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Subject: Crisi economica

2015-08-29 18:39:05
eh sí, la crisi sta generando un deficit di capitale umano in Italia non indifferente

Eh, se distruggi il mercato interno, è difficile poi che le persone skillate rimangano. Non per cattiveria, quanto perché diventano quasi un peso.

Ma vedo che in italia il dibattito è ancora fermo alla solenne stronzata degli "investitori esteri" da attrarre.
Devo dire che le facoltà di economia in italia hanno toppato di brutto negli ultimi 15 anni almeno, perché è difficile sentire voci fuori dal coro.
2015-08-29 18:41:55
La Bocconi fa quello che deve fare, prepara gente già ricca a essere ancora più ricca, spingendo per teorie che aumentano la disuguaglianza, eccetera
Se poi una pubblica li segue a ruota è un problema grave
2015-08-29 18:45:15
segnalo che non è un caso "italico" ma una tendenza globale.
Il fatto è che per fare gli interessi dei meno abbienti (ma pure del ceto medio) bisogna prima di tutto ammettere di esserlo.
E siccome è divenuta una colpa..
2015-08-29 18:48:36
Ma la bocconi non la consideravo questa volta.
Come le altre squole private, sfornano con lo stampino specifiche figure professionali.
Devo dire che hanno una discreta scuola di dottorato in statistica, ad onor del vero.

Ma è sulle facoltà pubbliche ed in generale il dibattito pubblico in economia allucinante.
Cazzo, lo sa (dovrebbe sapere) uno studente del primo anno che tagliare la spesa pubblica adesso è demenziale.

Eppure, si parla solo di spesa pubblica, con lo stesso piglio di chi stesse parlando di pedofilia.
2015-08-29 19:02:26
segnalo che non è un caso "italico" ma una tendenza globale.

Non ho il dono dell'ubiquità, ma il trend, in realtà è un po' diverso.
In U.K. sta tornando di moda, in maniera anche piuttosto inattesa e vigorosa, l'idea che la mano pubblica sia necessaria nei cicli economici e che certi servizi debbano tornare ad essere gestiti dallo Stato.
In Germania, lo stesso Schäuble sull'impianto statale (particolarmente "influente") non ha niente da dire.
In Francia, idem, ci sono i fanatici ultraliberisti come altrove, ma lo Stato è lo Stato.
In Spagna non ne parliamo, idem in Grecia.

Poi, lascia stare il fatto che più o meno ovunque si impongano governi liberisti, a prescindere dalle elezioni.
Però, mi sembra proprio che in italia non si vada oltre al tic nervoso che lo Stato sia una palla al piede, e che meno spazzini e infermieri = più gordon gekko e steve jobs.

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Ah, pure in U.S. ci sono molti democratici che non si vergognano più di definirsi socialisti!
(edited)
2015-08-29 19:21:24
sul resto dubito fortemente.
su questo.. dissento proprio.

In Germania, lo stesso Schäuble sull'impianto statale (particolarmente "influente") non ha niente da dire.
2015-08-29 19:56:28
Mah, in germania il grosso lo fece Kohl.

Negli ultimi 10 anni c'è stato un processo di ripubblicizzazione delle reti elettriche e gas.
2015-08-30 04:25:20
Ma de che!
Di persone iper-specializzate ce ne saranno qualche migliaio che si distribuiscono tra università, london city e indotto, e biotech. Oltre a un crescente (ma sempre limitato) numero di medici.

La grandissima maggioranza si divide tra pizzaioli, baristi e camerieri


Io mica ho detto che sono tutti ingegneri nucleari! Tendenzialmente però gli italiani che emigrano (in UK, Germania, Australia, ecc...) sono skillati.
E per skillati intendo anche magari un perito elettrico o un perito agrario con esperienza in un campo specifico. Gente che "sa fare un mestiere", insomma...
E poi oggettivamente, se aiutiamo gli inglesi a mangiare un po' meglio della merda alla quale sono abituati, gli facciamo un favore.
2015-08-30 10:16:44
Ma è ovvio che non puoi fare il paragone tra l'emigrato di un paese industrializzato, in pace, e con 60 anni di pieno sviluppo, e l'emigrato di paesi devastati, in guerra, e secoli di sfruttamento.

Il punto è che se vuoi continuare a sfruttare questi paesi per avere materie prime a bassissimo costo e altissime esportazioni di armi ed indotto militare, accetti i profughi e l'immigrazione dei disperati.

Alternative, in attesa che nascano fini strateghi africani in grado di rendere l'Africa un continente indipendente (2100? 2200? Non certo nei prossimi decenni), sono la soluzione finale O smetterla di propria sponte con la colonizzazione moderna, ma dubito che gli altri paesi del g8 siano d'accordo.

2015-08-30 15:11:25
Mentre tutta l’Europa è alle prese con la crisi dei migranti extracomunitari, il Regno Unito ha lanciato un appello per l’inversione della tendenza che ha visto, negli ultimi anni, arrivare sul suolo britannico decine e decine di migliaia di cittadini europei. Desiderosi di trovare un lavoro e di cambiare vita, spesso in fuga da un’Europa meridionale – ma non solo – dove il lavoro scarseggia e le condizioni sono decisamente più difficili. Ancora non si sa se l’editoriale scritto dal ministro dell’Interno Theresa May e pubblicato dal Sunday Times in edicola domenica 30 agosto sia l’anticipazione di una vera misura da parte del governo di Sua Maestà. Chiaramente, il Regno Unito è in Europa a tutti gli effetti e non può limitare la libertà di movimento.

Esistono tuttavia diversi ‘trucchetti’ potenzialmente in mano a qualsiasi esecutivo nazionale dell’Unione, quello britannico compreso, per rendere la vita più complicata ai cittadini europei e scoraggiarne l’arrivo: dal taglio del welfare a norme più stringenti sulle assunzioni. Di certo però May, donna forte dell’esecutivo conservatore guidato da David Cameron, è stata chiara: “La libertà di movimento sia la libertà di trasferirsi verso un lavoro certo”. Come a dire: basta a tutti quelli, italiani compresi, che arrivano al di qua della Manica senza uno straccio di occupazione in tasca.

Gli italiani, appunto. I dati diffusi pochi giorni fa hanno mostrato come ben 57mila italiani si siano trasferiti nel Regno Unito fra il marzo del 2014 e lo stesso mese del 2015, facendo parte di quei 330mila nuovi immigrati nella terra di Sua Maestà. Italiani che nella stragrande maggioranza dei casi arrivano senza un lavoro, si sistemano, trovano una casa e cominciano spesso la loro carriera in un ristorante, una pizzeria o una caffetteria. Per poi progredire e a volte trovare, con molta pazienza e determinazione, un lavoro nel settore che preferiscono. May, in realtà, oggi ha puntato il suo attacco soprattutto contro quei “turisti del welfare” che si trasferiscono a Londra e dintorni per poi chiedere assegni di disoccupazione o per usufruire della sanità gratuita – non sempre eccellente, tuttavia – e di altri aiuti alle famiglie e ai figli. Una minima parte chiaramente, forse estremamente ridotta, che tuttavia trova ampio risalto sui quotidiani di destra e sui tabloid scandalistici, che se la prendono contro quelli che sono chiamati “benefit cheaters”, gli “imbroglioni del welfare”. Un fenomeno enfatizzato dai media britannici, a seconda del particolare momento storico, e che si è accentuato da quando una parte della politica ha lanciato la sua campagna per la Brexit – l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea – e per ridurre il flusso dei nuovi cittadini in arrivo da tutto il mondo.

Nuovi residenti, questi ultimi, che crescono a ritmi definiti più volte dalla politica “spaventosi” e che soprattutto hanno mandato all’aria il piano dell’esecutivo, rilanciato anche prima delle elezioni politiche dello scorso 7 maggio che hanno riconfermato il partito conservatore, di limitare l’immigrazione netta a 100mila unità l’anno. Al momento, appunto, la quota è stata più che tripla, ma si teme che problemi greci, disoccupazione in Spagna e in Italia, povertà relativa nell’Europa orientale non possano far che aumentare sempre più anche gli europei desiderosi di vivere sulle isole britanniche. “L’immigrazione netta in questa misura è semplicemente insostenibile”, ha scritto così il ministro May sul Sunday Times. “Perché causa pressione sulle infrastrutture, come l’edilizia e il sistema dei trasporti, e sui servizi pubblici, come le scuole e gli ospedali”.

Il referendum per l’uscita del Regno Unito dalla Ue è previsto per il 2017, ma secondo molti commentatori potrebbe essere annunciato anche per la seconda metà del 2016. Il risultato di questa consultazione è ancora imprevedibile. Ma una Brexit potrebbe dare sicuramente a Londra mano libera per porre fine a quei desideri di rinascita e di cambiamento di moltissimi europei. E per bloccare quelle scelte di tanti italiani, decisioni quasi sempre sofferte e di sicuro complicate, di andare a vivere in una qualche città del regno, ma soprattutto nella metropoli del Tamigi e del Big Ben.
2015-08-30 16:47:54
In testa mia i concetti sono abbastanza chiari.
Per quanto mi riguarda bisogna contemporaneamente difendere i confini (checché ne dica John Lennon nella sua famosissima canzone, i confini sono garanzia di pluralità di sovranità, concorrenza, confronto tra culture (e non semplice amalgama), e, in ultima analisi, di libertà), sia smetterla di colonizzare l'Africa e il medio oriente una volta per tutte.
Diversi esempi di successo ci sono stati quando ciò è avvenuto. Abbiamo avuto sia paesi ricchi (Libia di Gheddafi), sia delle democrazie compiute (Iran anni '50, Burkina Faso anni '80, tanto per dirne 2...). Tutti BUTTATI GIU' senza troppi complimenti e in modo sfacciato fondamentalmente da 3 nazioni: USA/UK/Francia.
2015-08-31 16:00:23
si, ma non adesso. La necessità di capitale umano specializzato adesso in Italia è paro a quasi 0. Quanti laureati abbiamo a rispondere al telefono? Non saranno tutti cime... però.

Si avremo problemi quando l'Italia uscendo dall'euro si riprenderà.
2015-08-31 16:03:34
gli immigrati tornano anche per uno stipendio inferiore, se il lavoro c'è davvero.
Di gente felice di stare a Toronto, Londra o Chicago non ne conosco.
2015-08-31 16:27:54
pupe, dipende. Io sono un emigrato e in Italia non ci torno nemmeno per 2000 al mese.

E quelli che tornano non sanno o non vogliono accettare cosa sarà il futuro, ben peggiore di quello che state vivendo adesso.

Bagnai ha ragione su tutta la linea, il problema è che dall'euro o si esce bene, o si esce stile Argentina (e la Grecia non è nulla al confronto) o si esce con una guerra.

Posto che la 1 non la faranno mai, o accadrà la 2 o la 3.
2015-08-31 17:40:32
La grandissima maggioranza si divide tra pizzaioli, baristi e camerieri sfruttati un po' meno degli raccoglitori di pomodoro in puglia o dei manovali in veneto

sarà...
ma mio fratello è andato lì a far parte dei "pizzaioli, baristi e camerieri sfruttati" e nel giro di una settimana ha avuto tra le mani un contratto a tempo indeterminato a poco meno di 1300 pound...

diciamoci la verità...l'italia era, è e sarà sempre un paese di merda...
quì ti assumono a TI solo per prendere gli incentivi dallo stato e poi dopo qualche annetto, ti danno due calci nel sedere e addio...
ma anche solo per il fatto che almeno lì in UK a fine mese ti pagano (e ti pagano tutto)...non come in italia che se ti va bene ti danno "un anticipo"...

un altro mio fratello ha lavorato per sei anni in italia non riuscendo a mettere da parte praticamente nulla...poi è andato in germania ed in tre settimane ha avuto il contratto a TI e dopo sei mesi (sei mesi) ha avuto addirittura i soldi per sposarsi e fare un bel viaggetto di nozze...
tale e quale come in italia...
2015-08-31 17:58:41
Di gente felice di stare a Toronto, Londra o Chicago non ne conosco.

Beh, non estremizzerei.
Se sei davvero iper-skillato nei settori chiave di questo decennio, all'estero ti pagano a peso d'oro e vivere in una di quelle tre città diventa uno spasso.

Il punto è che per 1 che fa un lavoro specialistico super-retribuito, ce ne sono 10 che vivono dignitosamente e 30 che vivono male.
E non lo dicono, perché sarebbe una doppia sconfitta.

Personalmente, se mi offrissero un posto da associato all'università delle Hawaii, non avrei dubbi per una decina di anni.