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Subject: Crisi economica
La politica mercantilista tedesca ha "segato il ramo" sul quale era seduta la Germania. Come qualcuno scriveva oltre 10 anni fa.
Non c'entra molto il green (che è stata l'arma, non il movente) o il dieselgate (idem) o i dazi (idem). Quelle sono solo le reazioni al fatto che se fai continue guerre commerciali prima o poi il resto del mondo si incazza.
E' stata l'idea di comprimere i salari per puntare a vivere a scrocco del resto del mondo con le esportazioni a produrre il disastro tedesco e uno dei principali fattori della crisi infinita dell'area euro.
Non c'entra molto il green (che è stata l'arma, non il movente) o il dieselgate (idem) o i dazi (idem). Quelle sono solo le reazioni al fatto che se fai continue guerre commerciali prima o poi il resto del mondo si incazza.
E' stata l'idea di comprimere i salari per puntare a vivere a scrocco del resto del mondo con le esportazioni a produrre il disastro tedesco e uno dei principali fattori della crisi infinita dell'area euro.
C'è gente a cui servirebbero i disegnini.
Saranno licenziati tutti: diretti, interinali e a termine. Non ci sarà alcuna distinzione tra i 42 operai della fabbrica Freudenberg di Rho (Mi), colosso tedesco che intende spostare in Slovacchia e negli Stati Uniti la produzione. I loro nomi si aggiungono alla lista delle vittime delle delocalizzazioni che da anni interessano il nostro paese. Dietro la scelta della multinazionale leader nella produzione di filtri industriali c’è, secondo la Cgil, la volontà di “mantenere i margini di profitto fortemente ridotti dopo l’introduzione dei dazi da parte di Trump”.
L’azienda punta anche a ridurre i costi di trasporto. Almeno per quanto riguarda la sede di Hopkinsville nel Kentucky, a cui andrà il grosso della produzione divisa con la slovacca Potvorice. Anche l’incremento dei costi di produzione avrebbe giocato un ruolo chiave per un’azienda che non presenta segnali di crisi né una diminuzione della domanda.
La Fillea CGIL scrive che “al momento la Società ha confermato il contenuto della comunicazione di licenziamento collettivo, rinviando ai prossimi incontri ogni valutazione rispetto alle richieste sindacali”.
L’assemblea dei lavoratori del plesso ha annunciato lo stato di agitazione permanente e già per il 13 novembre, giovedì, è previsto un incontro con l’azienda. Si pretende il mantenimento ad ogni costo, anche con l’utilizzo di ammortizzatori sociali. “Non si può buttare tutto nella spazzatura da un giorno all’altro”, puntualizza ancora Fillea.
Saranno licenziati tutti: diretti, interinali e a termine. Non ci sarà alcuna distinzione tra i 42 operai della fabbrica Freudenberg di Rho (Mi), colosso tedesco che intende spostare in Slovacchia e negli Stati Uniti la produzione. I loro nomi si aggiungono alla lista delle vittime delle delocalizzazioni che da anni interessano il nostro paese. Dietro la scelta della multinazionale leader nella produzione di filtri industriali c’è, secondo la Cgil, la volontà di “mantenere i margini di profitto fortemente ridotti dopo l’introduzione dei dazi da parte di Trump”.
L’azienda punta anche a ridurre i costi di trasporto. Almeno per quanto riguarda la sede di Hopkinsville nel Kentucky, a cui andrà il grosso della produzione divisa con la slovacca Potvorice. Anche l’incremento dei costi di produzione avrebbe giocato un ruolo chiave per un’azienda che non presenta segnali di crisi né una diminuzione della domanda.
La Fillea CGIL scrive che “al momento la Società ha confermato il contenuto della comunicazione di licenziamento collettivo, rinviando ai prossimi incontri ogni valutazione rispetto alle richieste sindacali”.
L’assemblea dei lavoratori del plesso ha annunciato lo stato di agitazione permanente e già per il 13 novembre, giovedì, è previsto un incontro con l’azienda. Si pretende il mantenimento ad ogni costo, anche con l’utilizzo di ammortizzatori sociali. “Non si può buttare tutto nella spazzatura da un giorno all’altro”, puntualizza ancora Fillea.
come prevedibile, se dipendi da mercati esteri importi le loro vicende, se dipendi dal costo del lavoro basso importi manodopera o subisci esternalizzazione.
Il problema in Europa è che non creiamo l'alternativa ai modelli di sfruttamento, mica che poi questi finiscono per sfruttare e buttare le persone!
Il problema in Europa è che non creiamo l'alternativa ai modelli di sfruttamento, mica che poi questi finiscono per sfruttare e buttare le persone!
Mosca e Pechino hanno siglato un memorandum vincolante per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2, che trasporterà 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia alla Cina continentale attraverso la Mongolia, con forniture previste per 30 anni. L’intesa è stata annunciata nella capitale della Repubblica Popolare da Alexej Miller, capo dell'azienda energetica russa Gazprom, al termine dei colloqui tra i capi di Stato Vladimir Putin, Xi Jinping e Ukhnaa Khurelsukh.
Questa ufficialità mi era sfuggita.
Menti di Putin: Uuuuuh quando ci fanno paura le sanzioni buonisteh!!!
Siamo dei coglioni
Questa ufficialità mi era sfuggita.
Menti di Putin: Uuuuuh quando ci fanno paura le sanzioni buonisteh!!!
Siamo dei coglioni
Tranquilli, noi abbiamo le navi col gas liquefatto 5 volte il prezzo... e un inquinamento pari a quello compensato con le auto elettriche.
Tutto questo per alimentare le industrie che dovessero sopravvivere al fallimento e alla migrazione verso gli USA.
Tutto questo per alimentare le industrie che dovessero sopravvivere al fallimento e alla migrazione verso gli USA.