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Subject: Crisi economica

2015-07-04 12:02:28
Tranquillo, i prossimi governanti saranno duri e puri nonchè... ligi alla dottrina europea :D

Chiunque sieda alla guida del governo ha troppo da perdere di tasca sua uscendo dall'euro.... a meno che ci arrivi uno squattrinato sconosciuto che non ha mucche a cui dar da mangiare nelle varie lobbi ma Peppone è morto anni fa.
2015-07-05 12:29:51
E' un po' lungo...
Ma soprattutto quando parla Barra Caracciolo l'ho trovato molto interessante...

2015-07-05 20:54:53
sono allibito da Cofferati su La7.
Faccio una sintesi: più europa.

nel frattempo il ns ministro dell'economia twitta: riforme.

Siamo un paese senza speranza e senza sinistra.
2015-07-05 21:26:12
Sto seguendo anch'io...
Era prevedibile questo tipo di bombardamento, eh.
Certo che di talebani in Italia ce ne sono ancora parecchi...
2015-07-05 21:28:41
cerco di distrarmi ma sento una media di quindici vaccate al minuto.
Inascoltabile la bonafè che parte dall'obiettivo "teniamo la grecia nell'euro" come punto di partenza. Senza motivazioni.

Ideologia, anzi religione.
(edited)
2015-07-05 22:20:17
Inascoltabile la bonafè che parte dall'obiettivo "teniamo la grecia nell'euro" come punto di partenza.

io oserei dire "Inascoltabile la bonafè" a prescindere... :)
2015-07-06 09:32:25
Oltre al gioco al ribasso dei salari dei lavoratori c'è anche il gioco al ribasso per le tasse delle multinazionali che sottraggono un cospicuo tesoretto mondiale, una fortuna per pochi a danno di moltissimi.

il Tax justice network da James S. Henry, ex direttore per la ricerca economica della società di consulenza McKinsey & Co. Allargando il concetto di ricchezza nei paradisi fiscali, Henry ha calcolato che sono stati portati offshore, al riparo dalle autorità tributarie e penali, tra i 21mila e i 32mila miliardi di dollari.


LE ISOLE DEL TESORO (Nicholas Shaxson) prima parte
seconda parte
terza parte


articolo tratto da Internazionale 1108
(edited)
2015-07-06 16:46:16
bisognerebbe che tutti i paesi, anche quelli occidentali, imitassero i paesi produttori di petrolio e obbligassero qualunque multinazionale straniera ad operare tramite società locali
2015-07-06 17:49:42
Il problema è che magari una società locale c'è pure, solo che poi con il Transfer pricing eludono a piacimento.
2015-07-06 17:51:19
E' un po' lungo...
Ma soprattutto quando parla Barra Caracciolo l'ho trovato molto interessante...



dal minuto 30, per chi volesse
concordo, davvero interessante
2015-07-07 10:09:23
KRUGMAN: FERMARE IL SALASSO DELLA GRECIA


Alla luce della vittoria del “no” alla troika in Grecia, P. Krugman sostiene che i veri europeisti dovrebbero esultare. Fortunatamente, si è evitato che le istituzioni europee rovesciassero un altro governo democratico, imponendo politiche che loro stesse ammettono fallite. Come sottolinea il Nobel, l’unica plausibile uscita dalla crisi per la Grecia è un’uscita dall’eurozona, uscita per la quale i maggiori costi – la crisi bancaria e finanziaria – sono ormai stati pagati.

di Paul Krugman, 5 luglio 2015

Domenica l’Europa ha schivato un proiettile. Smentendo molte previsioni, gli elettori greci hanno fortemente sostenuto il rifiuto alle richieste dei creditori da parte del loro governo. E anche i più ardenti sostenitori dell’Unione europea dovrebbero tirare un sospiro di sollievo.

Naturalmente, i creditori non la metterebbero in questo modo. La loro versione dei fatti, ripresa da molti nella stampa finanziaria, è che il fallimento del loro tentativo di costringere la Grecia alla sottomissione è un trionfo dell’irrazionalità e dell’irresponsabilità sui buoni consigli dei tecnocrati.

Ma la campagna di sopraffazione — il tentativo di terrorizzare i greci privando le loro banche di finanziamenti e minacciando il caos generale, il tutto con l’obiettivo quasi dichiarato di disarcionare l’attuale governo di sinistra— è stato un episodio vergognoso per un’Europa che afferma di credere ai principi democratici. Se quella campagna fosse riuscita, si sarebbe stabilito un terribile precedente, anche se i creditori avessero avuto ragione.

Per di più, non ce l’hanno. La verità è che i sedicenti tecnocrati europei sono come medici medievali che insistono nel salassare i loro pazienti — e quando il loro trattamento fa ammalare ancor di più i pazienti, essi chiedono di togliere ancora più sangue. Una vittoria del “Sì” in Grecia avrebbe condannato il paese ad altri anni di sofferenza nell’attuare politiche che non hanno funzionato e addirittura, come dice l’aritmetica, non possono funzionare: l’austerità probabilmente riduce il PIL più velocemente di quanto si riduce il debito, quindi tutta la sofferenza non serve a niente. La schiacciante vittoria del “no” offre almeno una possibilità di una via di fuga da questa trappola.

Ma come gestire questa fuga? C’è un modo per la Grecia di rimanere nell’euro? E questo è in ogni caso auspicabile?

La questione più immediata riguarda le banche greche. Prima del referendum, la Banca Centrale Europea ha tagliato il loro accesso a ulteriori fondi, facendo precipitare il panico e costringendo il governo a imporre la chiusura delle banche e i controlli di capitali. La Banca Centrale deve ora affrontare una scelta difficile: se riprendesse il normale finanziamento sarebbe come ammettere che il congelamento precedente era politico, ma se non lo facesse, in pratica costringerebbe la Grecia ad introdurre una nuova moneta.

In particolare, se il denaro non inizia a scorrere da Francoforte (la sede della Banca centrale), la Grecia non avrà altra scelta se non cominciare a pagare salari e pensioni con i.o.u.s, (in inglese I Owe You, ossia “pagherò”, cambiali NdVdE) che sarebbero de facto una valuta parallela — e che potrebbero presto trasformarsi nella nuova dracma

Supponiamo che, al contrario, la Banca centrale riprenda la normale erogazione dei prestiti, e che la crisi bancaria si risolva. Rimane ancora la questione di come rilanciare la crescita economica.

Durante i negoziati falliti che hanno portato al referendum di domenica, il punto critico centrale era la richiesta della Grecia di una riduzione permanente del debito, per rimuovere le incertezze che gravavano sulla sua economia. La troika — le istituzioni che rappresentano gli interessi dei creditori — ha rifiutato, ma ora sappiamo che un membro della troika, il Fondo Monetario Internazionale, aveva concluso in modo indipendente che il debito della Grecia non può essere ripagato. Cambieranno atteggiamento ora che è fallito il tentativo di deporre la coalizione di sinistra al governo?

Immaginate, per un momento, che la Grecia non avesse mai adottato l’euro, che avesse semplicemente fissato il valore della dracma a quello dell’euro. Cosa suggerirebbero di fare le semplici analisi economiche di base? La risposta, a stragrande maggioranza, sarebbe che dovrebbe svalutare — lasciare scendere il valore della dracma – sia per incoraggiare le esportazioni sia per uscire dal ciclo della deflazione.

Naturalmente, la Grecia non ha più una propria moneta, e molti analisti erano soliti affermare che l’adozione dell’euro era una decisione irreversibile— dopo tutto, ogni accenno di uscita dall’euro avrebbe scatenato una devastante crisi bancaria e una crisi finanziaria. Ma a questo punto la crisi finanziaria c’è già stata, così che i maggiori costi di un’uscita dall’euro sono stati pagati. Perché, allora, non godere dei benefici?

L’uscita greca dall’euro avrebbe lo stesso, grande successo della svalutazione dell’Islanda nel 2008-09, o dell’abbandono dell’Argentina della sua politica un-peso-un-dollaro nel 2001-02? Forse no — ma consideriamo le alternative. A meno che la Grecia non ottenga davvero una grossa cancellazione del debito, e forse anche se la ottenesse, lasciare l’euro offre la sola via di fuga plausibile dal suo incubo economico senza fine.

E cerchiamo di essere chiari: se la Grecia alla fine lascia l’euro, non significa che i greci sono cattivi europei. Il problema del debito della Grecia comporta che ci siano dei creditori irresponsabili tanto quanto dei debitori irresponsabili, e in ogni caso i greci hanno pagato per i peccati del loro governo molte volte. Se non riescono a prosperare all’interno della moneta comune europea, è perché quella moneta comune non offre nessun aiuto ai paesi in difficoltà. La cosa importante ora è fare tutto il necessario per fermare il salasso.
http://vocidallestero.it/2015/07/06/arrestare-lemorragia-della-grecia/
2015-07-07 10:30:35
Il problema è che secondo me i greci hanno votato no non per tutte queste belle ragioni, ma per fare un dispetto ai tedeschi, per orgoglio, perché pensano che questo farà terminare l'austerità, perché allora meglio Putin. Insomma per un sacco di ragioni sbagliate.
E probabilmente se ne pentiranno.
2015-07-07 12:50:56
rimani fedele alla tua linea neo-liberista di ultra-destra, nonostante gli evidenti disastri compiuti ai danni della povera gente
complimenti per la coerenza
2015-07-07 14:33:47
Mai stato di ultra destra.
solo non sopporto i parassiti
2015-07-07 14:59:43
Message deleted

2015-07-07 18:19:09
non vedo nulla...
??