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Subject: [POLITICA]

2025-06-21 14:32:56
Secondo me non è un'opzione realistica, perchè mancano i presupposti.
Mancano quelli democratici soprattutto. E poi quelli politici.

Cioè l'UE non può essere democratica e non può funzionare in modo equo.
NON PUO'.

Certo che si può desiderare che funzioni, ma allora desideriamo la federazione umana di star trek in cui guerra, fame e malattia sono stati sconfitti, che facciamo prima...
2025-06-21 15:24:26
:)

Ma infatti ciò che sostiene quest'idea e altre simili è un concetto di uomo per cui, aldilà di ogni differenza culturale, la natura umana si concepisce uguale in ciascuno. E che quindi tutto ciò per cui ci scanniamo sia sostanzialmente un'apparenza che ci impedisce di riconoscerci a vicenda.
Compresi i famosi confini di cui si parlava altrove.

Il problema è che, anche volendo condividere questo concetto sulla natura umana, ciò che separa l'utopia della Federazione Umana dalla situazione attuale richiederà tempi enormi per essere superato.
Nel frattempo?
Nel frattempo credo sarebbe un errore usare le difficoltà per confermare la situazione attuale e non perseguire il sogno. Capisco il realismo ma in questo caso a me pare miopia.
Cioè, rinunciare affermando che l'UE non può essere democratica e non può funzionare in modo equo. NON PUO' significa scambiare la situazione attuale come immodificabile. Ma che l'UE sia democratica o meno lo decidono le decisioni delle persone non l'UE.
Se vogliamo sottolineare che organismi del genere mettono in gioco forze e interessi che manipolano fortemente le scelte e il gioco democratico diciamo il vero ma stiamo sottolineando quanto sarà difficile l'obiettivo non che sia impossibile.

Cmq, voglio fare una scommessa con te: tra mille anni ci ritroviamo qui e se ancora ci sono gli Stati nazionali mi mangio il cappello
(edited)
2025-06-21 15:43:58
Il percorso per eliminare i conflitti e uniformare le forme di governo non può essere quello annessioni proposte a colpi di rapporti di forza e paure di un nemico più cattivo.
E' un percorso che passa dalla formazione di coscienze individuali che vedono il vantaggio di gestire il conflitto in modo diverso dalla violenza o dal rapporto di forza.

Il vero pacifismo è quello che (oggi) lavora sulle persone, per (domani) smontare le isituzioni costruite per gestire la violenza.
Ricordiamo che il fine ultimo dell'ordinamento (qualsiasi ordinamento) è il monopolio della violenza. Per avere pace bisogna smettere di aver bisogno dello strumento "violenza" e quindi improvvisamente non hai neppure più bisogno di chi la gestisce.
E' evidente che parliamo di cose che non sono realizzabili nel breve, ma anche che un superstato superarmato e superforte va nella direzione opposta. Che si chiami UE, Italia, NATO, china o usa. E' una parte del problema, non della soluzione.
2025-06-21 16:41:46
Il percorso per eliminare i conflitti e uniformare le forme di governo non può essere quello annessioni proposte a colpi di rapporti di forza e paure di un nemico più cattivo.
E' un percorso che passa dalla formazione di coscienze individuali che vedono il vantaggio di gestire il conflitto in modo diverso dalla violenza o dal rapporto di forza


Sono d'accordo in linea di principio, cioè hai descritto il percorso ottimale che è un po' quello dei bambini che salveranno il mondo di tanti modelli educativi del Novecento... Montessori per esempio.
Però c'è pure, per fortuna direi perché sennò viaggeremmo davvero su binari storici inesorabili, l'eterogenesi dei fini. E magari qualcosa nato per scopi "negativi" crea suo malgrado le condizioni per uno sviluppo "positivo"
(edited)
2025-06-21 17:27:46
è un po' come tifare per i nazisti perchè se vincono poi ti ritrovi la pace..
2025-06-21 18:16:58
A Roma il corteo contro il riarmo. Promotori: 'Basta, il rischio è la guerra mondiale'

Buonisti imbecilli
2025-06-21 19:24:50
Lol
2025-06-25 00:30:53
Viviamo in un mondo strano, ma almeno alcuni dogmi stanno cominciando a essere ridiscussi. Ovviamente Trump e i suoi non sono la soluzione a nessun problema, ma per lo meno stanno evidenziando che certe aspetti della religione neo-liberista mondiale non erano verità assolute.

Inflazione bassa, Borsa alta e altri misteri: la «spiegazione Maga» (che accusa gli economisti di incompetenza)
Federico Rampini
8-11 minuti

L'inflazione Usa resta sotto controllo, le Borse sono vicine ai massimi storici: come si concilia tutto questo con gli scenari foschi dipinti da molti economisti? Ecco la spiegazione che circola nel mondo trumpiano

L’inflazione Usa resta sotto controllo, di poco superiore al 2%, nonostante che molti dazi siano in vigore da tempo.
Le Borse sono vicine ai massimi storici.
Come si concilia tutto questo con gli scenari negativi che la maggioranza degli economisti avevano previsto?

Può darsi, naturalmente, che sia solo una questione di tempo e le previsioni nefaste finiranno per avverarsi. Può darsi che il semplice fatto di avere riportato i dazi medi fra il 10% e il 15% (benché molto più alti del livello di partenza) abbia scongiurato gli esiti più temuti. Una narrazione alternativa ci viene proposta dal mondo MAGA («Make America Great Again»), secondo cui saremmo di fronte all’ennesimo errore di una comunità di esperti per lo più influenzati dal vecchio dogmatismo liberista. Ogni tanto è utile ascoltare questa versione. Dopotutto, il capo dei MAGA sta alla Casa Bianca e prende decisioni di qualche rilievo per il mondo intero. Lo si può detestare e condannare con tutte le forze, ma lui rimane lì, per adesso. Capire ciò che pensa il suo mondo serve anche per tentare di fare previsioni, per quanto sia diventato uno sport estremo. In ogni caso vi suggerisco la lettura di un economista che ho già segnalato altre volte, perché è una delle voci più autorevoli e accreditate nell’universo MAGA, e al tempo stesso gode di una certa rispettabilità anche nell’accademia tradizionale: Oren Cass. La sua analisi odierna parte da tre dati che elenco qui sotto, e ne trae alcune conseguenze. Buona lettura.

«I prezzi delle auto giapponesi esportate negli USA calano del 20% per effetto dei dazi di Trump. Toyota e altre aziende sembrano assorbire i costi, secondo i dati di maggio».

«La popolazione illegale è in calo da gennaio. Il numero di immigrati illegali potrebbe essere diminuito di un milione».

«I fondi d’investimento del private equity hanno avuto performance inferiori rispetto alle azioni USA nel breve e lungo termine. L’indice di private equity di State Street è stato superato dall’indice azionario S&P 500 negli ultimi 3 mesi e negli ultimi 1, 3, 5 e 10 anni».

Commento di Oren Cass:

«Cosa hanno in comune questi sviluppi nei campi della globalizzazione, dell’immigrazione e della finanziarizzazione? Indicano il collasso tridimensionale della narrazione su cui abbiamo costruito la nostra economia nell’ultima generazione.

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Il motivo per cui parlo così tanto di questi tre temi è che rappresentano tre facce della stessa medaglia. In ciascun caso, l’élite americana ha preteso, ovviamente a proprio vantaggio, la rimozione di vincoli tradizionalmente imposti al capitalismo per il bene della collettività. In ciascun caso, ha costruito una giustificazione palesemente assurda per sostenere che quella scelta fosse nel migliore interesse di tutti, imponendo la propria posizione e screditando chiunque osasse dissentire. Volevano investire nei mercati esteri, dove il lavoro era più facilmente sfruttabile e il capitale più generosamente sovvenzionato. Questo "libero" commercio avrebbe portato benefici ai lavoratori americani, che avrebbero in qualche modo ottenuto posti migliori. Volevano far entrare manodopera a basso costo nel mercato interno per occupare lavori con salari e condizioni che gli americani non avrebbero accettato. Questa “umana” politica migratoria avrebbe dovuto aiutare i lavoratori americani a passare a impieghi migliori. Volevano scaricare il rischio di scambiarsi pacchetti di asset tra loro, incassando commissioni senza produrre nulla di valore. Questo capitalismo “efficiente” avrebbe creato nuove, fantastiche opportunità di lavoro per tutti.

Quando il conto è arrivato, sotto forma di calo degli investimenti e della produttività, stagnazione salariale, aumento delle disuguaglianze e degrado sociale, la nuova linea è diventata che non si poteva fare nulla. Interferire con il libero commercio? Impensabile. Difendere il confine? Impossibile. Regolare i mercati finanziari? Da sempliciotti.

Ma oggi vediamo che una strada diversa è sempre stata disponibile. È in vigore un dazio globale del 10% e dazi fino al 50% sulla Cina. L’umore dei consumatori migliora e l’inflazione cala. La Borsa sale e il dollaro scende. Come mostra il caso del Giappone, prezzi più alti non si trasferiscono necessariamente ai consumatori.
Con un’applicazione più rigida delle leggi migratorie, gli Stati Uniti hanno smesso di rilasciare migranti illegali all’interno del Paese: "Il mese scorso gli agenti di frontiera non hanno ammesso nemmeno un migrante illegale negli Stati Uniti — contro i 62.000 del periodo Biden". Forse il cambiamento climatico non era davvero la causa della crisi al confine? Come suggerisce l’analisi sulla popolazione immigrata, un milione di persone presenti illegalmente potrebbe già aver lasciato il Paese.

Il settore finanziario, poi, si sta ridicolizzando da solo. Il mio esempio preferito recente è un articolo del Wall Street Journal che racconta come gli hedge fund abbiano sbagliato clamorosamente il timing del mercato ad aprile, mentre i piccoli risparmiatori compravano ai minimi. Come ha scritto Morningstar il mese scorso, "gli investitori comuni continuano a far sembrare stupidi i professionisti di Wall Street con questa semplice mossa". E come mostra l’indice State Street, un semplice fondo indicizzato su S&P 500 ha reso più dei fondi di private equity su ogni orizzonte temporale.

Naturalmente, i dazi non sono privi di costi — alcuni dei quali è giusto aspettarsi che si riflettano sui prezzi. Il controllo delle frontiere sarà sempre una sfida, e un’applicazione rigorosa all’interno del Paese comporterà un certo grado di sofferenza. Scommetterei persino che prima o poi gli hedge fund riusciranno a fare un buon anno. Ma perfino i governatori della Federal Reserve stanno cominciando a rivedere le proprie convinzioni.

Per quanto incerto sia il mondo, una cosa è sicura. Nessuno pagherà per aver sbagliato tutto. Quale economista ha mai pagato un prezzo per aver sbagliato completamente le scelte macroeconomiche fondamentali degli ultimi 30 anni? Quanti hanno ammesso di aver fatto un errore?».

24 giugno 2025, 18:09 - modifica il 24 giugno 2025 | 19:59
2025-06-26 12:05:01
Tanto per capire come funziona da noi, che ci vantiamo di essere liberali... mica come quei regimacci comunisti che mettono le mani su tutto.

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2025-06-26 14:27:14
mi sfugge il paragone coi regimi su cosa si basi e francamente anche che cosa ci sia di strano se la politica vuole controllare come si spendono i soldi pubblici.

E' sempre successo e in teoria sarebbe anche garanzia di controllo democratico.
Anche se siamo abituati a pensare ai partiti come al male, restano pur sempre gli unici che si sottopongono al voto dei cittadini/contribuenti per avere potere di decidere..
2025-06-26 16:03:25
No, rileggi meglio. E se "capisci male" amen, di sicuro non ti aiuto.
2025-06-26 18:14:12
Nessuna risposta nessuna rilettura. Non ci sono contestazioni precise nel solito articolo di propaganda anti-governativa del Fatto.
Cosa esattamente c'è di strano?
2025-06-26 19:55:25
Lascia perdere, occupa il tuo tempo per cose intelligenti piuttosto che fare il troll hater di Travaglio e Report.
2025-06-26 22:48:34
fatti non allusioni Troy, trovane uno e poi magari si parla di qualcosa e non di me o delle tue figure.
2025-06-26 23:24:13
Il fatto è che leggi senza capire, perché sei troppo impegnato a trovare una chiave di lettura che risponda al tuo pregiudizio.

Non
Capisci
Quando
Leggi
2025-06-26 23:40:09
Altro post senza contenuto. Quando avrai qualcosa in tema fai un fischio.