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Subject: Stasera cucino io
Comunque stasera non ho cucinato.. Cucina libanese take away :P
yuuuum
yuuuum
Penso che sia una questione di filosofia etica e morale. L'uomo, da sempre ha vissuto di caccia e di agricoltura per procurarsi il sostentamento necessario per vivere. Prima di essere agricoltore, l'uomo era cacciatore e se, all'epoca, fossero esistiti i frigoriferi o il sottovuoto, i vegetali li avremmo probabilmente usati solo come carta igienica senza trasformazioni chimiche. In seguito, la più comoda vita stanziale ha fatto si che l'agricoltura si affermasse. Siamo andati avanti per millenni alimentandoci di tutto ciò che si muove da sé o che il vento agita. Ai giorni nostri non ci sarebbe neanche più bisogno di allevare e coltivare. basterebbero i preparati chimici, i liofilizzati e quant'altro eviti spreco di risorse inversamente proporzionale alla resa che si ottiene. Basta pensare alla marea di acqua necessaria per coltivare. Potremmo tranquillamente vivere come gli astronauti che si aprono una busta di intruglio e non hanno nemmeno tanta necessità di occupare il bagno per lunghi tratti della propria esistenza.
Purtroppo la corsa al denaro, la vera causa delle catastrofi umane, non farà desistere l'uomo dagli allevamenti e coltivazioni intensive. Le grandi multinazionali fanno di tutto per convincerci che per sfamare il mondo si deve per forza ricorrere al pompaggio innaturale di tutto ciò che si mette sotto i denti, causando ulteriori immani disastri quali l'eccessivo uso di pesticidi, ormoni della crescita e via dicendo che apportano inquinamento delle falde acquifere e disastri per il nostro metabolismo. Questi novelli signorotti del terzo millennio se ne sbattono del rispetto della vita di tutte le forme viventi del pianeta, uomo compreso e a turno ci bombardano di panzane facendo leva gli uni sull'immoralità di privare altri esseri della vita solo per soddisfare la nostra ingordigia fornendo visioni etiche e morali sul rispetto della vita e boriose relazioni scientifiche sulla assoluta salubrità di una dieta vegana. Gli altri fornendo a loro volta trattai dogmatici sulla necessità assoluta di assumere proteine animali per il bene psico fisico dell'umanità e puntando l'indice sui disastri dei diserbanti e di tutto ciò che è legato al mondo agricolo. Entrambe le fazioni si accordano poi per propinarci la nuova moda che risolverà i problemi del mondo: il Bio.
Bio di 'sto cazzo che serve solo ad alzare vertiginosamente i prezzi pur sapendo che l'acqua usata per irrigare è irriparabilmente inquinata anche se si scavano pozzi da 600 metri di profondità e che la naturale erba di cui si cibano gli animali liberi al pascolo è impregnata da smog e piogge acide. E noi beoti tutti a farci problemi morali e scagliarci l'uno contro l'altro seguendo la corrente che più ci aggrada diventando talmente intransigenti da far impallidire i peggiori fondamentalisti religiosi. E i papponi sghignazzano e accumulano denaro che sicuramente non fluirà in progetti di ospedali, scuole, istruzione. Il popolo va tenuto bue, o meglio, pecora per poterlo mungere intensivamente o rapa, per i vegani, in modo che non si metta a pensare troppo.
La verità è che, mangiare dobbiamo pur farlo ed è impossibile alimentarsi senza commettere un crimine verso un animale o un vegetale che sia. Basterebbe solo farlo in misura non smodata consumando solo lo stretto necessario sia esso succulenta coda di vacca che fragrante pane o fresca lattuga. Nel frattempo che l'umanità viri verso pillole alimentari al sapor di nulla godiamoci il pesce al mercurio, la frutta al cianuro, la carne agli ormoni e i vegetali al glifosato. L'importante è che si spenda :)
Io rispetto il credo alimentare di tutti e non ho problemi ad offrire un pranzo vegano, o vegetariano per chi ha sposato questa fede, come non ho remore per i crudisti o divoratori di animali. Cerco solo nel mio piccolo di non sprecare e di rifornirmi da chi ha ancora a cuore un minimo di qualità degli alimenti senza riempirmi pomposamente di panzane.
Purtroppo la corsa al denaro, la vera causa delle catastrofi umane, non farà desistere l'uomo dagli allevamenti e coltivazioni intensive. Le grandi multinazionali fanno di tutto per convincerci che per sfamare il mondo si deve per forza ricorrere al pompaggio innaturale di tutto ciò che si mette sotto i denti, causando ulteriori immani disastri quali l'eccessivo uso di pesticidi, ormoni della crescita e via dicendo che apportano inquinamento delle falde acquifere e disastri per il nostro metabolismo. Questi novelli signorotti del terzo millennio se ne sbattono del rispetto della vita di tutte le forme viventi del pianeta, uomo compreso e a turno ci bombardano di panzane facendo leva gli uni sull'immoralità di privare altri esseri della vita solo per soddisfare la nostra ingordigia fornendo visioni etiche e morali sul rispetto della vita e boriose relazioni scientifiche sulla assoluta salubrità di una dieta vegana. Gli altri fornendo a loro volta trattai dogmatici sulla necessità assoluta di assumere proteine animali per il bene psico fisico dell'umanità e puntando l'indice sui disastri dei diserbanti e di tutto ciò che è legato al mondo agricolo. Entrambe le fazioni si accordano poi per propinarci la nuova moda che risolverà i problemi del mondo: il Bio.
Bio di 'sto cazzo che serve solo ad alzare vertiginosamente i prezzi pur sapendo che l'acqua usata per irrigare è irriparabilmente inquinata anche se si scavano pozzi da 600 metri di profondità e che la naturale erba di cui si cibano gli animali liberi al pascolo è impregnata da smog e piogge acide. E noi beoti tutti a farci problemi morali e scagliarci l'uno contro l'altro seguendo la corrente che più ci aggrada diventando talmente intransigenti da far impallidire i peggiori fondamentalisti religiosi. E i papponi sghignazzano e accumulano denaro che sicuramente non fluirà in progetti di ospedali, scuole, istruzione. Il popolo va tenuto bue, o meglio, pecora per poterlo mungere intensivamente o rapa, per i vegani, in modo che non si metta a pensare troppo.
La verità è che, mangiare dobbiamo pur farlo ed è impossibile alimentarsi senza commettere un crimine verso un animale o un vegetale che sia. Basterebbe solo farlo in misura non smodata consumando solo lo stretto necessario sia esso succulenta coda di vacca che fragrante pane o fresca lattuga. Nel frattempo che l'umanità viri verso pillole alimentari al sapor di nulla godiamoci il pesce al mercurio, la frutta al cianuro, la carne agli ormoni e i vegetali al glifosato. L'importante è che si spenda :)
Io rispetto il credo alimentare di tutti e non ho problemi ad offrire un pranzo vegano, o vegetariano per chi ha sposato questa fede, come non ho remore per i crudisti o divoratori di animali. Cerco solo nel mio piccolo di non sprecare e di rifornirmi da chi ha ancora a cuore un minimo di qualità degli alimenti senza riempirmi pomposamente di panzane.
Il miele non viene prodotto ma raccolto dall'uomo. Alla produzione ci pensano le api.
Non sono esperissimo in materia ma ricordo che da piccolo, quando vivevo in cascina e ogni famiglia si divideva i compiti, uno zio paterno era addetto alla cura degli alveari e quando c'era da raccogliere il miele, gli davo una mano volentieri perchè mi sentivo un eroe sfidare una marea di pungiglioni pronti a farmi fare la fine di un gladiatore nell'arena . All'epoca adoravo i fil sui romani :D
Per la verità, non è che si saccheggia impunemente l'arnia di tutto il miele stipatovi ma si raccoglie solo il miele stivato nei melari lasciando la gran parte del resto a disposizione delle api per superare l'inverno. Le api erano sacre ed importanti per noi perchè, non avendo possibilità di comprarci lo zucchero, esse ci fornivano la parte dolce di cui avevamo bisogno. A dir la verità tutto era importante, dal pulcino nella pulcinaia al fogliame del bosco che raccoglievamo e stivavamo religiosamente per lo strame della stalla. Ah, le mucche campavano tranquillamente 20 anni ed il latte raccolto era tanto se ne ricavavi dai 3 ai 5 litri al giorno. Altro che i 25 di media odierni.
Senza divagare troppo. I melari sono dei telai aggiuntivi che s'inserviano negli alveari dopo aver stabilito, per ogni arnia, quanti favi riempissero naturalmente per il consumo proprio delle api.
Ad esempio, il primo anno si mettevano 6 o 7 telai e, la stagione successiva si controllava quanti ancora fossero pieni. Se per ipotesi un gruppo di api ne consumava 5 per superare l'inverno, al successivo prelievo si toglievano 1 o 2 telai. Poi se ne aggiungevano 1 o 2 in più e se riempivano pure quelli gli si lasciavano i canonici 5 e si toglievano i rimanenti. In questo modo si era contenti entrambi :D
Non sono esperissimo in materia ma ricordo che da piccolo, quando vivevo in cascina e ogni famiglia si divideva i compiti, uno zio paterno era addetto alla cura degli alveari e quando c'era da raccogliere il miele, gli davo una mano volentieri perchè mi sentivo un eroe sfidare una marea di pungiglioni pronti a farmi fare la fine di un gladiatore nell'arena . All'epoca adoravo i fil sui romani :D
Per la verità, non è che si saccheggia impunemente l'arnia di tutto il miele stipatovi ma si raccoglie solo il miele stivato nei melari lasciando la gran parte del resto a disposizione delle api per superare l'inverno. Le api erano sacre ed importanti per noi perchè, non avendo possibilità di comprarci lo zucchero, esse ci fornivano la parte dolce di cui avevamo bisogno. A dir la verità tutto era importante, dal pulcino nella pulcinaia al fogliame del bosco che raccoglievamo e stivavamo religiosamente per lo strame della stalla. Ah, le mucche campavano tranquillamente 20 anni ed il latte raccolto era tanto se ne ricavavi dai 3 ai 5 litri al giorno. Altro che i 25 di media odierni.
Senza divagare troppo. I melari sono dei telai aggiuntivi che s'inserviano negli alveari dopo aver stabilito, per ogni arnia, quanti favi riempissero naturalmente per il consumo proprio delle api.
Ad esempio, il primo anno si mettevano 6 o 7 telai e, la stagione successiva si controllava quanti ancora fossero pieni. Se per ipotesi un gruppo di api ne consumava 5 per superare l'inverno, al successivo prelievo si toglievano 1 o 2 telai. Poi se ne aggiungevano 1 o 2 in più e se riempivano pure quelli gli si lasciavano i canonici 5 e si toglievano i rimanenti. In questo modo si era contenti entrambi :D
Ah, dimenticavo. Per togliere il miele dei favi bisogna prima togliere la cera che fa da tappo ad ogni singola cella. Cera che veniva poi messa da parte e si facevano candele.
Una volta liberate le celle si mettevano i favi in un macchinario collegato ad una mezza bicicletta. pedalando si faceva roteare il cilindro in cui erano sistemati i favi e in pratica i telai venivano centrifugati. Non ti dico le gare che facevamo da ragazzi per vedere chi era il più veloce con alle spalle i vecchi che incitavano '' Dai Coppi, Forza Bartali'' :D
Poi mi sembra che si lasciasse il miele a decantare ma dopo la spremitura per noi ragazzi diventava un mistero sapere cosa succedesse al miele. Spariva magicamente dalla nostra vista e, sopprattutto, dalla nostra disponibilità. In pratica il liquido ambrato passava sotto l'egida delle nonne sapienti nell'arte di far sparire i barattoli e farli comparire magicamente in caso di bronchiti o nei rari casi che girava il caffè... ovviamente d'orzo.
Una volta liberate le celle si mettevano i favi in un macchinario collegato ad una mezza bicicletta. pedalando si faceva roteare il cilindro in cui erano sistemati i favi e in pratica i telai venivano centrifugati. Non ti dico le gare che facevamo da ragazzi per vedere chi era il più veloce con alle spalle i vecchi che incitavano '' Dai Coppi, Forza Bartali'' :D
Poi mi sembra che si lasciasse il miele a decantare ma dopo la spremitura per noi ragazzi diventava un mistero sapere cosa succedesse al miele. Spariva magicamente dalla nostra vista e, sopprattutto, dalla nostra disponibilità. In pratica il liquido ambrato passava sotto l'egida delle nonne sapienti nell'arte di far sparire i barattoli e farli comparire magicamente in caso di bronchiti o nei rari casi che girava il caffè... ovviamente d'orzo.
sono in accordo con tutto il tuo discorso, bello, preciso, senza attacchi contro nessuno che non lo meriti, ma il racconto del miele e forza Coppi e Bartali, mi ha mandato in tilt: hai 120anni?
in ogni modo complimenti!
in ogni modo complimenti!
Mi sa sui 65 sbaglio? Comunque grucho premier!!!
Ovviamente mi ritrovo nelle tue parole,nel mio piccolo faccio qualcosa ma non abbastanza...la frenesia non mi/ci permette di “moralizzarci” un po’ tutti,chi più chi meno....l’ipocrisia è una brutta bestia che pure i vegani dovrebbero divorare ;-)
Ovviamente mi ritrovo nelle tue parole,nel mio piccolo faccio qualcosa ma non abbastanza...la frenesia non mi/ci permette di “moralizzarci” un po’ tutti,chi più chi meno....l’ipocrisia è una brutta bestia che pure i vegani dovrebbero divorare ;-)
C’è un errore di fondo nella società.
Se io sono carnivoro e rispetto tutti vado bene
Se io sono vegano e rispetto tutti sono un estremista.
Il fatto di pensarla diversamente non implica che forzo tutti a pensarla diversamente o che sono da emarginare.
Tra l’altro una cosa curiosa che capita il 95% delle volte.
Quando parlo con qualcuno e dico “sono vegetariano” o “sono vegano” la controparte inizia a spiegarmi quanta carne mangia a settimana e si va poi sul discorso.
E non me ne può fregare di meno.
Poi quando non ci sono ma magari è con altri mi criticano come se io avessi chiesto quanta carne mangiano.
Ecco, se vi trovate con un veg*ano e non vi chiede, non andate sull’argomento.
È un po’ come quando conosci un gay e dici “ah io a prenderlo n’icculo non riuscirei”.
Se io sono carnivoro e rispetto tutti vado bene
Se io sono vegano e rispetto tutti sono un estremista.
Il fatto di pensarla diversamente non implica che forzo tutti a pensarla diversamente o che sono da emarginare.
Tra l’altro una cosa curiosa che capita il 95% delle volte.
Quando parlo con qualcuno e dico “sono vegetariano” o “sono vegano” la controparte inizia a spiegarmi quanta carne mangia a settimana e si va poi sul discorso.
E non me ne può fregare di meno.
Poi quando non ci sono ma magari è con altri mi criticano come se io avessi chiesto quanta carne mangiano.
Ecco, se vi trovate con un veg*ano e non vi chiede, non andate sull’argomento.
È un po’ come quando conosci un gay e dici “ah io a prenderlo n’icculo non riuscirei”.
Vero,verissimo,ma sul discorso bambini vegani non mi schiodo...il vegano bisogna saperlo fare per ottenere tutto quello di cui il nostro corpo necessita...diversi lo fanno per moda è un po’ “a caso” ....
il taboulleh per esempio, che è uno dei miei piatti preferiti in assoluto
Quando parlo con qualcuno e dico “sono vegetariano” o “sono vegano” la controparte inizia a spiegarmi quanta carne mangia a settimana e si va poi sul discorso.
E' un mettere le mani avanti su un discorso spinoso. Una sorta di giustificazione sul fatto che , sotto sotto, i carnivori sanno che probabilmente i veg...ecetera, dato che ci sono miriadi di varianti di erbivori, non hanno tutti i torti. Non dimentichiamoci che ogni essere umano soffre atavicamente del senso di colpa nei confronti della vittima uccisa a tal punto che spesso si sfocia in grotteschi rituali di riparazione all'atto dell'uccisione di qualsiasi essere vivente ancora in auge. Basti pensare ad esempio al rito kosher per prenderne uno a caso.
Meuli aveva brillantemente coniato il termine di Commedia dell'innocenza per spiegare questa nostra strampalata deformazione etico religiosa sul fatto che fosse sacrilego uccidere. In tutte le religoni è rafforzato il concetto della sacralità della vita in tutte le sue forme. Con gli ominidi che mossero i primi passi sulla terra nacquero i rituali ''scaccia senso di colpa''ed ancora oggi in molte culture continua, in diverse forme, questa tradizione della giustificazione ad un atto terribile. Avanti di questo passo non otterremmo comunque altro che riempirci la testa di spendide teorie e verità assolute rimanendo però a pancia vuota :D
Scendiamo quindi sulla terra e ricordimoci che la risposta, che va per la maggiore, di un vegan ad un carnivoro che sta decandando la riuscita del suo inebriante stufato è di solito ''Io non mi cibo di cadaveri putrescenti come voi!''
Ohibo, mi vien da pensare se quei fumanti chicchi di riso che giacciono sconsolatamente nel piatto in compagnia di purpurei pomodorini non siano altro che una parte di una pianta strappata crudelmente alla vita all'atto dell'estirpazione delle radici o siano il frutto della rinascita della pianta che attraverso i suoi semi rinverdisce il ciclo della vita.... allora se magnano i figlioletti e pure vivi. CRUDELIIII! :D
E' un mettere le mani avanti su un discorso spinoso. Una sorta di giustificazione sul fatto che , sotto sotto, i carnivori sanno che probabilmente i veg...ecetera, dato che ci sono miriadi di varianti di erbivori, non hanno tutti i torti. Non dimentichiamoci che ogni essere umano soffre atavicamente del senso di colpa nei confronti della vittima uccisa a tal punto che spesso si sfocia in grotteschi rituali di riparazione all'atto dell'uccisione di qualsiasi essere vivente ancora in auge. Basti pensare ad esempio al rito kosher per prenderne uno a caso.
Meuli aveva brillantemente coniato il termine di Commedia dell'innocenza per spiegare questa nostra strampalata deformazione etico religiosa sul fatto che fosse sacrilego uccidere. In tutte le religoni è rafforzato il concetto della sacralità della vita in tutte le sue forme. Con gli ominidi che mossero i primi passi sulla terra nacquero i rituali ''scaccia senso di colpa''ed ancora oggi in molte culture continua, in diverse forme, questa tradizione della giustificazione ad un atto terribile. Avanti di questo passo non otterremmo comunque altro che riempirci la testa di spendide teorie e verità assolute rimanendo però a pancia vuota :D
Scendiamo quindi sulla terra e ricordimoci che la risposta, che va per la maggiore, di un vegan ad un carnivoro che sta decandando la riuscita del suo inebriante stufato è di solito ''Io non mi cibo di cadaveri putrescenti come voi!''
Ohibo, mi vien da pensare se quei fumanti chicchi di riso che giacciono sconsolatamente nel piatto in compagnia di purpurei pomodorini non siano altro che una parte di una pianta strappata crudelmente alla vita all'atto dell'estirpazione delle radici o siano il frutto della rinascita della pianta che attraverso i suoi semi rinverdisce il ciclo della vita.... allora se magnano i figlioletti e pure vivi. CRUDELIIII! :D
Tornando al tema principale del thread vi posto la ricetta che vado a preparare tra poco in onore a realpivot.
Una glutine free facilissima da preparare.
Mi sono avanzati del salmone affumicato e del caviale (uova di lompo vanno bene lo stesso) per cui ho deciso di utilizzarle prima che scadano quindi mi farò un saporito risotto alla zarina.
Per 2 persone dato che in casa ci siamo solo mia moglie ed io... oltre al cane ma il riso fa male ai canidi :)
Preparare del brodo vegetale.
Far imbiondire mezza cipolla in poco burro.
Aggiungere 160 g di riso (in questo caso uso il Carnaroli) e tostare accuratamente.
Sfumare con 1/2 bicchierino di vodka. Quando la parte alcoolica è sfumata.
Aggiungere il brodo un po' alla volta portantolo a cottura.
5 minuti prima che sia pronto inserire il salmone tagliato a striscioline ( 80g.)
Impiattare il riso cotto all'onda (in pratica non asciuttissimo) e cospargere con un cucchiaino di caviale.
Accompagnerò il riso con del verduzzo bello fresco :)
Una glutine free facilissima da preparare.
Mi sono avanzati del salmone affumicato e del caviale (uova di lompo vanno bene lo stesso) per cui ho deciso di utilizzarle prima che scadano quindi mi farò un saporito risotto alla zarina.
Per 2 persone dato che in casa ci siamo solo mia moglie ed io... oltre al cane ma il riso fa male ai canidi :)
Preparare del brodo vegetale.
Far imbiondire mezza cipolla in poco burro.
Aggiungere 160 g di riso (in questo caso uso il Carnaroli) e tostare accuratamente.
Sfumare con 1/2 bicchierino di vodka. Quando la parte alcoolica è sfumata.
Aggiungere il brodo un po' alla volta portantolo a cottura.
5 minuti prima che sia pronto inserire il salmone tagliato a striscioline ( 80g.)
Impiattare il riso cotto all'onda (in pratica non asciuttissimo) e cospargere con un cucchiaino di caviale.
Accompagnerò il riso con del verduzzo bello fresco :)
Più che Libano diciamo che è la cucina medio-orientale.
Cucina di tradizione povera (ortaggi e semi) e speziata principalmente con paprika, peperoncino, spezie mediterranee e limone
A me piace un botto Hummus (ceci),
melanzane ceci e pomodoro stufati nella ceramica per ore e ore (assimilabile al concetto della lasagna),
insalate di parsley (ho un vuoto in italiano, prezzemolo?) con cippollotto a gogo
Purè di melanzane
Falafel (falafel wrap con pickles, insalata, olive, succo di limone e salsa chilli)
Lenticchie, hanno varie ricette
Inoltre c’è tutta la parte che ignoro su pollo, manzo e pecora.
Facendo un riassunto probabilmente errato direi che è una variante alla dieta mediterranea, più o meno stessi ingredienti con una forma culturale differente.
Cucina di tradizione povera (ortaggi e semi) e speziata principalmente con paprika, peperoncino, spezie mediterranee e limone
A me piace un botto Hummus (ceci),
melanzane ceci e pomodoro stufati nella ceramica per ore e ore (assimilabile al concetto della lasagna),
insalate di parsley (ho un vuoto in italiano, prezzemolo?) con cippollotto a gogo
Purè di melanzane
Falafel (falafel wrap con pickles, insalata, olive, succo di limone e salsa chilli)
Lenticchie, hanno varie ricette
Inoltre c’è tutta la parte che ignoro su pollo, manzo e pecora.
Facendo un riassunto probabilmente errato direi che è una variante alla dieta mediterranea, più o meno stessi ingredienti con una forma culturale differente.
Grazie,curiosa la variante vodka...io ho provato col rum(che è piu rotondo) e il risultato è top...il caviale non ci piace ma al salmone diamo del tu...di solito lo mangio solo...se.stasera ne avanzo ,domani lo replico pari pari al tuo ;-)
perchè è alla Zarina:D zarina =zar= russia= Vodka
(edited)
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