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Subject: Calcio: storia e aneddoti
No beh, alla ripresa del gioco le scarpe le aveva ... non so quelle di chi però; Totti finì coi pantaloncini numero 32 (Candela).
La partita finì pure un minuto prima
La partita finì pure un minuto prima
Io c'ero ... e a fine partita me so acceso un torcione in mezzo al campo ... invaso de bandiere ... che giorno indimenticabile il più bello della mia vita
tutto vero, ero presente in curva, Capello davvero inferocito... si temeva qualche provvedimento che invalidasse il match o peggio
Al Mondiale del 1970, la Puma pagò 120.000 $ Pele' per allacciarsi le scarpe prima dell'inizio della partita (picco di telespettatori).
L'inizio della fine del Romanticismo.
L'inizio della fine
L'inizio della fine del Romanticismo.
L'inizio della fine
L'inizio della fine
"ciò che il bruco definisce fine, per la farfalla è il principio del volo"
"ciò che il bruco definisce fine, per la farfalla è il principio del volo"
non volevo sminuire il tuo commento bensì offrirti un punto di vista come osservare la cosa, in quei tempi nei studi di comunicazione si stavano sviluppando parecchie teorie, che ovviamente sono state piegate a esigenze di marketing, ma grazie a queste iniezione di capitale, si sono potute compiere tante altri studi che spero un giorno porteranno a migliorare la comunicazione tra le persone, e come conseguenza, si spera la pace tra i popoli. (lo so sono un utopista ma ti ricordo che sono poeta perciò ho licenza)
L'effetto purtroppo è l'uso che si fa di queste strategie che sono utilizzate per fare business, e controllo politico/sociale.
Ma la fine non è l'evento in se, o la sua spettacolarizzazione, p il beneficio che porta alla globalità delle persone. Essendo in una fase storica capitalistica, tutto ciò che è legato a un evento viene merchandizzato (non so neanche se esiste la parola).
Per me la tua fine per concludere era il principio capitalista di fare business su un evento che da locale diventava globale. (che rappresenta uno degli effetti della comunicazione moderna)
L'effetto purtroppo è l'uso che si fa di queste strategie che sono utilizzate per fare business, e controllo politico/sociale.
Ma la fine non è l'evento in se, o la sua spettacolarizzazione, p il beneficio che porta alla globalità delle persone. Essendo in una fase storica capitalistica, tutto ciò che è legato a un evento viene merchandizzato (non so neanche se esiste la parola).
Per me la tua fine per concludere era il principio capitalista di fare business su un evento che da locale diventava globale. (che rappresenta uno degli effetti della comunicazione moderna)
meh...
la comunicazione è potere e tutto ciò che è potere non viene mai usato inizialmente per il bene.
Qualche giorno fa tu stesso facevi l'esempio della dinamite. Ecco. Uguale.
la comunicazione è potere e tutto ciò che è potere non viene mai usato inizialmente per il bene.
Qualche giorno fa tu stesso facevi l'esempio della dinamite. Ecco. Uguale.
[b]"Vi dico un nome di un difensore che ti ammazzava di botte e ti stava attaccato per tutta la partita: Pietro Vierchowod.
L'anno scorso abbiamo giocato a calcetto, a 60 anni gioca ancora così.
Credetemi è stato il miglior marcatore della storia.
Uomo contro uomo non tocchi una palla.
Ti mangia.
Vi racconto questa: Lazio - Piacenza del 1999, lui aveva 40 anni.
Palla lunga dopo un calcio d'angolo, io e Salas partiamo in contropiede con Marcelo che aveva la palla tra piedi.
Vierchowod, rimasto da solo in mezzo a noi due, corre indietro. Ad un certo punto si stacca da Salas e frana direttamente addosso a me, lasciando libero Marcelo di calciare in porta.
Allora io gli urlo: "Hai rotto il ca**o! Perché non sei andato su Salas? La palla ce l'ha lui".
E lui: "No no! Possono segnare tutti, ma tu non mi fai gol!"
Quando dovevo giocarci contro, la sera prima mi saliva l'angoscia.
Graffi, tirate di maglie, entrate, scivolate con i tacchetti da 17.
Un vero e proprio sceriffo!"[b]
L'anno scorso abbiamo giocato a calcetto, a 60 anni gioca ancora così.
Credetemi è stato il miglior marcatore della storia.
Uomo contro uomo non tocchi una palla.
Ti mangia.
Vi racconto questa: Lazio - Piacenza del 1999, lui aveva 40 anni.
Palla lunga dopo un calcio d'angolo, io e Salas partiamo in contropiede con Marcelo che aveva la palla tra piedi.
Vierchowod, rimasto da solo in mezzo a noi due, corre indietro. Ad un certo punto si stacca da Salas e frana direttamente addosso a me, lasciando libero Marcelo di calciare in porta.
Allora io gli urlo: "Hai rotto il ca**o! Perché non sei andato su Salas? La palla ce l'ha lui".
E lui: "No no! Possono segnare tutti, ma tu non mi fai gol!"
Quando dovevo giocarci contro, la sera prima mi saliva l'angoscia.
Graffi, tirate di maglie, entrate, scivolate con i tacchetti da 17.
Un vero e proprio sceriffo!"[b]
"Una volta Fernando Couto e Simeone hanno litigato durante l’allenamento, poi, entrati nello spogliatoio, uno ha preso delle forbici e l’altro un coltello, e se non li separiamo si ammazzano.
Un’altra volta si sono menati Conçeicão e Couto che erano pure connazionali.
Quando perdeva la brocca, Fernando non lo tenevi più: un killer con gli scarpini.
Io e Fernando durante le partite provocavamo gli avversari. Partivamo dal tunnel, poi in campo ci dividevamo i compiti.
Andavamo a turno a sbattere volutamente contro un attaccante e lo insultavamo: «Ehi, ma che mi vieni addosso? Pezzo di merda!».
Quello di solito chiedeva scusa senza aver fatto niente. E noi peggio: «Scusa il cazzo. Ora vedi… Fernando? Prendilo tu…».
Oppure al contrario: «Siniša? Spacca questo figlio di puttana».
In pratica, uno lo innervosiva e l’altro lo menava, per non dare nell’occhio.
Non concorrevamo al premio fair play. Antipatici? Certo. Odiosi? Anche.
Ma volevamo vincere e pure questo faceva parte del gioco.
In una squadra serve anche gente così."
[Sinisa Mihajlovic
Un’altra volta si sono menati Conçeicão e Couto che erano pure connazionali.
Quando perdeva la brocca, Fernando non lo tenevi più: un killer con gli scarpini.
Io e Fernando durante le partite provocavamo gli avversari. Partivamo dal tunnel, poi in campo ci dividevamo i compiti.
Andavamo a turno a sbattere volutamente contro un attaccante e lo insultavamo: «Ehi, ma che mi vieni addosso? Pezzo di merda!».
Quello di solito chiedeva scusa senza aver fatto niente. E noi peggio: «Scusa il cazzo. Ora vedi… Fernando? Prendilo tu…».
Oppure al contrario: «Siniša? Spacca questo figlio di puttana».
In pratica, uno lo innervosiva e l’altro lo menava, per non dare nell’occhio.
Non concorrevamo al premio fair play. Antipatici? Certo. Odiosi? Anche.
Ma volevamo vincere e pure questo faceva parte del gioco.
In una squadra serve anche gente così."
[Sinisa Mihajlovic
Quello di solito chiedeva scusa senza aver fatto niente. E noi peggio: «Scusa il cazzo. Ora vedi… Fernando? Prendilo tu…».
ROTFL
Comunque non c'è bisogno di arrivare a quei livelli per incontrare cotanta umanità. Io gente del genere l'avevo fin dalle superiori, e amici che giocavano già a livello agonistico me ne raccontavano di ogni. I più bravi gliela "facevano pagare" irridendoli con tunnel e giochini vari. A quel punto i cattivoni giravano al largo :D
ROTFL
Comunque non c'è bisogno di arrivare a quei livelli per incontrare cotanta umanità. Io gente del genere l'avevo fin dalle superiori, e amici che giocavano già a livello agonistico me ne raccontavano di ogni. I più bravi gliela "facevano pagare" irridendoli con tunnel e giochini vari. A quel punto i cattivoni giravano al largo :D
"Ci sono giocatori che proprio non sopporto.
Io non stimo chi non rispetta il gruppo, soprattutto chi non vive di emozioni e si limita a indossare una maglietta con il numero e il nome.
Quelli vuoti, senza cuore, ecco, quelli sono i peggiori.
Uno così, mi spiace dirlo, è Balotelli.
Agli Europei 2012 con Mario fu un inferno.
Balotelli non è un buono, è una persona negativa e senza rispetto per il gruppo.
Ricordo la partita di Confederations Cup contro il Brasile nel 2013, nel primo tempo soffriamo tantissimo.
In quella gara Balotelli non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi.
Nell’intervallo dissi a Prandelli: «Siamo uno in meno».
Lui mi rispose: «Tranquillo, gli parlo io».
E poi invece gli disse: «Scusa, Mario, se non siamo al tuo livello, se non riusciamo a farti avere palloni giocabili. Mario, dacci una mano».
Per coinvolgerlo e recuperarlo, in buona fede l’ha compatito, ma così ha distrutto noi.
La partita seguente la giocammo contro la Spagna, Balotelli si fece male oppure fece finta, rimase fuori e noi ci galvanizzammo, mettemmo alla frusta gli spagnoli con Candreva, Marchisio e Gilardino davanti, quella stessa Spagna che un anno prima ci aveva fatti a pezzi.
Alla fine perdemmo ai rigori, ma questo non conta. Eppure, per qualcuno Balotelli era tra i primi cinque attaccanti al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti, me ne accorgevo in allenamento.
Balotelli ha solo il tiro."
[Giorgio Chiellini - autobiografia Io, Giorgio]
Io non stimo chi non rispetta il gruppo, soprattutto chi non vive di emozioni e si limita a indossare una maglietta con il numero e il nome.
Quelli vuoti, senza cuore, ecco, quelli sono i peggiori.
Uno così, mi spiace dirlo, è Balotelli.
Agli Europei 2012 con Mario fu un inferno.
Balotelli non è un buono, è una persona negativa e senza rispetto per il gruppo.
Ricordo la partita di Confederations Cup contro il Brasile nel 2013, nel primo tempo soffriamo tantissimo.
In quella gara Balotelli non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi.
Nell’intervallo dissi a Prandelli: «Siamo uno in meno».
Lui mi rispose: «Tranquillo, gli parlo io».
E poi invece gli disse: «Scusa, Mario, se non siamo al tuo livello, se non riusciamo a farti avere palloni giocabili. Mario, dacci una mano».
Per coinvolgerlo e recuperarlo, in buona fede l’ha compatito, ma così ha distrutto noi.
La partita seguente la giocammo contro la Spagna, Balotelli si fece male oppure fece finta, rimase fuori e noi ci galvanizzammo, mettemmo alla frusta gli spagnoli con Candreva, Marchisio e Gilardino davanti, quella stessa Spagna che un anno prima ci aveva fatti a pezzi.
Alla fine perdemmo ai rigori, ma questo non conta. Eppure, per qualcuno Balotelli era tra i primi cinque attaccanti al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti, me ne accorgevo in allenamento.
Balotelli ha solo il tiro."
[Giorgio Chiellini - autobiografia Io, Giorgio]