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Subject: [POLITICA]
pink, ti sei perso le ultime... ironizzavo sul concetto di famiglia della signora
Troy ho capito benissimo, la mia affermazione non era per te ma per lei...
ok. Nel frattempo la tua collega famosa conferma di averla presa bene
selvaggia lucarelli e giornalismo sono ossimori............
è solo una d'urso che non ce l'ha fatta
è solo una d'urso che non ce l'ha fatta
PERCHÉ L'ITALIA NON HA PARTITI ANTILIBERISTI
Non di rado capita di imbattersi, nelle discussioni in rete, in un'opinione (opinione che un tempo ho intrattenuto anch'io) relativamente alla mancanza di offerta politica nel contesto italiano.
Che le classi dirigenti italiane, e quelle impegnate in politica in modo particolare, siano mediamente mediocri è un dato di fatto che non richiede molte argomentazioni. Certo, non si può fare di tutta l'erba un fascio, e però una valutazione spassionata della situazione non può che essere impietosa.
Spesso, davanti al deserto dell'offerta politica, si è presi dalla stizza e ci si chiede cosa ci vorrebbe, dopo tutto, per fare meglio di quelli già all'opera.
Spesso ci si dice che il problema sarebbe l'eccessiva ricerca di 'purezza ideologica', che porterebbe alla frammentazione. Oppure la mancanza di spirito d'iniziativa, giacché ci sarebbero praterie aperte per chi ha le idee giuste.
Ecco, mi spiace dirlo (mi spiace anche perché contraddice cose che ho creduto in passato), ma le cose non stanno così.
Questo è un modo fuorviante e astratto di giudicare.
In una società come quella contemporanea, e in una politica come quella contemporanea, il problema principale perché in politica nasca il "nuovo" sono i soldi (quattrini, grana, schei, pecunia, ecc.).
I soldi non sono condizione sufficiente, ma sono condizione necessaria.
Scrivendo su questo mezzo è facile incorrere nell'illusione che un partito sia una chat su FB, solo più grande, ma non lo è.
Un partito è qualcosa che offre un servizio organizzativo all'opinione pubblica, che educa, indirizza, ascolta, comunica, coordina, e poi certo, anche discute al proprio interno ed elabora strategie.
Ora, nel mondo reale per poter avere una qualsiasi attività degna di nota (già anche solo per potere tenere un congresso) un partito o aspirante tale ha bisogno di soldi.
La strategia dell'autotassazione dei membri è una sorgente molto limitata soprattutto all'inizio e proprio perché si è all'inizio.
Nello specifico, l'organizzazione di movimenti politici che si pongano come critici delle dinamiche del capitalismo ha un piccolo ulteriore problema: raramente attrae nelle sue fila grandi rentier e sceicchi arabi.
Ora, fino a quando non girano almeno un po' di fondi, ogni attività associativa deve essere fatta forzatamente in forma dilettantistica, negli scampoli di tempo, da persone che di norma devono lavorare per vivere.
E dunque ogni iniziativa è un problema, ogni pretesa è un problema, ogni tentativo di avere un impatto e di fornire un servizio è un problema.
Incidentalmente la legislazione attuale, promossa da quel grande rappresentante degli interessi democratici che è Renzi, impedisce ai partiti di nuova formazione di chiedere il 2 per mille, che è riservato ai soli partiti già presenti in parlamento. Questo significa che una delle pochissime leve per trasformare un movimento d'opinione in un partito reale viene stroncata sul nascere.
In questo quadro alle forze nasciture restano sostanzialmente tre alternative.
1) Possono rincorrere un faccione televisivamente noto, che faccia da front-man, "buchi lo schermo", e riesca a farsi eleggere alla prima tornata utile. Questo è un modello populista, che di fatto salta a piedi pari il problema di costruire un'organizzazione, un partito: tra il popolo plaudente/votante e la 'faccia da TV' non c'è niente. Naturalmente questa strategia, anche nei rari casi in cui possa riuscire, tende soltanto ad allevare narcisisti autoreferenziali, che non muovono paglia nel panorama politico, ma tutt'al più risolvono problemi di sostentamento personale.
2) Si può ricorrere a qualche soggetto od organizzazione già esistente, dotata già di una qualche potenza di fuoco operativa o finanziaria. Questa soluzione ha tuttavia il serio difetto di rendere il nascituro partito dipendente dal finanziatore, o dall'organizzazione preesistente, che diventano giocoforza "grandi elettori", o più facilmente "padroni" del partito.
(Incidentalmente il M5S, l'unica forza politica davvero nuova emersa nel panorama politico degli ultimi decenni, è nato appellandosi ad entrambe queste strategie: un front-men per bucare lo schermo e un'organizzazione preesistente a fornire la base organizzativa e in parte finanziaria. In questo spazio il M5S si è mosso al meglio delle possibilità disponibili, ma il peccato originale di quelle premesse si è visto e continua a vedersi: il Movimento ha continuato ad oscillare tra il ricorso al leaderismo del 'padre padrone' e una democrazia diretta priva di strutture intermedie, prive di quadri, prive di capacità di organizzazione territoriale. Forse col tempo questo problemi verranno superati del tutto, ma si tratta di un progetto di lungo periodo).
3) La terza opzione è quella di concepirsi come una struttura che, non volendo / potendo raggiungere efficacia operativa attraverso scorciatoie, opera necessariamente sul lungo o lunghissimo periodo. Ma questa opzione è assai difficilmente connotabile in senso partitico. Un partito politico deve intervenire sui temi correnti , non solo prendendo posizione, ma anche promuovendo iniziative, organizzando gruppi, educando cittadini, formando quadri, offrendo un punto di riferimento. Siccome tutte queste attività sono necessariamente ridotte ai minimi termini per le ragioni di cui sopra, rimangono a disposizione attività di resistenza simbolica e di promozione intellettuale, cose degnissime, ma più consone ad un'associazione culturale che ad un partito (un aspirante partito che troppo a lungo rimanga senza la possibilità di incidere sulla pratica politica finisce inesorabilmente per appassire).
Ecco, ogni qual volta vi viene in mente che vi sia una "congiura dei disonesti" o dei "neghittosi" o dei "puristi" dietro l'assenza di alternative politiche, ogni qual volta sbottate di impazienza di fronte alle 'praterie politiche' che non aspetterebbero altro che di essere percorse al suono delle trombe della cavalleria, sappiate che non è il mondo reale quello in cui vi state muovendo col pensiero.
Pensate che sia un caso che in Italia (e naturalmente non solo) la politica organizzata sia così poco incline alla critica al grande capitale? Credete che sia un beffardo accidente che non ci sia più in Occidente un decente partito socialista (di fatto e non solo di nome)?
Spiace molto dirlo, ma non è così, e il fatto di aver allontanato dallo sguardo pubblico, con mossa 'idealistica', il problema delle risorse economiche della politica è uno dei più grandi successi ideologici del capitalismo.
Andrea Zhok
Non di rado capita di imbattersi, nelle discussioni in rete, in un'opinione (opinione che un tempo ho intrattenuto anch'io) relativamente alla mancanza di offerta politica nel contesto italiano.
Che le classi dirigenti italiane, e quelle impegnate in politica in modo particolare, siano mediamente mediocri è un dato di fatto che non richiede molte argomentazioni. Certo, non si può fare di tutta l'erba un fascio, e però una valutazione spassionata della situazione non può che essere impietosa.
Spesso, davanti al deserto dell'offerta politica, si è presi dalla stizza e ci si chiede cosa ci vorrebbe, dopo tutto, per fare meglio di quelli già all'opera.
Spesso ci si dice che il problema sarebbe l'eccessiva ricerca di 'purezza ideologica', che porterebbe alla frammentazione. Oppure la mancanza di spirito d'iniziativa, giacché ci sarebbero praterie aperte per chi ha le idee giuste.
Ecco, mi spiace dirlo (mi spiace anche perché contraddice cose che ho creduto in passato), ma le cose non stanno così.
Questo è un modo fuorviante e astratto di giudicare.
In una società come quella contemporanea, e in una politica come quella contemporanea, il problema principale perché in politica nasca il "nuovo" sono i soldi (quattrini, grana, schei, pecunia, ecc.).
I soldi non sono condizione sufficiente, ma sono condizione necessaria.
Scrivendo su questo mezzo è facile incorrere nell'illusione che un partito sia una chat su FB, solo più grande, ma non lo è.
Un partito è qualcosa che offre un servizio organizzativo all'opinione pubblica, che educa, indirizza, ascolta, comunica, coordina, e poi certo, anche discute al proprio interno ed elabora strategie.
Ora, nel mondo reale per poter avere una qualsiasi attività degna di nota (già anche solo per potere tenere un congresso) un partito o aspirante tale ha bisogno di soldi.
La strategia dell'autotassazione dei membri è una sorgente molto limitata soprattutto all'inizio e proprio perché si è all'inizio.
Nello specifico, l'organizzazione di movimenti politici che si pongano come critici delle dinamiche del capitalismo ha un piccolo ulteriore problema: raramente attrae nelle sue fila grandi rentier e sceicchi arabi.
Ora, fino a quando non girano almeno un po' di fondi, ogni attività associativa deve essere fatta forzatamente in forma dilettantistica, negli scampoli di tempo, da persone che di norma devono lavorare per vivere.
E dunque ogni iniziativa è un problema, ogni pretesa è un problema, ogni tentativo di avere un impatto e di fornire un servizio è un problema.
Incidentalmente la legislazione attuale, promossa da quel grande rappresentante degli interessi democratici che è Renzi, impedisce ai partiti di nuova formazione di chiedere il 2 per mille, che è riservato ai soli partiti già presenti in parlamento. Questo significa che una delle pochissime leve per trasformare un movimento d'opinione in un partito reale viene stroncata sul nascere.
In questo quadro alle forze nasciture restano sostanzialmente tre alternative.
1) Possono rincorrere un faccione televisivamente noto, che faccia da front-man, "buchi lo schermo", e riesca a farsi eleggere alla prima tornata utile. Questo è un modello populista, che di fatto salta a piedi pari il problema di costruire un'organizzazione, un partito: tra il popolo plaudente/votante e la 'faccia da TV' non c'è niente. Naturalmente questa strategia, anche nei rari casi in cui possa riuscire, tende soltanto ad allevare narcisisti autoreferenziali, che non muovono paglia nel panorama politico, ma tutt'al più risolvono problemi di sostentamento personale.
2) Si può ricorrere a qualche soggetto od organizzazione già esistente, dotata già di una qualche potenza di fuoco operativa o finanziaria. Questa soluzione ha tuttavia il serio difetto di rendere il nascituro partito dipendente dal finanziatore, o dall'organizzazione preesistente, che diventano giocoforza "grandi elettori", o più facilmente "padroni" del partito.
(Incidentalmente il M5S, l'unica forza politica davvero nuova emersa nel panorama politico degli ultimi decenni, è nato appellandosi ad entrambe queste strategie: un front-men per bucare lo schermo e un'organizzazione preesistente a fornire la base organizzativa e in parte finanziaria. In questo spazio il M5S si è mosso al meglio delle possibilità disponibili, ma il peccato originale di quelle premesse si è visto e continua a vedersi: il Movimento ha continuato ad oscillare tra il ricorso al leaderismo del 'padre padrone' e una democrazia diretta priva di strutture intermedie, prive di quadri, prive di capacità di organizzazione territoriale. Forse col tempo questo problemi verranno superati del tutto, ma si tratta di un progetto di lungo periodo).
3) La terza opzione è quella di concepirsi come una struttura che, non volendo / potendo raggiungere efficacia operativa attraverso scorciatoie, opera necessariamente sul lungo o lunghissimo periodo. Ma questa opzione è assai difficilmente connotabile in senso partitico. Un partito politico deve intervenire sui temi correnti , non solo prendendo posizione, ma anche promuovendo iniziative, organizzando gruppi, educando cittadini, formando quadri, offrendo un punto di riferimento. Siccome tutte queste attività sono necessariamente ridotte ai minimi termini per le ragioni di cui sopra, rimangono a disposizione attività di resistenza simbolica e di promozione intellettuale, cose degnissime, ma più consone ad un'associazione culturale che ad un partito (un aspirante partito che troppo a lungo rimanga senza la possibilità di incidere sulla pratica politica finisce inesorabilmente per appassire).
Ecco, ogni qual volta vi viene in mente che vi sia una "congiura dei disonesti" o dei "neghittosi" o dei "puristi" dietro l'assenza di alternative politiche, ogni qual volta sbottate di impazienza di fronte alle 'praterie politiche' che non aspetterebbero altro che di essere percorse al suono delle trombe della cavalleria, sappiate che non è il mondo reale quello in cui vi state muovendo col pensiero.
Pensate che sia un caso che in Italia (e naturalmente non solo) la politica organizzata sia così poco incline alla critica al grande capitale? Credete che sia un beffardo accidente che non ci sia più in Occidente un decente partito socialista (di fatto e non solo di nome)?
Spiace molto dirlo, ma non è così, e il fatto di aver allontanato dallo sguardo pubblico, con mossa 'idealistica', il problema delle risorse economiche della politica è uno dei più grandi successi ideologici del capitalismo.
Andrea Zhok
Il problema é sostanzialmente intellettuale: prima avevamo Fanfani, Moro, Rumor, Cossiga, Andreotti, Cossutta, Amendola, Pajetta, Longo, Lussu, Craxi.
Gente che nel 1959 denunviava allora quello che oggi é successo con l'introduzione della moneta unica
Gente che al rutto olandese prima lo mandava affanculo e poi lo prendeva a calci un culo a dir poco.
Chi é giovane vada a leggere quello che successe a Sigonella in piena guerra fredda.
Avete visto mai l'olanda blaterare qualcosa prima del 1992?
Il PCI definí la CEE nel 1957 come "la forma sovrannazionale che assume nell’Europa occidentale il capitale monopolistico".
Gente che nel 1959 denunviava allora quello che oggi é successo con l'introduzione della moneta unica
Gente che al rutto olandese prima lo mandava affanculo e poi lo prendeva a calci un culo a dir poco.
Chi é giovane vada a leggere quello che successe a Sigonella in piena guerra fredda.
Avete visto mai l'olanda blaterare qualcosa prima del 1992?
Il PCI definí la CEE nel 1957 come "la forma sovrannazionale che assume nell’Europa occidentale il capitale monopolistico".
non conosco molto la politica pre-1994
l'idea che mi sono fatto è che dopo un periodo d'oro post WW2, l'andazzo fosse ben delineato, con l'obiettivo di arrivare all'attuale egemonia liberista
adesso stiamo raccogliendone i frutti (velenosi)
questo ad esempio era Berlinguer
l'idea che mi sono fatto è che dopo un periodo d'oro post WW2, l'andazzo fosse ben delineato, con l'obiettivo di arrivare all'attuale egemonia liberista
adesso stiamo raccogliendone i frutti (velenosi)
questo ad esempio era Berlinguer
a mio parere c'è una terza via che non viene mai seriamente presa in considerazione.
fare la scalata ad un partito esistente.
Questo è stato fatto più volte in senso inverso a quello che indica l'autore del tuo pezzo.
Pur essendo la direzione contraria sicuramente meno agevole (pochi sponsor dentro e fuori al paese..) ritengo sia anche l'unico modo di rivendicare il ruolo di alcune aree della sinistra.
fare la scalata ad un partito esistente.
Questo è stato fatto più volte in senso inverso a quello che indica l'autore del tuo pezzo.
Pur essendo la direzione contraria sicuramente meno agevole (pochi sponsor dentro e fuori al paese..) ritengo sia anche l'unico modo di rivendicare il ruolo di alcune aree della sinistra.
Berlinguer é stato il primo traditore inconsapevole?, bacchettato da Caffé.
Infatti non é che andasse molto d'acoordo col PCUS.
Infatti non é che andasse molto d'acoordo col PCUS.
Renzie poteva essere un ottimo infiltrato, ad esempio
peccato fosse la solita merdina... un'occasione persa
peccato fosse la solita merdina... un'occasione persa
renzi è l'esempio che si può fare la scalata ad un partito... per renderlo più liberista e tatcheriano.
ma non è mai stato un'opzione alternativa
ma non è mai stato un'opzione alternativa
Pupe, fare la scalata presuppone che non tu debba avere i media dal tuo lato, cosa non facile. Renzi non era una alternativa a é stato pompato per anni dai media.
Il M5S non ha usato i media, anzi per anni é stato oscurato, ma aveva Grillo e Casaleggio.
Allo stato attuale delle cose é impossibile fare una scalata da dentro soprattutto se hai idee opposte alla linea del partito, esempio ialexit nel PD.
Per cui devi avere una ideologia, un progetto e iniziare come ha iniziato il M5S.
Possibilitá di successo?
Direi che ci sono perché moltissimi in effttetti vogliono una qualche forma di socialismo vero che é uno spazio politico deserto e sterminato.
Il M5S non ha usato i media, anzi per anni é stato oscurato, ma aveva Grillo e Casaleggio.
Allo stato attuale delle cose é impossibile fare una scalata da dentro soprattutto se hai idee opposte alla linea del partito, esempio ialexit nel PD.
Per cui devi avere una ideologia, un progetto e iniziare come ha iniziato il M5S.
Possibilitá di successo?
Direi che ci sono perché moltissimi in effttetti vogliono una qualche forma di socialismo vero che é uno spazio politico deserto e sterminato.
Trump può essere un esempio di scalata ad un partito, però non è che gli mancassero i mezzi (pur avendo i media contro quasi da subito)
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2974841519251232&id=479455195456556
Spappoliamo un po' di fegati sinistri e mandiamo in blackout un po' di buonisti stamattina
Spappoliamo un po' di fegati sinistri e mandiamo in blackout un po' di buonisti stamattina