono quanto più know-how possibile, ed infine chiudono. Vedi TRW Livorno, ad esempio.
Oh... non che gli imprenditori italiani non facciano queste cose, eh... Ma mediamente le inculate ci arrivano dall'altra parte del mondo.
2015-04-01 20:48:03
sucm a Bonwilly
Anche prima lo era.
Il punto è che non è la nazionalità dell'imprenditore il problema.
È la legislazione in cui si concretizza il rapporto col salariato.
Se il salariato (che è il vero datore di lavoro) non è tutelato, l'imprenditore del pianeta Terra si comporta come l'imprenditore di Alpha Centauri: prova a massimizzare l'accumulo di capitale.
sucm a diamanti [mmmj]
I profitti finiscono nei paradisi fiscali.
Ma le ricadute economiche rimangono nel territorio di sviluppo del progetto.
Rispondi
2015-03-31 18:11:02
diamanti [mmmj] a sucm
Ragass, basta con queste banane.
La Ducati è tedesca.
L'AnsaldoBreda è giapponese.
La Pirelli è cinese.
La Algida è olandese.
La Parmalat è francese.
La TenarisDalmine è lussemburghese.
...
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2015-03-31 19:53:56
sucm a diamanti [mmmj]
Definizione piuttosto anacronistica per le multinazionali nel terzo millennio.
Oramai pure le aziende pubbliche sono multinazionali.
Conta sì la sede fiscale e legale, ma poi in pratica gli effetti "sociali" te li danno la sede di r&d e produzione. Anche perché a quello si lega l'indotto.
2015-04-01 07:53:21
diamanti [mmmj] a sucm
Fattostà che di solito arrivano, svuotano tutto lo svuotabile, delocalizzazo tutto il delocalizzabile, acquisiscono quanto più know-how possibile, ed infine chiudono. Vedi TRW Livorno, ad esempio.
Oh... non che gli imprenditori italiani non facciano queste cose, eh... Ma mediamente le inculate ci arrivano dall'altra parte del mondo.
2015-04-01 20:48:03
sucm a Bonwilly
Anche prima lo era.
Il punto è che non è la nazionalità dell'imprenditore il problema.
È la legislazione in cui si concretizza il rapporto col salariato.
Se il salariato (che è il vero datore di lavoro) non è tutelato, l'imprenditore del pianeta Terra si comporta come l'imprenditore di Alpha Centauri: prova a massimizzare l'accumulo di capitale.
Quindi?
Qual è l'oggetto del contendere?
Che sia io che renzi usiamo vocali e consonanti?
Qual è l'oggetto del contendere?
Che sia io che renzi usiamo vocali e consonanti?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/19/fondo-monetario-dr-jekyll-mr-hyde-adatta-messaggi-diktat-politica/1596478/
IlFattoQuotidiano.it / Economia & Lobby / Economia
Fondo monetario, Dr Jekyll e Mr Hyde: adatta messaggi a diktat della politica
Economia
Il Fondo si smentisce spesso: l’austerità fa male, ma in Grecia no, la flessibilità crea disoccupati e deprime i salari, però va applicata. Motivo: i “tecnici” sono al servizio delle potenze globali o locali dominanti
di Alberto Bagnai | 19 aprile 2015
“Contrordine compagni”. Il popolo di Twitter ha salutato con uno sberleffo la notizia fornita dal ilfattoquotidiano.it il 10 aprile scorso: il Fondo monetario internazionale (Fmi) ci avrebbe ripensato, “liberalizzare il mercato non spinge l’economia”. Nota Mauro Del Corno che questa presa di posizione, sostenuta nell’ultimo numero del World Economic Outlook (Weo), azzoppa il principale cavallo di battaglia dell’ideologia liberista, inforcato dal compagno Renzi per farci adottare il Jobs Act. Il lettore potrebbe essere colto da un certo sgomento: “Ma come!? Istituzioni così prestigiose sconfessano l’anno dopo ciò su cui spergiuravano l’anno prima? Allora è vero che nel procelloso mare della crisi siamo privi di bussola, perché, come amano ripetere gli epistemologi da bar, l’economia non è una scienza! Certo – concluderà il lettore – siamo proprio messi male!”. Ci sentiamo di rassicurarlo: la verità è che siamo messi peggio, perché a livello scientifico non c’è stato alcun cambiamento di rotta. Che le riforme del mercato del lavoro a base di flessibilità fossero come la Corazzata Kotiomkin di fantozziana memoria (“92 minuti di applausi”) gli studi specialistici lo avevano appurato da tempo e senza appello.
Il problema è un altro, ed è ben noto: gli organismi millantati come “tecnici”, quali il Fmi o la Bce, sono a tutti gli effetti organi di indirizzo politico al servizio delle potenze globali o locali dominanti (Usa e Germania). Il loro messaggio si adatta ai mutevoli diktat del ringhioso potente di riferimento: all’occorrenza, prestigiosi colleghi mentono sapendo di mentire, per salvare il loro scranno in quegli autentici paradisi fiscali che sono le istituzioni multilaterali (Fmi, Ocse, Bce), fatti di stipendi a quattro zeri spesso sottratti a qualsiasi fisco. Il risultato di questo modo di agire è quello di gettare intere popolazioni nella miseria e l’intera professione economica nel discredito. Prendiamo ad esempio l’austerità in Grecia. Il presupposto perché questa funzionasse era che per ogni euro di taglio alla spesa, il Pil diminuisse meno di un euro (o addirittura aumentasse, come sostenuto dai due noti fantasisti del Corriere della Sera, Alesina e Giavazzi).
In termini tecnici, occorreva che il “moltiplicatore” (il numero che moltiplicato per la variazione della spesa pubblica fornisce la corrispondente variazione del Pil) fosse minore di uno, altrimenti ogni taglio di spesa (quindi di deficit, quindi di debito) sarebbe stato vanificato da un più che proporzionale calo di reddito (quindi di entrate fiscali). Ma siccome la Grecia doveva essere frantumata, per cavarne il succo da servire ai creditori esteri, cosa diceva a marzo 2012 il servile Fmi nel suo Country Report? Che il moltiplicatore della Grecia era solo 0,5, quindi l’austerità non le avrebbe fatto male! Per ogni taglio di un euro il Pil greco sarebbe calato solo di mezzo euro, e tutti sarebbero vissuti austeri e contenti. Tuttavia, come ho mostrato nel mio blog, gli studi disponibili all’epoca chiarivano che il moltiplicatore greco era almeno tre volte tanto (intorno a 1,5) e quindi i tagli avrebbero distrutto l’economia greca. Non solo: lo stesso Fmi in contemporanea affermava che siccome l’economia era ancora depressa e i tassi di interesse bassissimi, era prevedibile che i moltiplicatori fossero piuttosto alti (leggi: maggiori di uno) e quindi terapie d’urto a base di tagli erano sconsigliabili (p. 172 del Weo di aprile 2012). Ciliegina sulla torta, a p. 41 del Weo di ottobre 2012, Blanchard si chiede, anima candida: “Stiamo forse sottostimando i moltiplicatori?” Ma no, che dici! Per avvalorare un piano di aggressione criminale a un paese sovrano avete scelto una stima pari a un terzo di quella comunemente accettata! Se ti tagliassero di due terzi lo stipendio te ne accorgeresti, Olivier?
E la flessibilità? Stessa identica storia. Sentite questa: “Un aumento (della flessibilità del lavoro, ndr) inizialmente genera una diminuzione del salario reale e un aumento della disoccupazione” perché “diminuisce il potere contrattuale dei lavoratori”, anche se dopo una simile riforma il futuro “dovrebbe essere roseo” (per chi ci arriva, ovviamente). Chi sono gli autori di questa ardita asserzione? Tenetevi forte: ancora una volta il candido Blanchard, in compagnia dell’austero Giavazzi (NBER Working Paper 8120 del 2001). Ora, a voi pare che in una crisi di domanda con disoccupazione alle stelle sia consigliabile una cosa che fa diminuire i salari (quindi la spesa delle famiglie) e aumentare la disoccupazione? Certo che no. E a Blanchard, capo economista del Fmi, sarà sembrata consigliabile? No, visto che, fra l’altro, era stato proprio lui a consigliare il contrario da una tribuna così prestigiosa e in tempi non sospetti. Ma nell’aprile 2012 il Weo, emesso dall’organizzazione di cui lui è chief economist, si sperticava in lodi sulle riforme del lavoro che “avevano stabilizzato l’Eurozona” (a pag. XV). Ora che gli Usa si preoccupano, perché è successo nel 2015 quello che Blanchard aveva previsto nel 2001 (calo della domanda in seguito alle riforme, con pericolo per la ripresa mondiale), ecco che il docile Blanchard, a un fischio del padrone, dice la verità, sconfessando le baggianate avallate nel 2012. Se questo è un economista… Per “errori” venali e intenzionali come questi non ci sarà alcun tribunale se non quello divino, e in questo caso, Iddio mi perdoni, provo una certa insofferenza per i tempi della giustizia.
Da Il Fatto Quotidiano di mercoledì 15 aprile
IlFattoQuotidiano.it / Economia & Lobby / Economia
Fondo monetario, Dr Jekyll e Mr Hyde: adatta messaggi a diktat della politica
Economia
Il Fondo si smentisce spesso: l’austerità fa male, ma in Grecia no, la flessibilità crea disoccupati e deprime i salari, però va applicata. Motivo: i “tecnici” sono al servizio delle potenze globali o locali dominanti
di Alberto Bagnai | 19 aprile 2015
“Contrordine compagni”. Il popolo di Twitter ha salutato con uno sberleffo la notizia fornita dal ilfattoquotidiano.it il 10 aprile scorso: il Fondo monetario internazionale (Fmi) ci avrebbe ripensato, “liberalizzare il mercato non spinge l’economia”. Nota Mauro Del Corno che questa presa di posizione, sostenuta nell’ultimo numero del World Economic Outlook (Weo), azzoppa il principale cavallo di battaglia dell’ideologia liberista, inforcato dal compagno Renzi per farci adottare il Jobs Act. Il lettore potrebbe essere colto da un certo sgomento: “Ma come!? Istituzioni così prestigiose sconfessano l’anno dopo ciò su cui spergiuravano l’anno prima? Allora è vero che nel procelloso mare della crisi siamo privi di bussola, perché, come amano ripetere gli epistemologi da bar, l’economia non è una scienza! Certo – concluderà il lettore – siamo proprio messi male!”. Ci sentiamo di rassicurarlo: la verità è che siamo messi peggio, perché a livello scientifico non c’è stato alcun cambiamento di rotta. Che le riforme del mercato del lavoro a base di flessibilità fossero come la Corazzata Kotiomkin di fantozziana memoria (“92 minuti di applausi”) gli studi specialistici lo avevano appurato da tempo e senza appello.
Il problema è un altro, ed è ben noto: gli organismi millantati come “tecnici”, quali il Fmi o la Bce, sono a tutti gli effetti organi di indirizzo politico al servizio delle potenze globali o locali dominanti (Usa e Germania). Il loro messaggio si adatta ai mutevoli diktat del ringhioso potente di riferimento: all’occorrenza, prestigiosi colleghi mentono sapendo di mentire, per salvare il loro scranno in quegli autentici paradisi fiscali che sono le istituzioni multilaterali (Fmi, Ocse, Bce), fatti di stipendi a quattro zeri spesso sottratti a qualsiasi fisco. Il risultato di questo modo di agire è quello di gettare intere popolazioni nella miseria e l’intera professione economica nel discredito. Prendiamo ad esempio l’austerità in Grecia. Il presupposto perché questa funzionasse era che per ogni euro di taglio alla spesa, il Pil diminuisse meno di un euro (o addirittura aumentasse, come sostenuto dai due noti fantasisti del Corriere della Sera, Alesina e Giavazzi).
In termini tecnici, occorreva che il “moltiplicatore” (il numero che moltiplicato per la variazione della spesa pubblica fornisce la corrispondente variazione del Pil) fosse minore di uno, altrimenti ogni taglio di spesa (quindi di deficit, quindi di debito) sarebbe stato vanificato da un più che proporzionale calo di reddito (quindi di entrate fiscali). Ma siccome la Grecia doveva essere frantumata, per cavarne il succo da servire ai creditori esteri, cosa diceva a marzo 2012 il servile Fmi nel suo Country Report? Che il moltiplicatore della Grecia era solo 0,5, quindi l’austerità non le avrebbe fatto male! Per ogni taglio di un euro il Pil greco sarebbe calato solo di mezzo euro, e tutti sarebbero vissuti austeri e contenti. Tuttavia, come ho mostrato nel mio blog, gli studi disponibili all’epoca chiarivano che il moltiplicatore greco era almeno tre volte tanto (intorno a 1,5) e quindi i tagli avrebbero distrutto l’economia greca. Non solo: lo stesso Fmi in contemporanea affermava che siccome l’economia era ancora depressa e i tassi di interesse bassissimi, era prevedibile che i moltiplicatori fossero piuttosto alti (leggi: maggiori di uno) e quindi terapie d’urto a base di tagli erano sconsigliabili (p. 172 del Weo di aprile 2012). Ciliegina sulla torta, a p. 41 del Weo di ottobre 2012, Blanchard si chiede, anima candida: “Stiamo forse sottostimando i moltiplicatori?” Ma no, che dici! Per avvalorare un piano di aggressione criminale a un paese sovrano avete scelto una stima pari a un terzo di quella comunemente accettata! Se ti tagliassero di due terzi lo stipendio te ne accorgeresti, Olivier?
E la flessibilità? Stessa identica storia. Sentite questa: “Un aumento (della flessibilità del lavoro, ndr) inizialmente genera una diminuzione del salario reale e un aumento della disoccupazione” perché “diminuisce il potere contrattuale dei lavoratori”, anche se dopo una simile riforma il futuro “dovrebbe essere roseo” (per chi ci arriva, ovviamente). Chi sono gli autori di questa ardita asserzione? Tenetevi forte: ancora una volta il candido Blanchard, in compagnia dell’austero Giavazzi (NBER Working Paper 8120 del 2001). Ora, a voi pare che in una crisi di domanda con disoccupazione alle stelle sia consigliabile una cosa che fa diminuire i salari (quindi la spesa delle famiglie) e aumentare la disoccupazione? Certo che no. E a Blanchard, capo economista del Fmi, sarà sembrata consigliabile? No, visto che, fra l’altro, era stato proprio lui a consigliare il contrario da una tribuna così prestigiosa e in tempi non sospetti. Ma nell’aprile 2012 il Weo, emesso dall’organizzazione di cui lui è chief economist, si sperticava in lodi sulle riforme del lavoro che “avevano stabilizzato l’Eurozona” (a pag. XV). Ora che gli Usa si preoccupano, perché è successo nel 2015 quello che Blanchard aveva previsto nel 2001 (calo della domanda in seguito alle riforme, con pericolo per la ripresa mondiale), ecco che il docile Blanchard, a un fischio del padrone, dice la verità, sconfessando le baggianate avallate nel 2012. Se questo è un economista… Per “errori” venali e intenzionali come questi non ci sarà alcun tribunale se non quello divino, e in questo caso, Iddio mi perdoni, provo una certa insofferenza per i tempi della giustizia.
Da Il Fatto Quotidiano di mercoledì 15 aprile
IlFattoQuotidiano.it / Zonaeuro
Grecia, Eurogruppo contro Varoufakis: “È un perditempo e un dilettante”
Il vertice del ministro delle Finanze di Alexis Tsipras con i creditori è finito senza accordi per lo sblocco dell'ultima tranche di aiuti. Secondo fonti citate dall'agenzia Bloomberg il dibattito è stato "personale ed emotivo" e l'economista è stato accusato di essere un "giocatore d'azzardo" che conduce le trattative in modo "irresponsabile". E Draghi avverte: "Potremmo ridurre la liquidità di emergenza concessa alle banche"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/24/grecia-eurogruppo-contro-varoufakis-perditempo-dilettante/1620568/
Grecia, Eurogruppo contro Varoufakis: “È un perditempo e un dilettante”
Il vertice del ministro delle Finanze di Alexis Tsipras con i creditori è finito senza accordi per lo sblocco dell'ultima tranche di aiuti. Secondo fonti citate dall'agenzia Bloomberg il dibattito è stato "personale ed emotivo" e l'economista è stato accusato di essere un "giocatore d'azzardo" che conduce le trattative in modo "irresponsabile". E Draghi avverte: "Potremmo ridurre la liquidità di emergenza concessa alle banche"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/24/grecia-eurogruppo-contro-varoufakis-perditempo-dilettante/1620568/
SONO QUATTRO ANNI CHE VE LO STO DICENDO E SONO QUATTRO ANNI CHE MI INSULTATE E MI RIDETE IN FACCIA.
ORA CREPATE, IMBECILLI!
io amo Bagnai..
ORA CREPATE, IMBECILLI!
io amo Bagnai..
la recessione è ufficialmente finita
http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2015/05/07/istat-dichiara-finita-recessione-crescita-consolidera_5goXBav93wtfrd8HWF3MBJ.html
ma quindi eravamo in recessione fino a ieri? Perché nessuno me lo ha detto?!
http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2015/05/07/istat-dichiara-finita-recessione-crescita-consolidera_5goXBav93wtfrd8HWF3MBJ.html
ma quindi eravamo in recessione fino a ieri? Perché nessuno me lo ha detto?!
molto chiaro e semplice, sto provando a diffonderlo
ma l'autore chi è?
ma l'autore chi è?
nin so..
è importante?
credo siano gli stessi autori di euromoralismo su TW.
è importante?
credo siano gli stessi autori di euromoralismo su TW.
la recessione è ufficialmente finita
quindi da domattina ci sarà gente che spende e spande, milioni di disoccupati che troveranno fuori alle loro porte imprenditori che li pregheranno di andare a lavorare per loro...
...
Grazie Renzi(e)...
^_^
p.s.: certo che l'istat è proprio una barzelletta...
quindi da domattina ci sarà gente che spende e spande, milioni di disoccupati che troveranno fuori alle loro porte imprenditori che li pregheranno di andare a lavorare per loro...
...
Grazie Renzi(e)...
^_^
p.s.: certo che l'istat è proprio una barzelletta...
in realtà dell'istat mi fido abbastanza (a torto o a ragione non lo so)
il problema è la lettura che viene fatta dei dati che ci mette a disposizione
il problema è la lettura che viene fatta dei dati che ci mette a disposizione