Subpage under development, new version coming soon!
Subject: "Giornalismo", il meglio di...
Mi sento violato e ferito da questo titolo, che associa il benessere e la felicità alle giovani donne al governo.
Ma vivo negli anni 20 e quindi come maschio bianco devo tacermi
Ma vivo negli anni 20 e quindi come maschio bianco devo tacermi
Mi sento violato e ferito da questo titolo, che associa il benessere e la felicità alle giovani donne al governo.
a me più che altro preoccupa che lo associ all'esercito ben armato^^
piuttosto preoccupante il cavalcare questa onda
(edited)
a me più che altro preoccupa che lo associ all'esercito ben armato^^
piuttosto preoccupante il cavalcare questa onda
(edited)
Lo metto qua perché Saviano si spaccia anche come giornalista, oltre che da scrittore/ricalcatore.
Pare che la foto sia del 2015 e che il bimbo sia una vittima delle bombe ucraine nel Donbass e che la Russia non ci incastri proprio nulla. Ma magari ho letto male.
Pare che la foto sia del 2015 e che il bimbo sia una vittima delle bombe ucraine nel Donbass e che la Russia non ci incastri proprio nulla. Ma magari ho letto male.
a me più che altro preoccupa che lo associ all'esercito ben armato^^
Esatto. A me di colpo sembra di essere entrato in un universo alternativo stile "Ai confini della realtà". Tutti appassionati di questa festosa corsa agli armamenti
Esatto. A me di colpo sembra di essere entrato in un universo alternativo stile "Ai confini della realtà". Tutti appassionati di questa festosa corsa agli armamenti
ogni click che regali a saviano è un guadagno.
e se lo critichi online sei un odiatore da sanzionare.
e se lo critichi online sei un odiatore da sanzionare.
Il prossimo passo sarà raggiungere la quota Karlacci
Dopo il mondo che si schiera con il black live matters, fa sempre piacere quando il BLM si schiera contro la guerra
Macché
Macché
I professionisti dell'informazione che accusano i professioni dell'informazione di essere dei cialtroni.
Poi sempre lui
Inquietante ma spiega molte cose
https://www.lindipendente.online/2021/10/13/open-di-mentana-fiancheggera-la-censura-di-facebook-in-italia/
https://www.lindipendente.online/2021/10/13/open-di-mentana-fiancheggera-la-censura-di-facebook-in-italia/
Parlando in Gramellinese
22 Aprile 2022
Noi, gramelliniani della prima ora, siamo affascinati dalla rubrica fissa che il sempre spiritoso banalista del Corriere dedica ogni giorno al professor Orsini. E ci interroghiamo sulle cause di quest’ossessione che porta le meglio firme del bigoncio a sognarselo ogni notte e a tentare di demolirlo ogni giorno, con l’unico risultato di renderne ancor più proibite (dunque accattivanti) le tesi. Il sospetto è che questi noti frequentatori di se stessi, che appena mettono il naso in tv sortiscono effetti più definitivi dei diserbanti e dei narcotici, non si diano pace (absit iniuria verbis) per gli ascolti all’insù di Orsini e i sondaggi all’ingiù dei bellicisti. Il guaio è che, portando l’elmetto sulle ventitré, hanno la visuale ridotta e non notano la ridicolaggine dei loro argomenti. La Tocci intimò a Orsini di non parlare di Russia e Ucraina perché non c’era mai stato (un po’ come il Papa quando parla dell’Aldilà e della Croce). L’ambasciatore Sessa affermò di saperne più di Orsini perché, essendo più anziano, ha studiato più di lui (io, per dire, ho la patente da 39 anni e Leclerc solo da sei, quindi guido meglio io).
Ora Gramellini dà del “gran paraculo” a Orsini per aver detto: “Io sono antifascista, nessuno è più antifascista di me, eppure mio nonno durante il fascismo ha avuto una vita felice”. Purtroppo Orsini non l’ha mai detto. Ha detto – insidiando pericolosamente Massimo Catalano (“meglio sposare una donna bella, giovane e ricca che una donna racchia, vecchia e povera”) – che per un bambino è meglio vivere sotto una dittatura che morire sotto le bombe: infatti suo nonno, da bambino, fu felice nei primi anni del fascismo, che iniziò le sue guerre quando era già adulto. Solo un imbecille o un paraculo potrebbe vedere in questa indiscutibile ovvietà una riabilitazione del fascismo: infatti Gramellini l’ha vista. Purtroppo l’elmetto sugli occhi gli ha impedito di vedere un vero riabilitatore dei nazisti: Gramellini, che un mese fa su Rai3, pagato coi nostri soldi (diversamente da Orsini), sciolse un epinicio all’eroico comandante nazista del battaglione Azov, la simpatica milizia ucraina con le svastiche stilizzate che da 8 anni viene denunciata da Onu, Osce e Amnesty per crimini di guerra e torture nel Donbass ai danni dei civili russofoni e ora, armata fino ai denti dai buoni, s’è asserragliata nell’acciaieria di Mariupol con centinaia di donne e bambini da usare come scudi umani. Sono i bimbi che tanto preoccupano quel fascista paraculo di Orsini e che presto l’intrepido antifascista Gramellini esalterà come mascotte volontarie della Azov Jugend, fiere di resistere nell’acciaieria con la svastichetta sul bavaglino. Ora indovinate un po’ chi è il fascista. E soprattutto il paraculo.
22 Aprile 2022
Noi, gramelliniani della prima ora, siamo affascinati dalla rubrica fissa che il sempre spiritoso banalista del Corriere dedica ogni giorno al professor Orsini. E ci interroghiamo sulle cause di quest’ossessione che porta le meglio firme del bigoncio a sognarselo ogni notte e a tentare di demolirlo ogni giorno, con l’unico risultato di renderne ancor più proibite (dunque accattivanti) le tesi. Il sospetto è che questi noti frequentatori di se stessi, che appena mettono il naso in tv sortiscono effetti più definitivi dei diserbanti e dei narcotici, non si diano pace (absit iniuria verbis) per gli ascolti all’insù di Orsini e i sondaggi all’ingiù dei bellicisti. Il guaio è che, portando l’elmetto sulle ventitré, hanno la visuale ridotta e non notano la ridicolaggine dei loro argomenti. La Tocci intimò a Orsini di non parlare di Russia e Ucraina perché non c’era mai stato (un po’ come il Papa quando parla dell’Aldilà e della Croce). L’ambasciatore Sessa affermò di saperne più di Orsini perché, essendo più anziano, ha studiato più di lui (io, per dire, ho la patente da 39 anni e Leclerc solo da sei, quindi guido meglio io).
Ora Gramellini dà del “gran paraculo” a Orsini per aver detto: “Io sono antifascista, nessuno è più antifascista di me, eppure mio nonno durante il fascismo ha avuto una vita felice”. Purtroppo Orsini non l’ha mai detto. Ha detto – insidiando pericolosamente Massimo Catalano (“meglio sposare una donna bella, giovane e ricca che una donna racchia, vecchia e povera”) – che per un bambino è meglio vivere sotto una dittatura che morire sotto le bombe: infatti suo nonno, da bambino, fu felice nei primi anni del fascismo, che iniziò le sue guerre quando era già adulto. Solo un imbecille o un paraculo potrebbe vedere in questa indiscutibile ovvietà una riabilitazione del fascismo: infatti Gramellini l’ha vista. Purtroppo l’elmetto sugli occhi gli ha impedito di vedere un vero riabilitatore dei nazisti: Gramellini, che un mese fa su Rai3, pagato coi nostri soldi (diversamente da Orsini), sciolse un epinicio all’eroico comandante nazista del battaglione Azov, la simpatica milizia ucraina con le svastiche stilizzate che da 8 anni viene denunciata da Onu, Osce e Amnesty per crimini di guerra e torture nel Donbass ai danni dei civili russofoni e ora, armata fino ai denti dai buoni, s’è asserragliata nell’acciaieria di Mariupol con centinaia di donne e bambini da usare come scudi umani. Sono i bimbi che tanto preoccupano quel fascista paraculo di Orsini e che presto l’intrepido antifascista Gramellini esalterà come mascotte volontarie della Azov Jugend, fiere di resistere nell’acciaieria con la svastichetta sul bavaglino. Ora indovinate un po’ chi è il fascista. E soprattutto il paraculo.
L'avevo vista "prodotta" da altri. Voglio sperare fosse solo uno spunto di discussione ipotetico... che poi, se a farlo sono altri si scatena l'inquisizione.
mistificazione e propaganda bellica made in repubblica.it
ricordatevi questi nomi per quando la guerra sarà finita, per ricordarsi quale tipo di giornalismo è e quale credibilità possiamo concedergli, questo è Stefano cappellini.
ricordatevi questi nomi per quando la guerra sarà finita, per ricordarsi quale tipo di giornalismo è e quale credibilità possiamo concedergli, questo è Stefano cappellini.