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Subject: Siria oggi
:D
però il punto paradossale è un altro:
Bush aveva uno staff con una strategia (il giudizio su di essa lasciamolo da parte per carità...) ed è finita così:
Obama ha uno staff ma nessuna strategia e potrebbe finire così:
però il punto paradossale è un altro:
Bush aveva uno staff con una strategia (il giudizio su di essa lasciamolo da parte per carità...) ed è finita così:
Obama ha uno staff ma nessuna strategia e potrebbe finire così:
la missione dell'amministrazione bush ha funzionato al 100%
adesso bisogna vedere quali siano gli scopi del premio nobel ed io sono francamente disinformato, ma dubito che sarà un buco nell'acqua, basterà andare a vedere i fatturati a fine guerra perché tanto il fine è sempre quello: soldi & potere
adesso bisogna vedere quali siano gli scopi del premio nobel ed io sono francamente disinformato, ma dubito che sarà un buco nell'acqua, basterà andare a vedere i fatturati a fine guerra perché tanto il fine è sempre quello: soldi & potere
la missione dell'amministrazione bush ha funzionato al 100%
adesso bisogna vedere quali siano gli scopi del premio nobel
Bisogna iniziare a comprendere/accettare che le scelte in politica estera sono state e continuano ad essere competenza di uno stato nello stato. Bush non ha deciso niente, come niente ha deciso Obama e come niente deciderà il prossimo.
Stesso discorso in francia, inghilterra, russia, etc.
I parlamenti sono l'interfaccia tra lo stato nello stato e la cittadinanza.
Un po' come i rappresentanti della mirabolante aspirapolvere ammazza sporco che costa solo 3000 euro pagabili in comodissime rate mensili.
Non sono loro a decidere, ma solo a vendere un prodotto purtroppo vuoto che hanno chiamato, tradendone il significato, "democrazia".
La "democrazia" è l'aspirapolvere ammazza sporco.
I parlamentari sono i rappresentanti sguinzagliati per vendere l'aspirapolvere alla modica cifra di 3000 euro pagabili in comodissime rate mensili.
E i cittadini/elettori sono soltanto clienti la cui libertà è di scegliere se comprarsi l'aspirapolvere bianca/nera/gialla/verde.
Ma chi decide cosa, come, quando, dove, sta altrove.
adesso bisogna vedere quali siano gli scopi del premio nobel
Bisogna iniziare a comprendere/accettare che le scelte in politica estera sono state e continuano ad essere competenza di uno stato nello stato. Bush non ha deciso niente, come niente ha deciso Obama e come niente deciderà il prossimo.
Stesso discorso in francia, inghilterra, russia, etc.
I parlamenti sono l'interfaccia tra lo stato nello stato e la cittadinanza.
Un po' come i rappresentanti della mirabolante aspirapolvere ammazza sporco che costa solo 3000 euro pagabili in comodissime rate mensili.
Non sono loro a decidere, ma solo a vendere un prodotto purtroppo vuoto che hanno chiamato, tradendone il significato, "democrazia".
La "democrazia" è l'aspirapolvere ammazza sporco.
I parlamentari sono i rappresentanti sguinzagliati per vendere l'aspirapolvere alla modica cifra di 3000 euro pagabili in comodissime rate mensili.
E i cittadini/elettori sono soltanto clienti la cui libertà è di scegliere se comprarsi l'aspirapolvere bianca/nera/gialla/verde.
Ma chi decide cosa, come, quando, dove, sta altrove.
Foto shock in prima pagina. Sul New York Times un'immagine su cinque colonne mostra un gruppo di oppositori siriani con i mitra puntati su sette lealisti inginocchiati. E' il fermo immagine di un video della brigata ribelle Jund al-Sham. Video peraltro non nuovissimo: la Rai l'aveva aveva messo in onda a dicembre, dopo averlo ottenuto nell'agosto di un anno fa. Ma a New York le immagini sono arrivate solo qualche giorno fa, contrabbandate da un ex ribelle disgustato dalla ferocia dei suoi commilitoni. I sette soldati, le mani legate dietro la schiena, hanno la faccia per terra mentre il capo dei ribelli recita un poema rivoluzionario - "Giuriamo al Dio dei Troni. Ci vendicheremo" - poi spara con la pistola. Il Times, sul sito online, rimuove a questo punto le immagini ma si continua a sentire il crepitio dei colpi. Foto e video hanno alimentato i dubbi sullo strike in Siria. Chi sono davvero i ribelli? I seguaci di Abdul Samad Issa, il 37enne comandante protagonista dell'esecuzione, secondo il Times potrebbero essere la dimostrazione che gruppi considerati "buoni" usano "le stesse tattiche spietate e brutali del regime che vogliono rovesciare". Ieri, parlando in Senato, Kerry e' stato ripetutamente interrogato sull'ideologia dei ribelli: a suo avviso solo il 15-25 per cento sono "cattivi", estremisti. C'e' chi teme che siano stime ingenue, se non strumentali.[/img]
Ieri, parlando in Senato, Kerry e' stato ripetutamente interrogato sull'ideologia dei ribelli: a suo avviso solo il 15-25 per cento sono "cattivi", estremisti
sbrotfl
sbrotfl
Non credo a buoni e cattivi durante la guerra.
Chi viene catturato viene torturato e ucciso, o solo torturato o solo ucciso.
Non si chiedono riscatti, tipici invece di gruppi di guerriglieri in cerca di denaro per autofinanziarsi, come nel nel caso dei Boko Haram, Mend ed altri.
Non essendo ancora stata fatta chiarezza su chi aiutare, su chi ha le armi chimiche sarebbe il caso di delifilarsi e lasciare che le cose seguano il loro corso naturale, almeno evitiamo la terza guerra mondiale.
Se poi queste munizioni ci scadono possiamo sempre importarle illegalmente come è sempre stato fatto!
Chi viene catturato viene torturato e ucciso, o solo torturato o solo ucciso.
Non si chiedono riscatti, tipici invece di gruppi di guerriglieri in cerca di denaro per autofinanziarsi, come nel nel caso dei Boko Haram, Mend ed altri.
Non essendo ancora stata fatta chiarezza su chi aiutare, su chi ha le armi chimiche sarebbe il caso di delifilarsi e lasciare che le cose seguano il loro corso naturale, almeno evitiamo la terza guerra mondiale.
Se poi queste munizioni ci scadono possiamo sempre importarle illegalmente come è sempre stato fatto!
allo stesso modo in cui l'amministrazione bush diceva "saddam può bombardarci in 45 minuti"
minchiate propagandistiche, che però funzionano
minchiate propagandistiche, che però funzionano
ero ovviamente ironico :D
cmq
Tra Stati Uniti e Russia torna un clima da guerra fredda. Perché lo scontro tra Obama e Putin è totale. Al di là delle dichiarazioni di cortesia, la divergenza di opinioni su un possibile intervento armato in Siria non potrebbe essere più netta. La spaccatura si registra in modo tangibile con l’esclusione di ogni riferimento alla situazione siriana dal comunicato finale del G20 di San Pietroburgo, dove la questione della crisi del Paese, già oggetto di divisioni tra i leader (la cronaca di ieri), ha sì dominato le discussioni, per poi sparire dai documenti ufficiali del summit.
PUTIN: “SOSTERREMO ASSAD IN CASO DI INTERVENTO MILITARE STRANIERO” - Non è bastato a Obama promettere un “intervento militare limitato”, sottolineando ancora una volta come “non saranno inviate truppe sul terreno”. Alla fine, il numero uno della Casa Bianca ha rinunciato a far cambiare posizione alla Russia e “non si aspetta di avere la sua collaborazione”, come dichiarato dal vice consigliere alla Sicurezza nazionale del presidente Usa, Ben Rhodes. “Mosca si rifiuta di agire anche in sede Onu perché semplicemente vuole evitare il problema”, aveva detto in mattinata Obama. “Aiuteremo Damasco con armi e soldi, intensificando la cooperazione umanitaria in caso di azione militare contro la Siria”, ha risposto Putin durante la conferenza stampa finale del G20. “L’applicazione della forza nei confronti di uno Stato sovrano è possibile solo per autodifesa e con il mandato Onu, e non è questo il caso. Come già detto, chi agisce in modo unilaterale viola la legge internazionale”, ha detto il presidente russo facendo l’elenco dei favorevoli e dei contrari all’intervento militare: “Non è vero che i Paesi sono divisi al 50% tra il sì e il no” perché, almeno secondo Putin, prevale il “no”.
OBAMA: “MARTEDI’ DISCORSO ALL’AMERICA. MAGGIORANZA LEADER CON NOI CONTRO ASSAD” - Del tutto opposte le convinzioni del presidente americano: “Una delle preoccupazioni maggiori del popolo americano ha a che fare con capire che quello di cui stiamo parlando è una cosa limitata e studiata per affrontare questo problema delle armi chimiche. Questa è l’argomentazione che porterò avanti, non solo al Congresso ma anche con il popolo americano nei prossimi giorni”, ha detto Obama preannunciando di voler tenere un discorso alla Nazione il prossimo martedì 10 settembre. Anche rispetto alla posizione prevalente dei Paesi del G20 nei confronti dell’intervento armato, Obama e Putin offrono due visioni contrapposte: “Nella discussione di ieri sera con i leader era unanime la posizione sul fatto che armi chimiche sono state usate in Siria e la maggioranza della sala era a suo agio con la nostra conclusione sul fatto che Assad sia responsabile”, ha detto il presidente Usa in conferenza stampa. E se non arriverà l’appoggio di Capitol Hill? “La mia richiesta di un voto del congresso sui raid non è stata simbolica. Tuttavia sarebbe un errore riflettere ora su cosa può capitare dopo un eventuale voto contrario – ha detto Obama rispondendo ai cronisti - La risposta militare ad Assad può arrivare in un giorno, una settimana, un mese e sarà proporzionata e limitata”.
LETTA: “ITALIA NON PARTECIPERA’ SENZA VIA LIBERA DELL’ONU” - ”Siamo fortemente impegnati a ricercare una posizione comune tra i Paesi europei sulla Siria. E’ il lavoro fatto qui ed è il lavoro che faremo anche in sede del Consiglio europeo per avere una posizione unica“, ha affermato il premier Enrico Letta promettendo aiuti umanitari per 50 milioni di euro. ”L’Italia non parteciperà ad alcuna iniziativa di carattere militare che non abbia l’autorizzazione esplicita dell’Onu”, ha ribadito il presidente del consiglio italiano registrando “una dolorosa divisione” tra i membri del G20 sul capitolo Siria e promettendo di continuare a darsi da fare per una “soluzione politica” del conflitto.
PER STAMPA USA PRONTO ATTACCO AEREO DI LARGA SCALA - Secondo Abc news però, Obama avrebbe ormai abbandonato l’idea della mediazione. Gli Stati Uniti infatti, starebbero preparando un attacco aereo di larga scala in Siria, con l’utilizzo di missili sparati da aerei bombardieri B2 e B52 decollati dagli Usa. L’operazione dovrebbe durare almeno due giorni, decisamente più ampia quindi rispetto a quanto sinora trapelato. Il New York Times racconta invece che il presidente americano ha dato direttive al Pentagono affinché metta a punto una lista più ampia di potenziali bersagli in Siria sulla base delle indicazioni di intelligence secondo cui il governo di Bashar al-Assad avrebbe spostato le sue truppe e l’equipaggimento militare responsabili dell’attacco chimico. Obama, sempre secondo il NYT, è ora deciso a a mettere maggiore enfasi sul depotenziamento, uno dei due obiettivi di un intervento militare oltre alla “deterrenza” delle capacità di Assad di usare armi chimiche. Questo implica un ampliamento della lista originaria dei bersagli principali, che ne includeva circa 50. Per la prima volta, l’amministrazione sta parlando della possibilità di usare velivoli americani e francesi per raid contro bersagli specifici, oltre al ricorso ai missili Tomahawk, scrive il quotidiano online.
PREGHIERA E DIGIUNO A SAN PIETRO CON PAPA FRANCESCO - Su Twitter Papa Francesco ha lanciato l’hashtag (#prayforpeace) per le cinque ore di preghiera e digiuno (dalle 19 alle 24) annunciate per domani durante l’Angelus dell’1 settembre“per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero” perché “l’umanità – aveva spiegato il Pontefice – ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di pace“. “Cari giovani, pregate insieme a me per la pace nel mondo”, ha scritto il Papa in un nuovo tweet, alla vigilia del momento di raccoglimento che si svolgerà in piazza San Pietro.
cmq
Tra Stati Uniti e Russia torna un clima da guerra fredda. Perché lo scontro tra Obama e Putin è totale. Al di là delle dichiarazioni di cortesia, la divergenza di opinioni su un possibile intervento armato in Siria non potrebbe essere più netta. La spaccatura si registra in modo tangibile con l’esclusione di ogni riferimento alla situazione siriana dal comunicato finale del G20 di San Pietroburgo, dove la questione della crisi del Paese, già oggetto di divisioni tra i leader (la cronaca di ieri), ha sì dominato le discussioni, per poi sparire dai documenti ufficiali del summit.
PUTIN: “SOSTERREMO ASSAD IN CASO DI INTERVENTO MILITARE STRANIERO” - Non è bastato a Obama promettere un “intervento militare limitato”, sottolineando ancora una volta come “non saranno inviate truppe sul terreno”. Alla fine, il numero uno della Casa Bianca ha rinunciato a far cambiare posizione alla Russia e “non si aspetta di avere la sua collaborazione”, come dichiarato dal vice consigliere alla Sicurezza nazionale del presidente Usa, Ben Rhodes. “Mosca si rifiuta di agire anche in sede Onu perché semplicemente vuole evitare il problema”, aveva detto in mattinata Obama. “Aiuteremo Damasco con armi e soldi, intensificando la cooperazione umanitaria in caso di azione militare contro la Siria”, ha risposto Putin durante la conferenza stampa finale del G20. “L’applicazione della forza nei confronti di uno Stato sovrano è possibile solo per autodifesa e con il mandato Onu, e non è questo il caso. Come già detto, chi agisce in modo unilaterale viola la legge internazionale”, ha detto il presidente russo facendo l’elenco dei favorevoli e dei contrari all’intervento militare: “Non è vero che i Paesi sono divisi al 50% tra il sì e il no” perché, almeno secondo Putin, prevale il “no”.
OBAMA: “MARTEDI’ DISCORSO ALL’AMERICA. MAGGIORANZA LEADER CON NOI CONTRO ASSAD” - Del tutto opposte le convinzioni del presidente americano: “Una delle preoccupazioni maggiori del popolo americano ha a che fare con capire che quello di cui stiamo parlando è una cosa limitata e studiata per affrontare questo problema delle armi chimiche. Questa è l’argomentazione che porterò avanti, non solo al Congresso ma anche con il popolo americano nei prossimi giorni”, ha detto Obama preannunciando di voler tenere un discorso alla Nazione il prossimo martedì 10 settembre. Anche rispetto alla posizione prevalente dei Paesi del G20 nei confronti dell’intervento armato, Obama e Putin offrono due visioni contrapposte: “Nella discussione di ieri sera con i leader era unanime la posizione sul fatto che armi chimiche sono state usate in Siria e la maggioranza della sala era a suo agio con la nostra conclusione sul fatto che Assad sia responsabile”, ha detto il presidente Usa in conferenza stampa. E se non arriverà l’appoggio di Capitol Hill? “La mia richiesta di un voto del congresso sui raid non è stata simbolica. Tuttavia sarebbe un errore riflettere ora su cosa può capitare dopo un eventuale voto contrario – ha detto Obama rispondendo ai cronisti - La risposta militare ad Assad può arrivare in un giorno, una settimana, un mese e sarà proporzionata e limitata”.
LETTA: “ITALIA NON PARTECIPERA’ SENZA VIA LIBERA DELL’ONU” - ”Siamo fortemente impegnati a ricercare una posizione comune tra i Paesi europei sulla Siria. E’ il lavoro fatto qui ed è il lavoro che faremo anche in sede del Consiglio europeo per avere una posizione unica“, ha affermato il premier Enrico Letta promettendo aiuti umanitari per 50 milioni di euro. ”L’Italia non parteciperà ad alcuna iniziativa di carattere militare che non abbia l’autorizzazione esplicita dell’Onu”, ha ribadito il presidente del consiglio italiano registrando “una dolorosa divisione” tra i membri del G20 sul capitolo Siria e promettendo di continuare a darsi da fare per una “soluzione politica” del conflitto.
PER STAMPA USA PRONTO ATTACCO AEREO DI LARGA SCALA - Secondo Abc news però, Obama avrebbe ormai abbandonato l’idea della mediazione. Gli Stati Uniti infatti, starebbero preparando un attacco aereo di larga scala in Siria, con l’utilizzo di missili sparati da aerei bombardieri B2 e B52 decollati dagli Usa. L’operazione dovrebbe durare almeno due giorni, decisamente più ampia quindi rispetto a quanto sinora trapelato. Il New York Times racconta invece che il presidente americano ha dato direttive al Pentagono affinché metta a punto una lista più ampia di potenziali bersagli in Siria sulla base delle indicazioni di intelligence secondo cui il governo di Bashar al-Assad avrebbe spostato le sue truppe e l’equipaggimento militare responsabili dell’attacco chimico. Obama, sempre secondo il NYT, è ora deciso a a mettere maggiore enfasi sul depotenziamento, uno dei due obiettivi di un intervento militare oltre alla “deterrenza” delle capacità di Assad di usare armi chimiche. Questo implica un ampliamento della lista originaria dei bersagli principali, che ne includeva circa 50. Per la prima volta, l’amministrazione sta parlando della possibilità di usare velivoli americani e francesi per raid contro bersagli specifici, oltre al ricorso ai missili Tomahawk, scrive il quotidiano online.
PREGHIERA E DIGIUNO A SAN PIETRO CON PAPA FRANCESCO - Su Twitter Papa Francesco ha lanciato l’hashtag (#prayforpeace) per le cinque ore di preghiera e digiuno (dalle 19 alle 24) annunciate per domani durante l’Angelus dell’1 settembre“per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero” perché “l’umanità – aveva spiegato il Pontefice – ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di pace“. “Cari giovani, pregate insieme a me per la pace nel mondo”, ha scritto il Papa in un nuovo tweet, alla vigilia del momento di raccoglimento che si svolgerà in piazza San Pietro.
Non credo a buoni e cattivi durante la guerra
neanche io, però negli usa invece sn molto più manichei: ci DEVE essere una fazione buona (quella appoggiata dagli usa stessi) e una cattiva (quella avversaria).
mi pare che riproporre questo vecchio video proprio ora serva x dire "i ribelli sono cattivie quindi non li possiamo appoggiare" e così giustificare il non intervento in siria. ma forse è più una mia speranza x non vedere la terza guerra mondiale
neanche io, però negli usa invece sn molto più manichei: ci DEVE essere una fazione buona (quella appoggiata dagli usa stessi) e una cattiva (quella avversaria).
mi pare che riproporre questo vecchio video proprio ora serva x dire "i ribelli sono cattivie quindi non li possiamo appoggiare" e così giustificare il non intervento in siria. ma forse è più una mia speranza x non vedere la terza guerra mondiale
Vergognoso il discorso di Obama
I radical chic saranno molto contenti che un presidente nero, bravo in quanto nero, forse riuscirà a far scoppiare una guerra mondiale
I radical chic saranno molto contenti che un presidente nero, bravo in quanto nero, forse riuscirà a far scoppiare una guerra mondiale
Da una parte è vero che è già in atto da alcuni anni un tentativo di ridimensionare la potenza a stelle&strisce. Sicuramente da parte della Russia e in maniera meno evidente da parte della
Cina, senza contare diversi stati che alla prova dei conti si schierebbero contro gli
USA.
Quindi è ovvio che una prova di forza Obama la deve pur fare prima che il naturale declino dell'impero statunitense renda vano qualsiasi tentativo di "recupero".
Fermo restando tutti questi fattori, il comportamento di Obama mi fa schifo. Ho gioito quando è stato eletto ma vederlo comportarsi nel medesimo modo dei Bush mi fa orrore.
Cina, senza contare diversi stati che alla prova dei conti si schierebbero contro gli
USA.
Quindi è ovvio che una prova di forza Obama la deve pur fare prima che il naturale declino dell'impero statunitense renda vano qualsiasi tentativo di "recupero".
Fermo restando tutti questi fattori, il comportamento di Obama mi fa schifo. Ho gioito quando è stato eletto ma vederlo comportarsi nel medesimo modo dei Bush mi fa orrore.