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Subject: Calcio: storia e aneddoti
Jermaine Defoe è una brava persona
Mi ricordo di un'intervista dove raccontò che, tornando a casa in auto dagli allenamento vvide dei ragazzini giocare in un parchetto pubblico.
Gli piacque l'impegno con cui giocavano e allora parcheggiò e gli chiese se poteva giocare con loro.
Questi a momenti svengono ma iniziano a giocare assieme
Nessuno poteva saperlo ma uno di questi ragazzi era Harry Kane, all'epoca 11enne, che non si scordò mai di Jermaine.
Un'altra curiosità è che poi si trovarono ancora a giocare insieme ma questa volta nel Tottenham
:)
Non son bravo a raccontarla ma se cercate si trovano i video di Harry o Jermaine che la raccontano e poi anche degli articoli
Mi ricordo di un'intervista dove raccontò che, tornando a casa in auto dagli allenamento vvide dei ragazzini giocare in un parchetto pubblico.
Gli piacque l'impegno con cui giocavano e allora parcheggiò e gli chiese se poteva giocare con loro.
Questi a momenti svengono ma iniziano a giocare assieme
Nessuno poteva saperlo ma uno di questi ragazzi era Harry Kane, all'epoca 11enne, che non si scordò mai di Jermaine.
Un'altra curiosità è che poi si trovarono ancora a giocare insieme ma questa volta nel Tottenham
:)
Non son bravo a raccontarla ma se cercate si trovano i video di Harry o Jermaine che la raccontano e poi anche degli articoli
“Com'è nato il film "L'allenatore nel pallone?" L’idea fu del grande Nils Liedholm. Eravamo su un aereo della tratta Roma-Milano e lui sapeva che ero un romanista sfegatato e parlavamo spesso di calcio.
Ad un certo punto mi chiese, con il suo accento alla Don Lurio: "Hai mai pensato a fare un film su un allenatore di calcio?" "No, gli risposi. Poi sono anche grasso, come faccio?"
Poi lui mi spiegò che invece dovevo farlo proprio perché assomigliavo ad un allenatore di nome Oronzo Pugliese che sotto l’impermeabile, nascondeva una gallina che lasciava libera ogni volta che la sua squadra segnava.
Oronzo Canà è conosciuto quasi da tutti i calciatori nel mondo. Mi ricordo quando Ancelotti, che io conoscevo bene e frequentavo a Trigoria, andò ad allenare il Paris Saint Germain: gli scrissi un telegramma in francese: “Mister ricordati il 5-5-5”. Lui appese il telegramma e tutti i giocatori ridevano come matti perchè ricordavano il film. Fu davvero divertente.
Ricordo Graziani che sfotteva la mia pelata e io gli dissi: “Tu diventerai più pelato di me”... E infatti..., dice che gli ho mandato la “maledizione”.
E poi il grande goleador De Sisti, detto Picchio. Mi diceva sempre: “Ho fatto un sacco di cose nello sport e la gente si ricorda di me per quella stron... che ho fatto nel film".
Oggi invece mi dedico a mia moglie Lucia, malata di Alzheimer.
Ormai ricorda ben poco della nostra storia d'amore, e ogni tanto addirittura non mi riconosce. A volte invece è anche cosciente e presente e io non mi arrendo. La sera prima di dormire cerca la mia mano.
Una volta Lucia mi ha chiesto come reagirei se non dovesse più riconoscermi. Io le ho detto: “Beh, vorrà dire che ci presenteremo di nuovo”.
L'allenatore nel pallone è stato un cult assoluto, una satira pungente sul caotico mondo del calcio italiano. Un film sempre attuale, anche dopo 37 anni.
Per questo non smetteremo mai di ringraziare il grande Banfi che oggi, tra l'altro, compie gli anni.
Buon compleanno Lino.
Ad un certo punto mi chiese, con il suo accento alla Don Lurio: "Hai mai pensato a fare un film su un allenatore di calcio?" "No, gli risposi. Poi sono anche grasso, come faccio?"
Poi lui mi spiegò che invece dovevo farlo proprio perché assomigliavo ad un allenatore di nome Oronzo Pugliese che sotto l’impermeabile, nascondeva una gallina che lasciava libera ogni volta che la sua squadra segnava.
Oronzo Canà è conosciuto quasi da tutti i calciatori nel mondo. Mi ricordo quando Ancelotti, che io conoscevo bene e frequentavo a Trigoria, andò ad allenare il Paris Saint Germain: gli scrissi un telegramma in francese: “Mister ricordati il 5-5-5”. Lui appese il telegramma e tutti i giocatori ridevano come matti perchè ricordavano il film. Fu davvero divertente.
Ricordo Graziani che sfotteva la mia pelata e io gli dissi: “Tu diventerai più pelato di me”... E infatti..., dice che gli ho mandato la “maledizione”.
E poi il grande goleador De Sisti, detto Picchio. Mi diceva sempre: “Ho fatto un sacco di cose nello sport e la gente si ricorda di me per quella stron... che ho fatto nel film".
Oggi invece mi dedico a mia moglie Lucia, malata di Alzheimer.
Ormai ricorda ben poco della nostra storia d'amore, e ogni tanto addirittura non mi riconosce. A volte invece è anche cosciente e presente e io non mi arrendo. La sera prima di dormire cerca la mia mano.
Una volta Lucia mi ha chiesto come reagirei se non dovesse più riconoscermi. Io le ho detto: “Beh, vorrà dire che ci presenteremo di nuovo”.
L'allenatore nel pallone è stato un cult assoluto, una satira pungente sul caotico mondo del calcio italiano. Un film sempre attuale, anche dopo 37 anni.
Per questo non smetteremo mai di ringraziare il grande Banfi che oggi, tra l'altro, compie gli anni.
Buon compleanno Lino.
hahahaah, però " il grande goleador De Sisti" non si può leggere :)
Io le ho detto: “Beh, vorrà dire che ci presenteremo di nuovo”.
Che bello
Che bello
"Le polemiche sulla mia nuova auto? Se aveste visto meglio l'immagine c'è mio figlio alla guida con una felpa Versace e jeans Amiri, ma non vedo dove sia il problema. Il fatto è che io vengo dal fondo, a differenza di tutti quelli che mi criticano.
Sapete tutti da dove vengo, dal nulla. Mio padre lavorava tutti i giorni per cercare di non cadere in mano alla camorra, aveva un carrello ambulante di frutta, mamma lo aiutava come poteva ma era zoppa e non poteva camminare a lungo.
In molti mi prendono in giro perché non so parlare bene in italiano, la verità è che a 12 anni invece di andare a scuola andavo ad aiutare papà a lavoro, altro che studiare.
La mattina uscivamo alle 5, caricavamo il carrello e poi in giro per tutta Napoli a vendere. In ogni condizione, sia con la pioggia, che con il sole battente. E mica esistevano giorni liberi o ferie.
Quando papà non vedeva prendevo una mela e iniziavo a palleggiare per sfogare la mia rabbia, dopo un anno facevo quel che volevo con le mele.
Fu così che iniziai a palleggiare con le pesche, che erano un po'più piccole, fino ad arrivare alle ciliegie.
Un giorno arrivammo fino a Castel Volturno, non riuscivamo più a vendere nelle altre zone perché facevamo concorrenza agli ambulanti della camorra, e lì fui notato da un osservatore del Napoli mentre palleggiavo con una ciliegia col destro, e sbucciavo le nespole con il sinistro.
Lì ci fu la svolta; la mattina uscivo con papà, facevano un giro nuovo in modo da arrivare nel pomeriggio a Castel Volturno per gli allenamenti, e la sera andavo in piazza a palleggiare con la frutta con il boccino delle offerte. Volevo differenziarmi dai falsi invalidi.
Il resto è tutto frutto di sudore, determinazione e umiltà; quella c'entra poco con i miei capi firmati, se spendo due pali da Gucci è perché da bamboccio giravo con gli abiti usati."
Lorenzo Insigne
Sapete tutti da dove vengo, dal nulla. Mio padre lavorava tutti i giorni per cercare di non cadere in mano alla camorra, aveva un carrello ambulante di frutta, mamma lo aiutava come poteva ma era zoppa e non poteva camminare a lungo.
In molti mi prendono in giro perché non so parlare bene in italiano, la verità è che a 12 anni invece di andare a scuola andavo ad aiutare papà a lavoro, altro che studiare.
La mattina uscivamo alle 5, caricavamo il carrello e poi in giro per tutta Napoli a vendere. In ogni condizione, sia con la pioggia, che con il sole battente. E mica esistevano giorni liberi o ferie.
Quando papà non vedeva prendevo una mela e iniziavo a palleggiare per sfogare la mia rabbia, dopo un anno facevo quel che volevo con le mele.
Fu così che iniziai a palleggiare con le pesche, che erano un po'più piccole, fino ad arrivare alle ciliegie.
Un giorno arrivammo fino a Castel Volturno, non riuscivamo più a vendere nelle altre zone perché facevamo concorrenza agli ambulanti della camorra, e lì fui notato da un osservatore del Napoli mentre palleggiavo con una ciliegia col destro, e sbucciavo le nespole con il sinistro.
Lì ci fu la svolta; la mattina uscivo con papà, facevano un giro nuovo in modo da arrivare nel pomeriggio a Castel Volturno per gli allenamenti, e la sera andavo in piazza a palleggiare con la frutta con il boccino delle offerte. Volevo differenziarmi dai falsi invalidi.
Il resto è tutto frutto di sudore, determinazione e umiltà; quella c'entra poco con i miei capi firmati, se spendo due pali da Gucci è perché da bamboccio giravo con gli abiti usati."
Lorenzo Insigne
“C'erano una volta Ribéry, Thuram, Cannavaro e il sottoscritto, i 4 prescelti per il controllo antidoping dopo la finale di Berlino.
Fatto un rapido passaggio nello spogliatoio ci hanno accompagnato in una stanza anonima, dove avremmo dovuto espletare i nostri bisogni.
Ovviamente io e Fabio eravamo felici e gli altri un po meno.
Nello stanzino, qualcuno della FIFA aveva posizionato un piccolo monitor che mostrava le immagini della partita.
Quando hanno fatto rivedere la testata di Zidane a Marco Materazzi, i gradi sono saliti a mille.
Per fortuna la situazione non è degenerata.
Poco dopo però, con un tempismo perfetto ma casuale, dalla porta è entrato Demetrio Albertini con la Coppa del Mondo in mano.
“Merde!", la voce era quella di Thuram, arrabbiato con Cannavaro.
"Ma cosa cazzo state facendo? Ci vuole più rispetto, non sbatteteci la Coppa in faccia. Les Italiens, les Italiens..."
Cannavaro ha abbozzato: “Giusto per essere chiari, noi siamo orgogliosi di essere les Italiens, quindi rispettaci tu quando ci nomini".
Anche Ribéry assisteva alla scena senza aprire bocca, scuotendo la testa e pensando alla propria vescica.
Thuram però non mollava: "Fuori la Coppa da qui!"
Cannavaro a quel punto è entrato in tackle come solo lui sapeva fare.
Ha perso la pazienza e gli sono partiti i cinque minuti: "Oh, adesso Liliam hai rotto. Te lo ricordi l'Europeo del 2000? Dai, si che te lo ricordi.
Ci avete battuti in finale, eravamo titolari entrambi, e tu, alla fine, neanche mi hai salutato. Quindi stai zitto!”
Albertini ha girato i tacchi ed è uscito.
La pipì ci ha salvato e nessun ha messo le mani addosso a nessuno, però ho pensato che potesse accadere.
Siamo rimasti alle scintille.
[Daniele De Rossi in “La nostra bambina”]
Fatto un rapido passaggio nello spogliatoio ci hanno accompagnato in una stanza anonima, dove avremmo dovuto espletare i nostri bisogni.
Ovviamente io e Fabio eravamo felici e gli altri un po meno.
Nello stanzino, qualcuno della FIFA aveva posizionato un piccolo monitor che mostrava le immagini della partita.
Quando hanno fatto rivedere la testata di Zidane a Marco Materazzi, i gradi sono saliti a mille.
Per fortuna la situazione non è degenerata.
Poco dopo però, con un tempismo perfetto ma casuale, dalla porta è entrato Demetrio Albertini con la Coppa del Mondo in mano.
“Merde!", la voce era quella di Thuram, arrabbiato con Cannavaro.
"Ma cosa cazzo state facendo? Ci vuole più rispetto, non sbatteteci la Coppa in faccia. Les Italiens, les Italiens..."
Cannavaro ha abbozzato: “Giusto per essere chiari, noi siamo orgogliosi di essere les Italiens, quindi rispettaci tu quando ci nomini".
Anche Ribéry assisteva alla scena senza aprire bocca, scuotendo la testa e pensando alla propria vescica.
Thuram però non mollava: "Fuori la Coppa da qui!"
Cannavaro a quel punto è entrato in tackle come solo lui sapeva fare.
Ha perso la pazienza e gli sono partiti i cinque minuti: "Oh, adesso Liliam hai rotto. Te lo ricordi l'Europeo del 2000? Dai, si che te lo ricordi.
Ci avete battuti in finale, eravamo titolari entrambi, e tu, alla fine, neanche mi hai salutato. Quindi stai zitto!”
Albertini ha girato i tacchi ed è uscito.
La pipì ci ha salvato e nessun ha messo le mani addosso a nessuno, però ho pensato che potesse accadere.
Siamo rimasti alle scintille.
[Daniele De Rossi in “La nostra bambina”]
Ah però, i retroscena che non immagini... m'è rimasto un dubbio: ma Demetrio Albertini che ci faceva in sala antidoping con la coppa? E poi: ma seriamente, li hanno chiusi in uno stanzino senza nessuno di neutrale a controllare? Cioè, e se all'antidoping finivano Roy Keane e Vieira che succedeva?
Negli audio pubblicati dal Confidencial escono altre parole di Florentino Perez, con Ozil protagonista.
Queste le dichiarazioni del presidente del Real Madrid che svelano una conversazione privata tra Mou e il trequartista tedesco:
"E' venuto qui con una ragazza di 21 anni - esordisce Florentino -, è uno di quei turchi di terza generazione... e scopre Madrid.
Manda la fidanzata a fan...o e cambia vita.
Si innamora di una modella italiana, di Milano.
Poi prendeva l'aereo privato, andava lì, scopava e tornava".
"Un giorno Mourinho lo chiama.
'Ehi, Ozil, posso parlare con te in confidenza come se fossi tuo padre?.
E il ragazzo gli dice: 'Sì, sì, certo?.
'Guarda, quella ragazza con cui esci è stata scopata da tutti i giocatori di Inter e Milan, compresi gli staff tecnici delle due squadre'.
Alla fine l'ha lasciata"
Queste le dichiarazioni del presidente del Real Madrid che svelano una conversazione privata tra Mou e il trequartista tedesco:
"E' venuto qui con una ragazza di 21 anni - esordisce Florentino -, è uno di quei turchi di terza generazione... e scopre Madrid.
Manda la fidanzata a fan...o e cambia vita.
Si innamora di una modella italiana, di Milano.
Poi prendeva l'aereo privato, andava lì, scopava e tornava".
"Un giorno Mourinho lo chiama.
'Ehi, Ozil, posso parlare con te in confidenza come se fossi tuo padre?.
E il ragazzo gli dice: 'Sì, sì, certo?.
'Guarda, quella ragazza con cui esci è stata scopata da tutti i giocatori di Inter e Milan, compresi gli staff tecnici delle due squadre'.
Alla fine l'ha lasciata"
Alla fine non ha più preso l'aereo.
Mourinho è sempre un metro avanti! XD
Mourinho è sempre un metro avanti! XD
"Ho sempre giocato per me stesso. Per ambizione e per narcisismo. Andavo in campo e m’inebriava il gusto di sapermi lì, isolato in quella porta, da solo.
Poi un giorno è finita. E, quando è finita, mi sono accorto che c’era almeno un altro motivo per cui mi piaceva quello che facevo: il profumo dell’erba.
Perché solo i portieri sanno cosa significa davvero il suo profumo.
Gli altri calciatori non ne hanno idea. Perché loro sull’erba corrono, al massimo ogni tanto scivolano oppure, oggi, si rotolano un po’.
Ma il portiere no. Il portiere ci lavora con l’erba.
E praticamente ogni suo gesto, ogni suo intervento finisce sempre allo stesso modo, con il naso dentro l’erba.
Mi capita spesso di ripensare a quel mio mondo, a quei due pali tra i quali mi piaceva isolarmi per ricordarmi chi ero, per mostrarmi a me stesso. Allora pensavo che sarebbe dovuto durare per sempre, che sarebbe stato bello non smettere mai.
A volte, addirittura, che non poteva finire.
Ma erano balle.
La vita è una parabola, segue uno schema fisso come il giorno e la notte.
E quando arriva il tramonto, non è che puoi stare lì a lamentarti, non puoi pensare che ti mancherà il sole. Meglio, molto meglio prepararti a passare una bella serata.
Ho fatto il portiere. L’ho fatto alla grande. Sono stato un uomo fortunato. Basta così.
Meglio concentrarsi su quello che non si è potuto fare prima.
Sognare, per esempio. Per uno che ha realizzato da subito tutti i propri sogni, sognare è un lusso.
A quattro anni mi buttavo dappertutto a prendere la palla. Quello era il mio destino.
E adesso che il mio destino si è compiuto, restano i sogni. Anzi, i ricordi. Che sono i sogni dei grandi".
[Dino Zoff nella sua autobiografia: Dura solo un attimo, la gloria]
Poi un giorno è finita. E, quando è finita, mi sono accorto che c’era almeno un altro motivo per cui mi piaceva quello che facevo: il profumo dell’erba.
Perché solo i portieri sanno cosa significa davvero il suo profumo.
Gli altri calciatori non ne hanno idea. Perché loro sull’erba corrono, al massimo ogni tanto scivolano oppure, oggi, si rotolano un po’.
Ma il portiere no. Il portiere ci lavora con l’erba.
E praticamente ogni suo gesto, ogni suo intervento finisce sempre allo stesso modo, con il naso dentro l’erba.
Mi capita spesso di ripensare a quel mio mondo, a quei due pali tra i quali mi piaceva isolarmi per ricordarmi chi ero, per mostrarmi a me stesso. Allora pensavo che sarebbe dovuto durare per sempre, che sarebbe stato bello non smettere mai.
A volte, addirittura, che non poteva finire.
Ma erano balle.
La vita è una parabola, segue uno schema fisso come il giorno e la notte.
E quando arriva il tramonto, non è che puoi stare lì a lamentarti, non puoi pensare che ti mancherà il sole. Meglio, molto meglio prepararti a passare una bella serata.
Ho fatto il portiere. L’ho fatto alla grande. Sono stato un uomo fortunato. Basta così.
Meglio concentrarsi su quello che non si è potuto fare prima.
Sognare, per esempio. Per uno che ha realizzato da subito tutti i propri sogni, sognare è un lusso.
A quattro anni mi buttavo dappertutto a prendere la palla. Quello era il mio destino.
E adesso che il mio destino si è compiuto, restano i sogni. Anzi, i ricordi. Che sono i sogni dei grandi".
[Dino Zoff nella sua autobiografia: Dura solo un attimo, la gloria]
io ho il piacere di avere ancora alcuni veri amici, quelli della vita, che sono stati calciatori
poi ne ho conosciuti e frequentati altri.
dei momenti più vitali di quando erano in attività mi sono rimaste circa 100 magliette originali, date sudate dal campo, tar serie a , b e c
di recente avevo organizzato questo ape on line, carino per chi tiene al bologna, "alcne volte i sogni si realizzano!":
https://morkemindy.com/alcune-volte-i-sogni-si-realizzano/
nei prossimi tempo cercherò di ricordare episodi non noti di quei tempi
poi ne ho conosciuti e frequentati altri.
dei momenti più vitali di quando erano in attività mi sono rimaste circa 100 magliette originali, date sudate dal campo, tar serie a , b e c
di recente avevo organizzato questo ape on line, carino per chi tiene al bologna, "alcne volte i sogni si realizzano!":
https://morkemindy.com/alcune-volte-i-sogni-si-realizzano/
nei prossimi tempo cercherò di ricordare episodi non noti di quei tempi
Stagione 77/78, sono in prima elementare.
La giuvve passa a trovare mio padre nel suo ristorante rientrando (se non ricordo male) da Bologna o forse da firenze, boh. A differenza della visita ufficiale di 2 anni prima (correlata da orde di tifosi rincoglioniti, pseudo autorità, gente inutile nel 99% dei casi) questa volta è una visita privata, la giuvve, mio padre e i familiari e basta. Mio padre aveva già sviluppato il teorema "Figli da gobbizzare" e ci provava in tutti i modi, una sorta di mobbing familiare del tipo "meglio appassionato di bocce che tifoso delle milanesi".
Io, che già avevo i coglioni rotti perchè volevo starmene per gli affaracci miei, mi ritrovo circondato da giocatori che, in tutta sincerità, erano anche simpatici e ben disposti a scherzare con un bambino, calcolando che mio fratello (di 3 anni già grande) era già sparito dato che la juventus manco sapeva cosa fosse dato che seguiva il canottaggio.
Zoff mi prende in braccio e mi chiede la natura del cerotto che ho sul mento
"Giocavo in porta venerdì e per parare un tiro ho sbattuto il mento sul cemento"
Zoff si mette a ridere e mi fa
"Ma no, per parare bene devi saper cadere nel modo giusto"
Arriva un altro, Bettega o Gentile o forse Boninsegna non ricordo e mi chiede
"Ma in quale squadra vorrai giocare da grande?"
e io
"Nella Cremonese!"
I giocatori si guardano perplessi e un pò sbigottiti. Mio padre mi prende e mi spedisce dritto filato in camera da letto minacciando ritorsioni decennali degne di un eretico nel medioevo, mio fratello, che stava guardando la tv in salotto mi guarda e comincia a sghignazzare
"Hihihihihi e non puoi guardare neanche la tv perchè decido io il programma"
Il lunedì mattina la maestra a scuola chiede
"Cosa avete fatto di bello ieri, bambini?"
"Sono uscito con gli scout"
"Sono andato dalla nonna"
"Sono andata al cinema"
"Sono andato a vedere la partita all'oratorio"
Io guardo la maestra e
"Ho passato il pomeriggio con la juventus a casa mia"
Risate e urla di dissenso in tutta la classe
"maestra, maestra!" Cominciano i miei compagni di classe "Pinkerton dice le bugie, dice che ha passato la domenica con la Juventus! Bugiardo!"
Quella manica di trimoni, per il 90% tifosi della giuvve, cominciano ad ironizzare, stì infami.
"Ma quanto è alto Zoff?"
"Ma quando fai il provino per la Juve?"
la maestra - la nipote di Tognazzi e amica di famiglia - mi guarda un pò titubante e mi chiede:
"Tu cosa hai detto ai giocatori della juventus?"
"Che vorrei giocare nella cremonese"
Scoppia il finimondo di risate ed insulti da parte dei compagni di classe, la maestra ricompone l'equilibrio e dice
"Ah, allora è vero che hai passato il pomeriggio con loro"
(foto dell'evento girata a marvelsuino)
La giuvve passa a trovare mio padre nel suo ristorante rientrando (se non ricordo male) da Bologna o forse da firenze, boh. A differenza della visita ufficiale di 2 anni prima (correlata da orde di tifosi rincoglioniti, pseudo autorità, gente inutile nel 99% dei casi) questa volta è una visita privata, la giuvve, mio padre e i familiari e basta. Mio padre aveva già sviluppato il teorema "Figli da gobbizzare" e ci provava in tutti i modi, una sorta di mobbing familiare del tipo "meglio appassionato di bocce che tifoso delle milanesi".
Io, che già avevo i coglioni rotti perchè volevo starmene per gli affaracci miei, mi ritrovo circondato da giocatori che, in tutta sincerità, erano anche simpatici e ben disposti a scherzare con un bambino, calcolando che mio fratello (di 3 anni già grande) era già sparito dato che la juventus manco sapeva cosa fosse dato che seguiva il canottaggio.
Zoff mi prende in braccio e mi chiede la natura del cerotto che ho sul mento
"Giocavo in porta venerdì e per parare un tiro ho sbattuto il mento sul cemento"
Zoff si mette a ridere e mi fa
"Ma no, per parare bene devi saper cadere nel modo giusto"
Arriva un altro, Bettega o Gentile o forse Boninsegna non ricordo e mi chiede
"Ma in quale squadra vorrai giocare da grande?"
e io
"Nella Cremonese!"
I giocatori si guardano perplessi e un pò sbigottiti. Mio padre mi prende e mi spedisce dritto filato in camera da letto minacciando ritorsioni decennali degne di un eretico nel medioevo, mio fratello, che stava guardando la tv in salotto mi guarda e comincia a sghignazzare
"Hihihihihi e non puoi guardare neanche la tv perchè decido io il programma"
Il lunedì mattina la maestra a scuola chiede
"Cosa avete fatto di bello ieri, bambini?"
"Sono uscito con gli scout"
"Sono andato dalla nonna"
"Sono andata al cinema"
"Sono andato a vedere la partita all'oratorio"
Io guardo la maestra e
"Ho passato il pomeriggio con la juventus a casa mia"
Risate e urla di dissenso in tutta la classe
"maestra, maestra!" Cominciano i miei compagni di classe "Pinkerton dice le bugie, dice che ha passato la domenica con la Juventus! Bugiardo!"
Quella manica di trimoni, per il 90% tifosi della giuvve, cominciano ad ironizzare, stì infami.
"Ma quanto è alto Zoff?"
"Ma quando fai il provino per la Juve?"
la maestra - la nipote di Tognazzi e amica di famiglia - mi guarda un pò titubante e mi chiede:
"Tu cosa hai detto ai giocatori della juventus?"
"Che vorrei giocare nella cremonese"
Scoppia il finimondo di risate ed insulti da parte dei compagni di classe, la maestra ricompone l'equilibrio e dice
"Ah, allora è vero che hai passato il pomeriggio con loro"
(foto dell'evento girata a marvelsuino)