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Subject: Virus cinese 2...Non ci fermerete mai!
Prosegue, come avevamo anticipato la scorsa settimana, il rallentamento della crescita dei nuovi casi individuati: la curva del contagio è prossima a una inversione di rotta, con un calo delle nuove infezioni che dovrebbe verificarsi entro fine mese, forse anche prima: le stime più favorevoli segnalano infatti un possibile momento di picco entro il 15 agosto. Dobbiamo purtroppo, ancora una volta, stigmatizzare sia la carenza della campagna di testing condotta dalle Regioni, sia lo sbilanciamento della tipologia dei tamponi a favore di quelli rapidi (stabilmente oltre il 50% del totale ormai da 3 settimane). Nel primo caso il problema è legato all’inevitabile sottovalutazione dei casi reali, una situazione che si sta trascinando da inizio epidemia: ed è un elemento da considerare quando si ipotizza la possibile inversione della curva del contagio. Lo sbilanciamento a favore dei test rapidi peggiora invece la qualità della nostra attività di tracciamento del virus sul territorio, a causa di una minore affidabilità rispetto ai tamponi molecolari; limita il numero di test utilizzabili ai fini del sequenziamento del materiale genetico virale, e quindi per l’individuazione delle varianti; utilizza per il controllo della popolazione generale uno strumento (i test rapidi) pensato per essere utilizzato in situazioni circoscritte (tracciamento veloce di positività in scuole, aziende, ospedali, ecc.).
L’errata strategia di testing potrebbe avere ricadute molto negative alla ripresa delle attività autunnali, quando i numerosi asintomatici non individuati (soprattutto giovani) torneranno a utilizzare i mezzi pubblici del trasporto locale entrando in contatto con i quasi due milioni di over 60 che non hanno ancora ricevuto (o non hanno voluto ricevere) una copertura vaccinale. Dal punto di vista epidemiologico è questa la maggiore preoccupazione: perché potrebbe trattarsi di una sorta di bomba a orologeria pronta ad esplodere con pesanti ricadute, vista l’età elevata dei soggetti privi di protezione. Ne parleremo in modo più approfondito nella prossima analisi settimanale.
Torniamo a sottolineare, viste le numerose richieste in proposito, l’altissima efficacia dei vaccini in uso: i dati dell’Iss, quindi riferiti alla sola popolazione italiana, raccolti nel periodo 4 aprile - 25 luglio 2021, certificano un’efficacia superiore del 67,4% nel prevenire l’infezione dopo la prima dose e dell’86,7% dopo la vaccinazione completa. Un’efficacia dell’81,7% nel prevenire l’ospedalizzazione dopo la prima dose e del 95% dopo la vaccinazione completa. Un’efficacia dell’89% nel prevenire il ricovero in terapia intensiva dopo la prima dose e del 97,2% dopo la vaccinazione completa. Un’efficacia dell’80,3% nel prevenire il decesso dopo la prima dose e del 96,4% dopo la vaccinazione completa.
https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/
L’errata strategia di testing potrebbe avere ricadute molto negative alla ripresa delle attività autunnali, quando i numerosi asintomatici non individuati (soprattutto giovani) torneranno a utilizzare i mezzi pubblici del trasporto locale entrando in contatto con i quasi due milioni di over 60 che non hanno ancora ricevuto (o non hanno voluto ricevere) una copertura vaccinale. Dal punto di vista epidemiologico è questa la maggiore preoccupazione: perché potrebbe trattarsi di una sorta di bomba a orologeria pronta ad esplodere con pesanti ricadute, vista l’età elevata dei soggetti privi di protezione. Ne parleremo in modo più approfondito nella prossima analisi settimanale.
Torniamo a sottolineare, viste le numerose richieste in proposito, l’altissima efficacia dei vaccini in uso: i dati dell’Iss, quindi riferiti alla sola popolazione italiana, raccolti nel periodo 4 aprile - 25 luglio 2021, certificano un’efficacia superiore del 67,4% nel prevenire l’infezione dopo la prima dose e dell’86,7% dopo la vaccinazione completa. Un’efficacia dell’81,7% nel prevenire l’ospedalizzazione dopo la prima dose e del 95% dopo la vaccinazione completa. Un’efficacia dell’89% nel prevenire il ricovero in terapia intensiva dopo la prima dose e del 97,2% dopo la vaccinazione completa. Un’efficacia dell’80,3% nel prevenire il decesso dopo la prima dose e del 96,4% dopo la vaccinazione completa.
https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/
Faccio delle domande, ma prima una precisazione, la frase "la carenza della campagna di testing condotta dalle Regioni" è palesemente fuorviante e cerca di DARE LA COLPA alle regioni.
Domanda 1:
cosa si intende per "un’efficacia superiore del 67,4% nel prevenire l’infezione dopo la prima dose e dell’86,7% dopo la vaccinazione completa"
Quali dati hanno confrontato per tirar fuori questa %?
Domanda 2:
cosa intendono per "infezione"? (positività o malattia?)
Domanda 3:
quali sono le rispettive percentuali di un non vaccinato? (sempre che la domanda abbia senso...)
Domanda 1:
cosa si intende per "un’efficacia superiore del 67,4% nel prevenire l’infezione dopo la prima dose e dell’86,7% dopo la vaccinazione completa"
Quali dati hanno confrontato per tirar fuori questa %?
Domanda 2:
cosa intendono per "infezione"? (positività o malattia?)
Domanda 3:
quali sono le rispettive percentuali di un non vaccinato? (sempre che la domanda abbia senso...)
Ragazzi, fate uno sforzo per taggare i link?
Con Pinkerton c'abbiamo rinunciato, stiamo raccogliendo fondi per un tutor dedicato h24.
Con Pinkerton c'abbiamo rinunciato, stiamo raccogliendo fondi per un tutor dedicato h24.
Provo a risponderti io, non sull’articolo specifico ma sul come vengono fatte le analisi statistiche solitamente.
La domanda 1 e la 3 sono strettamente connesse: di solito si prendono dei campioni ampi significativi (con criteri di selezione identici per età e tipologia dei partecipanti) in periodi di tempo definiti.
Ad esempio si prendono 1.000 persone per ogni gruppo di analisi (quindi 1.000 non vaccinati, vaccinati con una dose e con due dosi per i vaccino che lo richiedono).
Dopo il periodo definito si tirano le somme basandosi su quanti si sono contagiati tra i vari gruppi .
Sulla % maggiore (solitamente i non vaccinati) si calcola sempre in percentuale quanti contagi in meno ci sono stati negli altri gruppi, arrivando alle cifre definitive dello studio.
Dall’esempio postato, quindi, la stessa percentuale dovrebbe corrispondere alla probabilità maggiore o minore di infezione a seconda se si è vaccinati (con una o due dosi) o se non lo si è.
Per la domanda 2 la parola infezione non dovrebbe riferirsi alla malattia, ma appunto al contagio dal virus.
La domanda 1 e la 3 sono strettamente connesse: di solito si prendono dei campioni ampi significativi (con criteri di selezione identici per età e tipologia dei partecipanti) in periodi di tempo definiti.
Ad esempio si prendono 1.000 persone per ogni gruppo di analisi (quindi 1.000 non vaccinati, vaccinati con una dose e con due dosi per i vaccino che lo richiedono).
Dopo il periodo definito si tirano le somme basandosi su quanti si sono contagiati tra i vari gruppi .
Sulla % maggiore (solitamente i non vaccinati) si calcola sempre in percentuale quanti contagi in meno ci sono stati negli altri gruppi, arrivando alle cifre definitive dello studio.
Dall’esempio postato, quindi, la stessa percentuale dovrebbe corrispondere alla probabilità maggiore o minore di infezione a seconda se si è vaccinati (con una o due dosi) o se non lo si è.
Per la domanda 2 la parola infezione non dovrebbe riferirsi alla malattia, ma appunto al contagio dal virus.
grazie,
altra domanda (4):
ma queste cifre sono prodotte sui numeri reali oppure su campioni statistici?
altra domanda (4):
ma queste cifre sono prodotte sui numeri reali oppure su campioni statistici?
per capirsi:
vuol dire che se tra i non vaccinati si contagiano 100 su 1000 e tra i vaccinati solo 20/1000
...viene fuori l'80%!
(edited)
vuol dire che se tra i non vaccinati si contagiano 100 su 1000 e tra i vaccinati solo 20/1000
...viene fuori l'80%!
(edited)
Si, di solito è come nel tuo esempio.
È lo stesso metodo utilizzato per valutare l’efficacia nella prevenzione di un vaccino dal proteggere da una malattia in fase di sperimentazione (quel famoso 97% iniziale di cui godeva Pfizer). All’aumentare della dimensione del campione aumenta ovviamente l’affidabilità dell’analisi.
I dati dell’articolo citato si riferiscono all Istituto superiore della sanità, per cui saranno invece dati “reali”, campionati sempre su un periodo (Aprile - Luglio 2021), ma non so esattamente come siano stati calcolati.
È lo stesso metodo utilizzato per valutare l’efficacia nella prevenzione di un vaccino dal proteggere da una malattia in fase di sperimentazione (quel famoso 97% iniziale di cui godeva Pfizer). All’aumentare della dimensione del campione aumenta ovviamente l’affidabilità dell’analisi.
I dati dell’articolo citato si riferiscono all Istituto superiore della sanità, per cui saranno invece dati “reali”, campionati sempre su un periodo (Aprile - Luglio 2021), ma non so esattamente come siano stati calcolati.
https://www.agi.it/cronaca/news/2021-08-08/vaccino-nicola-magrini-aifa-un-richiamo-anno-13522085/
Ok…se il tizio è competente a questo punto che si fa?
Ok…se il tizio è competente a questo punto che si fa?
Ci vacciniamo una volta all'anno correndo il gravissimo rischio di avere mal di testa due-tre ore... Oh nooooo
Guarda che la ripetizione continua di un vaccino non è una bella cosa per il corpo umano.
Gli anziani e i fragili cosa fanno?
Influenza e covid e qualcosa altro ogni anno?
I neonati pure?
Se secondo te è logico vaccinare 7 miliardi di persone ogni anno e pretendere che il corpo regga….
Gli anziani e i fragili cosa fanno?
Influenza e covid e qualcosa altro ogni anno?
I neonati pure?
Se secondo te è logico vaccinare 7 miliardi di persone ogni anno e pretendere che il corpo regga….
Intanto aspettiamo la certezza. Poi se sarà una volta all'anno significa che si può fare una volta all'anno.
Non possiamo discutere di quello che decideranno, al momento si vedrà. Io mi auguro finisca prima ovviamente