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Subject: il papa si dimette

2013-03-10 18:00:12
Il Papa lefebvriano no. Più della “pedofilia ecclesiale” è la liturgia ad angosciare in questi giorni di preconclave i 115 cardinali elettori che entreranno nella clausura della Cappella Sistina. Dopo che Benedetto XVI, nel 2007, ha liberalizzato la Messa tridentina, ovvero quella in latino del Concilio di Trento, i porporati amanti del rito post riforma liturgica del Vaticano II, ovvero nelle lingue locali, sono terrorizzati dal ritorno definitivo alla balaustra, al pulpito e al sacerdote che celebra di spalle al popolo con paramenti riesumati dalla naftalina.

Gli oppositori dei cardinali legati al rito “ultratradizionale” preferiscono definire “lefebvriani” i loro confratelli piuttosto che usare la dicitura corretta di “tridentini”. Nelle loro cartelline ufficiose si moltiplicano le fotografie, per lo più scaricate da internet e stampate su semplicissimi fogli A4, dei porporati rivestiti di paramenti “da museo” e intenti a celebrare l’antico rito. “Pensi come sarebbe assistere a un Messa celebrata in questo modo dal Papa”, sussurra un cardinale che rimpiange i paramenti semplicissimi utilizzati da Giovanni Paolo II e la struttura snella e solenne allo stesso tempo delle celebrazioni da lui presiedute sotto l’attenta regia “ecumenica” del suo cerimoniere, monsignor Piero Marini, da Benedetto XVI spedito rapidamente alla guida del Pontificio Comitato per i congressi eucaristici internazionali. A dire il vero per lui il Papa avrebbe preferito una modesta diocesi del centro nord della Penisola, ma Marini optò per rimanere a Roma. Il cerimoniere di Benedetto XVI, anche lui Marini, ma Guido di nome, è calato da Genova a Roma per soddisfare i gusti “da museo” di Joseph Ratzinger: troni altissimi e paramenti di Pio IX rispolverati dalla sagrestia pontificia. I suoi detrattori lo definiscono “un salice piangente” che il nuovo Papa “dovrebbe rispedire in Liguria”.

Alla guida della “squadra” degli amanti della Messa più antiquata che antica c’è il 65enne cardinale arcivescovo di Colombo in Sri Lanka, Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don. Nella sua diocesi, il porporato che ha ricevuto la berretta rossa da Benedetto XVI nel 2010, è un acceso difensore degli abusi liturgici. La sua visione in materia è in piena armonia con il pensiero e gli scritti di Benedetto XVI, che al tema della liturgia ha dedicato il primo tomo della sua opera omnia. Ranjith, allontanato dalla Curia romana dopo nemmeno tre anni trascorsi come segretario aggiunto di Propaganda Fide, all’epoca guidata dal “Papa rosso” Crescenzio Sepe, fu richiamato a Roma da Benedetto XVI, pochi mesi dopo la sua elezione al pontificato, come segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il record degli abiti cardinalizi rispolverati dai musei lo detiene, però, lo statunitense Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della segnatura apostolica. Tutt’altro che allineato ai dieci tecnologici confratelli elettori d’Oltreoceano, le sue foto con chilometrici strascichi di seta rossa moiré sono le più gettonate dai cardinali elettori.

Responsabili e membri dei movimenti laicali e delle congregazioni religiose sono ansiosi di conoscere il volto del nuovo Papa per capire se la loro influenza all’interno dei Sacri Palazzi diminuirà o aumenterà dopo la fumata bianca. Dopo l’idillio perfetto con Giovanni Paolo II, la Comunità di sant’Egidio con il suo fondatore Andrea Riccardi, ministro del governo tecnico di Mario Monti, si prepara ad affrontare una nuova doccia fredda. Con Benedetto XVI e le sue forti perplessità sui meeting interreligiosi organizzati annualmente dal 1987 dall’Onu di Trastevere, gli uomini di Riccardi e del presidente della comunità Marco Impagliazzo si preparano a fronteggiare l’elezione di un Pontefice che potrebbe arginare notevolmente il loro ruolo di mediazione tra confessioni assai diverse, spesso bypassando completamente le gerarchie vaticane incaricate del dialogo ecumenico e interreligioso.

Pregano fiduciosi dentro Comunione e Liberazione, invece. I “figli” di don Luigi Giussani, ben rappresentati sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, con l’elezione di Angelo Scola potrebbero essere il primo movimento nella storia della Chiesa ad avere un Papa. I neocatecumenali del pittore spagnolo Kiko Argüello con Benedetto XVI sono andati a nozze. Già prima della sua elezione, l’allora cardinale Ratzinger guardava con favore al loro impegno per la “missio ad gentes” e la nuova evangelizzazione, quest’ultima rivelatasi la chiave di lettura degli otto anni di pontificato di Benedetto XVI. Difficilmente con il nuovo Papa i seguaci di Kiko potranno replicare la stessa benedizione ottenuta dalla Santa Sede, ma sono quelli che hanno di meno da perdere. Nel 2008, infatti, con Ratzinger felicemente regnante, hanno ottenuto l’approvazione definitiva del loro statuto da parte del Pontificio Consiglio per i Laici e nel 2010, da parte dello stesso dicastero vaticano, il placet per il loro “Direttorio catechetico”. Il tutto, ovviamente, con benedizione papale.

I salesiani dalla fine del regno del “premier” di Ratzinger, Tarcisio Bertone, hanno solo da guadagnare. L’immagine del segretario di Stato di Sua Santità e il suo ruolo di potere, esercitato senza la nota raffinatezza diplomatica vaticana in particolare nelle nomine dei vescovi e nello Ior, ha annebbiato la congregazione religiosa fondata da san Giovanni Bosco. E mentre i cappuccini sperano che il papabile con il saio Seán Patrick O’Malley venga eletto nella Sistina e prenda il nome di Francesco I, in onore del santo fondatore del suo ordine religioso, i gesuiti sperano che con il nuovo Papa aumenti il loro peso nel collegio cardinalizio profondamente diminuito con la scomparsa del biblista ed ex Arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini. Del resto, come scriveva nel V secolo san Vincenzo di Lérins, “Dio alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge”.
2013-03-10 19:58:34
Ti chiedo scusa per averti tirato nel mucchio :-), il mio pensiero è rivolto a tutti i sedicenti credenti. Si badi bene, infatti, che non è possibile «credere ciascuno in modo diverso», poiché la fede è fede: o si crede (e, in tal caso, si professa la relativa confessione) o non si crede.

questa è bella..
quindi se si crede si crede a quello che dici tu (o la chiesa cattolica) altrimenti non si crede?
E se io mi fossi fatto la mia religione personale?

Non confondiamo la religione col cristianesimo e la fede con la fede cristiana, per favore.
2013-03-10 20:26:49
quindi se si crede si crede a quello che dici tu (o la chiesa cattolica) altrimenti non si crede?

No, o mi sono spiegato male o hai fatto finta di non capire. Mi riferivo naturalmente al credo della religione cristiana cattolica. Quando dico che non è possibile credere in modo "diverso" mi riferivo al fatto che le "leggi" della religione cattolica esistono; quindi, per potersi definire cattolico, non è sufficiente dire: «io sono cattolico» ma occorre seguire la disciplina cattolica e credere ciecamente ai dogmi di tale religione, altrimenti non sei cattolico ma protestante; questo volevo dire.

Se poi vuoi aprirti il tuo garage e iniziare a proporre il tuo credo, diverso da quello cattolico, sei liberissimo di farlo ma, ovviamente, non puoi più dire che sei cattolico. Allo stesso modo, non puoi dettare le linee guida del tuo credo, professarne l'adesione e poi fottertene altamente delle regole che tu stesso hai dettato; e della stessa incoerenza sono vittime milioni e milioni di persone che, pur non essendo artefici del loro credo - non si sono aperti il loro "garage" ma si sono limitati a sceglierne uno di quelli già aperti -, deviano da esso in un modo che a volte è davvero imbarazzante.

Nulla di personale, el pupe, ma se travisi anche questa spiegazione non ho davvero altro modo per semplificare ciò che è già ridotto ai minimi termini. Cerca di fare uno sforzo anche tu :-)

[Post scriptum] A ben vedere, il discorso da me fatto va comunque oltre la religione cattolica perché non credo si possa scegliere di professare una certa confessione in parte. Non si può essere 3/4 islamico e 1/4 cristiano, tipo aperitivo: o si è islamico o si è cristiano. Si può essere qualche altra cosa? Ma certamente!, purché l'aggettivo "altra" mantenga il suo significato originale.
(edited)
2013-03-10 20:49:22
No, o mi sono spiegato male o hai fatto finta di non capire.

ora è più corretto. Anche se sinceramente avrei preferito un post senza accuse di "fare finta di non capire" o "se travisi anche questo"..

Cmq ho delle riserve anche per questa spiegazione, o meglio formalmente hai sicuramente ragione! Ma nella pratica reale della vita poi sta distinzione tra cattolico e non cattolico basata sull'accettazione a-critica di tutti i dettami della chiesa non corrisponde col sentire delle persone.
E siccome la religione è un fatto istituzionale non più di quanto sia un fenomeno di costume e di sentire personale non vedo proprio per quale motivo prendere per buono il criterio formale e non dare peso agli altri!
2013-03-10 22:34:10
nella pratica reale della vita poi sta distinzione tra cattolico e non cattolico basata sull'accettazione a-critica di tutti i dettami della chiesa non corrisponde col sentire delle persone.

E siccome la religione è un fatto istituzionale non più di quanto sia un fenomeno di costume e di sentire personale non vedo proprio per quale motivo prendere per buono il criterio formale e non dare peso agli altri!

Vorrei invitarti a riflettere su una distinzione che secondo me è fondamentale, ovvero quello fra "condividere" i precetti del dogma e "praticare" i precetti del dogma. Chi condivide, veramente e pienamente, è cattolico. Per il resto, si può essere un buon cattolico o un cattivo cattolico in base alla frequenza e all'entità della reiterazione dei peccati, ma si rimane comunque cattolici e sudditi in Cristo, soprattutto se si vive il peccato come sbaglio effettivo prima, durante e dopo la confessione.

Viceversa, se NON si condivide qualche precetto della religione cattolica (anche uno soltanto!), ad esempio si crede sia lecito masturbarsi per puro fine godereccio o avere rapporti omosessuali, oppure si è fermamente convinti che la confessione sia una stronzata, allora NON ha senso affermare di essere cattolici: bisogna accettare il fatto che si è semplicemente protestanti.

Alcuni ignorano di essere protestanti, pensando di essere solo dei cattivi cattolici perché non condividono appieno la legge della Chiesa. Altri ancora, nel profondo del loro cuore, sanno di non potersi definire cattolici ma non hanno il coraggio di ammetterlo: è quello che è successo a me quando iniziai a comprendere che le mie "trasgressioni" al codice cattolico non erano dovute ad un mero fattore di debolezza personale quanto piuttosto al semplice fatto che NON ne condividevo le proibizioni. Semplicemente, non ero d'accordo su tante cose. Quando ho preso coscienza che quelle che credevo essere delle debolezze erano invece delle idee ho iniziato un percorso di accettazione sul mio stato di NON (più) cattolico. È stata dura accettarlo, principalmente per la mia educazione cristiana cattolica; sono catene di cui è difficile liberarsi, e tutt'oggi sono ancora in fase di "disintossicazione". Ma oggi, finalmente, posso agire e pensare secondo (e solo secondo) i miei principi, facendo i conti, se sento di aver sbagliato, solo con la mia coscienza, non con il terrore di andare all'Inferno.

A proposito: scusami se mi sono rivolto male, ti ho travolto ingiustamente.
(edited)
2013-03-10 23:20:13
Vorrei invitarti a riflettere su una distinzione che secondo me è fondamentale, ovvero quello fra "condividere" i precetti del dogma e "praticare" i precetti del dogma. Chi condivide, veramente e pienamente, è cattolico. Per il resto, si può essere un buon cattolico o un cattivo cattolico in base alla frequenza e all'entità della reiterazione dei peccati, ma si rimane comunque cattolici e sudditi in Cristo, soprattutto se si vive il peccato come sbaglio effettivo prima, durante e dopo la confessione.

Viceversa, se NON si condivide qualche precetto della religione cattolica (anche uno soltanto!), ad esempio si crede sia lecito masturbarsi per puro fine godereccio o avere rapporti omosessuali, oppure si è fermamente convinti che la confessione sia una stronzata, allora NON ha senso affermare di essere cattolici: bisogna accettare il fatto che si è semplicemente protestanti.


il senso del mio intervento era proprio volto a evidenziare che questo aut aut se non è sentito come tale dalle persone perde molto valore.
Infatti credo che molti si dicano cristiani e pure cattolici non condividendo tutte le prescrizioni della chiesa.
Se formalmente hai sicuramente ragione (nel migliore dei casi sono nel peccato), nella realtà non è vero. Dato che la religione non è UNA, non è solo istituzione, non è SOLO regola, ma è anche sentimento, umanità etc..

il resto del tuo intervento secondo me mostra come in realtà il confine è labile ed è forse privo di valore lo sforzo di delinearne uno, infatti se ci pensi, non aggiunge nè toglie nulla.
2013-03-10 23:28:41
Infatti credo che molti si dicano cristiani e pure cattolici non condividendo tutte le prescrizioni della chiesa.

loro possono dire quello che vogliono però non condividendo tutte le prescrizioni della chiesa diventano di fatto protestanti
2013-03-10 23:32:43
Ma formalmente lo ha ammesso pure lui che è così, solo che lui ritiene che sarebbe più "sensato" non fosse così....così mi pare di aver capito almeno
2013-03-10 23:46:27
ma la religione è un'istituzione, non è che puoi crearti le tue regole
2013-03-10 23:48:28
ma la religione è un'istituzione, non è che puoi crearti le tue regole

Principiante, puoi sempre dimetterti e rimanere papa emeritus.

2013-03-10 23:51:47
ma la religione è un'istituzione, non è che puoi crearti le tue regole

secondo me l'errore è semplificare troppo la religione e ritenere che sia tutta li.
2013-03-11 01:58:38
secondo me l'errore è semplificare troppo la religione e ritenere che sia tutta li.

È sicuramente corretto quello che dici, ma io ne ho fatto un discorso di inclusione/esclusione di carattere puramente logico. Se il significato di essere cattolico, stabilito dalla Chiesa cattolica stessa, consiste nelle seguenti prescrizioni insindacabili:

non fare mai A;
fai B;
fai C tranne quando D;
fai F ma non senza aver fatto prima E;
non fare mai F, H ed I;
credere che L, M, N e O siano fatti anche se non vi sono prove;
credere all'esistenza di P, Q, R ed S anche se non si sono mai visti;
...

allora, in base a tale significato, chi non condivide almeno una delle prescrizioni non può ritenersi cattolico, in nessun modo. Bisogna rendersi semplicemente conto che "cattolico" è una definizione con un significato preciso, non qualcosa di libera interpretazione o libero sentimento. Affermare di "sentirsi cattolico" non ha alcun valore né senso se non si corrobora tale sentimento col fatto di condividere (e possibilmente praticare) i precetti cattolici.

Io, el pupe, se devo essere onesto, nelle tue dissertazioni ci vedo un disperato tentativo di riconciliare le tue critiche personali al credo cattolico con il tuo "comunque sentirti cattolico" o con la tua paura delle conseguenze dello scoprirti non cattolico; ma magari mi sbaglio e sei pure ateo :-)

Però, nel caso non mi sbagliassi, mi permetto di consigliarti di prenderti un po' di tempo per provare ad esplorare altri credo cristiani; magari riesci a trovare proprio il tuo. Diversamente, puoi sempre dire di essere cristiano a modo tuo; alla fin fine, se si vuol credere ad un creatore non penso si abbia bisogno anche di dargli un nome ben preciso: basta credere nella sua esistenza, "sentirsi" credente, come tu stesso hai detto.
2013-03-11 07:32:15
Totopapa:

Cardinali di razza cercasi. I bookmakers di tutto il mondo sono a caccia del successore di Benedetto XVI. Da ogni latitudine, sui principali siti di scommesse, si punta sul porporato che erediterà lo scettro lasciato da Joseph Ratzinger. E, come spesso accade quando si tratta di scommesse, gli allibratori inglesi sono quelli più attenti ai flussi delle puntate. Il sito Oddschecker, ad esempio, ha analizzato le quote di tutte le principali agenzie specializzate. Ecco la graduatoria dei primi dieci cardinali elettori (esclusi quelli con più di ottant’anni) giudicati papabili dagli scommettitori del pianeta:

Marc Ouellet
Francocanadese, 68 anni, sulpiziano, cardinale dal 2003. Nel novembre 2002 Giovanni Paolo II lo nomina Arcivescovo di Québec. Nel giugno 2010 Benedetto XVI lo sceglie come Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Ratzingeriano di ferro, in questi ultimi due anni è stato a capo della “fabbrica dei vescovi” individuando i profili dei nuovi pastori delle diocesi che si sono rese vacanti di mese in mese. Uomo di grande ironia, conosce bene la Curia romana e potrebbe proseguire l’opera di rinnovamento iniziata da Ratzinger. Per gli scommettitori è il successore di Benedetto XVI.

Peter Turkson
Primo porporato nativo del Ghana, 64 anni, cardinale dal 2003. Nell’ottobre 1992 Giovanni Paolo II lo nomina Arcivescovo di Cape Coast. Dal 1997 al 2005 è presidente della conferenza episcopale del suo Paese. Il 24 ottobre 2009, al termine del Sinodo per l’Africa di cui era stato relatore generale, Benedetto XVI lo nomina Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Guida il Suv, parla correntemente sei lingue: fante, la sua lingua nativa, inglese, francese, tedesco, italiano ed ebraico. Se dovesse essere eletto sarebbe il primo Papa nero nella storia della Chiesa di Roma. Volto e cuore dell’Africa, ma uomo della Curia romana conoscitore della macchina ecclesiale.

Angelo Scola
Italiano, nativo di Malgrate, 72 anni, cardinale dal 2003. Figlio di un camionista e di una casalinga, ha studiato teologia a Friburgo. Ha collaborato alla nascita della rivista Communio fondata nel 1972 dai teologi Joseph Ratzinger, Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac, Jean-Luc Marion. Negli anni della sua formazione ha partecipato attivamente a Comunione e Liberazione, movimento fondato da don Luigi Giussani. Nel 1995 il Papa polacco lo nomina Rettore della Pontificia Università Lateranense e Preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia. Nel gennaio 2002 diventa Patriarca di Venezia e nel giugno 2011 Arcivescovo di Milano. E’ favorito alla successione di Benedetto XVI tra i cardinali elettori che vogliono tornare a un Pontefice italiano. Discepolo di Ratzinger, Scola è l’erede perfetto degli ultimi due Papi.

Leonardo Sandri
Argentino, 69 anni, cardinale dal 2007. Carriera diplomatica, è stato Nunzio apostolico in Venezuela e, poi, in Messico. Nel settembre 2000 Giovanni Paolo II lo nomina Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, ovvero ministero degli interni vaticano. E’ lui a prestare la voce al Papa polacco nelle ultime settimane di vita e a dare al mondo, la sera del 2 aprile 2005, la notizia della morte di Wojtyla. Nel giugno 2007 Benedetto XVI lo nomina Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Uomo di curia e fine diplomatico, ha una grande conoscenza dello scenario politico internazionale.

Jean-Louis Pierre Tauran
Francese, 69 anni, cardinale dal 2003. Carriera diplomatica. Durante i 13 anni trascorsi alla guida della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, il ministero degli esteri vaticano, ha compiuto molte missioni internazionali e ha guidato la delegazione della Santa Sede in numerose conferenze mondiali. Nel novembre 2003 Giovanni Paolo II lo nomina Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Nel giugno 2007 Benedetto XVI lo sceglie come Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Fine conoscitore della Curia romana potrebbe essere l’uomo ideale per riformarla. Se non sarà eletto Papa, essendo cardinale protodiacono, sarà lui ad annunciare al mondo il nome del successore di Benedetto XVI.

Angelo Bagnasco
Italiano, 70 anni, cardinale dal 2007. Nell’agosto 2006 Benedetto XVI lo nomina Arcivescovo di Genova e nel marzo 2007 Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, succedendo così al cardinale Camillo Ruini, incarico che gli viene rinnovato dal Papa tedesco nel marzo 2012 per un quinquennio. Nell’ottobre 2011 viene nominato Vice Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Alla guida dell’episcopato italiano Bagnasco ha scelto una linea più soft rispetto a quella interventista del suo predecessore. Uomo di intensa spiritualità e di grande cordialità, nella sua diocesi si è trovato a fronteggiare in modo esemplare e in piena sintonia con quanto sostenuto da Benedetto XVI un gravissimo caso di pedofilia e spaccio di cui si è reso protagonista un suo parroco.

Gianfranco Ravasi
Italiano, 70 anni, cardinale dal 2010. Nel settembre 2007 Benedetto XVI lo nomina arcivescovo e Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Lo ordina personalmente nella Basilica Vaticana. Dal marzo 2012 è anche Presidente della Casa di Dante in Roma, associazione culturale che ha lo scopo di diffondere la conoscenza dell’opera e della figura del sommo poeta sia in Italia che all’estero. Dal 1988, insieme con la giornalista Cecilia Sangiorgi, conduce il programma televisivo Le frontiere dello spirito in onda la domenica mattina su Canale 5. Sarà lui, per volontà del Papa tedesco, a predicare a Benedetto XVI e alla Curia romana la settimana prossima gli ultimi esercizi spirituali del pontificato. Viene accreditato come l’erede ideale sia per la sua immensa preparazione culturale, sia per la sua grande capacità divulgativa.

Tarcisio Bertone
Italiano, 78 anni, salesiano, cardinale dal 2003. Fidato collaboratore di Ratzinger prima alla Congregazione per la Dottrina della Fede, di cui è stato segretario dal 1995 al 2002, poi come Segretario di Stato vaticano dal 2006 fino al termine del pontificato di Benedetto XVI. Nonostante lo scandalo Vatileaks e l’età avanzata il Papa tedesco non si è mai voluto privare del suo più stretto collaboratore nella guida della Chiesa, rinnovandogli pubblicamente, nei periodi di maggiore contestazione anche all’interno della Curia romana, piena fiducia. La sua elezione sarebbe una scelta in perfetta linea di continuità e gli consentirebbe di mettere il sigillo sul pontificato ratzingeriano.

Oscar Rodriguez Maradiaga
Honduregno, 70 anni, salesiano, cardinale dal 2001. Dal 1993, per volontà di Giovanni Paolo II, è Arcivescovo di Tegucicalpa, sua città natale. Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano dal 1995 al 1999. Dal giugno 2007 è Presidente di Caritas Internationalis. Suona la chitarra e ha un’ottima intonazione. Accreditato da molti alla successione di Giovanni Paolo II, Maradiaga oggi incarna lo spirito di chi vorrebbe un Papa con il cuore wojtliano che sappia parlare ai giovani del mondo. E’ considerato l’uomo ideale per proseguire il lavoro intrapreso da Ratzinger in favore della nuova evangelizzazione. In molti guardano a lui come al primo Papa latinoamericano.

Odilo Pedro Scherer
Brasiliano, 63 anni, cardinale dal 2007. Dal marzo dello stesso anno, per volontà di Benedetto XVI, è Arcivescovo di São Paulo. In questa veste ha accolto il Papa tedesco pellegrino in Brasile nel maggio 2007. I punti centrali della sua missione come pastore sono la parola di Dio, la forza della carità, con una particolare attenzione alle tante ‘sacche’ di povertà che contraddistinguono tragicamente la realtà brasiliana, l’attenzione ai giovani, la catechesi, la formazione, la difesa della vita e la riaffermazione della centralità della famiglia nella società. Nell’ottobre 2008 è Presidente delegato della dodicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Considerato tra i favoriti sia per l’età anagrafica, sia per la grande stima che nutrono per lui i cardinali elettori che sostengono sia arrivato il momento di un Papa latinoamericano.
2013-03-11 07:40:30
ne mancano un po', c'è un altro africano e un irlandese che sono accreditati
ravasi è quello che mi cresimò gh
2013-03-11 08:10:36
Io, el pupe, se devo essere onesto, nelle tue dissertazioni ci vedo un disperato tentativo di riconciliare le tue critiche personali al credo cattolico con il tuo "comunque sentirti cattolico" o con la tua paura delle conseguenze dello scoprirti non cattolico; ma magari mi sbaglio e sei pure ateo :-)

io non sono nè l'uno nè l'altro, mi definisco agnostico, ma cambio idea frequentemente (in effetti cambio idea di frequente un po' su tutto!)..

però conosco una marea di persone che hanno una spiritualità controversa che definire semplicisticamente fuori dal cristianesimo o dal cattolicesimo secondo me è un errore.
Anche perchè poi storicamente avviene che le idee dei molti influenzano la dottrina ufficiale. Quindo questo insieme chiuso di regole dognatiche non è tale neppure nei fatti.

Cmq il tuo discorso non fa una piega eh.. solo che a mio parere è poco utile, descrive una parte della realtà che non ci da un feedback realistico sul fenomeno religioso (imho)
2013-03-11 21:19:54
Trovato un altro

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Anacleto Brunacci , altro italiano papabile nella rosa della Santamaminense, eterno secondo scaldapanchina, ma fondamentale uomo spogliatoio per la promozione in A della compagine toscana, nessuna presenza nel campionato.
Grande burlone, noto scorreggione, famoso per le sue barzellette sconce sulle suore finlandesi e per le imitazioni del presidente cierre
(edited)