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Subject: Siria oggi

2013-08-31 16:09:12
concordo.
Che l'ONU sia impotente a svolgere il ruolo che dovrebbe è un fatto (e tutti sappiamo le ragioni storiche che la rendono tale e che rimontano al suo primo vagito come SdN).
Ma Fini doveva essere ubriaco (o sovraeccitato) per scrivere :
Secondo me nelle guerre civili bisognerebbe che fosse il verdetto del campo a decidere, a un certo punto se Assad è effettivamente detestato dalla sua popolazione prima o poi cade, deve essere il campo a decidere, ma qualunque intervento esterno in realtà non fa che aggravare e complicare la situazione. Perché poi gli uni portano le armi a quelli, gli altri a quelli altri e così via e la cosa si prolunga invece di finire in tempi ragionevoli.
Le uniche soluzioni lecite sono quelle diplomatiche, quando si possono fare, se non ci sono le due parti hanno diritto di battersi.Adesso non c’è neanche più il diritto di battersi. Io non so se in Siria abbia più ragione Assad a difendere il suo potere o gli altri a volerlo abbattere, è il campo che deve decidere


No. Certo la diplomazia è la prima, la seconda e la terza opzione... ma quando fallisse la comunità internazionale DEVE intervenire per far cessare il conflitto; cioè deve intervenire per IMPORRE una soluzione diplomatica che, nei casi più inconciliabili, può spingersi fino al disegno di confini tra le parti.
Aspettare che sia il campo a decidere significa aspettare che muoiano 600mila persone (cifra tipica delle guerre civili), la maggioranza delle quali non è combattente ma semplicemente cittadino di quel paese. E siccome la storia è neutrale e non indirizzata al trionfo universale del bene una frase come questa - a un certo punto se Assad è effettivamente detestato dalla sua popolazione prima o poi cade -è solo ingenua o in malafede. Vince chi vince, non chi sarebbe giusto vincesse, non chi è più amato, non chi è legalmente nel giusto: vince chi vince punto.

Però ha ragione el pupe: l'ONU reale è scenografia, la comunità internazionale è una barzelletta e tutto è dominato dagli interessi dei singoli stati nazionali e quindi il rischio di peggiorare la situazione c'è. Ciononostante stare a guardare è inumano, anche se magari molto darwiniano, e coinvolgersi in queste situazioni è l'unico modo perchè cresca la consapevolezza della necessità di costruire quell'ONU che è necessaria: la Camera dei comuni ieri ha votato contro, è un piccolo passo ma significativo: le cose lentamente cambiano.
2013-08-31 18:19:08
(ASCA) – Roma, 31 ago – “Il premio Nobel per la pace Barack Obama pensi alle future vittime in Siria. Mi rivolgo a lui: prima di usare la forza, pensi alla possibili vittime”. Cosi’, il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto scrive Interfax, dopo che ieri il numero uno della Casa Bianca ha annunciato che gli Stati Uniti interverranno militarmente in Siria nell’ambito di “un’azione limitata” e “di misura”.
2013-08-31 19:02:32
ha ragione eh ma...da che pulpito
(edited)
2013-08-31 20:08:46
Siamo al paradosso

Un dittatore di una nazione in cui i diritti civili sono calpestati scrive al premio nobel della pace, che sta entrando in guerra, una lettera quasi misericordiosa

Quantomeno abbiamo capito che tutto il mondo è così, non c'è niente da fare, siamo burattini che non contano niente, siamo cifre per la futura statistica, siamo nomi che non avranno un significato tra 100 anni buoni solo ad esser scritti su un sasso... Non decidiamo il nostro futuro, non decidiamo niente
2013-08-31 21:49:24
Ho trovato questo articolo interessante, sul forum Come Don Chisciotte:

Siria: i ribelli usano armi chimiche saudite

agosto 31, 2013 Lascia un commento

Questo articolo è una collaborazione tra Dale Gavlak di Mint Press News (e dell’Associated Press) e Yahya Ababneh.
Land Destroyer

cartoonqatarGhuta, Siria.

Mentre la macchina dell’intervento militare degli USA accelera il passo verso la Siria, la settimana dopo l’attacco chimico, gli Stati Uniti ed i loro alleati avrebbero preso di mira il bersaglio sbagliato. Le interviste con gente di Damasco e Ghuta, sobborgo della capitale siriana, dove l’agenzia umanitaria Medici Senza Frontiere ha detto che almeno 355 persone sono morte, la scorsa settimana, a causa di ciò che crede sia un agente neurotossico, sembrano indicare altro.
Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, così come la Lega Araba, hanno accusato il regime del presidente siriano Bashar al-Assad di aver effettuato un attacco con armi chimiche contro principalmente dei civili. Le navi da guerra degli Stati Uniti, di stanza nel Mediterraneo, starebbero per lanciare attacchi contro la Siria, per punirla del massiccio attacco chimico. Gli Stati Uniti e gli altri non sono interessati ad esaminare ogni prova contraria, con il segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry che afferma che la colpa di Assad era “un giudizio… già chiaro al mondo.” Tuttavia, da numerose interviste con medici, residenti di Ghuta, combattenti ribelli e le loro famiglie, emerge un quadro diverso. Molti credono che alcuni ribelli abbiano ricevuto armi chimiche tramite il capo dell’intelligence saudita, principe Bandar bin Sultan, e di essere responsabili dell’esecuzione dell’attacco con i gas. “Mio figlio è venuto da me due settimane fa per chiedermi cosa pensare delle armi che gli era stato chiesto di trasportare“, ha detto Abu Abdel-Moneim, padre di un ribelle che lottava per spodestare Assad, e che vive a Ghuta. Abdel-Moneim ha detto che suo figlio e altri 12 ribelli furono uccisi in un tunnel usato per immagazzinare le armi fornite da un islamista saudita, noto come Abu Ayesha, che guidava un battaglione. Il padre ha descritto le armi come “simili a tubi“, mentre altre erano simili a “enormi bombole di gas.” I cittadini di Ghuta hanno detto che i ribelli utilizzavano moschee e case private per dormire durante l’immagazzinamento delle loro armi nei tunnel. Abdel-Moneim ha detto che suo figlio e gli altri sono morti durante l’attacco chimico. Lo stesso giorno, il gruppo militante Jabhat al-Nusra, collegato ad al-Qaida, annunciava che avrebbe attaccato i civili nel cuore del regime di Assad di Lataqia, sulla costa occidentale della Siria, per una pretesa rappresaglia. “Loro non ci hanno detto che armi fossero queste o come usarle“, si lamenta una combattente di nome ‘K.’ “Non sapevamo che erano armi chimiche. Non avremmo mai immaginato che fossero armi chimiche.” “Quando il principe saudita Bandar fornisce tali armi, li deve dare a coloro che sanno come utilizzarle“, avvertiva. Lei, come altri siriani, non vogliono usare i loro nomi completi per paura di ritorsioni.
Secondo un noto leader dei ribelli di Ghuta, chiamato ‘J’, “i militanti di Jabhat al-Nusra non cooperano con altri ribelli, se non nei combattimenti. Non condividono le informazioni segrete. Semplicemente usano alcuni ribelli ordinari per trasportare e usare questo materiale“, ha detto. “Eravamo molto curiosi di queste armi. E purtroppo, alcuni dei combattenti le hanno usate in modo improprio facendole esplodere“, ha detto ‘J’.
I medici che hanno curato le vittime dell’attacco con armi chimiche, hanno avvertito gli intervistatori di stare attenti nel fare domande su chi, esattamente, sia responsabile dell’attacco mortale. Il gruppo umanitario Medici Senza Frontiere ha aggiunto che operatori sanitari hanno detto che 3.600 pazienti presentavano sintomi simili, tra cui bava alla bocca, difficoltà respiratorie, convulsioni e visione offuscata. Il gruppo non è in grado di verificare in modo indipendente tali informazioni. Più di una dozzina di ribelli intervistati ha riferito che i loro stipendi provengono dal governo saudita.

Coinvolgimento saudita
In un recente articolo su Insider Business, il giornalista Geoffrey Ingersoll evidenziava il ruolo del principe saudita Bandar in due anni e mezzo di guerra civile siriana. Molti osservatori ritengono che Bandar, con i suoi stretti legami con Washington, sia al centro della spinta alla guerra degli USA contro Assad. Ingersoll fa riferimento ad un articolo del Daily Telegraph inglese sui colloqui segreti russo-sauditi, sostenendo che Bandar abbia offerto petrolio a buon mercato al presidente russo Vladimir Putin, in cambio dell’abbandono di Assad. “Il principe Bandar s’impegna a salvaguardare la base navale della Russia in Siria, se il regime di Assad viene rovesciato, ma ha anche accennato agli attacchi terroristici ceceni alle Olimpiadi invernali di Sochi in Russia, se non vi è un accordo“, ha scritto Ingersoll. “Posso darvi la garanzia di proteggere le Olimpiadi invernali del prossimo anno. I gruppi ceceni che minacciano la sicurezza dei giochi sono controllati da noi“, avrebbe detto Bandar ai russi. “Insieme a funzionari sauditi, gli Stati Uniti avrebbero dato al capo dell’intelligence saudita il via libero a questi colloqui con la Russia, e ciò non sorprende”. “Bandar è di formazione statunitense, sia militare che collegiale, è stato un assai influente ambasciatore saudita negli Stati Uniti, e la CIA ama questo tizio“, ha aggiunto Ingersoll. Secondo il quotidiano Independent del Regno Unito, è stata l’agenzia d’intelligence del principe Bandar che per prima, a febbraio, ha presentato all’attenzione degli alleati occidentali le accuse sull’utilizzo di gas sarin del regime. Il Wall Street Journal ha recentemente riferito che la CIA ritiene l’Arabia Saudita “decisa” a rovesciare Assad, da quando il re saudita ha chiamato il principe Bandar a condurre tale operazione. “Credono che il principe Bandar, un veterano degli intrighi diplomatici di Washington e del mondo arabo, possa fornire ciò che la CIA non può: aerei carichi di denaro e di armi e, come un diplomatico degli Stati Uniti ha indicato, metterci sottobanco una pezza araba“.
Bandar ha portato assai avanti l’obiettivo della politica estera dell’Arabia Saudita: sconfiggere Assad, i suoi alleati iraniani ed Hezbollah, riferisce il WSJ. A tal scopo, Bandar ha collaborato con Washington nel gestire un programma per armare e addestrare i ribelli presso una base militare in Giordania. Il giornale riferisce che i “giordani erano a disagio riguardo a tale base“: ebbe incontri ad Amman con il re di Giordania Abdullah, a volte in sessioni di otto ore. “Il re avrebbe scherzato: ‘Oh, Bandar sta arrivando di nuovo? Cerchiamo di avere due giorni liberi per la riunione’“, ha detto un partecipante alle riunioni. La dipendenza finanziaria della Giordania dall’Arabia Saudita potrebbe aver avuto un forte effetto leva. Un centro operativo in Giordania è stato attivato nell’estate del 2012, e comprende una pista di atterraggio e depositi per le armi. I sauditi hanno procurato AK-47 e munizioni, afferma il WSJ citando funzionari arabi. Anche se l’Arabia Saudita ufficialmente sostiene di supportare i ribelli moderati, il giornale riferisce che “fondi e armi venivano incanalati ai radicali, sufficienti a contrastare l’influenza degli islamisti rivali sostenuti dal Qatar.” Ma i ribelli intervistati hanno detto che il principe Bandar viene indicato come “al-Habib” o ‘l’amante’ dei militanti di al-Qaida che combattono in Siria.
Peter Oborne, scrivendo sul Daily Telegraph, ha indicato con cautela il tentativo di Washington di punire il regime di Assad con un cosiddetto attacco ‘limitato’, che non significava rovesciare il leader siriano, ma diminuirne la capacità di usare armi chimiche. Considerate ciò: gli unici beneficiari delle atrocità sono i ribelli, che stanno perdendo la guerra, e che ora hanno Gran Bretagna e USA pronti ad intervenire al loro fianco. Mentre sembrano esserci dubbi se siano state utilizzate armi chimiche, non c’è dubbio su chi le abbia dispiegate. E’ importante ricordare che Assad è già stato accusato di usare gas asfissianti contro i civili. Ma in quella occasione, Carla del Ponte, commissario ONU sulla Siria, concluse che i ribelli, non Assad, ne fossero i probabili responsabili.
Alcune informazioni contenute in questo articolo possono none essere verificabili in modo indipendente. Mint Press News continuerà a fornire ulteriori informazioni e aggiornamenti.

Dale Gavlak è corrispondente dal Medio Oriente per Mint Press News e Associated Press. Gavlak è stato ad Amman, in Giordania per l’Associated Press per oltre vent’anni. Esperto in affari mediorientali, Gavlak attualmente segue la regione del Vicino Oriente per AP, National Public Radio e Zecca Press News, scrivendo su argomenti tra cui politica, questioni sociali e tendenze economiche. Dale ha un master in Studi sul Medio Oriente presso l’Università di Chicago.
Yahya Ababneh è un giornalista freelance giordano e attualmente lavora a un master in giornalismo, ha seguito gli eventi in Giordania, Libano, Arabia Saudita, Russia e Libia. I suoi scritti sono apparsi su Amman Net, Saraya News, Gerasa Notizie e altrove.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora



http://aurorasito.wordpress.com/2013/08/31/siria-i-ribelli-usano-armi-chimiche-saudite/
2013-09-01 18:17:39
che le armi chimiche siano state usate daimilitari di assad o dai ribelli mi cambia poco. intanto un numero imprecisato di persone ci ha rimesso la pelle e questo è un dato di fatto ed è molto triste
personalmente poi non mi schiero da nessuna parte, credo che entrambi abbiano delle ragioni (poche) e dei torti (molti più delle ragioni)
un po' come avviene in egitto: chi ha ragione? i fratelli musulmani che puntano a creare un califfato o i militari che hanno effettuato il golpe? NESSUNO!
in sti casi forse è veramente il caso di sedersi alla finestra e vedere chi vince, anche se è disumano stare a vedere le persone morire. ma intervenire è altrettanto sbagliato.
come se ne viene fuori da una situazione in cui qualsiasi mossa inclusa l'inazione è sbagliata?
2013-09-02 16:17:49
Rebels Admit Responsibility for Chemical Weapons Attack


link
2013-09-02 16:32:08
la fonte è sempre la stessa linkata da Apuleio: una corrispondenza di Dale Gavlak.
è interessante l'Update in fondo al link... sulla testa della corrispondente si sta giocando un conflitto per decidere della sua attendibilità: L'Associated Press prende un filo le distanze.
Del resto l'articolo originario era molto sul vago per quanto riguarda il chi, il quando, il dove ecc.

p.s. Gavlak attualmente segue la regione del Vicino Oriente per AP, National Public Radio e Zecca Press News
...ma esiste veramente? O_o
(edited)
2013-09-03 19:38:26
il nobel per la pace inizia a far maialate


Siria, Russia: “Rilevato lancio missili”. Obama: “Messaggio non solo ad Assad”
Russia denuncia operazioni militari nel Mediterraneo e Israele fa sapere che si tratta di un test congiunto con gli Usa. Il premier israeliano Netanyahu: "Non è consigliabile attaccarci". L'Iraq schiera 30mila soldati al confine. Mosca impone il divieto di sorvolo di aerei civili su Damasco. Il Vaticano convoca tutti gli ambasciatori



La guerra in Siria si sta già combattendo sul piano diplomatico. Un misterioso lancio di missili balistici rilevato dalla Russia ha innescato un allarme generale sulla Siria, un giro di annunci e smentite fin quando Israele ha spiegato di avere effettuato nel Mediterraneo un test missilistico congiunto con gli Usa. Il premier israeliano avverte: “Farci del male non è consigliabile”. L’Iraq intanto ha schierato schiera 30mila soldati a confine e Mosca impone il divieto di sorvolo agli aerei civili dello spazio aereo siriano. Secondo i comitati Assad continua a bombardare Damasco con armi convenzionali. In Europa la Merkel ribadisce il no all’intervento militare e il presidente francese Hollande parlerà alla nazione. Intanto Obama, che ha chiesto al Congresso un voto rapido, continua l’opera di convincimento del Congresso dopo aver incassato l’appoggio dei “falchi” repubblicani. L’azione militare Usa in Siria ha lo scopo di ridurre la capacità del regime di Assad di usare armi chimiche, ha detto Obama ai leader del Congresso: “Non è l’Iraq, non è l’Afghistan. Stiamo parlando di un raid limitato, proporzionato, che è un messaggio non solo ad Assad, ma anche ad altri che potrebbero pensare di usare armi chimiche anche in futuro”. Il presidente americano ha auspicato che Capitol Hill dia il suo via libera al raid in Siria già “all’inizio della settimana prossima”. La situazione in Siria, ha aggiunto, “rappresenta una grave minaccia per la sicurezza nazionale per gli Stati Uniti e per la regione. Di conseguenza Assad deve essere ritenuto responsabile. Per questo motivo abbiamo in programma audizioni al Congresso a cui chiediamo un voto in tempi rapidi. Questo – ha ribadito – non è l’Iraq, non è l’Afghanistan. Si tratta di un intervento limitato e proporzionato che invierà un messaggio non solo al regime di Assad, ma per altri Paesi che potrebbero essere interessati a violare queste norme internazionali. Un modo per dire loro che in quel caso ci sarebbero conseguenze”. Obama si è detto convinto che il Congresso darà il suo via libera.



Il ministero della Difesa russo: “Rilevati due missili”, Tel Aviv: “Siamo stati noi con Usa”. Il ministero della Difesa russa aveva comunicato di avere individuato “due oggetti balistici lanciati verso il Mediterraneo orientale. Secondo il comunicato riportato dall’agenzia russa Ria, i missili erano stati individuati dal radar di Armavis (nella Russia meridionale), e risultati lanciati alle 10.16 dal Mediterraneo centrale. Il ministro della Difesa russo, Sergei Choigou, aveva anche informato il presidente Vladimir Putin. L’ambasciata russa a Damasco aveva però, riferito che non c’era nessun elemento che indicasse un attacco missilistico sulla capitale siriana. Nessun missile è caduto sul territorio siriano aveva fatto sapere una “fonte della sicurezza siriana” interpellata dalla tv libanese al Manar del movimento sciita Hezbollah alleato del regime siriano. Gli “oggetti balistici” si è poi ipotizzato sarebbero caduti in mare. Anche le forze armate israeliane avevano fatto sapere di non essere “a conoscenza” di nessun lancio di missili nel Mediterraneo orientale. La Nato ha avviato verifiche. Poi l’annuncio da parte di Tel Aviv.

Il ministero della Difesa israeliano ha completato un’esercitazione di lancio e intercettazione radar di un missile Sparrow condotta da una base dell’aviazione nel centro di Israele. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è tornato ad ammonire sulle conseguenze di un attacco ad Israele: “La realtà intorno a noi sta cambiando. Voglio dire a chiunque intenda farci del male: non è consigliabile. La sicurezza – ha aggiunto citato dai media – è tra le cose usate per prevenire invasioni del Negev di terroristi e infiltrati. Abbiamo bisogno di rendere sicuri i nostri confini. La nostra esistenza qui dipende dall’esistenza di un Muro di ferro. Noi costruiamo un Muro di ferro – ha affermato il premier israeliano – “Abbiamo un Iron Dome (Cupola di ferro, sistema di difesa anti-razzi, ndr) a cui si unisce la nostra volontà di ferro. Queste sono le cose che ci danno la forza di difenderci”. Intanto la nave da sbarco della Marina russa del Mar Nero, “Novocherkassk”, è salpata martedì dal porto di Novorossijsk, al Sud della Russia, alla volta del Mediterraneo. La nave attraverserà lo stretto del Bosforo e quello dei Dardanelli mercoledì. Le autorità aeronautiche russe intanto hanno vietato agli aerei civili russi di sorvolare la Siria per le ostilità in corso.

Comitati di coordinamento: “Bombardamenti su Damasco con armi convenzionali”. Intanto con armi convenzionali, secondo testimoni citati dai Comitati di coordinamento locali delle periferie orientali e meridionali della capitale, le forze siriane fedeli a Bashar al Assad hanno proseguito nella notte e fino alle prime ore dell’alba intensi bombardamenti di artiglieria e di aviazione sui sobborghi di Damasco controllati dai ribelli, in alcune zone colpite il 21 agosto scorso dal presunto attacco chimico. L’offensiva militare del regime nella cosiddetta cintura della miseria attorno a Damasco prosegue dalla fine di agosto e, secondo fonti giornalistiche libanesi vicine alla famiglia presidenziale siriana, gli intensi bombardamenti sono il preludio a un imminente offensiva di terra mirata a rompere l’assedio alla capitale. Inoltre, secondo l’opposizione, il capo dei medici legali di Aleppo ha disertato; avrebbe le prove del coinvolgimento del regime nel presunto attacco chimico su Aleppo di marzo.

Obama e la campagna per convincere il Congresso Usa. L’amministrazione di Barack Obama, che è riuscita a portare dalla sua parte i “falchi” repubblicani, ha avviato una campagna per convincere il Congresso ad approvare il raid contro la Siria ed è pronta a riscrivere il testo della dichiarazione da mettere ai voti in modo da chiarire che l’operazione militare sarà limitata nel tempo e gli obiettivi e non comprenderà l’uso di truppe di terra. La disponibilità a negoziare i contenuti del testo, nota il Washington post, “è un tentativo di rispondere alla preoccupazione, emersa a destra come a sinistra, che la bozza del testo sia troppo vaga”. L’attuale versione si limita ad autorizzare il presidente Obama a usare la forza contro la Siria “come riterrà sia necessario e appropriato”, mentre il testo emendato metterebbe per iscritto le assicurazioni contenute nelle dichiarazioni pubbliche del capo della Casa Bianca.

Il segnale di flessibilità sul testo è giunto dopo che Obama ha ricevuto ieri i senatori repubblicani John McCain e Lindsey Graham, incassando il loro appoggio. Entrambe hanno riferito che la Casa Bianca è pronta ad incrementare l’aiuto fornito ai ribelli siriani. Il segretario di Stato John Kerry ha intanto parlato ieri al telefono con il generale Salim Idriss, capo del braccio militare dei ribelli.

Merkel ribadisce il no, Hollande parlerà alla nazione. La cancelliera Angela Merkel ha ribadito il no tedesco a un eventuale intervento militare, sottolineando al tempo stesso la necessità di una reazione internazionale di fronte a un impiego di armi chimiche da parte del regime di Damasco. “Faremo il possibile per arrivare a una azione comune” e avviare un “processo politico”, ha detto intervenendo a un dibattito al Bundestag. Il presidente François Hollande alla ricerca di una coalizione per intervenire militarmente in Siria, ha esortato oggi l’Europa a unirsi sulla questione siriana, dicendosi poi fiducioso che essa “lo farà”, ma bocciando un intervento in solitaria se il Congresso Usa dovesse votare contro l’azione militare. Di fronte alle “prove” di un “massacro chimico” la comunità internazionale ha la responsabilità di intervenire dice Hollande, da Parigi, nel corso di una conferenza stampa con il presidente tedesco, Joachim Gauck. “Quando avviene un massacro chimico quando il mondo ne è informato, quando le prove sono fornite ed i responsabili noti, allora ci deve essere una risposta”. Allo stesso tempo, Hollande e Gauck hanno auspicato che sulla Siria “si possa raggiungere una soluzione politica”.

Santa Sede convoca ambasciatori per briefing su Siria. L’intero corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede è stato invitato per un briefing in Vaticano che si terrà giovedì mattina, in vista della Giornata di digiuno e di preghiera indetta per sabato da Papa Francesco per la pace in Siria. L’incontro con gli ambasciatori si terrà nell’aula del Sinodo ma ancora non è stato comunicato se il briefing sarà tenuto dal Segretario di Stato vaticano uscente, il cardinale Tarcisio Bertone, oppure da monsignor Dominique Mamberti, segretario per le relazioni con gli Stati della Curia romana. L’iniziativa è stata comunicata ufficialmente da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Pare evidente l’intento del Vaticano di rafforzare ‘politicamente’ lo spirito religioso della veglia di sabato, nel corso della quale Papa Francesco pronuncerà una sua meditazione.

Iran: “Se gli Usa attaccano crisi si allargherà a macchia d’olio”. Se gli Stati Uniti attaccheranno la Siria, la crisi nel paese “si allargherà a macchia d’olio” e sarà molto difficile contenerla ha detto il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, citato dall’emittente PressTv. “L’unica soluzione per la questione siriana è quella politica – ha affermato Larijani, in visita nella città settentrionale di Nowshahr – ma è evidente che alcuni paesi nella regione del Medio Oriente cercano di portarla allo stallo e gli americani pensano che un attacco militare aumenterà il loro prestigio”. Ribadendo poi la convinzione che siano stati i “terroristi” a usare le armi chimiche in Siria, Larijaini ha affermato che “si deve chiedere conto ai governi occidentali su chi abbia fornito le armi chimiche ai terroristi in Siria. I paesi che giocano con le armi di distruzione di massa devono accettare il fatto che siano poi anche i terroristi a usarle. Il nostro paese si oppone a tutte le armi di distruzione di massa e le considera dannose per il mondo”

L’Iraq ha schierato 30mila soldati lungo il confine. L’Iraq ha rafforzato negli ultimi giorni le proprie difese schierando 30.000 soldati lungo il confine con la Siria a causa dell’aumento delle infiltrazioni di miliziani armati dal vicino Paese. Mentre i combattimenti tra ribelli e forze governative siriane si fanno più intensi nelle zone di confine, Baghdad ha potenziato i suoi mezzi di intelligence e militari per fronteggiare gruppi di insorti che attraversano in un senso e nell’altro la frontiera. Le guardie di frontiera hanno arrestato decine di miliziani appartenenti a vari gruppi armati, la maggior parte dei quali cercavano di attraversare il confine con documenti di identità falsi e alcuni anche travestiti da donna.
2013-09-03 22:33:44
Brutta, bruttissima situazione in medio-oriente nel suo complesso.

Personalmente sono fra i più disillusi sul fatto che i politici contino ancora qualcosa negli scenari internazionali, specialmente quando gli interessi in gioco sono così forti, spero davvero si possa evitare un conflitto perchè le possibilità che possa divampare su larga scala non sono da sottovalutare.
2013-09-04 00:04:56
Guarda te se mi tocca rimpiangere Bush... Obama da l'impressione di non avere nessun controllo della situazione e non parliamo neppure di strategia. E per rendere ridicolo il tutto non gestisce bene nemmeno l'aspetto comunicativo.
Bush era "cattivo" ma Obama è "dilettantesco" e che sia il comandante militare della superpotenza militare mondiale è molto più rischioso del bellicismo del suo predecessore.

Obama è salito sull'albero e non sa come scendere (cit.)

p.s. Al momento PROVE non ne sono state mostrate checchè ne dicano Kerry e Hollande

p.p.s. e mi tocca pure elogiare la Merkhel
(edited)
2013-09-04 00:27:43
no no, bush non si può mai rimpiangere, obama sarà dilettantesco, bush era criminale, obama sta cercando di diventarlo con molti tentennamenti
2013-09-04 00:34:48
soprattutto questo paese penoso non può e non deve comandare il mondo secondo quelli che sono i suoi porci comodi







un paese che come già dimostrato e comprovato dalla sua storia fa guerre per i propri interessi, sprezzante del valore che le vite umane hanno, per il governo americano nel corso dei secoli le vite umane altro non sono che numeri da barattare in cambio di altri numeri, cioè i soldi
fanno schifo, non dobbiamo seguirli

QUESTA è la democrazia, QUESTI sono civili, come me, come voi, fate attenzione, non credete alle stronzate degli americani, queste sono guerre e la guerra fa schifo



(edited)
2013-09-04 07:25:30
Bush era "cattivo" ma Obama è "dilettantesco"

2013-09-04 09:40:16





2013-09-04 11:50:22
:D

però il punto paradossale è un altro:
Bush aveva uno staff con una strategia (il giudizio su di essa lasciamolo da parte per carità...) ed è finita così:



Obama ha uno staff ma nessuna strategia e potrebbe finire così: