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Subject: Virus cinese 2...Non ci fermerete mai!
Hanno annunciato di aver somministrato 10 milioni di dosi, uuuuuuuuhhhhh finalmenteeeee.
https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/rapporto-oms-virus-gb-e-usa-scettici-pochi-dati-occorre-indagine-su-fuga-laboratorio-2d8da601-4cd4-4513-a5d4-26aaabf56a38.html
Stop stop stoppp...un attimo...
Da un anno e passa lo ripetiamo qui e adesso....ah,,,forse la Cina sa qualcosa?
Stop stop stoppp...un attimo...
Da un anno e passa lo ripetiamo qui e adesso....ah,,,forse la Cina sa qualcosa?
Chiaramente nessuno vuole prendersi la colpa dell'evento storico più pesante del 21° secolo. Prepariamoci a un balletto che andrà avanti 10 anni minimo.
Beh qui però le colpe le stanno indirizzando bene.....
La Cina sta facendo incetta sui mercati dei beni primari comprando di tutto e dando origine ad una potenziale spirale inflazionistica che rischia di far collassare sistemi finanziari già sotto stress. Hanno concluso un accordo con l’Iran per 25 anni di scambi commerciali: l’Iran produce 2 cose, problemi e petrolio. Questo accordo lo mette laggiù a nonno Joe che con la sua democrazia di sta fava ha rinnovato le sanzioni a Cuba (firmate anche dall’Italia che si è trovata un anno fa con medici cubani per aiutare i nostri).
Siamo fottuti in pratica
La Cina sta facendo incetta sui mercati dei beni primari comprando di tutto e dando origine ad una potenziale spirale inflazionistica che rischia di far collassare sistemi finanziari già sotto stress. Hanno concluso un accordo con l’Iran per 25 anni di scambi commerciali: l’Iran produce 2 cose, problemi e petrolio. Questo accordo lo mette laggiù a nonno Joe che con la sua democrazia di sta fava ha rinnovato le sanzioni a Cuba (firmate anche dall’Italia che si è trovata un anno fa con medici cubani per aiutare i nostri).
Siamo fottuti in pratica
15 mln di dosi di Johnny & Johnny buttate perchè hanno mixato i reagenti sbagliati giocando al piccolo chimico...ma sono del mestiere questi?
Stanno finendo i vaccini anche nel Lazio...ma locchedauu e paghiamo le tasse tutti
Abbiamo ricevuto molte domande sul tema dei tamponi rapidi, e in particolare su un recente studio dell’Università di Padova firmato da Andrea Crisanti, Stefano Toppo, Annamaria Cattelan e Vito Cianci. Ci sforzeremo come sempre di rispondere semplificando al massimo temi complessi e sacrificando un po’ di scienza sull’altare della comprensione. I ricercatori hanno individuato, in alcuni test antigienici con risultato negativo e poi sottoposti a conferma con test molecolare, un’alta carica virale: ovvero test rapido negativo, test molecolare positivo con “molto virus”. Il successivo sequenziamento del materiale virale ha rivelato numerose mutazioni nella struttura della proteina N, che viene utilizzata nei test antigenici per verificare la presenza del Sars-CoV-2. La ricerca è proseguita analizzando test antigenici di produttori diversi e la problematica ha trovato conferma su scala più ampia. In Veneto, Regione dove quasi il 70% dei tamponi è ormai di tipo “rapido”, lo studio ha verificato che le mutazioni della proteina N si riscontrano con particolare frequenza nel materiale virale ottenuto da tamponi molecolari positivi eseguiti come verifica di test rapidi negativi. Come dire: il virus con queste particolari mutazioni non viene rilevato, a differenza delle varianti che ne sono prive, dai test antigienici rapidi ed emerge solo in caso di ulteriore verifica con metodologia Rt-Pcr (molecolare). I risultati ottenuti sono importanti per almeno due motivi: 1) Confermano che l’uso esteso dei test rapidi, ormai quasi al 50% su base nazionale, non è indicato per condurre verifiche sulla popolazione generale ma deve essere riservato alla valutazione rapida di cluster specifici (scuole, aziende, comunità chiuse) perché i positivi che vengono individuati sono molti meno di quelli reali. Come del resto emerge anche dall’analisi dei numeri ufficiali: su 9.617.949 test rapidi analizzati alla sera del 31 marzo, solo 112.772 sono risultati positivi (1,17%). Pur considerando che ancora oggi 7 Regioni non distinguono i positivi individuati con l’una o l’altra metodica (Sicilia, Liguria, Marche, Abruzzo, Umbria, Basilicata e Molise) è anche vero che i loro dati non influenzano più di tanto i valori nazionali. Possiamo ipotizzare, per semplicità, che l’1,17% indicato prima si trasformi in 1,3-1,4%. Ma resta un valore molto lontano dal rapporto positivi/tamponi totali (molecolari + antigenici) che da settimane si muove in area 6-8%. I test rapidi, in altri termini, individuano molti meno positivi di quanto non facciano quelli molecolari. O, rovesciando il punto di vista, lasciano liberi di circolare numerosi soggetti positivi che se fossero stati testati diversamente sarebbero stati messi in isolamento. 2) Ancora più importante: l’utilizzo sempre più diffuso dei test antigenici potrebbe, come hanno sottolineato i ricercatori dell’Università di Padova, favorire la selezione di varianti virali contenenti mutazioni non rilevate né rilevabili, complicando sia il possibile contenimento della malattia, sia la campagna vaccinale nel caso in cui fossero in grado di eludere la risposta immunitaria. Di fatto i test rapidi rischiano di esercitare una pressione selettiva sul virus, favorendo lo sviluppo dei ceppi di Sars-CoV-2 che contengono nella loro sequenza le mutazioni che “aggirano i test”. È un po’ come, per fermare dei pesci a monte di un lago, usare una rete capace di bloccarli tutti tranne quelli rossi. A distanza di tempo il nostro lago sarebbe pieno di pesci rossi, proprio per colpa della rete che abbiamo utilizzato. Nel caso del virus i test antigenici sono la rete, e al posto dei pesci abbiamo il virus: non rosso, ma invisibile. Libero di circolare e riprodursi. Torniamo a sottolineare quanto ribadito più volte in questi mesi: l’epidemiologia creativa, in situazioni come quella che stiamo vivendo, è sempre una cattiva idea. I test rapidi sono importantissimi se usati come dovrebbero: a complemento, e non in sostituzione, di quelli molecolari.
In effetti...
In effetti...
Piccolo aggiornamento personale: moglie e bimbo tornati a casa l'altro ieri, mancavano da sei settimane. Ora si cerca di tornare alla normalità