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Subject: "Giornalismo", il meglio di...
Non conosco le dinamiche di report, seguendo poco i programmi TV, in questo caso però la mia impressione è stata più un voler parlare di imparzialità di tutti i membri del garante (escluso quello che si è astenuto) hanno messo in luce anche legami tra il presidente (il cui voto vale doppio in caso di parità) in quota PD, ed i legali della parte "offesa".
Oltre ad altri intrallazzi vari ormai tristemente noti che accomunano tutti i partiti politici (metti mio figlio li che io ti faccio capo la)
Oltre ad altri intrallazzi vari ormai tristemente noti che accomunano tutti i partiti politici (metti mio figlio li che io ti faccio capo la)
"I membri del collegio del Garante della Privacy non badano a spese. Viaggiano solo in business class e hanno aumentato le spese di rappresentanza che sono arrivate a 400 mila euro l'anno".
Tra poco ci racconteranno che al Garante hanno i "calzini azzurri" (cit.)
Tra poco ci racconteranno che al Garante hanno i "calzini azzurri" (cit.)
Sua Altezza. “E Brunetta si alza ancora lo stipendio: 60 mila euro in più” (Stampa, 7.11). Ma bastavano anche le prime cinque parole.
Il nuovo Dante. “Il mio Inferno. La Commedia del potere, illustrato da Makkox, forse è l’unico testo scritto da un italiano dopo Dante che rivaleggi con l’originale’” (Tommaso Cerno, direttore del Tempo, Corriere della sera, 8.11). Petrarca e Boccaccio ancora rosicano.
L’autodenuncia. “Contro l’invadenza delle balle da talk show. Manuale minimo di resistenza televisiva” (Carlo Calenda, leader Azione, Foglio, 3.11). Carino da parte sua rinunciare per sempre ai talk show.
È fatta. “‘E mo’ ce lo siamo tatuati per la vita. Slavaukraina’. Lo scrive su X il leader di Azione Carlo Calenda postando la foto dell’ultimo tatuaggio appena fatto che ricalca lo stemma dell’Ucraina” (Ansa, 8.11). Appena l’ha saputo, Putin ha ordinato la resa.
Vittoria! “Finisce l’anno più nero per l’Armata russa” (Federico Fubini, Corriere della sera, 8.11). Ma infatti è Putin che ogni giorno implora Zelensky di smettere di sconfiggerlo.
Toghe rosse libiche. “Almasri arrestato in Libia. Meloni: sapevamo che non sarebbe rimasto impunito” (Giornale, 6.11). Purtroppo qualcuno che rispetta la legge prima o poi si trova.
La mosca cocchiera. “Non sono tra gli entusiasti dell’elezione di Mamdani a sindaco di NewYork… Non mi pare ci sia molto da festeggiare” (Ivan Scalfarotto, senatore Iv, X, 6.11). E niente, questi newyorkesi votano incuranti delle indicazioni dello statista pescarese. Peggio per loro.
Il virus dilaga/1. “Il riflesso Mamdani si vede in Puglia: Decaro propone 30 mila euro a fondo perduto alle giovani coppie che vogliono comprare casa” (Paolo Mieli, Radio 24, 5.11). Fatti Mamdani dalla mamma a prendere casa.
Il virus dilaga/2. “Cosa unisce la Banca d’Italia alla Cgil, l’Istat alle tute blu, la Corte dei Conti ai Cobas? Il filo rosso… rigorosamente di sinistra che arriva fino al neo-comunismo in versione Mamdani” (Mario Sechi, Libero, 8.11). Niente da fare: questi cosacchi ormai sono dappertutto.
Cavaliere, è lei? “La notizia dell’inchiesta per turbativa d’asta sulla vendita di San Siro, emersa nello stesso giorno in cui è stato firmato il rogito, è una coincidenza che ‘fa pensare’. Beppe Sala… lascia trapelare il disappunto” (Corriere della sera, 8.11). In effetti è strano che si indaghi su un affare quando viene concluso: dev’esserci qualcosa sotto.
Telefono senza fili. “Dubbi nel centrosinistra sul referendum. Minzolini scrive che Castagnetti, molto vicino a Mattarella, gli ha detto: ‘Non si può puntare tutto sul referendum sulla giustizia per battere Meloni, Schlein non percepisce la realtà, non ascolta nessuno’…” (Paolo Mieli, Radio 24, 6.11). Ma infatti: questa Schlein che non ascolta Minzolini che ha ascoltato Castagnetti che ascolta Mattarella. Dove andremo a finire, signora mia.
Avanti c’è posto. “L’ex ministro Salvi si schiera con il Sì. Della Vedova (+Europa): ‘Bene la separazione delle carriere. Ora la responsabilità civile dei giudici’” (Giornale, 3.11). “Giovanni Pellegrino: ‘Le carriere separate erano una proposta della sinistra” (Libero, 4.11). “Augusto Barbera: ‘Una riforma inevitabile, mia cara sinistra”, “Ortensio Zecchino: ‘Basta toni apocalittici, la separazione delle carriere era nella Bicamerale’” (Foglio, 4 e 5.11). I migliori testimonial del No sono quelli del Sì.
Scassese minaccia. È consigliabile che le fazioni che si stanno organizzando, a cominciare da quella dei magistrati militanti, si guardino dal farlo percepire come un appello al popolo a difesa della giustizia. Pensino a quali sarebbero le conseguenze di una interpretazione di questo tipo, in caso di una prevalenza del sì” (Sabino Cassese, Corriere della sera, 6.11). Se no?
L’altro Bobbio. “Luigi Bobbio: ‘Io, giudice, vi racconto perché l’Anm ha paura’” (Libero, 3.11). Ma chi, l’ex senatore di An nella leggendaria commissione Telekom Serbia? Il presidente provinciale di An a Napoli? Il capogabinetto della ministra Meloni? L’autore della norma anti-Caselli dichiarata incostituzionale dalla Consulta? Il diffamatore di Carlo Giuliani definito “feccia”? Il sindaco Pdl di Castellammare di Stabia che nominò il suo testimone di nozze “coordinatore della cabina di regia” con stipendio di 160mila euro l’anno più rimborsi per pranzi, cene e pernottamenti di lusso, ma dopo soli due anni fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza e poi trombato alle elezioni successive? Sì, tutte queste cose insieme.
Il titolo della settimana/1. “Schlein: ‘Io rivale di Silvia Salis? Solo un gioco patriarcale’” (Libero, 7.11). Ha stato Noè.
I titoli della settimana/2. “Casini, riflessioni di un protagonista del Parlamento” (Messaggero, 8.11). “Casini: ‘Il fattore Prodi: la destra si sconfigge grazie al voto moderato’” (Repubblica, 8.11). “Casini: ‘Ho detto no a Berlusconi, ma nel ‘94 aveva ragione lui’” (Libero, 8.11). “Casini: ‘Rifiutai di guidare FI. Ma per Berlusconi avrei lavorato’” (Giornale, 8.11). “Casini: ‘Perché ho rotto con Berlusconi’” (Stampa, 8.11). Su, dài, non fare il modesto: parlaci di quel bocciuolo di rosas di Totò Cuffaro.
Il nuovo Dante. “Il mio Inferno. La Commedia del potere, illustrato da Makkox, forse è l’unico testo scritto da un italiano dopo Dante che rivaleggi con l’originale’” (Tommaso Cerno, direttore del Tempo, Corriere della sera, 8.11). Petrarca e Boccaccio ancora rosicano.
L’autodenuncia. “Contro l’invadenza delle balle da talk show. Manuale minimo di resistenza televisiva” (Carlo Calenda, leader Azione, Foglio, 3.11). Carino da parte sua rinunciare per sempre ai talk show.
È fatta. “‘E mo’ ce lo siamo tatuati per la vita. Slavaukraina’. Lo scrive su X il leader di Azione Carlo Calenda postando la foto dell’ultimo tatuaggio appena fatto che ricalca lo stemma dell’Ucraina” (Ansa, 8.11). Appena l’ha saputo, Putin ha ordinato la resa.
Vittoria! “Finisce l’anno più nero per l’Armata russa” (Federico Fubini, Corriere della sera, 8.11). Ma infatti è Putin che ogni giorno implora Zelensky di smettere di sconfiggerlo.
Toghe rosse libiche. “Almasri arrestato in Libia. Meloni: sapevamo che non sarebbe rimasto impunito” (Giornale, 6.11). Purtroppo qualcuno che rispetta la legge prima o poi si trova.
La mosca cocchiera. “Non sono tra gli entusiasti dell’elezione di Mamdani a sindaco di NewYork… Non mi pare ci sia molto da festeggiare” (Ivan Scalfarotto, senatore Iv, X, 6.11). E niente, questi newyorkesi votano incuranti delle indicazioni dello statista pescarese. Peggio per loro.
Il virus dilaga/1. “Il riflesso Mamdani si vede in Puglia: Decaro propone 30 mila euro a fondo perduto alle giovani coppie che vogliono comprare casa” (Paolo Mieli, Radio 24, 5.11). Fatti Mamdani dalla mamma a prendere casa.
Il virus dilaga/2. “Cosa unisce la Banca d’Italia alla Cgil, l’Istat alle tute blu, la Corte dei Conti ai Cobas? Il filo rosso… rigorosamente di sinistra che arriva fino al neo-comunismo in versione Mamdani” (Mario Sechi, Libero, 8.11). Niente da fare: questi cosacchi ormai sono dappertutto.
Cavaliere, è lei? “La notizia dell’inchiesta per turbativa d’asta sulla vendita di San Siro, emersa nello stesso giorno in cui è stato firmato il rogito, è una coincidenza che ‘fa pensare’. Beppe Sala… lascia trapelare il disappunto” (Corriere della sera, 8.11). In effetti è strano che si indaghi su un affare quando viene concluso: dev’esserci qualcosa sotto.
Telefono senza fili. “Dubbi nel centrosinistra sul referendum. Minzolini scrive che Castagnetti, molto vicino a Mattarella, gli ha detto: ‘Non si può puntare tutto sul referendum sulla giustizia per battere Meloni, Schlein non percepisce la realtà, non ascolta nessuno’…” (Paolo Mieli, Radio 24, 6.11). Ma infatti: questa Schlein che non ascolta Minzolini che ha ascoltato Castagnetti che ascolta Mattarella. Dove andremo a finire, signora mia.
Avanti c’è posto. “L’ex ministro Salvi si schiera con il Sì. Della Vedova (+Europa): ‘Bene la separazione delle carriere. Ora la responsabilità civile dei giudici’” (Giornale, 3.11). “Giovanni Pellegrino: ‘Le carriere separate erano una proposta della sinistra” (Libero, 4.11). “Augusto Barbera: ‘Una riforma inevitabile, mia cara sinistra”, “Ortensio Zecchino: ‘Basta toni apocalittici, la separazione delle carriere era nella Bicamerale’” (Foglio, 4 e 5.11). I migliori testimonial del No sono quelli del Sì.
Scassese minaccia. È consigliabile che le fazioni che si stanno organizzando, a cominciare da quella dei magistrati militanti, si guardino dal farlo percepire come un appello al popolo a difesa della giustizia. Pensino a quali sarebbero le conseguenze di una interpretazione di questo tipo, in caso di una prevalenza del sì” (Sabino Cassese, Corriere della sera, 6.11). Se no?
L’altro Bobbio. “Luigi Bobbio: ‘Io, giudice, vi racconto perché l’Anm ha paura’” (Libero, 3.11). Ma chi, l’ex senatore di An nella leggendaria commissione Telekom Serbia? Il presidente provinciale di An a Napoli? Il capogabinetto della ministra Meloni? L’autore della norma anti-Caselli dichiarata incostituzionale dalla Consulta? Il diffamatore di Carlo Giuliani definito “feccia”? Il sindaco Pdl di Castellammare di Stabia che nominò il suo testimone di nozze “coordinatore della cabina di regia” con stipendio di 160mila euro l’anno più rimborsi per pranzi, cene e pernottamenti di lusso, ma dopo soli due anni fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza e poi trombato alle elezioni successive? Sì, tutte queste cose insieme.
Il titolo della settimana/1. “Schlein: ‘Io rivale di Silvia Salis? Solo un gioco patriarcale’” (Libero, 7.11). Ha stato Noè.
I titoli della settimana/2. “Casini, riflessioni di un protagonista del Parlamento” (Messaggero, 8.11). “Casini: ‘Il fattore Prodi: la destra si sconfigge grazie al voto moderato’” (Repubblica, 8.11). “Casini: ‘Ho detto no a Berlusconi, ma nel ‘94 aveva ragione lui’” (Libero, 8.11). “Casini: ‘Rifiutai di guidare FI. Ma per Berlusconi avrei lavorato’” (Giornale, 8.11). “Casini: ‘Perché ho rotto con Berlusconi’” (Stampa, 8.11). Su, dài, non fare il modesto: parlaci di quel bocciuolo di rosas di Totò Cuffaro.
Trump ha minacciato di avviare una causa per danni da un miliardo di dollari alla Bbc in caso di mancata rettifica, oltre a chiedere un risarcimento, per il montaggio di due passaggi separati di un discorso del presidente Usa datato 2021, artefatto dall'emittente pubblica britannica in modo tale da rafforzare la sensazione che egli avesse incitato esplicitamente l'assalto a Capitol Hill.
Insomma i giornalai maiali li puoi trovare un po' in tutto il mondo..
Insomma i giornalai maiali li puoi trovare un po' in tutto il mondo..
Il nuovo Dante. “Il mio Inferno. La Commedia del potere, illustrato da Makkox, forse è l’unico testo scritto da un italiano dopo Dante che rivaleggi con l’originale’” (Tommaso Cerno, direttore del Tempo, Corriere della sera, 8.11). Petrarca e Boccaccio ancora rosicano.
Che La Commedia del potere possa rivaleggiare con la Commedia di Dante vabbè... non regge nemmeno come iperbole.
Ma Petrarca e Boccaccio che c'entrano?
Che La Commedia del potere possa rivaleggiare con la Commedia di Dante vabbè... non regge nemmeno come iperbole.
Ma Petrarca e Boccaccio che c'entrano?
... per l'invidia del non essere all'altezza?
Non credo per un legame con l'opera in se', o almeno io l'ho capita così.
Non credo per un legame con l'opera in se', o almeno io l'ho capita così.
Per me è una battuta non puntuale; forse a causa della vertigine indotta dal paragone precedente :)
E con "Teletubbies" abbiamo superato ogni senso del ridicolo, anche se va detto che la battuta coglie bene il target di Report: gente che vuole sentirsi raccontare le fiabe.
Questo scontro tra report e garante, entrambi in teoria espressioni di poteri "indipendenti", potrebbe produrre qualcosa di buono. Dico potrebbe perchè purtroppo non è detto.
Potrebbero essere di molto limitati i poteri delle "autorità indipendenti" (indipendenti da chi? dagli elettori ovviamente, non dai partiti).
Potrebbe anche essere di molto ridimensionata la credibilità del giornalismo scandalistico, che alla prova dello scandalo ha scoperto il nulla e l'ovvio.
Il mio timore è che il tifo si mangi la notizia. C'è gente a cui basta che il conto del ristorante sia pagato dai contribuenti per darsi ragione. I sondaggi decideranno la vita di questo collegio.. insomma è più facile che teniamo l'acqua sporca e buttiamo il bambino.
Questo scontro tra report e garante, entrambi in teoria espressioni di poteri "indipendenti", potrebbe produrre qualcosa di buono. Dico potrebbe perchè purtroppo non è detto.
Potrebbero essere di molto limitati i poteri delle "autorità indipendenti" (indipendenti da chi? dagli elettori ovviamente, non dai partiti).
Potrebbe anche essere di molto ridimensionata la credibilità del giornalismo scandalistico, che alla prova dello scandalo ha scoperto il nulla e l'ovvio.
Il mio timore è che il tifo si mangi la notizia. C'è gente a cui basta che il conto del ristorante sia pagato dai contribuenti per darsi ragione. I sondaggi decideranno la vita di questo collegio.. insomma è più facile che teniamo l'acqua sporca e buttiamo il bambino.
Per me è una battuta non puntuale; forse a causa della vertigine indotta dal paragone precedente :)
Oggi ti sei svegliato pignolo
Oggi ti sei svegliato pignolo
Qui Guido Scorza, membro del collegio del Garante in quota M5S, risponde al "fuoco amico" del giornale di partito (FQ)
Da notare come provi ancora a non entrare nello scontro aperto (diamogliene merito), continuando ad accreditare gli aggressori di buona fede e professionalità anche di fronte ad un articolo che "non scrive il falso, ma induce in errore il lettore".
Il trucco è sempre quello (FQ e Report sono maestri) non dire cose fattualmente false, ma farle capire sbagliate al lettore inattrezzato, manipolando la consecutio delle frasi. Costruendo colpe e colpevoli a comando.
(edited)
Da notare come provi ancora a non entrare nello scontro aperto (diamogliene merito), continuando ad accreditare gli aggressori di buona fede e professionalità anche di fronte ad un articolo che "non scrive il falso, ma induce in errore il lettore".
Il trucco è sempre quello (FQ e Report sono maestri) non dire cose fattualmente false, ma farle capire sbagliate al lettore inattrezzato, manipolando la consecutio delle frasi. Costruendo colpe e colpevoli a comando.
(edited)
Tatuiamoci e partite. “Ci sono battaglie che segnano epoche e cambiano il corso della storia. La guerra in Ucraina e quello che stanno facendo gli ucraini per la loro e per la nostra libertà è una di quelle. Per questo ho deciso di tatuarmi il tryzub, ovvero il tridente simbolo del principato di Kyiv che preesiste a quello di Mosca. Non pensavo di scatenare tutte queste reazioni, ma se la Russia ha paura di un tatuaggio (Carlo Calenda, leader Azione, Rai3, 10.11). Ultim’ora: accanto al tridente, Calenda si tatua un water d’oro.
Non avrai altro pirla. “Pensavo di essere l’ultimo pirla che si era fidato di Renzi, non ero l’ultimo e questo mi rassicura” (Calenda, 31.7.24). “Caro Marco Travaglio, sempre apprezzando la signorililità del giornale che dirigi, ti rispondo affettuosamente meglio Pirla che Putiniano” (Calenda, X, 12.11.25). L’unico pirla che può dare del pirla a Calenda è Calenda.
L’insaputo. “Il più grande sconto ai ‘ricchi’ l’ha fatto Draghi. Giorgetti: ‘E massacrano noi…’” (Verità, 10.11). Lui nel governo Draghi era solo il ministro dello Sviluppo Economico.
La parola all’esperto. “Le tangenti in Ucraina? I corrotti ci stanno sempre in tutto il mondo” (Antonio Tajani, vicepremier FI, 14.11). Sennò lui non avrebbe un partito.
The Fox. “L’Ucraina è incorruttibile”. “Ville in Svizzera e milioni all’estero: ecco la Tangentopoli che assedia Zelensky. Due ministri costretti alle dimissioni, fedelissimi in fuga: il presidente ora teme l’effetto valanga” (Anna Zafesova, Stampa, 13.5 e 13.11). Ammazza che volpe.
Ha stato Putin. “Una giornata da dimenticare per Richetti, capogruppo di Azione, vittima di un doppio furto durante il rientro in treno da Brescia a Roma. ‘Stavamo rientrando da Brescia, con Calenda e Rosato… E a Calenda gli è scappata pure la battuta: Matteo, forse coi russi stiamo esagerando…’” (Adnkronos, 13.11). È la vendetta di Putin per il tatuaggio.
Lavoratoriiii! “Gasparri: ‘Ma che lavoro ha fatto Fico finora?’” (Libero, 10.11). Ha parlato il metalmeccanico.
Cattivi bidelli. “Sofia Ventura è stata allieva di Angelo Panebianco” (Stefano Folli, Robinson-Repubblica, 9.11). Ah, quindi non è tutta colpa sua.
Lollo in ammollo. “Se Gratteri indaga come cita, peggio mi sento” (Francesco Lollobrigida, ministro FdI dell’Agricoltura, Foglio, 14.11). A proposito: com’era la citazione evangelica sulla moltiplicazione dei vini?
L’ideona. “Ancora lame, ancora violenza, il ministro Piantedosi venga subito in aula a rispondere, se hanno una idea, una strategia su questa piaga. Abbiamo una proposta di legge sui coltelli, discutiamola con urgenza” (Nomfup, alias Filippo Sensi, deputato Pd, 3.11). Giusto: aboliamo i coltelli, così i tagliagole passano alle forchette.
Nuovi testimonial. “Pierluigi Battista promuove il Sì”, “Marco Rizzo: io ex comunista voterò Sì” (Giornale, 10.11). “Tarfusser spariglia il fronte del No” (Dubbio, 12.11). “Lamberto Dini: ‘La riforma Nordio va sostenuta’” (Riformista, 14.11). “Pina Picierno: ‘Separare giudici e pm non è eversione’” (Dubbio, 14.11). “Michele Vietti: ‘Questa riforma va difesa’” (Giornale, 15.11). “Tiziana Maiolo: ‘La dura vita dei sostenitori del No’” (Dubbio, 15.11). Ma allora ditelo che volete far vincere il Sì.
Fuori chi. “Comitato per il Sì in campo. Di Pietro: ‘Fuori i partiti’” (Messaggero, 13.11). Al suo fianco, i forzisti Costa e Cangini annuiscono giulivi.
L’ultimo giapponese. “Basta balle, l’Iraq ci dice che la guerra di Bush era giusta e che ‘nation building’ ed esportazione di democrazia e benessere non sono bestemmie” (Giuliano Ferrara, Foglio, 15.112). Altre cazzate?
Il miracolato. “Sotto un governo di sinistra – quello di Enrico Letta – il sottoscritto venne arrestato, secondo caso nella storia repubblicana dopo quello di Guareschi” (Alessandro Sallusti, Giornale, 10.11). No, fu il 13º caso. Però fu il primo di un giornalista arrestato e salvato dalla grazia di un presidente di sinistra: Napolitano.
Senti chi parla. “Iervolino, i guai sul tax credit del produttore che finanzia il nuovo giornale di Casalino” (Repubblica, 13.11). Non tutti hanno la fortuna di avere un editore indagato per frode fiscale e truffa allo Stato che chiede i lavori socialmente utili e restituisce al fisco 183 milioni di tasse evase.
Il titolo della settimana/1. “La difesa di Zelensky: controlli a tappeto sugli appalti pubblici” (Repubblica, 14.11). Casomai ne fosse rimasto qualcuno regolare.
Il titolo della settimana/2. “Il giusto no del Corriere a Lavrov. Le interviste senza contraddittorio sono propaganda (e non vale solo con i russi)” (Foglio, 14.11). Vale anche per il Foglio con Calenda e Renzi?
Il titolo della settimana/3. “Confondere la libertà di espressione con il diritto di menzogna” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 13.11). Tipo inventare una sentenza di Cassazione che assolve Berlusconi da morto sui rapporti con la mafia per cui non l’avevano mai processato da vivo.
Il titolo della settimana/4. “Giustizia, una terza via per il referendum” (Folli, Repubblica, 13.11). Il Ni.
Non avrai altro pirla. “Pensavo di essere l’ultimo pirla che si era fidato di Renzi, non ero l’ultimo e questo mi rassicura” (Calenda, 31.7.24). “Caro Marco Travaglio, sempre apprezzando la signorililità del giornale che dirigi, ti rispondo affettuosamente meglio Pirla che Putiniano” (Calenda, X, 12.11.25). L’unico pirla che può dare del pirla a Calenda è Calenda.
L’insaputo. “Il più grande sconto ai ‘ricchi’ l’ha fatto Draghi. Giorgetti: ‘E massacrano noi…’” (Verità, 10.11). Lui nel governo Draghi era solo il ministro dello Sviluppo Economico.
La parola all’esperto. “Le tangenti in Ucraina? I corrotti ci stanno sempre in tutto il mondo” (Antonio Tajani, vicepremier FI, 14.11). Sennò lui non avrebbe un partito.
The Fox. “L’Ucraina è incorruttibile”. “Ville in Svizzera e milioni all’estero: ecco la Tangentopoli che assedia Zelensky. Due ministri costretti alle dimissioni, fedelissimi in fuga: il presidente ora teme l’effetto valanga” (Anna Zafesova, Stampa, 13.5 e 13.11). Ammazza che volpe.
Ha stato Putin. “Una giornata da dimenticare per Richetti, capogruppo di Azione, vittima di un doppio furto durante il rientro in treno da Brescia a Roma. ‘Stavamo rientrando da Brescia, con Calenda e Rosato… E a Calenda gli è scappata pure la battuta: Matteo, forse coi russi stiamo esagerando…’” (Adnkronos, 13.11). È la vendetta di Putin per il tatuaggio.
Lavoratoriiii! “Gasparri: ‘Ma che lavoro ha fatto Fico finora?’” (Libero, 10.11). Ha parlato il metalmeccanico.
Cattivi bidelli. “Sofia Ventura è stata allieva di Angelo Panebianco” (Stefano Folli, Robinson-Repubblica, 9.11). Ah, quindi non è tutta colpa sua.
Lollo in ammollo. “Se Gratteri indaga come cita, peggio mi sento” (Francesco Lollobrigida, ministro FdI dell’Agricoltura, Foglio, 14.11). A proposito: com’era la citazione evangelica sulla moltiplicazione dei vini?
L’ideona. “Ancora lame, ancora violenza, il ministro Piantedosi venga subito in aula a rispondere, se hanno una idea, una strategia su questa piaga. Abbiamo una proposta di legge sui coltelli, discutiamola con urgenza” (Nomfup, alias Filippo Sensi, deputato Pd, 3.11). Giusto: aboliamo i coltelli, così i tagliagole passano alle forchette.
Nuovi testimonial. “Pierluigi Battista promuove il Sì”, “Marco Rizzo: io ex comunista voterò Sì” (Giornale, 10.11). “Tarfusser spariglia il fronte del No” (Dubbio, 12.11). “Lamberto Dini: ‘La riforma Nordio va sostenuta’” (Riformista, 14.11). “Pina Picierno: ‘Separare giudici e pm non è eversione’” (Dubbio, 14.11). “Michele Vietti: ‘Questa riforma va difesa’” (Giornale, 15.11). “Tiziana Maiolo: ‘La dura vita dei sostenitori del No’” (Dubbio, 15.11). Ma allora ditelo che volete far vincere il Sì.
Fuori chi. “Comitato per il Sì in campo. Di Pietro: ‘Fuori i partiti’” (Messaggero, 13.11). Al suo fianco, i forzisti Costa e Cangini annuiscono giulivi.
L’ultimo giapponese. “Basta balle, l’Iraq ci dice che la guerra di Bush era giusta e che ‘nation building’ ed esportazione di democrazia e benessere non sono bestemmie” (Giuliano Ferrara, Foglio, 15.112). Altre cazzate?
Il miracolato. “Sotto un governo di sinistra – quello di Enrico Letta – il sottoscritto venne arrestato, secondo caso nella storia repubblicana dopo quello di Guareschi” (Alessandro Sallusti, Giornale, 10.11). No, fu il 13º caso. Però fu il primo di un giornalista arrestato e salvato dalla grazia di un presidente di sinistra: Napolitano.
Senti chi parla. “Iervolino, i guai sul tax credit del produttore che finanzia il nuovo giornale di Casalino” (Repubblica, 13.11). Non tutti hanno la fortuna di avere un editore indagato per frode fiscale e truffa allo Stato che chiede i lavori socialmente utili e restituisce al fisco 183 milioni di tasse evase.
Il titolo della settimana/1. “La difesa di Zelensky: controlli a tappeto sugli appalti pubblici” (Repubblica, 14.11). Casomai ne fosse rimasto qualcuno regolare.
Il titolo della settimana/2. “Il giusto no del Corriere a Lavrov. Le interviste senza contraddittorio sono propaganda (e non vale solo con i russi)” (Foglio, 14.11). Vale anche per il Foglio con Calenda e Renzi?
Il titolo della settimana/3. “Confondere la libertà di espressione con il diritto di menzogna” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 13.11). Tipo inventare una sentenza di Cassazione che assolve Berlusconi da morto sui rapporti con la mafia per cui non l’avevano mai processato da vivo.
Il titolo della settimana/4. “Giustizia, una terza via per il referendum” (Folli, Repubblica, 13.11). Il Ni.