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Subject: Blackfriday

2016-11-26 11:04:00
Fast fashion e' sempre piu' un problema di inquinamento globale oltre che psicologico
Cosi come immagino si iniziera' sempre piu' a parlare di rifiuti tecnologici
2016-11-26 15:34:02
che dirti, sei fortunato... non è tutto nero, ma è estenuante la ricerca dei meritevoli di fiducia. Furbetti che ti maggiorano il prezzo (non tutti mettono prezzi esposti, anzi) o che non fanno mezzo scontrino neanche per sbaglio (soprattutto i piccoli esercizi, col titolare che magari è sfondato di grano) ti fan passare la voglia e a quel punto vai online e ti togli il dubbio.

curiosità...ma in che città vivi??? io lavoro a Spezia e i prodotti sono tutti prezzati, da me, dai miei vicini, dai negozi che frequento io...e tutti a parte i bar battono scontrino per scontrino. Mai sentito di negozi che maggiorano i prezzi...al massimo, si possono fare sconti ai clienti abituali. io ad esempio anche se non ti conosco, se spendi 110€ e venti centesimi ti arrotondo, cose così


col titolare che magari è sfondato di grano

commerciante pieno di grano? magari fino ad una decina di anni fa, ora è davvero dura fare soldi nel commercio....noi commercianti siamo l'ultima ruota del carro e paghiamo le tasse anche per i VERI evasori (ovvero chi fa prestazioni, loro sì che evadono quello che vogliono)

che non fanno mezzo scontrino neanche per sbaglio

premesso come sopra che io batto anche una busta da 5cent e tutti i negozi che frequento me lo fanno regolarmetne (può scappare a volte al barista, toh)..

...invece online secondo te dichiarano tutto? eddai, semmai è il contrario

senza i piccoli negozi la città perderebbe vitalità, ma io sono per la teoria che "tutto si trasforma" e il vuoto verrebbe riempito in qualche modo

tipo? al posto delle vetrine dei bei megaschermi touchscreen dove puoi ordinare online? :D boh, io rimango basito di fronte a certe esternazioni, con tutto il rispetto che posso avere per te troy ovviamente ;) ma se leggo delle boiate sulla mia categoria, mi sento toccato personalmente
2016-11-26 15:47:22
Bastava dirlo subito: vivi in un libro di Ibsen.
2016-11-26 16:05:07
NIC to Barros
al posto delle vetrine dei bei megaschermi touchscreen dove puoi ordinare online?

esistono già nelle metro...
2016-11-26 17:27:49
anche io evidentemente vivo in un libro di sto Ibsen..
andreac, fatti un po' più in la che si sta strettini ...
2016-11-26 17:55:12
Pero' Rick Owens o Alexander McQueen.. come fai a dire che siano superficiali?
2016-11-26 19:39:45
pronti!
io direi di metterci in "L'imperatore e Galileo".
Come imperatore non saprei, direi di dividerci la parte di Galileo... io e te con pendoli, cannocchiali, formule e numerini si si si...
2016-11-26 21:52:02
Come imperatore non saprei, direi di dividerci la parte di Galileo... io e te con pendoli, cannocchiali, formule e numerini si si si...

LOL, Andrea, lasciatelo dire, se molto più ferrato in informatica e dintorni . :D
2016-11-26 21:54:27
Ma al mio negozio non ci passi?
ho un campionario di clienti donne da farti visionare


Come no, devo solo scegliere il periodo migliore per scendere a lustrarmi gli occhi :)
2016-11-27 02:25:02
provincia di Milano e, col massimo rispetto delle autorità politiche, ecclesiastiche e militari... confermo tutto! :P
Ma poi... perché dovrei dire bugie? Io amo il profumo e l'atmosfera accogliente dei piccoli negozi, preferisco mille volte parlare con un negoziante piuttosto che cercare informazioni e recensioni online. Forse è proprio per questo che mi ricordo molto bene.

La mia piccola esperienza di vita inizia... nel Klondike (:P)... nella prima metà anni 90 (negozi di articoli di elettronica, per pc e console, spesso di importazione dal giappone): commerciante di "fiducia & amicizia" che col sorriso mi inc*lava 20-30-40k £ ad acquisto (beccato con le mani nella marmellata da un mio amico, che lo ha visto vendere lo stesso articolo a 20k meno, 10min dopo aver ricevuto me...). In generale, tranne che nei grandi centri dove tutto è semi-automatizzato ho sempre avuto la sensazione che mi stessero facendo il prezzo sul momento. Da ormai 15 anni compro online, tutto trasparente, tutto accertabile. Se non dichiarano non lo so, c'è stata anche la bufera dello sfuggire alle tasse di Amazon e ciò che posso sapere è che se c'è un fenomeno questo può essere accertato e combattuto... perché c'è una tracciabilità.

Ultimamente: negozio di articoli per animali, dove un altro "amico" col quale sono stato ore a parlare di lui e della sua vita, poco tempo dopo ha provato a darmi 40€ di croccantini facendomi andar via senza scontrino (scena pietosa). In mezzo, tanti e tanti tentativi di vendermi robe inutili con prezzo (ci giurerei) creato al momento. Mai visto un listino, prezzi esposti sì ma solo per i piccoli articoli. Zooplus.it e passa la paura.

Il più fastidioso: negozio di ottica, passato alla furbissima figlia dopo la scomparsa del padre (che era, come immagino te, bravo, disponibile e serio). Ogni volta, una fatica immonda per farsi dare uno scontrino per le lenti a contatto. La scena, sempre la stessa: la figlia sta nel retro, fa dire alla madre che non c'è e questa interpreta la parte della povera sciura che non sa usare la cassa, tra sorrisi di circostanza e frasi da captatio benevolentiae. Negozio chiuso a tempo di record, io mi ero ormai chiamato fuori...

Poi per carità, per un furbetto c'è sempre quello onesto che recupera per entrambi. Sono convinto tu sia di una certa pasta, capisco la solidarietà verso i colleghi e mi auguro lunga vita e prosperità a chi lavora bene... ma la realtà è fatta di altro, inutile raccontarsele ;)
2016-11-27 06:36:39
Tu sostieni che la gente acquisti solo per la propria stretta necessità (non ricordo le tue parole esatte).
Ed allora mi chiedo seriamente e senza offesa dove tu stia di casa.
Io sostengo che stiamo importando ed applicando da decenni il delirante modello americano: raccogliere nella propria sfera privata ogni genere di consumo. Indipendentemente dalla sua necessità e dalla vera possibilità di averlo. Ridurre la vita privata ad acquisto, possesso di qualcosa: la pubblicità quotidianamente ti ricorda che la felicità è lì a portata di click, la rassicurazione delle nostre paure è l'acquisto di qualcosa. Ed il risultato primo è la generazione di automi che lavorano continuamente per alimentare questa dipendenza da acquisto e questa esistenza finalizzata esclusivamente al possesso di qualcosa.

Io dico che siamo nell'era del consumismo.
Tu e quell'altro utente che ti ha calorosamente tirato una sana pacca sulle spalle, per i miei gusti, se negate ciò, vivete in una bella fiaba dove alla domenica mattina la vostra nonna cucina ancora i biscotti allo zenzero.
2016-11-27 10:56:36
arturo, senza polemica, mi ricordi quelli che criticavano Bertinotti per il maglione di cashimire.

Nel merito, parlo per me, compro una svalangata di cose scarsamente utili per me, ma soprattutto per i miei figli. Questo non fa si che io cerchi in esse soddisfazioni che non possono dare.. nè che ne sia schiavo.. nè che mi rassicurino da alcuna paura..
io sono schiavo del fatto che devo lavorare per vivere.. quel problema si, se me lo risolvi mi fai un piacere...
Alcune delle cose che scrivi sono anche condivisibili, anche se l'analisi è un pochetto superficiale (importare il modello del consumismo? dai, non vuol dire nulla...) epperò prendersela con quello che si compra due camicie nuove per andare in ufficio vestito bene, o che anche si compra uno smarphone per sfizio a me pare senza significato.

Ti faccio una domanda.
Il dispositivo con cui ti colleghi a sokker è un bene di prima necessità? Dato che non è un bene di prima necessità.. perchè l'hai comprato? Sei dunque un automa che vive e lavora per consumi come quello, dominato dal consumismo?
2016-11-27 11:18:29
beh, visto che argomenti il tuo punto di vista...

la prima cosa è un discorso di logica, sembra che tu ragioni solo in termini di "TUTTO BIANCO o TUTTO NERO". Infatti alla tua tesi del "Tutti acquistano solo il superfluo", io ho portato il mio esempio personale e di altri per dire che "ALCUNI" acquistano solo il necessario. Non ho mai detto che "TUTTI acquistano solo il necessario".
C'è una differenza enorme e mi sembra anche una perdita di tempo star qui a parlarne.
"Tutti i cani sono bianchi"
"No, ci sono anche dei cani neri"
"Ah allora tu dici che tutti i cani sono neri"



venendo ad altro, senza polemica, ma alla tua del "libro di Ibsen", stavo per risponderti con "esci dai libri degli anni '70-'80", libri che vedevano come grande nemico del mondo il "CONSUMISMO".
Mi hai preceduto e hai detto tu la parolina magica "consumismo" appunto.

Di questo avevo discusso qualche tempo fa con amici, dato che facendo ordine in casa mi erano capitati in mano un paio di libri di fine anni '80 che individuavano appunto la radice di tutti i problemi nel "consumismo". Per me il "consumismo" è un "problema" di società ricche e in salute.
Quando una società è in crisi e in regressione come la nostra, il problema è trovare lavoro e avere una prospettiva per la propria famiglia, non le masturbazioni mentali degli anni Ottanta.
Il consumismo o l'acquisto del superfluo infatti, se non te ne sei accorto, dà da mangiare a un sacco di persone. Prendiamo un esempio banale: il turismo.
E' il turismo un bene di stretta necessità? No
E ora contami quanti italiani ci campano col turismo.
E con quello che incassano dal turismo acquistano altri beni, muovendo tutta l'economia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Moltiplicatore_keynesiano

Entra nel mondo reale, please ;)
2016-11-27 11:32:07
. Io dico che siamo nell'era del consumismo.

Vero!
Anche con il black friday non sono riuscito a comprarmi il teletrasporto
Kirk e Spock non mi hanno fatto uno sconto!!!!!
Ed era il black friday!
Domani mando una mail alla federazione e spero che prendano provvedimenti e che l'enterprise trovi nuovi dirigenti!
2016-11-27 11:34:55
Io sostengo che stiamo importando ed applicando da decenni il delirante modello americano: raccogliere nella propria sfera privata ogni genere di consumo. Indipendentemente dalla sua necessità e dalla vera possibilità di averlo. Ridurre la vita privata ad acquisto, possesso di qualcosa: la pubblicità quotidianamente ti ricorda che la felicità è lì a portata di click, la rassicurazione delle nostre paure è l'acquisto di qualcosa.

Dipende.
Oggi con 60€ ti compri un buon oculare che abbinato ad un normalissimo telescopio newtoniano da 300€ ti permette di perderti nel cielo profondo e non smettere più di sorridere di gioia.
Galileo avrebbe pianto sangue per avere quello che un qualsiasi "consumatore" oggi può ottenere con facilità.

Ovvio che se hai un armadio con 20 paia di scarpe da ginnastica e un cassetto con 30 camicie in scala di grigi, stai consumando male e sopperendo a delle carenze di altro tipo che non sono quelle d'abbigliamento.

Io dico che siamo nell'era del consumismo.

E sei stato di ispirazione.

Carlo said:
A commodity appears at first sight an extremely obvious, trivial thing. But its analysis brings out that it is a very strange thing, abounding in metaphysical subtleties and theological niceties.

Guy said:
This is the principle of commodity fetishism, the domination of society by “intangible as well as tangible things,” which reaches its absolute fulfillment in the spectacle, where the tangible world is replaced by a selection of images which exist above it, and which simultaneously impose themselves as the tangible par excellence.


(edited)
2016-11-27 14:23:21
Io dico che siamo nell'era del consumismo.

Concordo, certo ci sarà sempre chi preferisce riparare, riusare, riciclare, ma in linea di massima si sempre molto spesso dire che "si fa prima e ti costa uguale a prenderlo nuovo piuttosto che riparare" quel tal oggetto elettronico.
Purtroppo no c'è una gran coscienza civile, ne verso l'ambiente ma nemmeno verso il lavoro altrui.

C'è tanto consumismo che mi viene il patema per l'affollamento del centro commerciale quando devo andare a fare la spesa nei weekend.