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Subject: Siria oggi

2016-08-22 15:30:47
Se avete ancora un minimo dubbio su chi sta dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata della storia, perdete 7 minuti del vostro tempo per guardare questo video:

2016-08-23 00:39:47
forse di un Paradiso possiamo pure fare a meno ma di un Inferno penso ci sia assoluto bisogno
2016-12-17 19:15:14
Aggiornamento della siituazione in Siria ricordando che il mio punto di vista generale è questo:


A sentire i resoconti della situazione attraverso il filtro dei media di largo consumo forse non è inutile ricordare per esempio che Aleppo è stata LIBERATA e così i civili che vengono evacuati.

La disfatta dei "ribelli moderati" cambia le carte. Ecco cosa succederà in Siria

(14/12/16 -di Giampiero Venturi)
Aleppo, nel torpore mediatico generale, è stata liberata. L’uso del termine “liberata” viene omesso da quasi tutti i mezzi d’informazione, allo scopo di presentare la vittoria delle forze regolari siriane come una sconfitta per la democrazia e per i parametri del politicamente corretto generalmente riconosciuti.

A questo proposito si sta diffondendo a macchia una grande menzogna mediatica che lega il caos umanitario e le sofferenze della popolazione civile alle ultime evoluzioni sul campo. A prescindere da come si consideri il governo di Assad, è bene precisare un dato oggettivo: la sconfitta dei ribelli jihadisti ad Aleppo è di fatto la fine di un incubo per i civili residenti, usati per anni come scudi umani delle milizie. Con la fine della guerra nell’area urbana, Aleppo può iniziare a immaginare un futuro, cioè esattamente il contrario di quanto i media occidentali stanno dicendo in queste ore.

A questo proposito, fonti locali indipendenti confermano l’inizio dell’evacuazione di migliaia di persone dai distretti appena liberati di Aleppo est per ricevere assistenza in aree più attrezzate anche fuori dai confini siriani (Teheran e Mosca per i casi più gravi). Da giorni è già in atto la bonifica di ordigni inesplosi e campi minati, mentre si parla di ripristino delle prime necessarie infrastrutture, azzerate da quattro anni di devastazioni.

Dal punto di vista militare la vittoria ad Aleppo era annunciata da mesi. Senza dubbio permetterà a Damasco di reimpiegare in altri fronti almeno 20.000 effettivi finora dislocati nell’area urbana. Lo stesso è avvenuto nelle zone nordorientali della Grande Damasco, nella conurbazione di Ghouta nella regione adiacente al Golan, dove gli accordi di resa raggiunti con le milizie ribelli hanno permesso di recuperare intere sacche fuori controllo liberando migliaia di soldati pronti per essere inviati altrove.

Il governo di Damasco, a corto di reclute dopo sei anni di guerra, ha deciso di accettare il sistema della resa dei miliziani in cambio del loro trasferimento in altre regioni, per “raggruppare” i fronti e consolidare le aree del Paese sotto il proprio controllo. Sta succedendo in queste ore ad Aleppo, dove centinaia di jihadisti si consegnano per essere filtrati a nord verso il confine turco.

Dal punto di vista politico le novità che giungono da Aleppo sono però ancora più importanti. La disfatta dei ribelli rappresenta una perdita di potere negoziale del fronte anti Assad, già duramente colpito dalla sconfitta di Hillary Clinton alle presidenziali USA. Dopo aver perso il principale sponsor internazionale, l’opposizione al governo di Damasco non può più contare nemmeno sui risultati dal campo, al giorno d’oggi limitati alla regione compresa tra Latakia e Aleppo, limitrofa al confine turco.

Se il nuovo Presidente Trump confermasse con i fatti l’intesa con Mosca per la gestione della crisi siriana, è presumibile quindi che entro metà 2017 la Siria si presenti con questo scenario:
Assad rimarrà in sella, controllando la maggior parte del Paese, comprese tutte le maggiori città. La ricostruzione inizierà per ripristinare un minimo di normalità nelle aree ormai bonificate dalla guerra inizierà da subito sotto monopolio russo;
gli USA, in cambio dell’abbandono dei cosiddetti “ribelli moderati”, difenderanno davanti a Damasco e Mosca gli interessi turchi, essenziali per ripristinare un buon rapporto strategico tra Washington e Ankara. In sostanza si tratterà di permettere alla Turchia di rimanere in territorio siriano per garantire un cuscinetto di sicurezza che la metta al riparo da ondate di profughi e soprattutto da incursioni curde. Le milizie turcomanne con ogni probabilità non saranno smantellate. Dipenderà invece dal peso di Washington e dagli accordi bilaterali tra Ankara e Mosca il futuro dei gruppi armati jihadisti come Jaish al-Islam, Jabhat al-Nusra, Ahrar al-Sham, in sostanza tutto il cartello legato ad Al Qaeda che ha operato finora sotto l’ombrello turco. In questa partita gioca un ruolo cruciale l’Iran, chiaramente interessato a difendere gli interessi sciiti in Siria e feroce oppositore di tutti i gruppi fondamentalisti sunniti attivi contro Damasco. I rapporti futuri tra Trump e Teheran decideranno la partita.
I curdi siriani avranno una certa autonomia ma assolutamente non paragonabile a quella di cui godono i cugini iracheni. Come già espresso in questa rubrica, l’autodeterminazione curda non interessa a nessuno: alla Siria per questioni di integrità territoriale; ad Ankara per paura di link col PKK; all’Iran, coinvolto da una riattivazione della lotta armata indipendentista curda. Seppur con un potenziale limitato, il Partito della Libertà del Kurdistan (PJAK) e il Partito Democratico del Kurdistan iraniano (PDKI), rispettivamente appoggiati dai curdi turchi e iracheni, hanno ripreso a sparare nel 2016.

Quanto detto sopra sintetizza l’importanza per Damasco (e Mosca) di stringere i tempi nella lotta contro l’opposizione interna siriana rappresentata dai “ribelli moderati” e spiega alcune scelte militari, in apparenza discutibili.

Se da una parte è vero che la riconquista dell’ISIS di Palmira rimane una pessima figura per siriani e russi, è anche vero che lo Stato Islamico non è una priorità per nessuno. Soprattutto per Assad, che ha tutti gli interessi a presentarsi più forte internamente ma in difficoltà col Califfato, riconosciuto come il male assoluto da tutti sul piano internazionale.

In altri termini: una vittoria militare ad Aleppo, sul piano politico vale dieci sconfitte a Palmira…



a proposito della riconquista di Palmira... Ma come cavolo è potuto succedere?

Lo Stato Islamico ha ripreso il controllo di Palmyra, dove pare abbia concentrato 4 mila combattenti che hanno costretto l’esercito siriano sulla difensiva e a cedere terreno, prima a nord della città liberata nel marzo scorso poi all’interno del centro abitato.
[...]
A Palmyra sono arrivati jihadisti da Raqqa e Deir Ezzor, dove, afferma Mosca nella nota attribuendo indirettamente la responsabilità dell’avanzata dell’Isis agli americani, “la battaglia ingaggiata contro di loro da gruppi controllati dalla Coalizione internazionale e dagli Stati Uniti era stata sospesa la scorsa settimana”.
A Raqqah e Deir Ezzor erano stati fatti affluire almeno 5.000 miliziani dell’Isis dalla città irachena di Mosul, assediata dalle truppe di Baghdad, dai curdi e dalle milizie scite.
Una ritirata avvenuta in modo indisturbato, senza interventi aerei della Coalizione a guida USA, a conferma che lo Stato Islamico è un nemico dell’Occidente se combatte in Iraq ma quasi un “alleato” se combatte in Siria contro russi, iraniani e governativi. La “simpatia” dell’Occidente per le forze jihadiste sunnite è del resto apparsa chiara anche nel recente sostegno espresso platealmente alle milizie attive ad Aleppo per lo più Qaedisti, Salafiti e Fratelli Musulmani.
Con questi rinforzi sul fronte siriano e approfittando del fatto che il grosso delle truppe di Damasco e dei suoi alleati sono concentrati intorno alla città di Aleppo, l’Isis ha preso la sua temporanea rivincita.


Mappa situazione in Siria 16 Dicembre
The map shows the current military situation in Syria on December 16, 2016.
1. The city of Aleppo is Liberated;
2. Kurdish YPG forces are advancing northwest of Raqqah;
3. Pro-Turkey forces are making attempts to storm al-Bab.

Mappa situazione a Mosul 16 Dicembre

Infine, la propaganda (sottolineiamo che pure la mia potrebbe esserlo o io esserne vittima)... quella delle lacrime e dei bambini... non basta infatti sapere che in una guerra muoiono anche gli innoceni bisogna averne qualcuno da mostrare... e se mancano le immagini mediaticamente efficaci fabbricarle o tirarle fuori da qualcosa, per esempio un video musicale.

da qui


questo


vittime riutilizzate


poi c'è Bana... e non si sa se dar retta al Washington Post

o a questo




(edited)
(edited)
2016-12-17 23:13:01
Aggiungo solo questo video... guardatelo! ;)

2016-12-18 15:44:00
purtroppo in Siria non esiste una fazione di buoni per cui parteggiare e magari appoggiare e aiutare :(
di buono c'è che la riconquista di Aleppo sta riducendo molto il numero di fazioni in lotta... se è difficile trovare una tregua tra 2 parti in guerra, è impossibile farlo quando ci sono 3 o più parti.
quando gli stati occidentali decideranno di:
1 - smettere di leccare il culo al sultano erdogan
2 - vendere armi a tutti i paesi del medioriente (arabia per prima)
3 - accettare che i confini possano cambiare rispetto a quelli disegnati su carta alla fine della grande guerra da due imperialisti
ci saranno le prime condizioni per arrivare alla fine di questa guerra
(edited)
2016-12-18 15:53:44
Se badassimo i media, credo che ad oggi i russi e Assad abbiano bombardato 3196 diversi ospedali ad Aleppo
2016-12-18 16:05:40
La verità è che Assad, Saddam e Gheddafi erano le persone giuste al posto giusto per mantenere l'ordine e - lo dico senza provocazioni - anche per dare benessere e diritti alla popolazione.
In Siria c'è una grossa comunità cristiana. In Iraq c'era addirittura un vice-presidente cristiano. La Libia era un nostro mercato privilegiato.
Tutto è stato demolito (al costo di diversi trilioni di $ e di milioni di vite umane), perché questi governanti (o dittatori, se preferite) davano fastidio agli interessi degli USA e delle petrol-monarchie del golfo, Arabia Saudita e Qatar in primis.
Giustizia sarà fatta solamente quando chi ha portato avanti le enormi bugie delle armi di distruzione di massa di Saddam verrà portato davanti a un tribunale internazionale. Che si tratti di Bush, dei Clinton, di qualche capoccia dei servizi segreti, o degli stessi media-zerbini (tipo il Clinton News Network, il Washington Com-Post, il New York Slime...), qualcuno dovrebbe rispondere per la distruzione e il genocidio di questi ultimi 20 anni.

Perciò si, Assad non sarà un santo, ma per l'amor del cielo, 100000 volte meglio lui che i terroristi moderati sostenuti dai nostri governi corrotti e/o zerbini occidentali!
2016-12-18 16:34:00
togli dalla lista Saddam, che di guerre e morti al suo popolo ne ha portate almeno 2 (guerra con l'iran e invasione del kuwait).
per il resto concordo, dittatori che non tollerano alcuna opposizione, carenza di diritti civili, democrazia neanche a nominarla, però dall'altra parte sicurezza, pace, istruzione, sanità, benessere (non a livelli da europa occidentale ma meglio di africa subsahariana o estremo oriente)... sicuramente meglio prima che adesso!
concordo che Bush, Blair, Cameron, Sarkozy ecc dovrebbero essere processati per crimini contro l'umanità
2016-12-18 23:27:03
Però chiariamo che questi dittatori non sono stati destabilizzati e/o rovesciati in quanto dittatori. Non si è agito in nome di "principi umanitari" o di "diritti universali" ma solo di interessi economico-politici.
2016-12-19 12:23:10
Non si è agito in nome di "principi umanitari"

Non ricordo, nella storia, azioni compiute in nome di tale principio purtroppo :(
2016-12-19 13:21:18
Se si agisse per principi umanitari la Corea del Nord dovrebbe essere il primo obiettivo. Seguito da molti paesi africani, Cuba, Cina, Iran, Arabia saudita e monarchie arabe, Turchia, Russia
La lista dei paesi non democratici è sempre più lunga :(
Consoliamoci che almeno ora la Cia non crea nuove dittatura in sudamerica e dintorni
2016-12-19 13:24:36
Consoliamoci che almeno ora la Cia non crea nuove dittatura in sudamerica e dintorni

Tranquillo, le hanno già nel cassetto. Le tireranno fuori alla prima occasione :D

2016-12-19 13:31:17
Secondo me non gli riesce più. Sono anni che non ne fanno più hanno perso la pratica e poi sono cambiati i tempi.
Da ultimo sono troppo impegnati a manipolare le elezioni interne.
Non ricordo di aver mai visto la Cia schierata apertamente per un candidato contro fbi che appoggia l'altro candidato
2016-12-19 14:39:01
Consoliamoci che almeno ora la Cia non crea nuove dittatura in sudamerica e dintorni

Il venezuela è nella mira USA, la crisi economica è forte e causata in parte da Maduro ma l'altra parte delle cause è degli USA.
2016-12-19 18:48:38
Turchia, ucciso l’ambasciatore russo ad Ankara. Il grido dell’attentatore: “E’ il conto per la Siria”. Mosca: “Terrorismo”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/19/turchia-spari-contro-lambasciatore-russo-ankara-e-stato-ucciso/3270373/
2016-12-20 13:35:55
Le ultime notizie dicono che era un poliziotto in servizio.
Infiltrazioni isis nelle forze turche o obbediva agli ordini e quell ' ambasciatore dava fastidio a Erdogan?
Siccome è una cosa tra Russia e Turchia non lo sapremo mai