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Subject: Calcio: storia e aneddoti
ci giocava sì, in quegli anni facevo i campionati con le figurine (con pallina in stagnola e porta del subbuteo), più o meno ricordo ancora tutto^^
sì era Pin (formazione difensiva molto strana, tra l'altro)
Dertycia e Faccenda! Ecco chi erano... Volpecina l'avevo sospettato ma non ero sicuro. Dertycia mamma mia... poi perse tutti i peli, penso una malattia
bravo. Per te un DVD con lo speciale di 3h47min su SuperMax con dedica... a Michele
Ohhh eccolo il buon vecchio spumeggiante Troy! Ma che fine hai fatto? Ti sei guadagnato citazione sulla prossima fanta gazzetta!
Neanche la decenza di ammettere che Focaccia e Peroni è nutrirsi da Campioni
:D
:D
Ve ricordate quella famosa partita di beneficienza che fece Maradona nel fango per aiutare un ragazzino?
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2022/10/02/news/rimini_da_bambino_fu_curato_grazie_a_diego_maradona_arrestato_per_spaccio-368222783/?ref=fbpr&fbclid=IwAR0JUHJg3JxEccJOTQI9KRKK8l6fiauwXgEXacoQcrAgQI0RsU0m0iRpFlk
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2022/10/02/news/rimini_da_bambino_fu_curato_grazie_a_diego_maradona_arrestato_per_spaccio-368222783/?ref=fbpr&fbclid=IwAR0JUHJg3JxEccJOTQI9KRKK8l6fiauwXgEXacoQcrAgQI0RsU0m0iRpFlk
Giornalista: "Claudio, ho ancora negli occhi il tuo stupore quando l’Olimpico ti tributò un lungo applauso durante Roma-Leicester di Conference League. "
Ranieri: "Ero seduto di fianco a Candela, Totti un paio di posti più in là. A un certo punto Vincent mi diede una gomitata e indicò il tabellone che mi stava inquadrando.
Quando partì l’applauso di entrambe le tifoserie rimasi sorpreso e spiazzato, io sono timido, riservato.
Fu mia moglie a suggerirmi di alzarmi in piedi per ringraziare i sessantamila.
Un’emozione fortissima che mi porto dentro, uno dei ricordi più belli".
Uno dei momenti più emozionanti del recente passato.
Una bellissima pagina di calcio e di sport.
Grazie per tutto quello che hai fatto mister Claudio Ranieri. ❤
Fonte: Corriere dello Sport
Ranieri: "Ero seduto di fianco a Candela, Totti un paio di posti più in là. A un certo punto Vincent mi diede una gomitata e indicò il tabellone che mi stava inquadrando.
Quando partì l’applauso di entrambe le tifoserie rimasi sorpreso e spiazzato, io sono timido, riservato.
Fu mia moglie a suggerirmi di alzarmi in piedi per ringraziare i sessantamila.
Un’emozione fortissima che mi porto dentro, uno dei ricordi più belli".
Uno dei momenti più emozionanti del recente passato.
Una bellissima pagina di calcio e di sport.
Grazie per tutto quello che hai fatto mister Claudio Ranieri. ❤
Fonte: Corriere dello Sport
Sarebbe stato lo scudetto più bello... lo scudetto più romano e romanista di sempre... troppo bello infatti...
sta bono ... che stavo allo stadio quando Pazzini c'ha pugnalato ... ancora piango ...
Sono cresciuto nel quartiere Shangai a Livorno, il più difficile della città insieme a Corea, nomi asiatici, perché le case popolari avevano appartamenti molto piccoli, quattro per ogni pianerottolo.
Ma chi è uscito da lì, chi si è sollevato dal niente, non ha più avuto paura della vita.
Io lottavo per il pane, non per il filetto.
Ho segnato 240 gol ovunque e a chiunque, sono stato capocannoniere ma tutto è stato sottovalutato rispetto ai miei ideali politici, che pure porterò nella tomba. Non è giusto.
Quando mostrai il Che, avevo venti anni. Ora ne ho 45 e sono quasi nonno.
Mi sentivo portavoce di una tifoseria e di una città, con le mie esultanze rabbiose dopo ogni gol. O come quella volta in Piacenza - Livorno, partita valida per la promozione in Serie A, quando dopo aver segnato il terzo gol, festeggiai mettendo a terra la maglia "facendoci l'amore" per quanto l'amavo.
Non puoi capire le emozioni di un tifoso, non puoi capire i sacrifici di un tifoso per seguire la squadra, spendere i soldi per l'abbonamento.
Il mio primo anno a Livorno, dopo le stagioni al Torino, fu in serie B, in prestito.
L'anno dopo ci fu il problema della scadenza del prestito, dovevo ritornare a Torino.
La voglia di rimanere in serie A al Livorno era troppa, dopo 55 anni di attesa per la città dall'ultima volta.
Decisi di non presentarmi in ritiro a Torino: mandai un mese di certificati medici per essere coperto da ogni punto di vista.
Finalmente dopo un mese i dirigenti del Torino capirono che la mia volontà era quella di rimanere a Livorno. Rinunciai ad un miliardo di lire, 500.000 euro, per giocare nella squadra della mia città.
Ovviamente lo stipendio che avrei potuto guadagnare a Torino era più alto; il Presidente Spinelli mi disse che non avrebbe potuto garantirmi più di una certa somma, mancavano 500.000 euro.
Io fui deciso: "Firmiamo, ok, non c'è problema". Contratto di 5 anni, e alla fine della prima stagione in A fui capocannoniere con 24 reti.
Ma soprattutto, fu salvezza per il mio Livorno.
Oggi, a distanza di anni, dico che sono stato un pazzo, però ne è valsa la pena. Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, la villa al mare, la Ferrari.
Io con questi soldi ho comprato la maglia del Livorno".
Tanti auguri al bomber Cristiano Lucarelli!
Ma chi è uscito da lì, chi si è sollevato dal niente, non ha più avuto paura della vita.
Io lottavo per il pane, non per il filetto.
Ho segnato 240 gol ovunque e a chiunque, sono stato capocannoniere ma tutto è stato sottovalutato rispetto ai miei ideali politici, che pure porterò nella tomba. Non è giusto.
Quando mostrai il Che, avevo venti anni. Ora ne ho 45 e sono quasi nonno.
Mi sentivo portavoce di una tifoseria e di una città, con le mie esultanze rabbiose dopo ogni gol. O come quella volta in Piacenza - Livorno, partita valida per la promozione in Serie A, quando dopo aver segnato il terzo gol, festeggiai mettendo a terra la maglia "facendoci l'amore" per quanto l'amavo.
Non puoi capire le emozioni di un tifoso, non puoi capire i sacrifici di un tifoso per seguire la squadra, spendere i soldi per l'abbonamento.
Il mio primo anno a Livorno, dopo le stagioni al Torino, fu in serie B, in prestito.
L'anno dopo ci fu il problema della scadenza del prestito, dovevo ritornare a Torino.
La voglia di rimanere in serie A al Livorno era troppa, dopo 55 anni di attesa per la città dall'ultima volta.
Decisi di non presentarmi in ritiro a Torino: mandai un mese di certificati medici per essere coperto da ogni punto di vista.
Finalmente dopo un mese i dirigenti del Torino capirono che la mia volontà era quella di rimanere a Livorno. Rinunciai ad un miliardo di lire, 500.000 euro, per giocare nella squadra della mia città.
Ovviamente lo stipendio che avrei potuto guadagnare a Torino era più alto; il Presidente Spinelli mi disse che non avrebbe potuto garantirmi più di una certa somma, mancavano 500.000 euro.
Io fui deciso: "Firmiamo, ok, non c'è problema". Contratto di 5 anni, e alla fine della prima stagione in A fui capocannoniere con 24 reti.
Ma soprattutto, fu salvezza per il mio Livorno.
Oggi, a distanza di anni, dico che sono stato un pazzo, però ne è valsa la pena. Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, la villa al mare, la Ferrari.
Io con questi soldi ho comprato la maglia del Livorno".
Tanti auguri al bomber Cristiano Lucarelli!