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Subject: Crisi economica
Se vuoi la mia opinione (che è un'altra cosa rispetto al "fatto" della tragedia dell'euro), la mia opinione è che le istituzione finanziarie private vanno: divise per dimensione, per tipo di business (risparmio/prestito vs investimento), REGOLATE e TASSATE duramente nei profitti.
Anticipo l'obiezione: chi se ne frega se "i capitali scappano", la mia opinione è che è un male minore.
con me sfondi una porta aperta, son d'accordissimo su questo punto!
invece il rapporto tra monete, stati e disuguaglianze tra aree economiche temo che ci porti fuori strada a rispolverare il 3d "indipendenza" ;)
Anticipo l'obiezione: chi se ne frega se "i capitali scappano", la mia opinione è che è un male minore.
con me sfondi una porta aperta, son d'accordissimo su questo punto!
invece il rapporto tra monete, stati e disuguaglianze tra aree economiche temo che ci porti fuori strada a rispolverare il 3d "indipendenza" ;)
x una volta mi trovo in buon accordo con la sua analisi.
la quale per altro evita di sottolineare una cosa importante: al di là dei politici complici, c'è una grossa fetta nostrana (leggi confindustria) che da sempre lotta x la cinesizzazione del lavoro in italia.
la quale per altro evita di sottolineare una cosa importante: al di là dei politici complici, c'è una grossa fetta nostrana (leggi confindustria) che da sempre lotta x la cinesizzazione del lavoro in italia.
Vi segnalo il nostro ultimo video, sempre a metà tra il formativo e l'informativo.
e mentre qua in europa continuiamo a farci del male da soli, o meglio a farci male x far contenti i crucchi, in giro x il mondo si pianifica il nuovo cataclisma finanziario: wall street supera il precedente massimo assoluto e gli "eretici" come l'argentina vengono processati.
scusatemi, ma quando l'argentina ha dichiarato default e rinegoziato il rimborso del suo debito non era un accordo del tipo " o ci stai alle mie condizioni o perdi tutto?" ma soprattutto come può un tribunale di new york (usa) avere competenza su titoli di stato dell'argentina? a me sembra totalmente assurdo!
(cazzo ma prima o poi sti fondi azionari riusciranno a mettere a punto un software che mandi in default simultaneo tutti gli stati del pianeta!)
scusatemi, ma quando l'argentina ha dichiarato default e rinegoziato il rimborso del suo debito non era un accordo del tipo " o ci stai alle mie condizioni o perdi tutto?" ma soprattutto come può un tribunale di new york (usa) avere competenza su titoli di stato dell'argentina? a me sembra totalmente assurdo!
(cazzo ma prima o poi sti fondi azionari riusciranno a mettere a punto un software che mandi in default simultaneo tutti gli stati del pianeta!)
pianifica il nuovo cataclisma finanziario: wall street supera il precedente massimo assoluto e gli "eretici" come l'argentina vengono processati.
L'argentina è si eretica. Però sta facendo lo stesso errore dell'area euro per le economie "deboli". Il peso è mantenuto artificialmente alto e invece di svalutare regalano soldi a destra e sinistra per abbassare l'inflazione.
Dovrebbe invece svalutare e così facendo recuperare competitività con le esportazioni e dunque diminuire la disoccupazione.
Invece di fare questo usano i soldi non per investimenti ma per sussidi e questo è il risultato.
Fino a quando governava il marito della attuale presidente l'argentina andava bene. Il peso forte sta condannando l'argentina.
Questo per far capire che TUTTE le economie per facilitare le esportazioni necessitano di moneta "debole" per le quotazioni.
L'euro è un marco debole che permette alla Germania di esportare a go-go, ma per noi è una moneta troppo forte che non rispecchia il reale andamento economico della bilancia commerciale.
L'argentina è si eretica. Però sta facendo lo stesso errore dell'area euro per le economie "deboli". Il peso è mantenuto artificialmente alto e invece di svalutare regalano soldi a destra e sinistra per abbassare l'inflazione.
Dovrebbe invece svalutare e così facendo recuperare competitività con le esportazioni e dunque diminuire la disoccupazione.
Invece di fare questo usano i soldi non per investimenti ma per sussidi e questo è il risultato.
Fino a quando governava il marito della attuale presidente l'argentina andava bene. Il peso forte sta condannando l'argentina.
Questo per far capire che TUTTE le economie per facilitare le esportazioni necessitano di moneta "debole" per le quotazioni.
L'euro è un marco debole che permette alla Germania di esportare a go-go, ma per noi è una moneta troppo forte che non rispecchia il reale andamento economico della bilancia commerciale.
dal sito:
Phastidio.net
Andrà molto peggio, prima di andare meglio
La spina di un sistema guasto
Thursday, 18 July, 2013
in Economia & Mercato, Famous Last Quotes, Italia, Unione Europea
Oggi, nel corso della cerimonia del Ventaglio, al Quirinale, il presidente della Repubblica ha ricordato ai partiti (segnatamente a quelli che compongono la maggioranza di governo) che la situazione resta critica, e serve pertanto stabilità. Il problema è, come sempre nella storia italiana, che stabilità è termine di antica osservanza andreottian-democristiana, che in una depressione economica come l’attuale rischia di esserci fatale.
Giorgio Napolitano ha aperto il proprio intervento ricordando ai partiti che quello che “deve anche oggi avere il primo posto nella nostra attenzione collettiva, è la criticità delle condizioni economiche e sociali del nostro Paese”, ma ha anche puntualizzato che “la crisi è grave ma no a catastrofismi”. Subito dopo, forse ritenendo di essere stato troppo rassicurante, ha però ammonito che “se viene messa a repentaglio la continuità di questo governo”, “i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”.
A dire il vero, il governo sinora si è limitato ad agire “per rinvio”, soprattutto sulle tasse, oppure con interventi al margine che non rappresentano in alcun caso una discontinuità, oltre a produrre aumenti striscianti di pressione fiscale, persino laddove i fabbisogni aggiuntivi risultano molto contenuti, come per la copertura decennale al Decreto del Fare, quantificata in 600 milioni di euro. Sul piano internazionale, Napolitano ritiene che il governo Letta, in soli due mesi e mezzo, abbia saputo guadagnarsi “riconoscimenti e apprezzamenti per la sua capacità di iniziativa e di proposta”. Può essere, ma se ci riferiamo ai fondi comunitari per la disoccupazione giovanile, esiste un’elevata probabilità che la maggiorazione di dotazione finanziaria (che resta del tutto insufficiente ma anche inefficace, se la policy macroeconomica europea non cambierà) sarebbe comunque avvenuta.
Bisogna certamente riconoscere che questo governo si trova ad agire in condizioni non solo molto gravi ma pure surreali. Ad esempio, è ostaggio delle pulsioni propagandistiche del Pdl. Il quale, dopo un decennio di miserabili fallimenti in politica economica, ha deciso che è giunto il momento di tagliare la pressione fiscale, senza fornire uno straccio di proposte di copertura, “perché quelle spettano a Saccomanni”; il quale però agli occhi del Pdl sbaglia qualunque cosa faccia, ad esempio quando ricorda che il Pil del paese continua a contrarsi, e pure con velocità di caduta in accelerazione, e quindi è difficile tagliare tasse quando si aprono nuovi buchi. Poi, il governo è destabilizzato dal cupio dissolvi del Partito democratico, che le spara assai meno grosse del Pdl ma è in campagna congressuale permanente e subisce pure una feroce forza centrifuga per opera di suggestioni a creare improbabili alleanze etico-gabelliere con Sel mentre c’è ancora qualcuno, tra i Dems, che si illude sia possibile creare alleanze con la setta chiamata M5S. Il tutto nella più completa assenza di proposte di politica economica che siano anche solo lontanamente praticabili e non rigorosamente confinate alla sfera onirica.
Troncare, sopire, mediare, in attesa delle elezioni tedesche. Che tuttavia saranno un non-evento a prescindere dagli esiti. Chiunque governi a Berlino, fermo restando che le dimensioni della crisi ormai impediscono di attuare interventi “risolutivi”, a meno di trasformare la Bce in una copia della Fed, nel 2014 si troverà sulla scrivania il dossier di una ulteriore ristrutturazione del debito greco, questa volta con costi a carico dei contribuenti europei, visto che i privati sono già stati colpiti, per ben due volte. Molto probabile un esito traumatico anche per il Portogallo dove in questi giorni, su spinta del presidente della Repubblica, si tenta la Grande Coalizione pur sapendo che servirà comunque a ben poco, e che potrebbe addirittura far precipitare la situazione.
Bisognerebbe tuttavia essere consapevoli che, pur avendo sinora fatto assai poco di sostanziale, il nostro governo è in grado di incidere poco sulla realtà, dati i vincoli “esterni” di cui sopra; e se pure riuscisse a produrre provvedimenti razionali e mirati sarebbe comunque un contributo del tutto limitato, visto che le forze che determinano la crisi o la stabilizzazione sono ben più forti di quanto un singolo paese riesca a fare, da solo. Tutto ciò premesso, il comportamento dei partiti italiani, in una simile contingenza, sembra indicare l’assenza più completa di consapevolezza della gravità della situazione o, più verosimilmente, un mix tra analfabetismo economico e cinismo elettoralistico, dove quest’ultimo trae comunque alimento dal primo.
Attendendo un’esile ripresa, sinora sempre spostata più in là nel tempo, in Eurozona prevale quindi una condizione di animazione sospesa, e questa condizione riguarda tutti gli esecutivi, soprattutto quelli di paesi in crisi profonda: Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Occorre farsi trovare istituzionalmente pronti e composti, quando “qualcosa” accadrà. Ecco perché Napolitano suggerisce che non è più tempo per gli stucchevoli tatticismi che da sempre minano questo paese di parolai compulsivi, guaritori da televendite ma soprattutto irriformatori irredimibili. Torna quindi la metafora un po’ logora della spina da non toccare, pur impreziosita da uno sferzante richiamo alla realtà, acerrima nemica delle rane di Fedro:
«Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese»
Facciamo pure così, ma cerchiamo di avere anche consapevolezza che la spina alimenta un’apparecchiatura che semplicemente non funziona.
Phastidio.net
Andrà molto peggio, prima di andare meglio
La spina di un sistema guasto
Thursday, 18 July, 2013
in Economia & Mercato, Famous Last Quotes, Italia, Unione Europea
Oggi, nel corso della cerimonia del Ventaglio, al Quirinale, il presidente della Repubblica ha ricordato ai partiti (segnatamente a quelli che compongono la maggioranza di governo) che la situazione resta critica, e serve pertanto stabilità. Il problema è, come sempre nella storia italiana, che stabilità è termine di antica osservanza andreottian-democristiana, che in una depressione economica come l’attuale rischia di esserci fatale.
Giorgio Napolitano ha aperto il proprio intervento ricordando ai partiti che quello che “deve anche oggi avere il primo posto nella nostra attenzione collettiva, è la criticità delle condizioni economiche e sociali del nostro Paese”, ma ha anche puntualizzato che “la crisi è grave ma no a catastrofismi”. Subito dopo, forse ritenendo di essere stato troppo rassicurante, ha però ammonito che “se viene messa a repentaglio la continuità di questo governo”, “i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”.
A dire il vero, il governo sinora si è limitato ad agire “per rinvio”, soprattutto sulle tasse, oppure con interventi al margine che non rappresentano in alcun caso una discontinuità, oltre a produrre aumenti striscianti di pressione fiscale, persino laddove i fabbisogni aggiuntivi risultano molto contenuti, come per la copertura decennale al Decreto del Fare, quantificata in 600 milioni di euro. Sul piano internazionale, Napolitano ritiene che il governo Letta, in soli due mesi e mezzo, abbia saputo guadagnarsi “riconoscimenti e apprezzamenti per la sua capacità di iniziativa e di proposta”. Può essere, ma se ci riferiamo ai fondi comunitari per la disoccupazione giovanile, esiste un’elevata probabilità che la maggiorazione di dotazione finanziaria (che resta del tutto insufficiente ma anche inefficace, se la policy macroeconomica europea non cambierà) sarebbe comunque avvenuta.
Bisogna certamente riconoscere che questo governo si trova ad agire in condizioni non solo molto gravi ma pure surreali. Ad esempio, è ostaggio delle pulsioni propagandistiche del Pdl. Il quale, dopo un decennio di miserabili fallimenti in politica economica, ha deciso che è giunto il momento di tagliare la pressione fiscale, senza fornire uno straccio di proposte di copertura, “perché quelle spettano a Saccomanni”; il quale però agli occhi del Pdl sbaglia qualunque cosa faccia, ad esempio quando ricorda che il Pil del paese continua a contrarsi, e pure con velocità di caduta in accelerazione, e quindi è difficile tagliare tasse quando si aprono nuovi buchi. Poi, il governo è destabilizzato dal cupio dissolvi del Partito democratico, che le spara assai meno grosse del Pdl ma è in campagna congressuale permanente e subisce pure una feroce forza centrifuga per opera di suggestioni a creare improbabili alleanze etico-gabelliere con Sel mentre c’è ancora qualcuno, tra i Dems, che si illude sia possibile creare alleanze con la setta chiamata M5S. Il tutto nella più completa assenza di proposte di politica economica che siano anche solo lontanamente praticabili e non rigorosamente confinate alla sfera onirica.
Troncare, sopire, mediare, in attesa delle elezioni tedesche. Che tuttavia saranno un non-evento a prescindere dagli esiti. Chiunque governi a Berlino, fermo restando che le dimensioni della crisi ormai impediscono di attuare interventi “risolutivi”, a meno di trasformare la Bce in una copia della Fed, nel 2014 si troverà sulla scrivania il dossier di una ulteriore ristrutturazione del debito greco, questa volta con costi a carico dei contribuenti europei, visto che i privati sono già stati colpiti, per ben due volte. Molto probabile un esito traumatico anche per il Portogallo dove in questi giorni, su spinta del presidente della Repubblica, si tenta la Grande Coalizione pur sapendo che servirà comunque a ben poco, e che potrebbe addirittura far precipitare la situazione.
Bisognerebbe tuttavia essere consapevoli che, pur avendo sinora fatto assai poco di sostanziale, il nostro governo è in grado di incidere poco sulla realtà, dati i vincoli “esterni” di cui sopra; e se pure riuscisse a produrre provvedimenti razionali e mirati sarebbe comunque un contributo del tutto limitato, visto che le forze che determinano la crisi o la stabilizzazione sono ben più forti di quanto un singolo paese riesca a fare, da solo. Tutto ciò premesso, il comportamento dei partiti italiani, in una simile contingenza, sembra indicare l’assenza più completa di consapevolezza della gravità della situazione o, più verosimilmente, un mix tra analfabetismo economico e cinismo elettoralistico, dove quest’ultimo trae comunque alimento dal primo.
Attendendo un’esile ripresa, sinora sempre spostata più in là nel tempo, in Eurozona prevale quindi una condizione di animazione sospesa, e questa condizione riguarda tutti gli esecutivi, soprattutto quelli di paesi in crisi profonda: Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Occorre farsi trovare istituzionalmente pronti e composti, quando “qualcosa” accadrà. Ecco perché Napolitano suggerisce che non è più tempo per gli stucchevoli tatticismi che da sempre minano questo paese di parolai compulsivi, guaritori da televendite ma soprattutto irriformatori irredimibili. Torna quindi la metafora un po’ logora della spina da non toccare, pur impreziosita da uno sferzante richiamo alla realtà, acerrima nemica delle rane di Fedro:
«Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese»
Facciamo pure così, ma cerchiamo di avere anche consapevolezza che la spina alimenta un’apparecchiatura che semplicemente non funziona.
Facciamo pure così, ma cerchiamo di avere anche consapevolezza che la spina alimenta un’apparecchiatura che semplicemente non funziona.
vaglielo a spiegare a napolitano :(
non funzionava il governo berlusconi, non ha funzionato il governo moonti, non sta funzionando il governo letta, non funzionerà il futuro governo qualunque esso sarà fsse pure un governo del m5s
ma cosa deve accadere prima di svegliarsi e ammettere che lo stato italiano non funziona a prescindere da tutto?!
vaglielo a spiegare a napolitano :(
non funzionava il governo berlusconi, non ha funzionato il governo moonti, non sta funzionando il governo letta, non funzionerà il futuro governo qualunque esso sarà fsse pure un governo del m5s
ma cosa deve accadere prima di svegliarsi e ammettere che lo stato italiano non funziona a prescindere da tutto?!
rilancio qui la polemica anti-euro che si stava sviluppando nel 3d politica (da cui mi sono autobannato a vita):
volevo una vostra riflessione: l'euro è sempre e comunque un male (come ritiene in estrema sinntesi elpupe)?
oppure l'euro è una idea utopica che è stata applicata in modo sbagliato (come il comunismo che in russia è diventato dittatura di lenin e poi stalin)?
volevo una vostra riflessione: l'euro è sempre e comunque un male (come ritiene in estrema sinntesi elpupe)?
oppure l'euro è una idea utopica che è stata applicata in modo sbagliato (come il comunismo che in russia è diventato dittatura di lenin e poi stalin)?
sono cose troppo tecniche, ci sono economisti che ti possono dire una cosa ed altri un'altra, non ci si può mai avventurare in discussioni così profonde senza aver studiato tutte le teorie della moneta unica, passando per friedman, keynes, il free banking e quant'altro, senza aver svolto analisi econometriche o altro
questo lo dico perchè noi siamo il regno, anzi la repubblica, in cui tutti sanno tutto e gli altri non sanno un ca...
io faccio mia la citazione di socrate, so di non sapere, e da qui parto
per quella che può essere la mia opinione non autorevole e per quello che ho studiato, poco o tanto che sia, a fondo la materia posso dire che:
la moneta unica dà vantaggi incerti nel lungo periodo e svantaggi certi nel breve periodo, hanno fatto un paper due economisti dei quali non ricordo il nome su questo oggetto
la politica monetaria e la politica fiscale devono andare di pari passo anche a livello di autonomia, non può esserci autonomia fiscale e una sola politica monetaria, serve coordinazione o frammentazione, le vie di mezzo non vanno bene
l'obiettivo unico della BCE è sballato, il solo obiettivo di inflazione non basta. la FED persegue anche l'obiettivo occupazionale (e si vede) aumentando quindi la domanda aggregata senza far troppe manfrine tipo quantitative easing o altro
la BCE deve essere indipendente, ma indipendente sul serio
con questi presupposti si può valutare una unione monetaria seria, senza non è neanche possibile considerarla
questo lo dico perchè noi siamo il regno, anzi la repubblica, in cui tutti sanno tutto e gli altri non sanno un ca...
io faccio mia la citazione di socrate, so di non sapere, e da qui parto
per quella che può essere la mia opinione non autorevole e per quello che ho studiato, poco o tanto che sia, a fondo la materia posso dire che:
la moneta unica dà vantaggi incerti nel lungo periodo e svantaggi certi nel breve periodo, hanno fatto un paper due economisti dei quali non ricordo il nome su questo oggetto
la politica monetaria e la politica fiscale devono andare di pari passo anche a livello di autonomia, non può esserci autonomia fiscale e una sola politica monetaria, serve coordinazione o frammentazione, le vie di mezzo non vanno bene
l'obiettivo unico della BCE è sballato, il solo obiettivo di inflazione non basta. la FED persegue anche l'obiettivo occupazionale (e si vede) aumentando quindi la domanda aggregata senza far troppe manfrine tipo quantitative easing o altro
la BCE deve essere indipendente, ma indipendente sul serio
con questi presupposti si può valutare una unione monetaria seria, senza non è neanche possibile considerarla
..è sempre e comunque..
Consigliandoti di leggere "L'arte d ottenere ragione", ti anticipo che, quando si generalizza in codesta maniera, non si vuol discutere, si vuole solo provare ad aver ragione.
come ritiene in estrema sintesi elpupe
Altro errore: stai estremizzando, ovvero rendendo le cose come non sono.
dittatura di lenin e poi stalin
Qui, giusto per conoscenza, sappi che la dittatura fu di Stalin, non di Lenin.
Insomma, 6 righe e 3 cavolate, andiamo bene :)
(edited)
Consigliandoti di leggere "L'arte d ottenere ragione", ti anticipo che, quando si generalizza in codesta maniera, non si vuol discutere, si vuole solo provare ad aver ragione.
come ritiene in estrema sintesi elpupe
Altro errore: stai estremizzando, ovvero rendendo le cose come non sono.
dittatura di lenin e poi stalin
Qui, giusto per conoscenza, sappi che la dittatura fu di Stalin, non di Lenin.
Insomma, 6 righe e 3 cavolate, andiamo bene :)
(edited)
sono cose troppo tecniche, ci sono economisti che ti possono dire una cosa ed altri un'altra, non ci si può mai avventurare in discussioni così profonde senza aver studiato tutte le teorie della moneta unica, passando per friedman, keynes, il free banking e quant'altro, senza aver svolto analisi econometriche o altro
sono in completo disaccordo.
molte delle questioni principali sono estremamente potabili, basta mettersi senza preconcetti ideologici.
la moneta unica dà vantaggi incerti nel lungo periodo e svantaggi certi nel breve periodo, hanno fatto un paper due economisti dei quali non ricordo il nome su questo oggetto
vorrei avere dettagli maggiori sui vantaggi incerti...
la politica monetaria e la politica fiscale devono andare di pari passo anche a livello di autonomia, non può esserci autonomia fiscale e una sola politica monetaria, serve coordinazione o frammentazione, le vie di mezzo non vanno bene
La politica monetarie e quella fiscale sono due facce della stessa medaglia.
Una maggiore coordinazione significherebbe solo un fallimento più grande.
A meno che non si scelga di tenere in piedi la baracca facendo in modo che i più ricchi condividano le risorse con i più poveri, ma questo è utopistico. (oltre ad accettare la migrazione permanente dalle aree povere a quelle ricche come una condizione costante, tipo italia sud-nord)
l'obiettivo unico della BCE è sballato, il solo obiettivo di inflazione non basta. la FED persegue anche l'obiettivo occupazionale (e si vede) aumentando quindi la domanda aggregata senza far troppe manfrine tipo quantitative easing o altro
L'obiettivo dell'inflazione è corretto se si vuole produrre disoccupazione, precarietà e svuotare la democrazia. Ad altro non serve.
Non mitizzerei quello che fa la FED.. che serve più al mercato finanziario e alla svalutazione che agli obiettivi occupazionali.
a BCE deve essere indipendente, ma indipendente sul serio
Questo è l'errore più grave.
La Banca centrale deve essere governata democraticamente.
Deve rispondere agli elettori, sia per gli obiettivi che per la loro realizzazione.
La teoria neoliberista della Banca Centrale indipendente è una teoria fortemente ideologicizzata e pericolosa per le democrazie, dato che poi nei fatti l'indipendenza per un organismo politico è un non-senso!!!
con questi presupposti si può valutare una unione monetaria seria, senza non è neanche possibile considerarla
nessuna unione monetaria europea può esistere senza causare danni ingenti alle persone.
sono in completo disaccordo.
molte delle questioni principali sono estremamente potabili, basta mettersi senza preconcetti ideologici.
la moneta unica dà vantaggi incerti nel lungo periodo e svantaggi certi nel breve periodo, hanno fatto un paper due economisti dei quali non ricordo il nome su questo oggetto
vorrei avere dettagli maggiori sui vantaggi incerti...
la politica monetaria e la politica fiscale devono andare di pari passo anche a livello di autonomia, non può esserci autonomia fiscale e una sola politica monetaria, serve coordinazione o frammentazione, le vie di mezzo non vanno bene
La politica monetarie e quella fiscale sono due facce della stessa medaglia.
Una maggiore coordinazione significherebbe solo un fallimento più grande.
A meno che non si scelga di tenere in piedi la baracca facendo in modo che i più ricchi condividano le risorse con i più poveri, ma questo è utopistico. (oltre ad accettare la migrazione permanente dalle aree povere a quelle ricche come una condizione costante, tipo italia sud-nord)
l'obiettivo unico della BCE è sballato, il solo obiettivo di inflazione non basta. la FED persegue anche l'obiettivo occupazionale (e si vede) aumentando quindi la domanda aggregata senza far troppe manfrine tipo quantitative easing o altro
L'obiettivo dell'inflazione è corretto se si vuole produrre disoccupazione, precarietà e svuotare la democrazia. Ad altro non serve.
Non mitizzerei quello che fa la FED.. che serve più al mercato finanziario e alla svalutazione che agli obiettivi occupazionali.
a BCE deve essere indipendente, ma indipendente sul serio
Questo è l'errore più grave.
La Banca centrale deve essere governata democraticamente.
Deve rispondere agli elettori, sia per gli obiettivi che per la loro realizzazione.
La teoria neoliberista della Banca Centrale indipendente è una teoria fortemente ideologicizzata e pericolosa per le democrazie, dato che poi nei fatti l'indipendenza per un organismo politico è un non-senso!!!
con questi presupposti si può valutare una unione monetaria seria, senza non è neanche possibile considerarla
nessuna unione monetaria europea può esistere senza causare danni ingenti alle persone.
insisterei un attimo sul punto banca centrale indipendente.
Faccio notare come tutte le scelte della banca centrale sono sempre di natura politica. Non c'è nulla di tecnico negli obiettivi che persegue (semmai di tecnico c'è la scelta dei mezzi e dei modi).
Prendiamo l'inflazione, scegliere tra bassa ed alta significa chiedersi se si vuole preferire il debitore o il creditore (chi deve vuole inflazione alta, chi ha crediti la vuole negativa!!!).
Si sceglie tra il capitalista o il lavoratore (il lavoro si rivaluta, il capitale no).
come si vede la scelta tra categorie e classi sociali non ha nulla di tecnico, ma è chiaramente una scelta politica.
il fatto che ci si faccia credere il contrario (e lo si insegni nelle università!!!) è solo un'altra delle bugie sparse per fregarci un angolino di democrazia vera.
Faccio notare come tutte le scelte della banca centrale sono sempre di natura politica. Non c'è nulla di tecnico negli obiettivi che persegue (semmai di tecnico c'è la scelta dei mezzi e dei modi).
Prendiamo l'inflazione, scegliere tra bassa ed alta significa chiedersi se si vuole preferire il debitore o il creditore (chi deve vuole inflazione alta, chi ha crediti la vuole negativa!!!).
Si sceglie tra il capitalista o il lavoratore (il lavoro si rivaluta, il capitale no).
come si vede la scelta tra categorie e classi sociali non ha nulla di tecnico, ma è chiaramente una scelta politica.
il fatto che ci si faccia credere il contrario (e lo si insegni nelle università!!!) è solo un'altra delle bugie sparse per fregarci un angolino di democrazia vera.