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Subject: Brexit - il referendum

2016-06-30 09:32:58
Ci crediamo più intelligenti di quelli che credevano alle alluvioni in nome di Dio, ma non cambia niente, cambia solo il metodo di propaganda,ma ce la beviamo tutta comunque, che sia un testo sacro o un giornale senza la benché minima qualifica (in tal senso il FQ sta facendo una figura pessima anche grazie al suo vice direttore)
2016-06-30 09:54:12
prendi questa notizia:
diamante

nella didascalia c'è scritto che SICCOME il pound si è deprezzato ALLORA le case d'asta perdono profitto...

cioè? a parte il legame (nullo) con il fatto che nessuno ha comprato il diamante...
ma il senso sarebbe che siccome le cose son quotate in una moneta svalutata allora costano MENO?
?
2016-06-30 09:56:35
credo che in questo caso siano le case d'asta che hanno evitato andassero venduti determinati beni:D
2016-06-30 10:09:27
nell'articolo (che poi magari ci spiegherai com'è che leggi 'sta roba... :-P) si parla di "milioni" di valore, senza dire che sono milioni di dollari, non sterline.
E le conclusioni tratte dallo schiavo di repubblica non sono altro che impressioni di alcuni addetti ai lavori, non certezze.
Qui l'articolo originale:
http://www.cbc.ca/news/business/lesedi-la-rona-diamond-auction-1.3658464
2016-06-30 19:28:50
È passata quasi una settimana dal referendum britannico sull'uscita della Gran Bretagna dall'Europa e, tra tutte le notizie false, le interpretazioni sbagliate, gli allarmismi, le esagerazioni e le non comprensioni di cui è stato vittima il mondo del giornalismo italiano e internazionale ce n'è una che sta diventando un pericoloso ritornello: quello che vede dietro la sconfitta del Remain e la vittore del Leave un conflitto generazionale.

Il campo di battaglia sarebbe questo: da una parte le vecchie generazioni, quelle dei nostri genitori, dei nostri nonni, i nati tra la battaglia della Somme e l'omicidio di Kennedy; dall'altra, le generazioni più giovani, quelle nate dai mesi della contestazione fino alla fine degli anni Ottanta. Sul ring, secondo tantissimi analisti, si sono sfidati i Babyboomers e la Generazione Erasmus. I genitori contro i loro figli. Vecchi contro giovani.

«Per un ragazzo di Londra, l’Europa è la fidanzata spagnola con cui ha amoreggiato durante l’estate del corso Erasmus a Barcellona. Per la vecchietta di Bristol citata dal capo degli ultrà nazionalisti Farage, l’Europa è il migrante nigeriano che attraversa la Manica per togliere il lavoro al figlio inglese della sua vicina ». Lo ha scritto sabato 25 giugno il direttore creativo de La Stampa Massimo Gramellini, uno a caso tra coloro che, non appena il dato ha iniziato a circolare, si sono aggrappati con le unghie ai paramenti del carro dei fini analisti, dei sociologi, degli scienziati politici.

«Ha vinto la vecchietta di Bristol», conclude laconico e retorico Gramellini, «perché ci sono più vecchiette che ragazzi, in questa Europa che non fa più bambini». Hanno vinto i vecchi. E pare veramente che la guerra civile generazionale sia veramente arrivata nelle case degli inglesi, almeno a leggere alcuni articoli del Guardian, che a distanza di quasi una settimana stanno ancora cavalcando quel discorso. Giusto martedì è uscito un articolo dal titolo che non lascia spazio alle libere interpretazioni: «Family rifts over Brexit: ‘I can barely look at my parents’», che in Italiano suona così: «Famiglie spezzate sulla Brexit: “Non riesco quasi a guardare i miei genitori”».

Eppure i fini analisti, i sociologi improvvisati e gli arguti scienziati politici di queste ore hanno preso un abbaglio che manco san Paolo sulla via di Damasco. E abbagliati si sbaglia, e qui lo sbaglio, oltre che macroscopico nel metodo, ha una portata pericolosa.

Questa storia, infatti, è falsa come una banconota da 30 euro. Primo, perché non esiste nessuno dato reale che può indicare la percentuale di voto per fasce d'età. Nessuno. I dati che sono stati usati per costruire questa storia della lotta generazionale sono il risultato di un indagine condotta da YouGov tra il 17 e il 19 giugno, ovvero una settimana prima del voto. E sapete quanto è largo il campione degli intervistati da YouGov? 1652 persone, di cui, gli over 65 erano 73.

Ricapitolando: a partire da un sondaggio fatto una settimana prima del voto su 1652 persone, i giornali di mezzo mondo stanno gridando al conflitto generazionale come a una guerra civile che potrebbe trasformare i salotti dei nostri genitori in campi di battaglia. Molto bene, ma non è verificabile in nessun modo. Il che fa di quei dati e di tutte le analisi che hanno generato un mucchio di roba inutile.

I discorsi di questa portata si fanno sulla realtà, non sulle speculazioni statistiche. E qui l'unica realtà consistente sono i dati ufficiali, quelli reali, quelli provenienti dai seggi dopo le operazioni do conteggio dei voti. Sono questi gli unici sui cui si possono basare ragionamenti di tale portata. Sono questi che possono essere interpretati a livello sociologico, confrontandoli con dati precedenti, per esempio, e comparandoli tenendo conto dei dati socio economici dei bacini elettorali che quei dati hanno generato. Il Guardian, da questo punto di vista, ha fatto un ottimo lavoro di sintesi grafica del voto.

Ne emergono dati interessanti che dimostrano — come mostrano i grafici del Guardian — come gli assi che sembrano aver condizionato più le decisioni degli elettori sono, nell'ordine, il livello scolastico, lo status sociale e la ricchezza procapite.

Capitale scolastico, capitale sociale, capitale economico. Guarda caso esattamente le categorie usate da Pierre Bourdieu, il grande sociologo francese, per descrivere le dinamiche tra le classi sociali negli ultimi decenni del Novecento. Classi sociali, non classi di nascita.



Qualche esempio: a Londra, dove ha vinto bene il Remain, il Leave ha prevalso nei quartieri della working class dell'East London, «a Havering, Barking e Dagenham», scrive il Guardian e continua: «a Bexley e in molte aree della zona dell'estuario del Tamigi». Storicamente quelle sono zone labour, e alle ultime elezioni hanno visto un aumento del bacino pro Farage. È la working class. E, anche a Londra, ha votato Leave.



Un altro esempio: in città produttive come Manchester e Liverpool, il voto per il Remain ha prevalso nelle zone centrali, quelle più ricche e borghesi della middle class, mente il Leave ha vinto nelle periferie. Ancora una volta, i luoghi della working class. Stesso discorso anche per città come Birmingham, Leeds e Sheffield. Dinamica che si accentua nei centri operai, nel nord dell'Inghilterra, dove città come Doncaster e Middlesbrough il Leave ha vinto con percentuali superiori al 60 per cento.

Il discorso che emerge da queste analisi non c'entra niente con le età dei votanti. È un altro. E ci dice che, se veramente vogliamo fare i sociologi e cercare di capire le dinamiche del voto britannico, dobbiamo smettere di pensare, come fa Gramellini, ai ragazzi della generazione Erasmus, quelli con la fidanzatina spagnola, che sanno le lingue e sono cosmopoliti, che vengono sconfitti dai vecchi conservatori che non hanno visto il mondo. Per capire il voto britannico e trarre qualche lezione sul futuro della nostra Europa, infatti, il discorso che ci tocca fare riguarda un conflitto tra classi.

Owen Jones, columnist del Guardian, ha scritto: «Questo, che è forse l'evento più drammatico avvenuto in Gran Bretagna dalla fine della guerra, è stato, sopra ogni cosa, una rivolta della working class. Può darsi che non sia stata esattamente la rivolta della working class contro l'establishment politico, così come molti di noi pensano, ma è innegabile che questo risultato sia stato raggiunto grazie al sostegno dei voti di una working class alienata e furiosa».

Alienazione. Rabbia sociale. Conflitto di classe. Esattamente quella roba che negli ultimi trent'anni abbiamo cercato di seppellire sotto terra, come gli indiani con le asce di guerra, ma che sta tornando, anzi, non se n'è mai andato. Un fantasma si aggira per l'Europa, scrivevano una volta due che l'avevano vista lunga. Ecco, sono passati 150 anni, ma quel fantasma, forse, è ancora lì. E non è il caso di aspettare che prenda coscienza da solo. Perché quello che potrebbe succedere, non piacerebbe a nessuno.



link
2016-06-30 20:17:47
Il problema è che la persona media è ignorante e se ne frega dei numeri e dei campioni statistici.
Vede 2 numeri e non capisce più nulla
2016-06-30 23:11:27
Ma anche fosse vero il discorso anagrafico del conflitto generazionale non vedo il problema : se gli anziani sono la maggioranza della popolazione in democrazia vincono loro ed è giusto così.
2016-06-30 23:34:38
Ebbene si, sono anziano e rincoglionito ma disponibilissimo a farmi da parte e non rompere i marroni ai giovani rampanti. Fatemi un bnifico mensile pari a quello che percepiscono i giovani parlamentari europei e mi leavo definitivamente dalle pelotas.
A pensarci bene non mi ritrovo nelle categorie sopra citate. Manca l'opzione anziani favorevoli all'europa ma con politiche di cooperazioni diverse da quelle attuali. Va beh, mi accontenterò di metà dello stipendio....
2016-07-02 01:02:49
La Brexit abbassa il prezzo delle case a Londra. Previsti ribassi fino al 40% sugli appartamenti di lusso.

by La Stampa
2016-07-02 01:51:28
there's one interesting thing to say about those stats telling young people vote for stay and older vote for leave. It was inaccurate and done with a too little n. of interviews.
The only real (accurate) connection of voting was with median income...
lower income voted (most) for leave
higher income voted (most) for stay


@el pupe
Sono d'accordo con te che i numeri esposti sono ridicoli. Stanno facendo una campagna mediatica sul fatto che i vecchi hanno votato Leave ma i "graduates" Stay quando il campione era di 4200 candidati e rotti.

I dati sul rapporto stipendio / voti invece dove lo hai trovato? (se ti ricordi)
2016-07-02 01:59:12
Se non sbaglio quelli sono più facilmente deducibili dalle varie percentuali di voto nei vari distretti. Come il PD che ha vinto ai Parioli e nei vari centri città...
2016-07-02 09:11:56
da

linkiesta

poi mi permetto di segnalare il pedante:
link

da cui questo:
2016-07-02 10:04:51
Porco cazzo ma il reddito annuo medio è così basso?
:-/
2016-07-02 10:07:21
Non è molto evidente la differenza tra le tipologie

http://www.theguardian.com/politics/ng-interactive/2016/jun/23/eu-referendum-live-results-and-analysis
2016-07-04 11:38:58
La caduta libera della sterlina rispetto all’euro inevitabilmente ridurrà il potere d’acquisto dei cittadini britannici in vacanza nel resto d’Europa. Le vacanze per loro saranno più care: aumenteranno i prezzi dei biglietti aerei, dato che sono gli accordi comunitari a permettere a ogni compagnia europea di operare senza limiti di frequenza, capacità o prezzo nello spazio aereo del continente. “Il mercato unico ha consentito a Ryanair di promuovere la rivoluzione dei voli a basso costo in Europa”, ha ricordato nei giorni scorsi Michael O’Leary, l’amministratore delegato della compagni aerea a basso costo britannica. Per non parlare degli oneri per i telefoni cellulari, che sono stati finora ammortizzati a livello europeo, o delle norme europee per ottenere rimborsi in caso di ritardi o cancellazione di voli.

Okkio
2016-07-04 12:06:06
Imann, nel 2008 il GBP/USD è passato da 2.0 a 1.4.
Sai cosa è successo? Che l'UK, con un'economia fortemente sbilanciata verso attività finanziarie, nel bel mezzo di un uragano di crisi finanziaria, è uscita prima e meglio del resto dell'Europa dalla crisi.
Per l'economia italiana è stato 1000 volte peggio il 2015 con le sanzioni alla Russia e l'EUR/RUB passato da 45 a 70. Il GBP/EUR che va da 1.3 a 1.2 mi fa venire da ridere...