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Subject: Crisi economica
usare i mezzi per le famiglie non è più neanche una scelta, dai
e quindi? lo alzi per pagare di più i trasporti e dovrebbe andare bene??
per chi ha voglia di approfondire e ascoltare una voce non ufficiale sulla crisi e sull'austerità:
libro Micromega
libro Micromega
si interessante
in estrema sintesi si può dire che il problema della Grecia (e dell'Italia) è il clientelismo, il politico di turno offre un impiego e quindi uno stipendio all'amico dell'amico, in cambio del consenso (ma x me sarebbe + corretto parlare di vassallaggio)
col passare dei decenni siamo nella situazione attuale, spesa pubblica fuori controllo, debito pubblico che sfiora i 2k miliardi
a questa gente nn frega un cazzo degli italiani ma a conservare i privilegi da parlamentare o da burocrate in qlc amministrazione
in estrema sintesi si può dire che il problema della Grecia (e dell'Italia) è il clientelismo, il politico di turno offre un impiego e quindi uno stipendio all'amico dell'amico, in cambio del consenso (ma x me sarebbe + corretto parlare di vassallaggio)
col passare dei decenni siamo nella situazione attuale, spesa pubblica fuori controllo, debito pubblico che sfiora i 2k miliardi
a questa gente nn frega un cazzo degli italiani ma a conservare i privilegi da parlamentare o da burocrate in qlc amministrazione
Questa non me la ricordavo...
una battuta di Romano Prodi di un paio di decenni fa: diceva che gli italiani erano veramente dei lavoratori indefessi perché in fondo la legge non chiedeva loro di lavorare per prendere lo stipendio.
Bella! :)
una battuta di Romano Prodi di un paio di decenni fa: diceva che gli italiani erano veramente dei lavoratori indefessi perché in fondo la legge non chiedeva loro di lavorare per prendere lo stipendio.
Bella! :)
dal fattoquotidiano.it
Quelli che: “faremo la spesa con la carriola”
di Alberto Bagnai | 15 agosto 2012
Come ogni ideologia, anche il luogocomunismo rinsalda il consenso col terrore. Che qualcosa suoni falso, nei grandi proclami ideologici, nel grande sogno europeo, i meno sprovveduti lo intuiscono presto. Basta leggere sul Sole 24 Ore le lucide parole di Da Rold: per un paese dell’eurozona, in caso di crisi “non ci sono alternative: o si svaluta la moneta (ma nell’euro non si può più) o si svaluta il salario”. Impeccabile: come ogni economista sa, e come del resto lo stesso “padre dell’euro”, Mundell, tranquillamente ammetteva, lo scopo del gioco, nelle unioni monetarie, è “disciplinare” i lavoratori, scaricando su di essi e solo su di essi il peso degli shock avversi. Il meccanismo funziona alla perfezione, se non fosse per un dettaglio: quando la crisi arriva, anche chi non se ne fosse accorto prima intuisce di aver preso una fregatura. Interviene allora, puntuale come un detonatore svizzero, il terrorismo, per convincerlo che nella trappola è meglio restarci.
Il terrorismo più naif echeggia le parole della nuova guida (rinuncio a tradurre) europea, Angela Merkel: “fuori dall’euro c’è la guerra!” Ma alla guerra, oggi, in Europa, non ci crede più nessuno: tutti pensano che sia ormai una cosa per persone dal colore della pelle diverso dal nostro, una cosa che quindi non ci fa più paura, a casa nostra, di quanta ce ne facciano la malaria o i tifoni.
Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è l’iperinflazione, sarà come a Weimar, andremo a fare la spesa con una carriola di monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia nelle menti degli elettori più ingenui (sperando siano i più numerosi). In queste parole lievemente imprecise certo non può esserci buona fede. Cerchiamo di riportarci almeno un minimo di buon senso:
(1) Tutti concordano sul fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una “nuova lira” (vedi Sapir, Bootle, ecc.). È la cosa più semplice e razionale da fare per facilitare la transizione e per evitare fregature come quella che ci siamo presa con il passaggio dalla lira all’euro (vedi oltre).
(2) Ci sarà una svalutazione, ovvio: usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30% (Bootle).
(3) Come si calcola? Andando a vedere quanta competitività abbiamo perso rispetto al nostro principale partner commerciale (la Germania): il cambio nominale si muoverà per compensare questa perdita. Questo dice la teoria della parità dei poteri d’acquisto, che (giusta o sbagliata che sia) è quella cui fanno riferimento gli stessi mercati nel formulare le loro previsioni. È già successo. Fra 1992 e 1993 la svalutazione fu di circa il 20%, perché nei cinque anni precedenti, quelli seguiti all’ultimo riallineamento dello Sme (1987-91), l’inflazione italiana era stata in media di quattro punti più alta di quella tedesca: come da copione, il cambio recuperò con 5×4=20 punti di svalutazione.
(4) Sarà una catastrofe? No. Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000). Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Qualcuno ricorda carriole in giro per le strade?
(5) L’inflazione aumenterà di 30 punti, arrivando al 33%! No, appunto. Il coefficiente di trasferimento della svalutazione sull’inflazione è di norma molto inferiore a uno. Nel 2000, nonostante l’euro si fosse svalutato di quasi il 30% dall’anno precedente, l’inflazione aumentò di un solo punto (dall’1.6% al 2.6%). Nel 1993 il tasso di inflazione addirittura diminuì di mezzo punto (dal 5% al 4.5%). E la sapete la cosa più divertente? Perfino il prof. Monti ammise che la svalutazione (di circa il 20%) ci aveva fatto bene!
Insomma: l’idea dell’on. Bersani che il giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire, che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6 punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del governo Berlusconi. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più attenzione.
Quelli che: “faremo la spesa con la carriola”
di Alberto Bagnai | 15 agosto 2012
Come ogni ideologia, anche il luogocomunismo rinsalda il consenso col terrore. Che qualcosa suoni falso, nei grandi proclami ideologici, nel grande sogno europeo, i meno sprovveduti lo intuiscono presto. Basta leggere sul Sole 24 Ore le lucide parole di Da Rold: per un paese dell’eurozona, in caso di crisi “non ci sono alternative: o si svaluta la moneta (ma nell’euro non si può più) o si svaluta il salario”. Impeccabile: come ogni economista sa, e come del resto lo stesso “padre dell’euro”, Mundell, tranquillamente ammetteva, lo scopo del gioco, nelle unioni monetarie, è “disciplinare” i lavoratori, scaricando su di essi e solo su di essi il peso degli shock avversi. Il meccanismo funziona alla perfezione, se non fosse per un dettaglio: quando la crisi arriva, anche chi non se ne fosse accorto prima intuisce di aver preso una fregatura. Interviene allora, puntuale come un detonatore svizzero, il terrorismo, per convincerlo che nella trappola è meglio restarci.
Il terrorismo più naif echeggia le parole della nuova guida (rinuncio a tradurre) europea, Angela Merkel: “fuori dall’euro c’è la guerra!” Ma alla guerra, oggi, in Europa, non ci crede più nessuno: tutti pensano che sia ormai una cosa per persone dal colore della pelle diverso dal nostro, una cosa che quindi non ci fa più paura, a casa nostra, di quanta ce ne facciano la malaria o i tifoni.
Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è l’iperinflazione, sarà come a Weimar, andremo a fare la spesa con una carriola di monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia nelle menti degli elettori più ingenui (sperando siano i più numerosi). In queste parole lievemente imprecise certo non può esserci buona fede. Cerchiamo di riportarci almeno un minimo di buon senso:
(1) Tutti concordano sul fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una “nuova lira” (vedi Sapir, Bootle, ecc.). È la cosa più semplice e razionale da fare per facilitare la transizione e per evitare fregature come quella che ci siamo presa con il passaggio dalla lira all’euro (vedi oltre).
(2) Ci sarà una svalutazione, ovvio: usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30% (Bootle).
(3) Come si calcola? Andando a vedere quanta competitività abbiamo perso rispetto al nostro principale partner commerciale (la Germania): il cambio nominale si muoverà per compensare questa perdita. Questo dice la teoria della parità dei poteri d’acquisto, che (giusta o sbagliata che sia) è quella cui fanno riferimento gli stessi mercati nel formulare le loro previsioni. È già successo. Fra 1992 e 1993 la svalutazione fu di circa il 20%, perché nei cinque anni precedenti, quelli seguiti all’ultimo riallineamento dello Sme (1987-91), l’inflazione italiana era stata in media di quattro punti più alta di quella tedesca: come da copione, il cambio recuperò con 5×4=20 punti di svalutazione.
(4) Sarà una catastrofe? No. Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000). Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Qualcuno ricorda carriole in giro per le strade?
(5) L’inflazione aumenterà di 30 punti, arrivando al 33%! No, appunto. Il coefficiente di trasferimento della svalutazione sull’inflazione è di norma molto inferiore a uno. Nel 2000, nonostante l’euro si fosse svalutato di quasi il 30% dall’anno precedente, l’inflazione aumentò di un solo punto (dall’1.6% al 2.6%). Nel 1993 il tasso di inflazione addirittura diminuì di mezzo punto (dal 5% al 4.5%). E la sapete la cosa più divertente? Perfino il prof. Monti ammise che la svalutazione (di circa il 20%) ci aveva fatto bene!
Insomma: l’idea dell’on. Bersani che il giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire, che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6 punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del governo Berlusconi. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più attenzione.
interessantissimo articolo
che ci dice tra le righe cose che spesso vengono taciute:
-le banche italiane producono utili abbondanti in tempi di crisi (quindi gli aiuti vanno ad un settore che non ha crisi)
-il rating delle azioni delle banche non centra nulla con il profitto che genera un'azione..
quindi con cosa centra? Con la loro "sicurezza".
Perchè le ns banche non sono sicure?
Perchè sono imbottite di titoli pubblici ad alto rendimento, quindi se salta il banco saltano pure loro..
Tutto ciò lo affermo per criticare radicalmente le scelte politiche si questa europa, di questo governo (e del precedente). Cosa si è prodotto? Un debito ingestibile (tuttora a tassi insostenibili), contenuto da banche che poi bisogna aiutare perchè han crisi di liquidità.. perchè devono comprare il debito..
nel frattempo all'economia reale i soldi sono stati presi e mai più reimmessi..
il lavoro vale sempre meno, le case valgono sempre meno, i servizi peggiorano e vengono tagliati.
In pratica tutto il costo (presente e futuro) di una crisi che poteva restare finanziaria si è scaricato sui cittadini. Grazie Monti e co.. grazie mille..
che ci dice tra le righe cose che spesso vengono taciute:
-le banche italiane producono utili abbondanti in tempi di crisi (quindi gli aiuti vanno ad un settore che non ha crisi)
-il rating delle azioni delle banche non centra nulla con il profitto che genera un'azione..
quindi con cosa centra? Con la loro "sicurezza".
Perchè le ns banche non sono sicure?
Perchè sono imbottite di titoli pubblici ad alto rendimento, quindi se salta il banco saltano pure loro..
Tutto ciò lo affermo per criticare radicalmente le scelte politiche si questa europa, di questo governo (e del precedente). Cosa si è prodotto? Un debito ingestibile (tuttora a tassi insostenibili), contenuto da banche che poi bisogna aiutare perchè han crisi di liquidità.. perchè devono comprare il debito..
nel frattempo all'economia reale i soldi sono stati presi e mai più reimmessi..
il lavoro vale sempre meno, le case valgono sempre meno, i servizi peggiorano e vengono tagliati.
In pratica tutto il costo (presente e futuro) di una crisi che poteva restare finanziaria si è scaricato sui cittadini. Grazie Monti e co.. grazie mille..
Ho appena dato un esame esattamente su questo, bello vedere che non tutto è teoria inutile :D
giannetto, devi capirmi bene, io non sostengo che sia tutto teoria inutile,
sostengo che non sia una scienza (o meglio è una scienza sociale, cioè una conoscenza che non permette previsioni, poi in realtà sono convinto che la giusta definizione sia "linguaggio", ma questo è un altro discorso)
Poi lavorativamente sono nozioni che hanno dell'utilità (perchè te le puoi rivendere, non perchè ci sia davvero molto lavoro in cui sapere certe cose serve a qualcosa..)
Cmq tornando al mio articolo è interessante particolarmente perchè è uno dei pochi chiari segnali di quanto poco credibile è l'euro oggi (e con esso il nostro debito)
sostengo che non sia una scienza (o meglio è una scienza sociale, cioè una conoscenza che non permette previsioni, poi in realtà sono convinto che la giusta definizione sia "linguaggio", ma questo è un altro discorso)
Poi lavorativamente sono nozioni che hanno dell'utilità (perchè te le puoi rivendere, non perchè ci sia davvero molto lavoro in cui sapere certe cose serve a qualcosa..)
Cmq tornando al mio articolo è interessante particolarmente perchè è uno dei pochi chiari segnali di quanto poco credibile è l'euro oggi (e con esso il nostro debito)
Ehm, forse non mi sono fatto capire io
Non ero ironico con te, sul serio molte cose che faccio rimangono in un cassettino e non saranno ripescate per un po' :)
Non c'era sarcasmo o ironia nei tuoi confronti!
Cmq sì, in sti mesi si decide tutto per l'Euro.
Se le elezioni fossero state già nel 2012, a seconda del risultato, avremmo già potuto vedere risultati drastici
Resta da capire cosa ne pensa Hollande, e la figura che vincerà in Italia (suppongo il leader del PD)
Suppongo che l'Angelona vorrà mantenerlo con tutte le sue forze visto che dall'euro loro guadagnano sempre
(edited)
Non ero ironico con te, sul serio molte cose che faccio rimangono in un cassettino e non saranno ripescate per un po' :)
Non c'era sarcasmo o ironia nei tuoi confronti!
Cmq sì, in sti mesi si decide tutto per l'Euro.
Se le elezioni fossero state già nel 2012, a seconda del risultato, avremmo già potuto vedere risultati drastici
Resta da capire cosa ne pensa Hollande, e la figura che vincerà in Italia (suppongo il leader del PD)
Suppongo che l'Angelona vorrà mantenerlo con tutte le sue forze visto che dall'euro loro guadagnano sempre
(edited)
Bersani non e` esattamente di questo pianeta...
Chi compra i giornali al giorno d`oggi?
Chi compra i giornali al giorno d`oggi?
Eheh, tanti
Cmq dubito che Bersani vinca le primarie, a questo punto direi che da ciò che si legge, lui è tra coloro che vogliono mantenere con vigore l'area euro, che peró sta floppando sempre più
Cmq dubito che Bersani vinca le primarie, a questo punto direi che da ciò che si legge, lui è tra coloro che vogliono mantenere con vigore l'area euro, che peró sta floppando sempre più
io vi riconsiglio la lettura del file micromega che ho postato più in alto in questo 3d.
Da molti elementi di comprensione del nulla cosmico della sx italiana..
Da molti elementi di comprensione del nulla cosmico della sx italiana..
A proposito... quando le fanno le primarie?
Io VOGLIO rimanere nell'Euro perchè è l'unico modo per cui l'Europa può contare qualcosa sullo schacchiere internazionale, chiaramente non dev'essere l'Euro germanocentrico altrimenti è chiaramente meglio uscire ma va fatto di tutto per salvarlo e per togliere potere a delinquenti come la Merkel.
In ogni caso che la rottura dell'Euro sia un disastro immane penso che non dovrebbe essere nemmeno in discussione..
In ogni caso che la rottura dell'Euro sia un disastro immane penso che non dovrebbe essere nemmeno in discussione..