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Subject: Invasione Russa in Ucraina
Georgia, si insedia il nuovo presidente Kavelashvili: cerimonia a porte chiuse. Manifestanti a Tiblisi con il “cartellino rosso”
*comparse
*comparse
https://www.youtube.com/v/M1aRcRjrZoY&list=WL&index=236&t=1036s&ab_channel=VisioneTV
La presunzione di questa gente non ha limiti... pensano sempre di essere i "buoni"
(edited)
La presunzione di questa gente non ha limiti... pensano sempre di essere i "buoni"
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Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano
La verità per sbaglio
Per celebrare con largo anticipo il 50° compleanno, Repubblica riedita vecchi articoli. E non s’accorge dell’effetto boomerang: chi li legge scopre che persino Rep, un tempo, dava notizie vere. Ieri l’archivista addetto alla selezione – probabilmente un putiniano infiltrato – ha riesumato una corrispondenza di Nicola Lombardozzi, ora in pensione, sulla cosiddetta “rivolta di piazza Maidan” che 11 anni fa insanguinò Kiev con appositi cecchini fascisti che scatenarono il caos sparando su civili e poliziotti, provocando la reazione degli agenti anti-sommossa, lasciando sul selciato oltre 100 morti e mettendo in fuga il presidente ucraino Yanukovich, equidistante fra Russia e Ue&Nato. Fu il primo atto della guerra civile ucraina, che dilagò per otto anni nelle regioni russofone di Donbass e Crimea, fece almeno 15 mila morti e culminò nell’invasione russa del 2022. Tutto perché la maggioranza degli ucraini continuava a opporsi alle mire della Nato e delle sue quinte colonne fascio- nazionaliste, eleggendo nel 2004 il neutralista Yanukovich (subito cacciato dalla “rivoluzione arancione” pilotata e finanziata dall’Occidente: lo rivelò il Guardian) e rieleggendolo nel 2010.
Oggi chi osa parlare di guerra civile e raccontare chi c’era dietro le due rivolte di Maidan è uno sporco “putiniano”. Ma il 20 febbraio 2014 Rep titolava: “Kiev brucia, è guerra civile”. E il suo inviato raccontava ciò che vedeva. “Agenti di polizia con cappuccio nero che… prendono la mira, poi si fermano. Forse rispondono a cecchini ribelli che, si dice, avrebbero sparato sui poliziotti”. Le “interminabili trattative di Yanukovich con i tre ministri europei che non riescono a convincerlo alle dimissioni” (non si sa bene a che titolo, visto che era stato regolarmente eletto col 48,9%, contro il 45,4 della rivale, l’oligarca ultranazionalista e filoccidentale Yulia Tymoshenko). La “violenza delle frange paramilitari di estrema destra”. I “nuovi aiuti arrivati in soccorso dei manifestanti di professione”. I “giovani picconatori che smattonano un kmq di pavimento stradale per farne munizioni contro la polizia”. Le “provocazioni dei neonazisti che hanno messo a segno violenze, sparato con revolver e fucili da caccia sugli agenti, rintracciato alcuni di loro fin nei dormitori della polizia per picchiarli a morte”. “I super attrezzati militanti di Pravyj Sektor, il gruppo di destra più organizzato militarmente” nei “tanti palazzi pubblici occupati”. E la morale della favola: “Se provocazioni ci sono state hanno raggiunto l’obiettivo”. Infatti “la Crimea… roccaforte della popolazione russa… è pronta a lasciare l’Ucraina”. Speriamo che Riotta e Cappellini non se ne accorgano, altrimenti ci scappa una nuova caccia al putiniano. Stavolta però in casa.
La verità per sbaglio
Per celebrare con largo anticipo il 50° compleanno, Repubblica riedita vecchi articoli. E non s’accorge dell’effetto boomerang: chi li legge scopre che persino Rep, un tempo, dava notizie vere. Ieri l’archivista addetto alla selezione – probabilmente un putiniano infiltrato – ha riesumato una corrispondenza di Nicola Lombardozzi, ora in pensione, sulla cosiddetta “rivolta di piazza Maidan” che 11 anni fa insanguinò Kiev con appositi cecchini fascisti che scatenarono il caos sparando su civili e poliziotti, provocando la reazione degli agenti anti-sommossa, lasciando sul selciato oltre 100 morti e mettendo in fuga il presidente ucraino Yanukovich, equidistante fra Russia e Ue&Nato. Fu il primo atto della guerra civile ucraina, che dilagò per otto anni nelle regioni russofone di Donbass e Crimea, fece almeno 15 mila morti e culminò nell’invasione russa del 2022. Tutto perché la maggioranza degli ucraini continuava a opporsi alle mire della Nato e delle sue quinte colonne fascio- nazionaliste, eleggendo nel 2004 il neutralista Yanukovich (subito cacciato dalla “rivoluzione arancione” pilotata e finanziata dall’Occidente: lo rivelò il Guardian) e rieleggendolo nel 2010.
Oggi chi osa parlare di guerra civile e raccontare chi c’era dietro le due rivolte di Maidan è uno sporco “putiniano”. Ma il 20 febbraio 2014 Rep titolava: “Kiev brucia, è guerra civile”. E il suo inviato raccontava ciò che vedeva. “Agenti di polizia con cappuccio nero che… prendono la mira, poi si fermano. Forse rispondono a cecchini ribelli che, si dice, avrebbero sparato sui poliziotti”. Le “interminabili trattative di Yanukovich con i tre ministri europei che non riescono a convincerlo alle dimissioni” (non si sa bene a che titolo, visto che era stato regolarmente eletto col 48,9%, contro il 45,4 della rivale, l’oligarca ultranazionalista e filoccidentale Yulia Tymoshenko). La “violenza delle frange paramilitari di estrema destra”. I “nuovi aiuti arrivati in soccorso dei manifestanti di professione”. I “giovani picconatori che smattonano un kmq di pavimento stradale per farne munizioni contro la polizia”. Le “provocazioni dei neonazisti che hanno messo a segno violenze, sparato con revolver e fucili da caccia sugli agenti, rintracciato alcuni di loro fin nei dormitori della polizia per picchiarli a morte”. “I super attrezzati militanti di Pravyj Sektor, il gruppo di destra più organizzato militarmente” nei “tanti palazzi pubblici occupati”. E la morale della favola: “Se provocazioni ci sono state hanno raggiunto l’obiettivo”. Infatti “la Crimea… roccaforte della popolazione russa… è pronta a lasciare l’Ucraina”. Speriamo che Riotta e Cappellini non se ne accorgano, altrimenti ci scappa una nuova caccia al putiniano. Stavolta però in casa.
https://www.youtube.com/v/J3bMFN_UFxU&list=WL&index=251&ab_channel=StefanoTiozzo
Storia della russofobia e Premio Carlo Magno.
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Storia della russofobia e Premio Carlo Magno.
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https://www.ilmessaggero.it/mondo/guerra_ucraina_russia_soldati_a_cavallo_cosa_sta_succedendo-8648580.html
Ma lol
Ricominciano con le minchiate!
Ma lol
Ricominciano con le minchiate!
Capisco che il video non possa essere finto, ma provare ancora a far passare l’idea che siano in difficoltà è la dimostrazione che la propaganda sia arrivata a livello “Video del baffino che sclera”
Con l'ufficialità delle trattative USA-Russia, possiamo dire che l'UE può anche morire domani..non serve a un cazzo, neanche alla politica estera e all'economia
Eh magari non servisse. Per l'autodistruzione ha dimostrato di essere assolutamente efficace
Trump: Kiev ha accettato di consegnare agli Stati Uniti 500 miliardi di dollari in terre rare
Il presidente statunitense Donald Trump, su Fox News, ha dichiarato che l’Ucraina ha accettato di consegnare agli USA terre rare per un valore di 500 miliardi di dollari come compenso per gli aiuti militari che Washington ha già fornito a Kiev. Secondo Trump gli Stati Uniti dovrebbero accedere alle risorse naturali dell'Ucraina, indipendentemente dal fatto che venga raggiunto un accordo di pace con la Russia e dall'esito della guerra.
"Loro (gli ucraini ucraini, n.d.r) possono concludere un accordo, così come non accettare e non accordarsi. Un giorno potrebbero diventare russi, così come possono non diventare russi. Ma io ho detto che tutti quei soldi che abbiamo speso li rivoglio indietro. E ho detto loro che volevo l'equivalente di 500 miliardi di dollari in minerali e terre rare. E loro, in sostanza, hanno già accettato di farlo", ha detto Trump.
Il discorso di Trump è cinico, ma rispetto ai suoi predecessori e ai colleghi europei - che affermavano di sostenere l’Ucraina per amor della sovranità, della democrazia e bla bla bla - va riconosciuto il merito di dire le cose come stanno, senza troppa falsa retorica ed ipocrisia: è tutta questione di business e di potere. Il resto è fantasia. Del popolo ucraino non importa assolutamente nulla a nessuno.
Nel 2014 gli USA hanno sostenuto e diretto il golpe di Kiev portando alla guerra ed alla catastrofe senza pensare minimamente alle conseguenze per la popolazione (ma nemmeno del parere dell’Europa, ricordiamo il “Fuck the EU” della Nuland già agli inizi). Da allora l’Ucraina come tale non esiste più, essendo stata trasformata irreversibilmente in “Anti-Russia”.
Oggi alle vittime di questo processo viene chiesto di pagare il conto per quanto accaduto nel loro Paese. Un tributo che viene versato non solo in denaro. A giorni Zelensky, parlando di sacri confini e della necessità di difendere altrettanto importanti valori europei, annuncerà un nuovo piano per il reclutamento dei 18enni (fino ad ora la mobilitazione prevede il richiamo alle armi degli uomini dai 25 anni in su), il cui sacrificio servirà solamente a prolungare l’agonia del Paese e di consentire all’Occidente di proseguire a saccheggiare le risorse.
Prima o poi la guerra finirà ed in qualche modo ucraini e russi dovranno tornare a parlarsi, a convivere. E sarebbe ora che gli ucraini capissero che gli unici a cui importa veramente di loro, sono proprio quei russi contro i quali sono chiamati a combattere.
Vittorio Rangeloni
Il presidente statunitense Donald Trump, su Fox News, ha dichiarato che l’Ucraina ha accettato di consegnare agli USA terre rare per un valore di 500 miliardi di dollari come compenso per gli aiuti militari che Washington ha già fornito a Kiev. Secondo Trump gli Stati Uniti dovrebbero accedere alle risorse naturali dell'Ucraina, indipendentemente dal fatto che venga raggiunto un accordo di pace con la Russia e dall'esito della guerra.
"Loro (gli ucraini ucraini, n.d.r) possono concludere un accordo, così come non accettare e non accordarsi. Un giorno potrebbero diventare russi, così come possono non diventare russi. Ma io ho detto che tutti quei soldi che abbiamo speso li rivoglio indietro. E ho detto loro che volevo l'equivalente di 500 miliardi di dollari in minerali e terre rare. E loro, in sostanza, hanno già accettato di farlo", ha detto Trump.
Il discorso di Trump è cinico, ma rispetto ai suoi predecessori e ai colleghi europei - che affermavano di sostenere l’Ucraina per amor della sovranità, della democrazia e bla bla bla - va riconosciuto il merito di dire le cose come stanno, senza troppa falsa retorica ed ipocrisia: è tutta questione di business e di potere. Il resto è fantasia. Del popolo ucraino non importa assolutamente nulla a nessuno.
Nel 2014 gli USA hanno sostenuto e diretto il golpe di Kiev portando alla guerra ed alla catastrofe senza pensare minimamente alle conseguenze per la popolazione (ma nemmeno del parere dell’Europa, ricordiamo il “Fuck the EU” della Nuland già agli inizi). Da allora l’Ucraina come tale non esiste più, essendo stata trasformata irreversibilmente in “Anti-Russia”.
Oggi alle vittime di questo processo viene chiesto di pagare il conto per quanto accaduto nel loro Paese. Un tributo che viene versato non solo in denaro. A giorni Zelensky, parlando di sacri confini e della necessità di difendere altrettanto importanti valori europei, annuncerà un nuovo piano per il reclutamento dei 18enni (fino ad ora la mobilitazione prevede il richiamo alle armi degli uomini dai 25 anni in su), il cui sacrificio servirà solamente a prolungare l’agonia del Paese e di consentire all’Occidente di proseguire a saccheggiare le risorse.
Prima o poi la guerra finirà ed in qualche modo ucraini e russi dovranno tornare a parlarsi, a convivere. E sarebbe ora che gli ucraini capissero che gli unici a cui importa veramente di loro, sono proprio quei russi contro i quali sono chiamati a combattere.
Vittorio Rangeloni
E sarebbe ora che gli ucraini capissero che gli unici a cui importa veramente di loro, sono proprio quei russi contro i quali sono chiamati a combattere
La conclusione è in contraddizione con quanto affermato prima.
Sembra la stessa fallacia evidenziata da Russell contro l'argomento della Causa Prima:
si sostiene che qualsiasi cosa noi vediamo in questo mondo ha una causa, e che, ripercorrendo a ritroso ogni anello della catena delle cause, si giunge alla Causa Prima, e che tale Causa Prima prende il nome di Dio.
[...]
potete comprendere voi stessi perché la tesi secondo la quale ci deve essere una Causa Prima non può essere valida.
[...]
Se tutto deve possedere una causa, allora anche Dio deve averla. Se non può esistere nulla che non abbia una causa, la stessa cosa può essere tanto valida per il mondo quanto per Dio, pertanto tale argomento non può essere valido.
Così, Del popolo ucraino non importa assolutamente nulla a nessuno.
A parte i Russi che sarebbero l'immotivata eccezione.
Purtroppo penso che sia vera la prima frase ed errata la conclusione
(edited)
La conclusione è in contraddizione con quanto affermato prima.
Sembra la stessa fallacia evidenziata da Russell contro l'argomento della Causa Prima:
si sostiene che qualsiasi cosa noi vediamo in questo mondo ha una causa, e che, ripercorrendo a ritroso ogni anello della catena delle cause, si giunge alla Causa Prima, e che tale Causa Prima prende il nome di Dio.
[...]
potete comprendere voi stessi perché la tesi secondo la quale ci deve essere una Causa Prima non può essere valida.
[...]
Se tutto deve possedere una causa, allora anche Dio deve averla. Se non può esistere nulla che non abbia una causa, la stessa cosa può essere tanto valida per il mondo quanto per Dio, pertanto tale argomento non può essere valido.
Così, Del popolo ucraino non importa assolutamente nulla a nessuno.
A parte i Russi che sarebbero l'immotivata eccezione.
Purtroppo penso che sia vera la prima frase ed errata la conclusione
(edited)
Detto che la correzione di bozze fa sempre perdere il tema, credo che nella prima parte sia critico con l'interventismo atlantista.
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/la-polemica-il-cremlino-rimprovera-il-quirinale-per-il-paragone-tra-putin-e-hitler
Ma il signor mozzarella dopo che paragona la Russia al Terzo Reich, si aspettava pure i complimenti?!
Ma il signor mozzarella dopo che paragona la Russia al Terzo Reich, si aspettava pure i complimenti?!
L'unico dotato di vera indipendenza si è rivelato il Papa, chi lo avrebbe detto