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Subject: il papa si dimette

2013-03-09 01:17:36
ma le gambe dela seconda sono fisicamente possibili?

Certo, ti sembra fotoscioppata?
2013-03-09 01:26:20
perchè non ce la fa pià fisicamente.



Ma capisco che per voi anticristi è meglio buttare fango invece di rispettare le scelte delle persone.

Ellapeppa!
Il papa che si dimette è come stefanino cancelli che usa debian.
Invece di dimettersi, doveva seguire l'esempio raccontato in Matteo 21,12-17.
Ma d'altronde, manco le basi del mestiere (cit.)



(edited)
2013-03-09 07:51:10
che c'entra il vaticano e i suoi vatiCani con Cristo per non parlare del 99% dei cattolici dichiarati o "ottriati"?

certo che tra PD, cattolicesimo...ce le beviamo proprio tutte eh...occhio alla cirrosi epatica


mmm...di anticristo conosco un bellissimo film di Von Trier e un album discreto di un individuo poco raccomandabile molto truccato in volto...per quel che mi riguarda mi reputo soltanto antidioti
(edited)
2013-03-09 10:02:52
Per fortuna che esistono altri portatori di verità assoluta, ora mi sento molto più tranquillo...
2013-03-09 10:22:39
+1
2013-03-09 10:30:02
ma guarda di sti tempi c'è poco da stare tranquilli

+2 (sarà un modo per marcare il territorio...mi adeguo...)
(edited)
2013-03-09 10:34:19
A leggere te ed altri mi viene in mente solo questo
2013-03-09 10:34:45
ecco bravo...comincia a tremare allora
2013-03-09 10:41:04
Eridon, tranquillo, vivono in un mondo tutto loro, pensando di essere eterni e di avere la ricetta per tutto e per tutti. Esiste solo l'assoluto, cioè loro stessi. Gli altri? son tutti delle merdacce

quelli che si son bevuti il cervello siamo noi, loro no, sono gli eletti e loro sanno
2013-03-09 12:26:45
Eridon, tranquillo, vivono in un mondo tutto loro, pensando di essere eterni e di avere la ricetta per tutto e per tutti. Esiste solo l'assoluto, cioè loro stessi. Gli altri? son tutti delle merdacce

Zornetta... questa è la tesi della chiesa cattolica..., non te ne sei reso conto?
2013-03-09 21:56:23
tempo perso.
2013-03-10 01:19:57
Zornetta: Eridon, tranquillo, vivono in un mondo tutto loro, pensando di essere eterni e di avere la ricetta per tutto e per tutti. Esiste solo l'assoluto, cioè loro stessi. Gli altri? son tutti delle merdacce

Eheieh: Zornetta... questa è la tesi della chiesa cattolica..., non te ne sei reso conto?

Non me ne vogliano Zornetta ed Eridon, che giudico essere delle persone degne di stima e rispetto, buoni di cuore e rispettosi dell'altrui credo, ma... standing ovation per Eheieh :-)

È il Cristianesimo che vi insegna che avrete una vita eterna da vivere in un mondo tutto vostro (il paradiso - il purgatorio per i più bricconcelli) a patto di aderire ad una verità che per voi è assoluta e indiscutibile, che proclamate ogni domenica nel vostro «Credo in un solo Dio, padre onnipotente, ...». Ed è ancora il Cristianesimo che vi insegna che coloro i quali non credono (gli eretici, per usare il termine del vocabolario cristiano) sono destinati al fuoco delle fiamme eterne, che è un po' come dire che sono delle merde, visto che meritano la sofferenza ad libitum. E benché alcuni cristiani non pensino di essere l'assoluto, ce ne sono tanti, ma davvero tanti, che pensano di esserlo; così come ci sono tanti atei e agnostici di rari cuore e nobiltà d'animo.

Niente, volevo solo dire la mia.
(edited)
2013-03-10 08:55:10
... a patto di aderire ad una verità che per voi è assoluta e indiscutibile...

Mi spiace, ma a sparare a caso non sempre ci si azzecca. Io rispetto ogni religione ma non sono credente in nessuna, e così come contesto la verità assoluta propostami da ognuna di queste, permettimi di diffidare della verità assoluta propostami da qualunque altro ominide.
2013-03-10 10:30:27
2013-03-10 12:49:00
Ti chiedo scusa per averti tirato nel mucchio :-), il mio pensiero è rivolto a tutti i sedicenti credenti. Si badi bene, infatti, che non è possibile «credere ciascuno in modo diverso», poiché la fede è fede: o si crede (e, in tal caso, si professa la relativa confessione) o non si crede. Non si può credere a modo proprio. Dico questo per evitare giustificazioni improvvisate da credenti che volessero tentare maldestramente di difendersi o giustificarsi di fronte il proprio evidente non rispetto di qualche punto del dogma professato (vedi la sfera della sessualità, la partecipazione assidua e costante del culto domenicale, e varie altre cosette che la religione impone e che "qualche" credente puntualmente disattende).

Quindi, chi contraddice quanto da me dichiarato nel mio post precedente, contraddice di conseguenza alcuni dei principi fondamentali(sti) della religione cristiana, la cui maggior rappresentanza è certamente quella cattolica.
(edited)
2013-03-10 18:00:12
Il Papa lefebvriano no. Più della “pedofilia ecclesiale” è la liturgia ad angosciare in questi giorni di preconclave i 115 cardinali elettori che entreranno nella clausura della Cappella Sistina. Dopo che Benedetto XVI, nel 2007, ha liberalizzato la Messa tridentina, ovvero quella in latino del Concilio di Trento, i porporati amanti del rito post riforma liturgica del Vaticano II, ovvero nelle lingue locali, sono terrorizzati dal ritorno definitivo alla balaustra, al pulpito e al sacerdote che celebra di spalle al popolo con paramenti riesumati dalla naftalina.

Gli oppositori dei cardinali legati al rito “ultratradizionale” preferiscono definire “lefebvriani” i loro confratelli piuttosto che usare la dicitura corretta di “tridentini”. Nelle loro cartelline ufficiose si moltiplicano le fotografie, per lo più scaricate da internet e stampate su semplicissimi fogli A4, dei porporati rivestiti di paramenti “da museo” e intenti a celebrare l’antico rito. “Pensi come sarebbe assistere a un Messa celebrata in questo modo dal Papa”, sussurra un cardinale che rimpiange i paramenti semplicissimi utilizzati da Giovanni Paolo II e la struttura snella e solenne allo stesso tempo delle celebrazioni da lui presiedute sotto l’attenta regia “ecumenica” del suo cerimoniere, monsignor Piero Marini, da Benedetto XVI spedito rapidamente alla guida del Pontificio Comitato per i congressi eucaristici internazionali. A dire il vero per lui il Papa avrebbe preferito una modesta diocesi del centro nord della Penisola, ma Marini optò per rimanere a Roma. Il cerimoniere di Benedetto XVI, anche lui Marini, ma Guido di nome, è calato da Genova a Roma per soddisfare i gusti “da museo” di Joseph Ratzinger: troni altissimi e paramenti di Pio IX rispolverati dalla sagrestia pontificia. I suoi detrattori lo definiscono “un salice piangente” che il nuovo Papa “dovrebbe rispedire in Liguria”.

Alla guida della “squadra” degli amanti della Messa più antiquata che antica c’è il 65enne cardinale arcivescovo di Colombo in Sri Lanka, Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don. Nella sua diocesi, il porporato che ha ricevuto la berretta rossa da Benedetto XVI nel 2010, è un acceso difensore degli abusi liturgici. La sua visione in materia è in piena armonia con il pensiero e gli scritti di Benedetto XVI, che al tema della liturgia ha dedicato il primo tomo della sua opera omnia. Ranjith, allontanato dalla Curia romana dopo nemmeno tre anni trascorsi come segretario aggiunto di Propaganda Fide, all’epoca guidata dal “Papa rosso” Crescenzio Sepe, fu richiamato a Roma da Benedetto XVI, pochi mesi dopo la sua elezione al pontificato, come segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il record degli abiti cardinalizi rispolverati dai musei lo detiene, però, lo statunitense Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della segnatura apostolica. Tutt’altro che allineato ai dieci tecnologici confratelli elettori d’Oltreoceano, le sue foto con chilometrici strascichi di seta rossa moiré sono le più gettonate dai cardinali elettori.

Responsabili e membri dei movimenti laicali e delle congregazioni religiose sono ansiosi di conoscere il volto del nuovo Papa per capire se la loro influenza all’interno dei Sacri Palazzi diminuirà o aumenterà dopo la fumata bianca. Dopo l’idillio perfetto con Giovanni Paolo II, la Comunità di sant’Egidio con il suo fondatore Andrea Riccardi, ministro del governo tecnico di Mario Monti, si prepara ad affrontare una nuova doccia fredda. Con Benedetto XVI e le sue forti perplessità sui meeting interreligiosi organizzati annualmente dal 1987 dall’Onu di Trastevere, gli uomini di Riccardi e del presidente della comunità Marco Impagliazzo si preparano a fronteggiare l’elezione di un Pontefice che potrebbe arginare notevolmente il loro ruolo di mediazione tra confessioni assai diverse, spesso bypassando completamente le gerarchie vaticane incaricate del dialogo ecumenico e interreligioso.

Pregano fiduciosi dentro Comunione e Liberazione, invece. I “figli” di don Luigi Giussani, ben rappresentati sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, con l’elezione di Angelo Scola potrebbero essere il primo movimento nella storia della Chiesa ad avere un Papa. I neocatecumenali del pittore spagnolo Kiko Argüello con Benedetto XVI sono andati a nozze. Già prima della sua elezione, l’allora cardinale Ratzinger guardava con favore al loro impegno per la “missio ad gentes” e la nuova evangelizzazione, quest’ultima rivelatasi la chiave di lettura degli otto anni di pontificato di Benedetto XVI. Difficilmente con il nuovo Papa i seguaci di Kiko potranno replicare la stessa benedizione ottenuta dalla Santa Sede, ma sono quelli che hanno di meno da perdere. Nel 2008, infatti, con Ratzinger felicemente regnante, hanno ottenuto l’approvazione definitiva del loro statuto da parte del Pontificio Consiglio per i Laici e nel 2010, da parte dello stesso dicastero vaticano, il placet per il loro “Direttorio catechetico”. Il tutto, ovviamente, con benedizione papale.

I salesiani dalla fine del regno del “premier” di Ratzinger, Tarcisio Bertone, hanno solo da guadagnare. L’immagine del segretario di Stato di Sua Santità e il suo ruolo di potere, esercitato senza la nota raffinatezza diplomatica vaticana in particolare nelle nomine dei vescovi e nello Ior, ha annebbiato la congregazione religiosa fondata da san Giovanni Bosco. E mentre i cappuccini sperano che il papabile con il saio Seán Patrick O’Malley venga eletto nella Sistina e prenda il nome di Francesco I, in onore del santo fondatore del suo ordine religioso, i gesuiti sperano che con il nuovo Papa aumenti il loro peso nel collegio cardinalizio profondamente diminuito con la scomparsa del biblista ed ex Arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini. Del resto, come scriveva nel V secolo san Vincenzo di Lérins, “Dio alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge”.