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Subject: Brexit - il referendum

2016-10-10 21:18:21
2016-10-13 13:09:32
Brexit viene quantificato
Uno studio del Financial Times mostra ora per la prima volta dati concreti sui potenziali costi di ritiro dell’Inghilterra dall’UE. In particolare l’Inghilterra deve all’UE €241 Mrd. di mezzi di bilancio non pagati, €63 Mrd. di pensioni e ulteriori €32 Mrd. per altre concessioni. Rimane aperta la questione di quanta parte di ciò effettivamente va verso l’UE e quanto le altre nazioni dell’UE saranno costrette a colmare questa lacuna.
2016-10-13 19:37:12
Sul lungo periodo evidentemente non ci rimetteranno.
Ma brexit è stata una cagata dal punto di vista strategico.
Avevano il pound, facevano come cazzo volevano, e usufruivano del mercato comune, quasi da paradiso fiscale.
2016-10-13 19:40:13
No, faranno ancora meglio nel medio e largo periodo con il pound svalutato.
2016-10-13 20:48:27
me lo spieghi per favore?
non sono ironico
2016-10-13 21:29:42
2016-10-13 22:01:46
Il meccanismo é semplice: la sterlina sta cadendo como doveva cadere per riequilibrare la bilancia commerciale.

Cosa accadrà? Aumento dei prezzi per prodotti importati, diminuzione delle importazioni, cambio dei consumatori verso prodotti produzione interna meno cari adesso che la sterlina è più debole, aumento della produzione industriale, diminuzione della disoccupazione e aumento delle esportazioni, salari più alti.

Lo stesso accadrebbe in Italia se uscissimo dall'euro, ne più ne meno di quello che successo nel periodo 93-97
2016-10-13 22:09:48
salari più alti

ti amo
2016-10-13 22:13:25
Tra l'altro



Se quello che dici si realizza e si ferma il mercato immobiliare estero (dagli UK) la Spagna potrebbe rimetterci seriamente.
Inoltre in questo momento avere un mutuo in territorio EU costa di piu' e magari qualcuno rivende casa per non rischiare.
(edited)
2016-10-13 22:22:36
salari più alti

ti amo


Grazie!
2016-10-14 10:42:06
ti alzano i salari perchè le spese sono più alte:D
2016-10-14 11:45:30
Non ti amo più
2016-10-14 12:38:37
:D:D:D:D
2016-10-14 13:02:31
ti alzano i salari perchè le spese sono più alte:D


non vedrei il problema
2016-10-14 13:51:46
guarda è la prima volta che leggo qualcosa di Eheieh e non mi convince,non dico altro
p.s. leggiti qualcosa sul panico da marmite per fare un esempio banale:D
isnomma se qualcuno mi spiega come fanno a diminuire le importazioni se non producono i beni che importano ,il problema poi è risolto.
si mangeranno le roll royce le aston martin e caterham:D
(edited)
2016-11-03 14:57:09
L’Alta corte di giustizia di Inghilterra e Galles ha accolto il ricorso di un gruppo di attivisti pro Ue che chiedono un voto del Parlamento di Westminster per avviare l’iter della Brexit. Il giudice ha dato così torto al governo di Theresa May: “Il segretario di Stato (alla Brexit, David Davis, ndr) non ha il potere sotto la Crown Prerogative di invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea”. Il governo si è detto deluso: un portavoce di Downing street ha spiegato che l’esecutivo “non ha intenzione di far sì che questo faccia deragliare l’articolo 50 e il calendario che abbiamo previsto. Siamo determinati ad andare avanti con il nostro piano”. Ovvero, avviare il processo di uscita entro il marzo 2017.

“Il principio fondamentale della costituzione del Regno Unito è che il Parlamento è sovrano“, ha detto il giudice dell’Alta corte, Lord Thomas of Cwmgiedd, nel leggere il verdetto. Come sottolineano i media britannici, non solo si tratta di una forte umiliazione per il governo, ma questo di sicuro avrà ripercussioni sui tempi della Brexit, rallentandola. Secondo il Guardian, non è comunque la fine di questo storico caso legale, che vedrà la sua conclusione molto probabilmente di fronte alla Corte suprema.

“Il Paese ha votato per lasciare l’Ue in un referendum consentito da leggi del Parlamento – ha commentato il ministro del Commercio, Liam Fox – il governo è determinato a rispettare il risultato del referendum. Questa sentenza solleva un’importante e complessa questione di diritto ed è giusto che la consideriamo con prudenza prima di decidere come procedere”. L’esecutivo sostiene di non aver bisogno del parere del Parlamento per invocare l’articolo 50: la May ha più volte sottolineato le “prerogative storiche” del governo e la volontà popolare espressa nel referendum del 23 giugno, con cui il 52% degli elettori si è pronunciato per l’uscita dall’Unione.

Il verdetto “scatenerà la rabbia” della gente, ha scritto Nigel Farage, leader dell’Ukip, sul suo profilo Twitter, aggiungendo di temere “che ora sarà fatto ogni tentativo per bloccare o ritardare l’attivazione dell’articolo 50″. Il Labour, da parte sua, chiede di conoscere le modalità attraverso le quali il governo è intenzionato a condurre le trattative con Bruxelles: “I laburisti rispettano la decisione del popolo britannico di lasciare l’Unione europea – ha dichiarato il segretario del partito laburista britannico Jeremy Corbyn – ma ci devono essere trasparenza e responsabilità del Parlamento sui termini della Brexit. I Labour faranno pressioni affinché il processo di uscita funzioni per il Regno Unito, mettendo al primo posto la creazione di posti di lavoro, standard di vita e l’economia”.

Il ricorso è stato presentato da un nutrito gruppo di anti-Brexit dai profili più diversi. Tra loro anche l’imprenditrice britannica Gina Miller, che più volte aveva espresso il desiderio di porre fine “con mezzi legali” al fatto che il governo “potesse passare sopra il Parlamento”

Tre gli studi legali che hanno accettato di sostenere le ragioni dei ricorrenti: Edwin Coe, Bindmans e Mishcon de Reya, che ne ha incaricato l’avvocato David Pannick, una delle star del firmamento legale britannico. La loro principale argomentazione: se è vero che un governo, in forza della Royal Prerogative, può firmare un trattato internazionale, è anche vero che il Parlamento deve poi ratificarlo perché diventi legge nazionale. Secondo i ricorrenti, uscire dall’Ue senza consultare il Parlamento sarebbe una violazione dei diritti garantiti dall’Atto delle comunità europee del 1972 che ha incorporato la legislazione europea in quella del Regno Unito.