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Subject: »SERIE A

2020-03-27 23:22:19
Coronavirus, parla Dybala: "Ho avuto sintomi forti, ora sto meglio. Mi allenavo e mi mancava l'aria. Mi sentivo molto stanco"


ROTFL
2020-03-28 21:55:21

Matteo Paniccia | 28.03.2020
Ultras vuol dire Comunità
Tantissime sono le curve che, da Nord a Sud, si sono attivate durante l'emergenza.

In questi giorni così difficili per il nostro Paese, che si trova a dover combattere una guerra imprevista, in molti si sono mossi con aiuti e donazioni: influencer e musicisti, calciatori e sportivi, presidenti di club, società, attori, attrici e via discorrendo; insomma, il mondo dello star system si è nobilmente mobilitato per offrire una mano in una situazione davvero delicata.



Ma in questa orribile situazione, c’è anche una categoria che nonostante le varie – e forse troppe – accuse, ha deciso di offrire un contributo importante che sta passando in sordina; stiamo parlando degli ultras. Da Nord a Sud sono numerosi i gruppi che hanno raccolto il grido d’aiuto, mettendosi in diversi modi a disposizione della comunità: dalla donazione e raccolta di materiali utili per gli ospedali al servizio in prima persona, con compiti utili per la cittadinanza. A chi rimane stupito bisogna ricordare che ciò dovrebbe rappresentare la normalità per il movimento ultras, non l’eccezione (usiamo il condizionale perché i primi a tradire la “mentalità”, in tante occasioni, sono stati loro stessi).






Porte chiuse, cuore aperto



Lo scorso dieci marzo, all’Estadio de Mestalla, l’Atalanta ha scritto una delle più belle pagine del calcio bergamasco qualificandosi ai quarti di finale – sempre se verranno giocati – della Champions League. Quella andata in scena in Spagna sarebbe dovuta essere una vera e propria festa per i tifosi orobici ma, come sappiamo, così non è stato. Per quanto sembri passata una vita, parliamo di solo sue settimane fa: il calcio era ancora convinto di poter andare avanti a porte chiuse, e la situazione doveva ancora diventare drammatica.



In una storia dal sapore più amaro che dolce, però, il gesto più importante lo hanno compiuto i 1.200 tifosi dell’Atalanta, decidendo di devolvere all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo quelli che dovevano essere i loro rimborsi, per un totale di ben 60.000 euro. Una cifra che, se per alcune celebrità può non pesare, per i “comuni mortali” rappresenta invece uno sforzo enorme, uno sforzo già allora sentito, dal profondo.



Un alpino e ultras dell’Atalanta mentre allestisce l’ospedale da campo (da un servizio di Skytg24 del 26 marzo 2020)



Quello dei tifosi dell’Atalanta però – e fortunatamente – non è stato l’unico gesto nobile da parte degli ultras. A Roma infatti i tifosi della Curva Nord laziale hanno organizzato una raccolta fondi in favore dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia, con lo scopo di rifornirlo di mascherine, autorespiratori, occhiali e materiale di protezione; dall’altra parte del Tevere invece, sponda giallorossa, i tifosi romanisti hanno seguito l’esempio dei bergamaschi, proponendo di donare i soldi della trasferta (saltata) di Siviglia e mettendo su una raccolta fondi.



Anche a Frosinone si è agito nello stesso modo, prima donando in beneficenza i rimborsi che la società avrebbe dovuto elargire per Frosinone-Cremonese giocata a porte chiuse, e poi organizzando una raccolta fondi in favore dell’ospedale locale Fabrizio Spaziani di Frosinone (come nella vicina località di chi scrive, Alatri, in cui il gruppo Armata Alatrese ha nel suo piccolo agito allo stesso modo).



Ma all’appello hanno risposto tantissime altre curve del Paese: Brescia, Pescara, Triestina, Bologna, Como, Reggiana, Ternana, Carpi, Spezia, Salernitana, Napoli e potremmo continuare all’infinito (non limitandoci unicamente al calcio). Insomma non solo criminali e violenti, capro espiatorio perfetto di stampa e politica: gli ultras nel momento del bisogno si sono attivati ma, come detto, ciò deve far parte del loro modo di stare al mondo.






Il senso di comunità



Questa infatti non è la prima occasione in cui i tifosi si sono mostrati solidali con le comunità in difficoltà. In occasione del terremoto che nel lontano 2009 scosse profondamente la conca aquilana, moltissimi gruppi si organizzarono nel giro di pochi giorni; dalle raccolte fondi per effettuare donazioni all’invio di furgoni carichi di generi alimentari e di beni di prima necessità, con pieno sostegno alla protezione civile. Stessa cosa nel territorio di Amatrice quando, tre anni fa, un terremoto rase al suolo l’intero comune: ad aiutare il ritorno, con gran fatica, alla normalità, c’è anche un intero campo sportivo finanziato e “tirato sù” dagli ultras d’Italia.



Ebbene questo è il lato migliore del movimento, che affonda le radici in un codice morale non scritto: esso nasce con intento aggregativo e comunitario, e questo stesso senso di comunità è un valore che gli ultras sono chiamati a preservare in un tempo così individualista e menefreghista. Perciò le curve che cedono alle sirene della criminalità, ancor prima che alla violenza, tradiscono gli stessi ideali per i quali sono nate: dove c’è criminalità ci sono loschi interessi particolari, e dove ci sono interessi particolari – ancor di più se loschi – non ci dovrebbero essere gli ultras.


Ultras d'Italia per Amatrice

Ultras d’Italia per Amatrice: un progetto portato avanti da più di 60 gruppi



Proprio un tifoso atalantino, nel 2016, scriveva una lettera aperta all’Eco di Bergamo su cosa significasse essere ultrà. Ne riportiamo qui un breve estratto:

“Una fredda, freddissima sera invernale in un paesino perso tra le valli sopra Bergamo. Una quindicina di ragazzi si avvicina in silenzio ad un’abitazione, espongono uno striscione, accendono qualche torcia, parte un coro. Si affaccia qualcuno, scende. Un abbraccio, forte, lungo, sentito. Muto. È un frammento. Nascosto e segreto. È l’essenza del movimento ultras. I ragazzi tornano da dove sono venuti. Le loro macchine, i loro paesi, la loro vita”.

Ebbene il calcio ha bisogno degli ultras, ma ne hanno bisogno anche i giovani e la società. Serve però la vera mentalità, quella del terremoto de L’Aquila, di Amatrice, quella che spinge i tifosi del Parma a rifiutare la trasferta troppo costosa allo Juventus Stadium e ad organizzare una colletta per il reparto di oncologia pediatrica; quella che si attiva durante le emergenze, come sta accadendo questi giorni, per il sacro valore della comunità. Ecco la prima regola da tenere a mente, la legge fondamentale da rispettare: se sei un ultrà fai parte di qualcosa che è immensamente più grande di te e, come un soldato, devi metterti a disposizione della causa.
2020-03-28 23:08:20
faccio una domanda che prima o poi si porrà.
Se la serie A finisce qui per il 2020 chi vince lo scudo? chi va in coppa?
2020-03-29 09:21:12
Deve per forza vincere qualcuno?
2020-03-29 09:46:14
Chi sostiene gli stipendi
2020-03-29 12:39:18
A livello regolamentare dovrebbe vincere chi era in testa nell'ultima giornata di campionato completata, al momento la Juventus.
2020-03-29 12:53:15
Se il regolamento è quello, si applicherà il regolamento e spero sarà decisione uniforme in tutti i campionati uefa
2020-03-29 13:04:06
Secondo me, il campionato è da annullare in quanto ormai non regolare. Si riprenda dall'anno precedente.
Potrebbe essere la situazione ideale per i grandi club di stravolgere tutto e creare una superlega. Lo scrivo con tristezza
2020-03-29 13:46:48
Esatto...non capisco come si possa dichiarare vincitrice una squadra in queste condizioni. Poi se qualcuno vuole per forza fregiarsi di questo titolo...

Questa della superlega è sciagura che purtroppo vede in prima Andrea Agnelli. Se mai dovesse succere spero ci sia una reazione dei piccoli /medi club, dei tifosi e delle federazioni nazionali...
2020-03-29 13:54:29
pensate al Liverpool...
2020-03-29 14:31:40
Il Liverpool sarebbe giustificato, ma alla fine che scudetto è uno scudetto che non puoi festeggiare e nemmeno ricordare... tipo la coppa dell'Heisel che non viene nominata dagli juventini nemmeno quando li si piglia in giro sul loro curriculum europeo

Gli interisti invece sul triplete ci marceranno all'infinito :)
(edited)
2020-03-29 14:52:58
concordo sul fatto che non ci sarebbe niente da festeggiare....ma pensa la beffa se annullassero la premier


Questo è ciò che successe nel passato..


Correva il campionato 1914/1915

La Prima Guerra Mondiale era ormai una triste realtà e l’Italia si stava affacciando al conflitto bellico. Allora i tornei di calcio erano due e lo scudetto veniva assegnato con uno spareggio, oggi diremmo finale, tra la vincitrice del Girone dell’Alta Italia, in quell’anno il Genoa, e quella del Girone del Centro-Sud, la Lazio. Ma proprio a ridosso del gran finale l’Italia entrò in guerra e tutte le manifestazioni sportive furono fermate. Come fare? La Figc di allora trovò una soluzione poco decubertiniana: lo scudetto andò al Genoa per quella che oggi sarebbe una sorta di discriminazione territoriale. Essendo le squadre del nord molto più forti di quelle del centro-sud, molto probabilmente il Genoa davvero quel campionato lo avrebbe vinto sul campo ed allora la Figc glielo diede lasciando la Lazio con in bianco.
Qualche anno fa un gruppo di attenti e pazienti tifosi laziali attraverso un attento lavoro di ricostruzione storica sono riusciti a ricostruire i risultati di quella stagione evidenziando il fatto che se da un lato la Lazio si era effettivamente qualificata per le finali, il Genoa non aveva completato il suo percorso. L’istanza per un’assegnazione almeno ex aequo tra Genoa e Lazio è ancora al vaglio dell’attuale Figc.

Correva il campionato 1924/1925

Ancora il Genoa protagonista ma stavolta “vittima”. L’albo d’oro vide e vede iscritto il nome del Bologna. Che, secondo le malelingue, avrebbe beneficiato di un aiuto fascista. C’era ancora il campionato diviso tra nord e sud con finale/spareggio scudetto, anche qui, sbilanciata a favore delle società settentrionali. La finale del torneo del Nord era quindi di fatto una finale scudetto. Genoa e Bologna si sfidarono a oltranza. Non c’erano i supplementari e in caso di pareggio era prevista la ripetizione della partita. Così andò: 1-2 per il Grifone a Bologna, 1-2 per il Bologna a Marassi. Nel primo spareggio successe di tutto, a Milano, in un’Arena troppo piccola e piena di tifosi, narrano le cronache dell’epoca, accalcate fino ai bordi del rettangolo di gioco, il 2-2 fu macchiato da un gol del Bologna col pallone forse sospinto in rete da un tifoso rossoblu dietro la porta del Genoa. Ma la Figc, si dice controllata dal gerarca fascista Leandro Arpinati, emiliano e vicepresidente Figc, non battè ciglio. La seconda ripetizione, a Torino, finì 1-1 tra gravissimi scontri tra tifoserie alla stazione di Porta Nuova, fino al terzo e ultimo spareggio, ancora a Milano, stavolta al Vigentino, si racconta giocata alle sette del mattino e stavolta vinta 2-0 dal Bologna.

Quello scudetto lo ha reclamato recentemente il presidente dei grifoni Enrico Preziosi, almeno per metà, sostenendo irregolarità, appunto, nelle antiche finali, però il Bologna ha replicato stizzito parlando di “aberrazione giuridica”. Il Genoa tiene molto a quello scudetto pencolante perché, nel caso, sarebbe il decimo, dunque quello della stella.

Correva il campionato 1926/1927

In quel caso non ci fu assegnazione. Fu revocato al Torino. I granata pagarono il cosiddetto “scandalo Allemandi“. Il giocatore, in forza alla Juventus, fu “corrotto” da un dirigente del Torino prima di un derby della Mole. Che il Toro vinse 2-1 andando poi a prendersi il tricolore. Titolo che durò il giro di qualche mese, revocato nel novembre 1927. Stavolta, narra la ricostruzione di “Ultimo Uomo” il Regime Fascista non se la sentì di “favorire” ancora una volta il Bologna come “lucky loser” su pressione del solito gerarca e uomo di federcalcio Leandro Arpinati. Così lo Scudetto 1927 rimase non assegnato.

Correva il campionato 1943/1944

In piena Seconda Guerra Mondiale venne organizzato un campionato di Divisione Nazionale 1944, meglio noto come Campionato Alta Italia 1944. Tra bombardamenti e rastrellamenti le squadre furono associate a enti o fabbriche. Dopo le qualificazioni regionali, si arrivò a disputare, per l’assegnazione del titolo, un triangolare, disputato a Milano, tra Venezia, Torino e Vigili del Fuoco La Spezia. Lo vinse La Spezia che dopo l’1-1 col Venezia vinse 2-1 col Torino (a sua volta vincitore 5-2 sui lagunari). Ma quel titolo, molto sui generis, non fu mai archiviato come scudetto ma come Coppa Federale ed infatti nell’albo d’oro della Figc non risulta giocato il campionato in quell’anno.

Dopo un lungo contenzioso in cui lo Spezia ha cercato di ottenere quello scudetto nel proprio palmares, il 22 gennaio 2002 la FIGC ha deciso di sancire definitivamente l’ufficialità del torneo: esso, però, non è stato riconosciuto come un’edizione del campionato italiano di calcio e il titolo assegnato è stato definito come onorifico, ossia diverso da un vero e proprio scudetto.

Correva il campionato 1948/1949

Più che doverosa ma comunque particolare fu l’assegnazione di quello scudetto. La strage di Superga che cancellò il Grande Torino a 4 giornate dalla fine del torneo non tolse ai granata un tricolore strameritato con un campionato di fatto congelato nel finale in cui le avversarie mandarono in campo la propria primavera contro quella del Toro.

Correva il campionato 2004/2005 e 2005/2006

E siamo ai giorni nostri. Allo scandalo Calciopoli che travolse la Juventus sul finire del campionato 2005/2006 vinto dai bianconeri allenati da Capello così come la stagione prima. Le intercettazioni di Moggi, le utenze telefoniche svizzere, un processo lampo in piena estate e una condanna pesante sulla Vecchia Signora che fu privata di quei due scudetti e retrocessa in serie B. Al netto di un una battaglia legale più volte ripresa dal presidente attuale Agnelli e sempre rigettata da tutti i tribunali. Lo scudetto del 2004/2005 non venne assegnato, quello del 2005/2006 fu assegnato all’Inter, terza in classifica, dopo che anche il Milan fu parzialmente coinvolto nello scandalo. Se ne parla ancora oggi…
2020-03-29 15:07:48
ma si, datelo alla juve. prima si arriva ai fatidici 10 promessi dalla figc e prima si ritorna a giocare e competere tutti
2020-03-29 21:06:04
L'europeo è stato rimandato, probabilmente rimanderanno le olimpiadi di Tokyo.Rispetto al passato siamo in una situazione diversa, per fortuna. Le coppe europe non sappiamo se verranno riprese ma è importante assegnare lo scudetto...mah...

Non ci sarebbe nulla da festeggiare ma che senso avrebbe? nessuno dal mio punto di vista, meglio non assegnare nulla e ricominciare il prox....
2020-03-29 21:29:43
scudetto alla cremonese no?

abbiamo speso più di tutta europa messa insieme e manco risuciamo a salvarci in B....
2020-03-29 23:43:15
le olimpiadi so giorni che le hanno rimandate