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Subject: Il 4 marzo si vota
La so!
Perchè sono riusciti a convincerlo che per stare meglio lui deve dare addosso a chi sta peggio di lui, gli extracomunitari!
Ho vinto qualche cosa?
^_^
Perchè sono riusciti a convincerlo che per stare meglio lui deve dare addosso a chi sta peggio di lui, gli extracomunitari!
Ho vinto qualche cosa?
^_^
è stupido e si è fatto convincere dai cattivoni
me la segno ^_-
me la segno ^_-
Nessuno ha detto che è stupido...
Malleabile si... Ma non stupido...
E nessuno ha detto che chi da contro gli extracomunitari sia un cattivone...
Approfittatore si... Ma non cattivone...
^_^
Malleabile si... Ma non stupido...
E nessuno ha detto che chi da contro gli extracomunitari sia un cattivone...
Approfittatore si... Ma non cattivone...
^_^
scusate ma giusto per capire qui c'è qualcuno convinto che uno dei problemi reali dell'italia sia l'iimmigrazione?
Quindi nessuna responsabilità di chi ci ha governato negli ultimi 7 anni, è solo che non abbiamo capito. Oooook! Tutto x colpa della temibile propaganda leghista?
Nel forum non so, in giro per il paese sì e anche tanti. Anzi no, la colpa è della Boldrini che li invita tutti qui
( nessuno che si ricorda che le espulsioni sono quasi impossibili per via della Bossi-Fini)
( nessuno che si ricorda che le espulsioni sono quasi impossibili per via della Bossi-Fini)
ITALIA
Un paese in cui i neri vengono uccisi per strada
Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale
7 marzo 2018 13.58
Era su ponte Vespucci di Firenze a vendere ombrelli, Idy Diene, 54 anni, quando è stato colpito da sei proiettili, il 5 marzo. A sparare il pensionato Roberto Pirrone. Il giorno dopo l’omicidio circa cinquecento persone sono tornate sul ponte per dire no al razzismo e fermare la violenza cieca da cui la comunità straniera della città si sente minacciata.
Di Diene sappiamo poche cose: era originario di Morola, una cittadina a settanta chilometri da Dakar, in Senegal. Era arrivato in Italia nel 2001 in aereo con un visto turistico. “Ha vissuto a Firenze per sette anni”, racconta Mor Thiame, un amico di Diene che con lui ha condiviso l’appartamento nel capoluogo fiorentino.
Poi si era trasferito a Pontedera, in provincia di Pisa, e tutti i giorni faceva il pendolare con Firenze. In Senegal aveva undici figli e il suo sogno era tornare nel suo paese per occuparsi dell’allevamento di mucche e cavalli della sua famiglia. “Era molto religioso, un punto di riferimento per la comunità senegalese di Firenze, spesso in moschea conduceva la preghiera e si alzava alle cinque del mattino per pregare”, racconta Thiame.
“Mi ricordo il suo sorriso, la sua disponibilità, aveva poco, ma era pronto a condividerlo con tutti”, ricorda l’amico che l’ultima volta aveva scherzato su Facebook con Diene, qualche giorno prima dell’omicidio. “Non riusciva a tornare in Senegal da quattro anni, perché aveva avuto problemi con il permesso di soggiorno, che aveva risolto da un mese”, racconta Thiame che conclude amaro: “Non vedeva la sua famiglia da quattro anni, per me era come un padre”.
Un bianco ha preso una pistola e ha ucciso un nero. Dicono che non è razzismo, che cos’è allora?
“Non si può morire così, come una bestia”, ha commentato Pape Diaw, rappresentante della comunità senegalese di Firenze. “Questo omicidio è frutto del clima che c’è in Italia”, ha aggiunto tracciando un elemento di continuità tra l’omicidio di Firenze e le elezioni politiche del 4 marzo in cui si è affermata la Lega di Matteo Salvini, un partito xenofobo che ha basato la sua campagna elettorale sul rifiuto dell’immigrazione e sulla paura verso i migranti.
“Di tutte le persone che c’erano sul ponte, come mai ha colpito solo il nero? Non c’era solo lui. Qui un bianco ha preso una pistola e ha ucciso un nero. Dicono che non è razzismo, che cos’è allora?”, ha chiesto Diaw. La procura, che indaga sul caso, ha escluso il movente razzista per l’omicidio di Diene, accettando la versione dell’assassino.
Pirrone, tipografo in pensione che aveva un regolare porto d’armi, ha raccontato di volersi suicidare e di aver sparato “a caso” contro Diene mentre era in uno stato confusionale. La comunità senegalese della città, tuttavia, non accetta questa spiegazione e accusa Pirrone di aver agito con una motivazione razzista. “Abbiamo paura, ci sentiamo bersagli”, spiega Dia Papademba, rappresentante dei senegalesi di Pontedera.
“Ho paura che qualcuno mi possa sparare: prima Macerata, ora Firenze. Per noi non è più sicuro andare in giro”, aggiunge Saer Diop, un altro senegalese di Pietrasanta che vive in Italia dal 2009. “Io non li chiamo razzisti, li chiamo ignoranti. Perché non si chiedono chi siamo, che storia abbiamo. Non ci considerano persone”, aggiunge. “Anche noi ci teniamo a questo paese e siamo preoccupati di quello che sta succedendo”, conclude.
Non è la prima volta che a Firenze un uomo spara contro gli immigrati, era già successo il 13 dicembre 2011 a piazza Dalmazia, quando il dirigente di CasaPound Gianluca Casseri aveva ucciso Samb Modou e Diop Mor, due immigrati senegalesi e ne aveva feriti altri tre: Sougou Mor, Mbenghe Cheike e Moustapha Dieng. Tra l’altro Diene era cugino di Samb Modou, una delle vittime, e dall’epoca dell’omicidio si occupava della vedova, Rokhaya Mbengue, e di sua figlia.
In città non si respira un clima di ostilità verso gli immigrati, ma è cambiata la risposta delle istituzioni
“Mi colpisce sempre, in vicende come queste, che avvengano in contesti come quello di Firenze, che non farebbero pensare al razzismo o all’ostilità verso gli immigrati”, spiega Dagmawi Yimer, regista italoetiope che ha realizzato il documentario Va’ pensiero sulla strage di Firenze del 2011. Secondo il regista, la comunità senegalese ha un ruolo attivo nella vita del capoluogo toscano: “Sono cittadini impegnati, non sono invisibili come tanti immigrati in altre parti d’Italia, e per questo forse la loro presenza in questo momento è ancora più sgradita, perché dimostra un’integrazione riuscita di lunga data”, aggiunge Yimer. “In questo momento, e dopo Macerata ancora di più, molti pensano che eliminare un nero li possa rendere addirittura graditi agli italiani”, conclude.
La comunità senegalese di Firenze, molto ben organizzata e radicata, si sente colpita da quest’ultimo omicidio, spiega Anna Meli del Cospe, e “c’è molta rabbia per una morte assurda”. Per Meli, i rappresentanti delle comunità straniere, come Pape Diaw, in questi giorni hanno provato “in tutti i modi di calmare gli animi, soprattutto dei più giovani che si sentono minacciati” da attacchi come questo.
Secondo Meli, in città non si respira un clima di ostilità verso gli immigrati, tuttavia è cambiata “la risposta delle istituzioni”. Nel caso della strage del 2011 di piazza Dalmazia “ci fu subito una condanna ferma da parte dell’amministrazione comunale e della regione che andava al di là di ogni divisione politica”. La Toscana infatti è sempre stata un territorio che “si vantava di essere accogliente, che sperimentava pratiche di accoglienza e di interculturalità, ma gradualmente questo aspetto si sta perdendo”. Questo, aggiunge Meli, è provocato anche da una situazione di scontro all’interno della sinistra: “Fanno fatica a prendere posizione, magari anche perché l’omicidio è avvenuto all’indomani delle elezioni”.
Al sit-in antirazzista, il 6 marzo, ci sono stati momenti di tensione quando è intervenuto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che si era rifiutato d’incontrare i rappresentanti della comunità senegalese dopo l’omicidio e aveva condannato le proteste scoppiate in serata. “La protesta violenta di questa sera nel centro della città è assolutamente inaccettabile. E sia chiaro che i violenti, di qualsiasi provenienza, non meritano giustificazioni. Vanno affidati alle forze dell’ordine e alla legge”, aveva scritto Nardella sui social network, suscitando molte critiche.
Contro il sindaco, arrivato alla manifestazione antirazzista, si è alzato il grido “Vergogna, vergogna”. Poco dopo, un gruppo ha provato a forzare il blocco della polizia perché avrebbe voluto improvvisare un corteo sul Lungarno. Ma l’intervento dei rappresentanti della comunità senegalese ha fatto rientrare la tensione. “Bisogna stare molto calmi, faccio appello a tutte le comunità di stranieri della città”, ha detto Nardella, lasciando la manifestazione.
“Non abbiamo molti dubbi sul motivo razziale dell’omicidio, nonostante quello che dice Nardella”, osserva Silvia Cardini, un’insegnante fiorentina che ha partecipato alla manifestazione del 6 marzo. La comunità senegalese è così integrata nella città che ormai nelle scuole ci sono molti ragazzi nati da coppie miste e “questa violenza scuote e attraversa le classi”, secondo l’insegnante. “La questione è molto sentita tra i ragazzi”.
“Come nel resto del paese il vento sta cambiando anche a Firenze, e alcuni gruppi di neofascisti si stanno facendo strada in alcuni licei della città, mentre prima nessuno a Firenze osava definirsi di destra”, spiega Cardini. I ragazzi che hanno origini straniere hanno paura: “Mio figlio adottivo di 16 anni, che non è nemmeno troppo politicizzato, mi ha detto che vorrebbe andarsene dall’Italia e che sabato verrà alla nuova manifestazione per Idy Diene. È la prima volta in vita sua che mi dice di voler partecipare a una manifestazione”.
Un paese in cui i neri vengono uccisi per strada
Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale
7 marzo 2018 13.58
Era su ponte Vespucci di Firenze a vendere ombrelli, Idy Diene, 54 anni, quando è stato colpito da sei proiettili, il 5 marzo. A sparare il pensionato Roberto Pirrone. Il giorno dopo l’omicidio circa cinquecento persone sono tornate sul ponte per dire no al razzismo e fermare la violenza cieca da cui la comunità straniera della città si sente minacciata.
Di Diene sappiamo poche cose: era originario di Morola, una cittadina a settanta chilometri da Dakar, in Senegal. Era arrivato in Italia nel 2001 in aereo con un visto turistico. “Ha vissuto a Firenze per sette anni”, racconta Mor Thiame, un amico di Diene che con lui ha condiviso l’appartamento nel capoluogo fiorentino.
Poi si era trasferito a Pontedera, in provincia di Pisa, e tutti i giorni faceva il pendolare con Firenze. In Senegal aveva undici figli e il suo sogno era tornare nel suo paese per occuparsi dell’allevamento di mucche e cavalli della sua famiglia. “Era molto religioso, un punto di riferimento per la comunità senegalese di Firenze, spesso in moschea conduceva la preghiera e si alzava alle cinque del mattino per pregare”, racconta Thiame.
“Mi ricordo il suo sorriso, la sua disponibilità, aveva poco, ma era pronto a condividerlo con tutti”, ricorda l’amico che l’ultima volta aveva scherzato su Facebook con Diene, qualche giorno prima dell’omicidio. “Non riusciva a tornare in Senegal da quattro anni, perché aveva avuto problemi con il permesso di soggiorno, che aveva risolto da un mese”, racconta Thiame che conclude amaro: “Non vedeva la sua famiglia da quattro anni, per me era come un padre”.
Un bianco ha preso una pistola e ha ucciso un nero. Dicono che non è razzismo, che cos’è allora?
“Non si può morire così, come una bestia”, ha commentato Pape Diaw, rappresentante della comunità senegalese di Firenze. “Questo omicidio è frutto del clima che c’è in Italia”, ha aggiunto tracciando un elemento di continuità tra l’omicidio di Firenze e le elezioni politiche del 4 marzo in cui si è affermata la Lega di Matteo Salvini, un partito xenofobo che ha basato la sua campagna elettorale sul rifiuto dell’immigrazione e sulla paura verso i migranti.
“Di tutte le persone che c’erano sul ponte, come mai ha colpito solo il nero? Non c’era solo lui. Qui un bianco ha preso una pistola e ha ucciso un nero. Dicono che non è razzismo, che cos’è allora?”, ha chiesto Diaw. La procura, che indaga sul caso, ha escluso il movente razzista per l’omicidio di Diene, accettando la versione dell’assassino.
Pirrone, tipografo in pensione che aveva un regolare porto d’armi, ha raccontato di volersi suicidare e di aver sparato “a caso” contro Diene mentre era in uno stato confusionale. La comunità senegalese della città, tuttavia, non accetta questa spiegazione e accusa Pirrone di aver agito con una motivazione razzista. “Abbiamo paura, ci sentiamo bersagli”, spiega Dia Papademba, rappresentante dei senegalesi di Pontedera.
“Ho paura che qualcuno mi possa sparare: prima Macerata, ora Firenze. Per noi non è più sicuro andare in giro”, aggiunge Saer Diop, un altro senegalese di Pietrasanta che vive in Italia dal 2009. “Io non li chiamo razzisti, li chiamo ignoranti. Perché non si chiedono chi siamo, che storia abbiamo. Non ci considerano persone”, aggiunge. “Anche noi ci teniamo a questo paese e siamo preoccupati di quello che sta succedendo”, conclude.
Non è la prima volta che a Firenze un uomo spara contro gli immigrati, era già successo il 13 dicembre 2011 a piazza Dalmazia, quando il dirigente di CasaPound Gianluca Casseri aveva ucciso Samb Modou e Diop Mor, due immigrati senegalesi e ne aveva feriti altri tre: Sougou Mor, Mbenghe Cheike e Moustapha Dieng. Tra l’altro Diene era cugino di Samb Modou, una delle vittime, e dall’epoca dell’omicidio si occupava della vedova, Rokhaya Mbengue, e di sua figlia.
In città non si respira un clima di ostilità verso gli immigrati, ma è cambiata la risposta delle istituzioni
“Mi colpisce sempre, in vicende come queste, che avvengano in contesti come quello di Firenze, che non farebbero pensare al razzismo o all’ostilità verso gli immigrati”, spiega Dagmawi Yimer, regista italoetiope che ha realizzato il documentario Va’ pensiero sulla strage di Firenze del 2011. Secondo il regista, la comunità senegalese ha un ruolo attivo nella vita del capoluogo toscano: “Sono cittadini impegnati, non sono invisibili come tanti immigrati in altre parti d’Italia, e per questo forse la loro presenza in questo momento è ancora più sgradita, perché dimostra un’integrazione riuscita di lunga data”, aggiunge Yimer. “In questo momento, e dopo Macerata ancora di più, molti pensano che eliminare un nero li possa rendere addirittura graditi agli italiani”, conclude.
La comunità senegalese di Firenze, molto ben organizzata e radicata, si sente colpita da quest’ultimo omicidio, spiega Anna Meli del Cospe, e “c’è molta rabbia per una morte assurda”. Per Meli, i rappresentanti delle comunità straniere, come Pape Diaw, in questi giorni hanno provato “in tutti i modi di calmare gli animi, soprattutto dei più giovani che si sentono minacciati” da attacchi come questo.
Secondo Meli, in città non si respira un clima di ostilità verso gli immigrati, tuttavia è cambiata “la risposta delle istituzioni”. Nel caso della strage del 2011 di piazza Dalmazia “ci fu subito una condanna ferma da parte dell’amministrazione comunale e della regione che andava al di là di ogni divisione politica”. La Toscana infatti è sempre stata un territorio che “si vantava di essere accogliente, che sperimentava pratiche di accoglienza e di interculturalità, ma gradualmente questo aspetto si sta perdendo”. Questo, aggiunge Meli, è provocato anche da una situazione di scontro all’interno della sinistra: “Fanno fatica a prendere posizione, magari anche perché l’omicidio è avvenuto all’indomani delle elezioni”.
Al sit-in antirazzista, il 6 marzo, ci sono stati momenti di tensione quando è intervenuto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che si era rifiutato d’incontrare i rappresentanti della comunità senegalese dopo l’omicidio e aveva condannato le proteste scoppiate in serata. “La protesta violenta di questa sera nel centro della città è assolutamente inaccettabile. E sia chiaro che i violenti, di qualsiasi provenienza, non meritano giustificazioni. Vanno affidati alle forze dell’ordine e alla legge”, aveva scritto Nardella sui social network, suscitando molte critiche.
Contro il sindaco, arrivato alla manifestazione antirazzista, si è alzato il grido “Vergogna, vergogna”. Poco dopo, un gruppo ha provato a forzare il blocco della polizia perché avrebbe voluto improvvisare un corteo sul Lungarno. Ma l’intervento dei rappresentanti della comunità senegalese ha fatto rientrare la tensione. “Bisogna stare molto calmi, faccio appello a tutte le comunità di stranieri della città”, ha detto Nardella, lasciando la manifestazione.
“Non abbiamo molti dubbi sul motivo razziale dell’omicidio, nonostante quello che dice Nardella”, osserva Silvia Cardini, un’insegnante fiorentina che ha partecipato alla manifestazione del 6 marzo. La comunità senegalese è così integrata nella città che ormai nelle scuole ci sono molti ragazzi nati da coppie miste e “questa violenza scuote e attraversa le classi”, secondo l’insegnante. “La questione è molto sentita tra i ragazzi”.
“Come nel resto del paese il vento sta cambiando anche a Firenze, e alcuni gruppi di neofascisti si stanno facendo strada in alcuni licei della città, mentre prima nessuno a Firenze osava definirsi di destra”, spiega Cardini. I ragazzi che hanno origini straniere hanno paura: “Mio figlio adottivo di 16 anni, che non è nemmeno troppo politicizzato, mi ha detto che vorrebbe andarsene dall’Italia e che sabato verrà alla nuova manifestazione per Idy Diene. È la prima volta in vita sua che mi dice di voler partecipare a una manifestazione”.
e questo grafico a cosa servirebbe?
a dire che sono sbarcati 1069000 migranti in 20 anni?:D
ma raddoppiamoli anche 2kk sono 0.05 migrante per italiano
e questa esercito legione straniera riduce in ginocchio una dei paesi del g8
:D:D:D:D:D
forse è il caso di trovare altre scusanti per essere credibili no?
p.s. di migranti ne vengono dentro molti di più dai confini terrestri, ma di quelli non parla nessuno come mai? non portano voti?
ahahaha:D
p.s. che poi dato che ti piacciono i grafici il 2017 è in calo del 34% se continua così il tua amico Salvini(almeno se ho capito bene) dovrà inventarsi un altro cavallo di battaglia :D:D:D
ah giusto poi ha l'euro :D:D:D con il suo amico Bagnai che alle elezioni è andato come una bomba
(edited)
a dire che sono sbarcati 1069000 migranti in 20 anni?:D
ma raddoppiamoli anche 2kk sono 0.05 migrante per italiano
e questa esercito legione straniera riduce in ginocchio una dei paesi del g8
:D:D:D:D:D
forse è il caso di trovare altre scusanti per essere credibili no?
p.s. di migranti ne vengono dentro molti di più dai confini terrestri, ma di quelli non parla nessuno come mai? non portano voti?
ahahaha:D
p.s. che poi dato che ti piacciono i grafici il 2017 è in calo del 34% se continua così il tua amico Salvini(almeno se ho capito bene) dovrà inventarsi un altro cavallo di battaglia :D:D:D
ah giusto poi ha l'euro :D:D:D con il suo amico Bagnai che alle elezioni è andato come una bomba
(edited)
il tua amico Salvini(almeno se ho capito bene)
non hai capito un caxxo
comunque continua pure a suonartela e cantartela da solo
ciao
non hai capito un caxxo
comunque continua pure a suonartela e cantartela da solo
ciao
attualmente in italia risiedono 5 milioni circa di stranieri (istat)
e si, ci sono diversi problemi collegati a questo.
La posa dello struzzo (testa sotto la sabbia e culo al vento) non si addice a chi si professa di sinistra.
e si, ci sono diversi problemi collegati a questo.
La posa dello struzzo (testa sotto la sabbia e culo al vento) non si addice a chi si professa di sinistra.
5 milioni di deliquenti che tramano alle spalle di noi italiani immagino:D
ma per favore....
non è che tute le sere alle 20 sei davanti rete 4 vero?:D
che si parli dei veri problemi dell'italia delle banche dello stato che fa morire le piccole e medie imprese ,di pensionati che non arrivano a fine mese ecc....,non degli immigrati e dei barconi che l'ultimo dei problemi, tranne che per chi li usa come cavallo di battaglia:(:(:(
(edited)
ma per favore....
non è che tute le sere alle 20 sei davanti rete 4 vero?:D
che si parli dei veri problemi dell'italia delle banche dello stato che fa morire le piccole e medie imprese ,di pensionati che non arrivano a fine mese ecc....,non degli immigrati e dei barconi che l'ultimo dei problemi, tranne che per chi li usa come cavallo di battaglia:(:(:(
(edited)
dai dai dai! che ancora non ti ha dato del fascio/razzista
(edited)
(edited)
caro keevan giusto per mettere i puntini sulle iii
di natura sarei così di destra che praticamente sono di sinistra
ma individui come Salvini &C. mi stanno facendo diventare di sinistra per davvero, perchè piuttosto di votare loro mi mangio la matita elettorale
di natura sarei così di destra che praticamente sono di sinistra
ma individui come Salvini &C. mi stanno facendo diventare di sinistra per davvero, perchè piuttosto di votare loro mi mangio la matita elettorale