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Subject: Crisi economica

2013-05-04 19:13:48
Un ragazzo ha smontato l’austerity?

Quasi: uno studio che dimostrava i rischi di un debito pubblico elevato è stato criticato da uno studente americano, ma la questione è più complessa di come è stata raccontata

ilpost
2013-05-08 18:39:49
il nostro ultimo lavoro

2013-05-10 15:22:12
2013-05-15 10:09:41
2013-05-15 10:52:16
altro video

2013-05-15 16:04:10
ecco il miracolo tedesco...

in pratica stanno barando..
2013-06-01 18:04:49
ma che idea geniale, come se non ne prendessero già a vagonate...
certo che c'hanno la faccia come il c.




Il Fatto Quotidiano > Economia & Lobby > Banche, Bini Sm...

Banche, Bini Smaghi: “Il sistema creditizio ha bisogno di capitale pubblico”

Il presidente del gruppo pubblico Snam ed ex membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea presenta la sua "ricetta rivoluzionaria" per far ripartire l'economia

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 giugno 2013

”Il sistema bancario ha bisogno di capitale pubblico per stabilizzarsi, almeno temporaneamente. Unica scelta possibile, ma impopolare”. A sostenerlo è stato Lorenzo Bini Smaghi, presidente del gruppo pubblico Snam e già membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, nell’incontro promosso dalla Federazione trentina della cooperazione nell’ambito del Festival dell’Economia a Trento.
2013-06-02 18:49:07
ma basta co ste banche!
ci sta venendo a dire che dopo 5anni!!! ancora le banche son a rischio fallimento????
ma perchè non cominica a dare il buon esempio donand tutte le sue proprietà a una banca e andando a fare l'eremita in un convento?!?!?!?
2013-06-12 21:42:01
(AGENPARL) - Roma, 11 giu - “Chi prende i soldi e scappa dovrebbe prima restituire il maltolto. La Indesit di Fabriano ha annunciato oltre 1400 esuberi tra dirigenti, impiegati e operai, ma nel frattempo sta delocalizzando tutto in Polonia e Turchia. Eppure non si tratta di un’azienda in crisi e il suo titolo in Borsa ha guadagnato circa il 90% nell’ultimo anno”.
Lo denuncia la deputata fabrianese del MoVimento 5 Stelle Patrizia Terzoni, che domani, alle ore 15, interrogherà sulla materia in un Question time il ministro del Lavoro Roberto Giovannini.
“Gli esuberi riguardano le sedi di Fabriano, Comunanza e Caserta – aggiunge Terzoni – mentre già nel 2012 era stato chiuso lo stabilimento di None, in Piemonte. Tuttavia Indesit ha preso diversi milioni di euro di finanziamenti pubblici per l’internazionalizzazione, la ricerca e lo sviluppo. E ora ha scelto di andarsene via – prosegue la parlamentare M5S – Non a caso la dirigenza ha deciso di investire, per esempio, 65 milioni di dollari in Turchia per creare 5mila posti di lavoro lontano dall’Italia”. Terzoni poi attacca: “Sarebbe giusto in questi casi prevedere una sorta di risarcimento per il territorio che viene abbandonato. Se quelli della Indesit vogliono andar via, che vadano pure. Ma dovrebbero lasciare capannoni, mezzi di produzione e progetti in loco, perché si tratta di un frutto dell’intelligenza e dell’impegno collettivo dei lavoratori. Bisognerebbe anzi introdurre – insiste Terzoni – il concetto di danno alla comunità”. Al governo il M5S Camera chiede allora “di promuovere un tavolo di confronto con la dirigenza aziendale, i rappresentanti dei lavoratori e le istituzioni per preservare l’occupazione. Ma, più in generale, vogliamo che l’esecutivo incentivi la sopravvivenza e il rilancio delle attività produttive sul territorio nazionale”, chiarisce la parlamentare del MoVimento.
E Terzoni infine chiude: “Nel 1967 Aristide Merloni diceva che ‘in ogni iniziativa industriale non c’è valore del successo economico se non c’è anche l’impegno nel progetto sociale’. Nel comprensorio fabrianese l’annuncio degli esuberi Indesit rappresenta un ulteriore colpo di mannaia su una realtà che già soffre di un 25% di inoccupati rispetto alla popolazione attiva. Noi lotteremo affinché Indesit possa in qualche modo risarcire il territorio che ha depredato”.
2013-06-13 08:22:26
stanno forse parlando di una forma di protezione del mercato del lavoro???

..ora i seguaci della religione liberista appariranno per sostenere che ciò è male perchè il nostro unico Dio, il Mercato, non approva tali pratiche impure e blasfeme...

2013-06-13 09:28:36
un po' di verità, giusto per non credere al nulla dell'informazione di massa italica:

La data a lungo rimandata ormai è qui: in settimana, la Corte Costituzionale tedesca si riunisce a Karlsruhe per emanare una sentenza che può essere fatale per l’euro, per l’eurozona o per Italia e Spagna, secondo come sarà modulata.

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Lo ricorda sul Telegraph l’ottimo Ambrose Evans-Pritchard che ha intervistato il giurista germanico Udo di Fabio, che fino all’anno scorso è stato membro della Corte tedesca specializzato sull’euro, il quale ha scritto: «Nella misura in cui la Banca Centrale Europea continua ad agire “ultra vires” (oltre il suo mandato: in Germania s’insegna ancora il latino,ndr) , e queste violazioni sono prolungate e gravi, la Corte deve decidere se la Germania può, in base alla sua costituzione, restare un membro della unione monetaria».

Se la posizione dell’ex membro Di Fabio è condivisa da 5 degli 8 togati di Karlsruhe, sarebbe una dichiarazione di illegalità del macchinario di salvataggio della moneta unica messo in atto da Mario Draghi, precisamente lo ESM (European Stability Mechanism) da 500 miliardi di euro di fondi di salvataggio, usati per comprare tonnellate di titoli di debito pubblico italiano e spagnolo, o l’Outright Monetary Transactions (OMT) che un anno fa ha calmato la crescita stratosferica dello spread sui nostri Bot e Btp, e sui bonos ispanici, calmando i «mercati» (di fatto scavalcati) e riducendo il rischio di una frattura nell’eurozona.

Secondo 37 mila cittadini tedeschi, fra cui esponenti politici, docenti universitari ed economisti euroscettici, che hanno presentato denuncia alla Corte, la BCE ha superato il suo mandato finanziando i deficit di Stati fallimentari.

Di Fabio, in un suo discorso alla Fondazione Tedesca delle Imprese Familiari, ha spiegato che la Corte non ha gli strumenti «procedurali» per obbligare la BCE a cambiare strada; può però emettere una «dichiarazione» con sapore di ultimatum: se la BCE insiste a comprare buoni del tesoro del Club Med, allora la Corte ha il potere di vietare alla Bundesbank, la Banca Centrale tedesca, di contribuire al salvataggio. Sarebbe la fine dell’euro, con (l’auspicabile) uscita della Germania.

La Bundesbank, con il suo capo Jens Weidmann, non aspetta altro. Weidmann già a dicembre ha inviato alla corte di Karlsruhe una relazione che accusa Draghi, e la sua promessa di fare «tutto il necessario», come una violazione dell’indipendenza della BCE e dei principii fondamentali su cui è stata fondata la Banca. La quale, ha scritto testualmente Weidmann, «non ha il mandato legale per mantenere l’attuale composizione della unione monetaria».

Ma lo farà la Corte di Karlsruhe? Lo stesso Di Fabio ha ammesso che gli otto giudici non premeranno «il pulsante d’uscita», perché sono «a favore dell’integrazione»; ma può bloccare l’acquisto di buoni del tesoro di Spagna e Italia ed altri «periferici», il che otterrebbe lo stesso risultato: di colpo lo spread risalirebbe alle stelle, la crisi dell’eurozona si arroventerebbe all’istante e Italia e Spagna, costrette a mendicare fondi ai «liberi mercati», tornerebbero ad essere in virtuale bancarotta, e sullo scivolo d’uscita dall’euro: uscita caotica, disordinata e catastrofica. È solo l’OMT che ci tiene nell’euro, a prezzo della nostra miseria crescente collettiva.

Questo atteggiamento rivela l’ambiguità fondamentale che cova nella superpotenza germanica: tentata di uscire dall’euro, ma dandone la colpa agli altri; e ben conscia che è il solo Paese a godere i vantaggi dell’euro, finché non sia chiamata a pagare il conto della perdita di competitività, e del conseguente declino, che ha inflitto ai Paesi periferici.

Evans-Pritchard ricorda giustamente che nel 2009, con una storica pronuncia, la Corte Costituzionale tedesca ha sancito la sovranità germanica sopra l’Unione Europea: l’ha fatto accettando sì il Trattato di Lisbona ossia ratificandolo nel proprio diritto nazionale, ma sancendo nello stesso tempo che sono gli Stati membri ad essere «Padroni dei Trattati», e non i trattati europei padroni degli Stati. Sono infatti i parlamenti democraticamente eletti la autorità legittima. Il che significa, per quanto riguarda la Germania, che essa ha il dovere di «rigettare ulteriori partecipazioni all’Unione Europea» se il macchinismo eurocratico mina e minaccia i poteri del Bundestag, il parlamento eletto. (Chi vuol saperne di più veda Karlsruhe Constitutional Judgment on the Lisbon Treaty)

Tutti gli altri Stati europei hanno accettato Lisbona senza questa condizione. La sola è stata la Germania, che da questo momento è diventata il solo Stato sovrano rimasto, e «padrone» della UE, visto che ha dichiarato la supremazia della sua Costituzione (Grundgesetz) sulle leggi europoidi che gli altri devono accettare, essendosi legati le mani.

È qualcosa che andrebbe continuamente ricordato ai nostri politici che giurano amore immutabile alla «Costituzione più bella del mondo», e l’hanno svenduta – e continuano a demolirla – assoggettandola all’eurocrazia che nessuno ha eletto, ed obbedendo a tutte le cervellotiche ingiunzioni dei Barroso, Rehn e comesischiamano.

Potevano almeno, i nostri politici tanto europeisti, far notare che la Germania, la sola ad accettare il trattato di Lisbona sub condicione, si era resa lo Stato «più uguale degli altri», e di fatto il padrone di tutti gli altri? E che la Unione Europea era divenuta la orwelliana «Fattoria degli animali», dove tutti sono uguali ma – appunto – i maiali un po’ di più? Potevano obiettare che questo era ormai un mostro giuridico, e difendere la Costituzione-più-bella-del mondo?

Potevano. Non l’hanno fatto. Sicché siamo appesi al filo della Corte di Karlsruhe, che deciderà il nostro destino.

Il peggio è che siamo appesi alla perdurante ambiguità tedesca, che ci vuole «dentro» l’euro ma in punizione perpetua, fino al giorno in cui deciderà che non le conviene più restarci. Già nel settembre scorso i suoi giudici costituzionali hanno ripetuto il loro «sì, ma però» con una sentenza dello scorso settembre : rigettò una richiesta di suoi cittadini che volevano far dichiarare illegale lo ESM di Draghi, ma nello stesso tempo hanno limitato la contribuzione tedesca allo ESM a 190 miliardi di euro. Vietò al Bundestag, il solo parlamento eletto e quindi democraticamente sovrano, di «accettare passività derivate da decisioni di altri Stati».

Una decisione di grande buonsenso giuridico, che tutti dovremmo invidiare : ma di fatto, ha silurato ogni speranza di emissione di eurobond, di messa in comune del debito e di unione di bilancio, ossia tutte le cose in cui vacuamente sperano i politicanti italioti.

A settembre la Corte di Karlsruhe ha sancito che il Bundestag non può alienare all’organismo UE i suoi poteri di tassare e spendere, perché con ciò minerebbe la democrazia tedesca. Il suo presidente Andreas Vosskuhle sentenziò, in quell’occasione, che la Germania ha raggiunto il limite dell’integrazione UE, e che ogni altro passo verso una più stretta integrazione richiederebbe «una nuova costituzione», che a sua volta dovrebbe essere approvata da referendum.

Decisamente, i nostri politicanti, quando esaltano la Costituzione più bella del mondo, dovrebbero precisare che non è quella di Benigni, ma intendono quella della Repubblica Federale Tedesca. Avessimo noi dei giudici costituzionali così...

BUONSENSO A LONDRA – Il ministro alla Giustizia Chris Grayling , ha esplicitamente dichiarato «folli» le politiche sul lavoro messe in atto dalla Commissione Europea, che sta affondando milioni di posti di lavoro ed ogni prospettiva d crescita. «Molta gente importante a Bruxelles non vive nel mondo reale», ha detto il ministro britannico, «sono prigioniere di un dogma, secondo cui la sola soluzione ad ogni problema è ancor più regolazione europea». Questo, in un periodo di enorme disoccupazione di massa nella zona, rischia di scatenare estremismi di ogni sorta.

Ricordiamo: la disoccupazione è del 27% in Grecia, del 26,8 in Spagna, sta fulmineamente salendo agli stessi livelli in Italia (grazie al tecnico Monti che ha accelerato il collasso), dove la disoccupazione dei giovani è sul 38%; mentre in Gran Bretagna – che come fondamentali è messa male quanto la Spagna – è del 7,8%. Non occorre indovinare qual è la moneta che fa la differenza.

«La mancanza di credito è quella che impedisce la ripresa in Europa»: l’ha detto António Borges, un ex direttore europeo del Fondo Monetario Internazionale, attualmente docente di Economia a Lisbona: secondo Borges, litigare sull’austerità distoglie l’attenzione da un altro punto: le banche in rovina non fanno prestiti, perché non sono in grado di farli.

Il perché l’ha spiegato Klaas Knot, il presidente della Banca centrale Olandese. Sostanzialmente: A differenza degli Stati Uniti, l’Europa non ha voluto ricapitalizzare le sua grandi banche in seguito alla crisi finanziaria del 2007-09. Invece, i politici scommesso che la ripresa economica avrebbe sollevato la redditività delle istituzioni finanziarie, consentendo loro di aumentare le proprie riserve di capitale nel corso del tempo. È ormai chiaro che questa strategia è fallita. Per questo la zona euro è in una nuova recessione (aggravata da austerità imposta e – per l’Italia, iper-tassazione e parassitismo pubblico di massa). (Europe’s banks must be recapitalized)

Secondo Knot, le quotazioni depresse di molte banche segnalano quanto siano malate. In media, il valore di mercato rispetto al valore di libro delle banche europee ora è di circa 0,50. Questo indica che le banche hanno notevoli perdite occulte sui loro libri. Klaas Knot ha rilevato che il ripristino di bilanci delle banche è un requisito fondamentale per la ripresa economica. Per facilitare questo processo, ha detto, èessenziale per creare la trasparenza circa le perdite del settore bancario e di avere una risoluzione ordinata delle attività in perdita. Senza questo, le banche rimarranno restrittive nel fare nuovi prestiti.

Invece in Europa, i politici – in combutta con i capi delle grandi banche – hanno nascosto la rumenta sotto il tappeto: più precisamente, hanno sì fatto che le banche venissero ricapitalizzate, ma ciò non è avvenuto mediante l’emissione di nuove azioni, bensì versando il patrimonio. L’emissione di nuove azioni avrebbe fatto infatti perdere il controllo ai caporioni-azionisti che hanno nel libro-paga i politicanti; un pericolo che hanno voluto evitare ad ogni costo. Hanno dato alle banche soldi dei contribuenti, e Draghi (il capo dei capi) ha fornito l’enorme fiumana di soldi - il famoso trilione – alle banche, le quali però comprano Bot e Bund tedeschi («sicuri», ancorché a interessi sotto lo zero) anziché finanziare le imprese private.

Ne consegue che tutte le politiche «per il lavoro» del governo Letta – defiscalizzazione per le imprese che «assumono giovani» (le voglio vedere), miserabili detrazioni per chi compra cucine e rifà il bagno – sono pannicelli caldi. Tutto inutile finché le banche non fanno credito, sedute sulle loro perdite occultate per non perdere il potere. Il credit crunch non fa che aggravarsi, mentre le sofferenze bancarie non fanno che aumentare (+22% ad aprile!). E chi volete che assuma «i giovani» se la banca non gli fa i fidi? La soluzione è quella che indica il centro studi «Scenari Economici Feed», che mi limito a riportare:

«Ricapitalizzare il sistema bancario – Fare trasparenza sui bilanci delle banche, facendo emergere le perdite e passività reali nei bilanci. Ridurre il peso delle banche sul sistema finanziario, ed incentivata l’azione delle imprese a raccogliere fondi da emissioni obbligazionarie – Eliminare le demenziali tassazioni sulle transazioni finanziarie (la Tobin Tax, applicata in questo moment di denaro scarso e mercati fermi, è infatti semplicemente folle).
2013-06-13 19:18:54
mi domando, ma se la corte costituzionale tedesca boccia l'attività della bce, il risultato è che la germania si ritira dall'euro?
no perchè se così fosse sarebbe veramente da festeggiare alla grande!

altro inciso, chiedo lumi a chi ne sa di più (come elpupe e soprattutto pinkerton) sulla situazione giapponese e la Abenomics
da profano mi pare che per ora sia solo una bolla: prima crescita del nikkei del 60% o giù di lì fino a segnare il nuovo record storico, il tutto senza fondamento reale, e adesso rapido sgonfiamento x portare a casa tanti guadagni facili e lasciare col cerino in mano i soliti piccoli investitori. nel frattempo l'econoomia reale si è mossa in qualche direzione o è sempre stagnante?
2013-06-14 08:29:45
sono riusciti a fare muovere l'inflazione.
sono riusciti a fare risalire il pil stagnante da anni.
sono però in difficoltà nel fare ripartire gli investimenti, la sensazione da profano è che la gran parte del quantitative easing sia finito nei circuiti finanziari ed alimenti le bolle (per lo più fuori dal giappone, dato che da loro i soldi "costano poco" spesso vengono presi in prestito li ed utilizzati altrove, dove sono più redditizi..)
2013-06-14 12:32:14
Io guardo più a "casa nostra"...e mi vengono i brividi. Davvero
Qui si parla di aumentare di un punto l'IVA...con tutta la merda ancora da spalare questi pensano all'IVA. Si sono accorti che il gettito delle tasse è in negativo. Strano, le aziende stanno fiorendo come non mai...l'IVa la possono portare anche al 50%...se non vendo/consumo/investo la puoi metter anche all'84%...è un gettito che non ti entra.
Ma io sono solo un povero piccolo imprenditore evasore e queste cose non le posso capire...nel frattempo nel giro di 3 mesi nella mia via hanno chiuso 4 attività (che andavano avanti da decenni e che comunque "mantenevano" una decina di famiglie...)

Invece di mettere mano sul serio alle spese LORO (Nuovo record per il debito pubblico - Come si evince dai dati di Via Nazionale, il debito pubblico è tornato a correre a marzo ed aprile dopo la breve pausa di febbraio, quando era sceso a 2.017,6 miliardi dai 2.022,7 di gennaio. Per tutto il 2013 il debito pubblico si è comunque mantenuto stabilmente sopra la soglia dei 2.000 miliardi, dopo la temporanea discesa a 1.988,6 miliardi di dicembre.), aumentano l'IVA...poi il ministro dell'economia se la prende se lo fischiano...è già tanto che non gli mettono le mani addosso...
(edited)
2013-06-14 12:46:18
la penso come te.
tutti i commercialisti-ragionieri-imprenditori che ho sentito in questi mesi hanno avvertito che questo ulteriore aumento dell'iva sarà la mazzata finale
2013-06-14 12:51:31
Si sono accorti che il gettito delle tasse è in negativo. Strano, le aziende stanno fiorendo come non mai...l'IVa la possono portare anche al 50%...se non vendo/consumo/investo la puoi metter anche all'84%...è un gettito che non ti entra.

E' quello che sostengo da quanndo ho l'uso della ragione sulla tassazione in Italia! Possibile che nessuno se ne accorga???