Subpage under development, new version coming soon!
Subject: Hamas vs Israele
Ormai possiamo chiamare sionismo-fascismo e colonialismo come sinonimi........
Che roba mario sechi... difende l'indifendibile =(
Natalino Balasso ·
Dio esiste e continuiamo ad ammazzarci, pensa che culo!
Dio deve cedere però il passo ai cazzacci nostri, perché l’economia è la divinità più adorata. L’economia è una roba complessa e gli interessi sono talmente incrociati che non è raro che qualcuno venda un veleno che sarà destinato a bere.
Quando nel 2023 era già iniziato il massacro dei palestinesi ad opera dell’attuale governo israeliano, le nostre finanze hanno avuto tra gli altri un piccolo incremento. 13 milioni di euro è ciò che Israele ha pagato per acquistare armi prodotte da noi e destinate a distruggere i territori occupati da decenni contro l’apparente volere di tutta la comunità internazionale.
Non serve nessuna parola, nessun appello, nessun sostegno o rigetto di quella politica quando i fatti parlano così chiaro: la nostra nazione ha direttamente sostenuto i massacri della striscia di Gaza. Di tutte le raccolte firme, concerti, spettacoli pro-Palestina si può fare un falò, non servono a un cazzo, il potere della parola è annullato.
Che il marcio di tutta questa situazione stia nel sistema economico che tutti sosteniamo è più che evidente, come è evidente che non stiamo rinunciando a nessun interesse personale il cui costo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Questo ci costringerebbe a fare una marcia contro noi stessi e lo troveremmo ridicolo, quando invece riteniamo una cosa seria produrre armi di distruzione di massa e anche i sindacati lo pensano!
Anche lo schieramento tifoso a favore o contro questa o quella nazione è ridicolmente tragico, perché non fa che alimentare i rigurgiti nazionalisti che tanto vanno di moda; perché sono le nazioni il vero problema, sono i confini decisi da pochi gruppi di affaristi nei secoli passati al cui disegno ci pieghiamo proclamando le nostre puttanate patriottiche. È ormai evidente a tutti che le nazioni sono la creazione della guerra e che dietro qualunque inno si nasconde una sola cosa: lo sfruttamento del territorio e degli esseri umani per il guadagno di una manciata di famiglie nel mondo.
Questo fa sì che i detrattori d’Israele che, sia chiaro, è uno Stato che fa del terrorismo la propria forma di difesa; questi detrattori, dicevo, rimuovano bellamente il fatto che il 7 ottobre del 2023, dalla striscia di Gaza è partito un attacco vile contro persone inermi, attacco che ha massacrato 1200 civili israeliani e fatto molti prigionieri ed è stupido pensare che quello non sia un atto di guerra.
Il fatto poi che la risposta d’Israele sia sproporzionata, così come le forze in campo sono sproporzionate, dimostra ulteriormente che Hamas sia il cancro che ha ucciso la Palestina, usando e continuando a usare e anzi provocando le morti di persone innocenti della loro stessa nazione per scuotere il mondo e come la via del dialogo, così faticosamente ricercata da palestinesi e israeliani di buona volontà sia stata sabotata da stronzi di ambo le parti.
È il periodo in cui gli stronzi vincono e si beano della distruzione da loro creata, distruzione finanziata dagli Stati Uniti d’America che forniscono, insieme alla Germania che lo fa per pagare il senso di colpa, il 95% degli armamenti di ultima generazione ad Israele mentre tagliano i fondi alle università e della quale anche noi vogliamo mangiare la nostra fettina di torta.
Non contro Israele dovete protestare, Israele non vi s’incula nemmeno di striscio, ma contro il governo italiano complice fattivamente di questo massacro per non aver vietata immediatamente la vendita di armi a nazioni in guerra. Questa sinistra così inerme, così alla ricerca delle solite battagliette da cortile, invece di chiedere al governo di rendere conto, di rispondere, invece di piagnucolare contro una presidente del consiglio a cui non frega un cazzo del dialogo democratico, avrebbe dovuto da subito pretendere le dimissioni in massa di tutto il governo, pretendere la cessazione della compravendita di morte, il riconoscimento dello Stato della Palestina (ma questo dal 1948!), avrebbe dovuto pretendere da subito di andare a nuove elezioni.
Ma, si sa, la politica è il veicolo dell’economia ed è la patria dell’intreccio e poi va a finire che chiedi a uno di dimettersi e dopo tocca a te.
Dio esiste e continuiamo ad ammazzarci, pensa che culo!
Dio deve cedere però il passo ai cazzacci nostri, perché l’economia è la divinità più adorata. L’economia è una roba complessa e gli interessi sono talmente incrociati che non è raro che qualcuno venda un veleno che sarà destinato a bere.
Quando nel 2023 era già iniziato il massacro dei palestinesi ad opera dell’attuale governo israeliano, le nostre finanze hanno avuto tra gli altri un piccolo incremento. 13 milioni di euro è ciò che Israele ha pagato per acquistare armi prodotte da noi e destinate a distruggere i territori occupati da decenni contro l’apparente volere di tutta la comunità internazionale.
Non serve nessuna parola, nessun appello, nessun sostegno o rigetto di quella politica quando i fatti parlano così chiaro: la nostra nazione ha direttamente sostenuto i massacri della striscia di Gaza. Di tutte le raccolte firme, concerti, spettacoli pro-Palestina si può fare un falò, non servono a un cazzo, il potere della parola è annullato.
Che il marcio di tutta questa situazione stia nel sistema economico che tutti sosteniamo è più che evidente, come è evidente che non stiamo rinunciando a nessun interesse personale il cui costo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Questo ci costringerebbe a fare una marcia contro noi stessi e lo troveremmo ridicolo, quando invece riteniamo una cosa seria produrre armi di distruzione di massa e anche i sindacati lo pensano!
Anche lo schieramento tifoso a favore o contro questa o quella nazione è ridicolmente tragico, perché non fa che alimentare i rigurgiti nazionalisti che tanto vanno di moda; perché sono le nazioni il vero problema, sono i confini decisi da pochi gruppi di affaristi nei secoli passati al cui disegno ci pieghiamo proclamando le nostre puttanate patriottiche. È ormai evidente a tutti che le nazioni sono la creazione della guerra e che dietro qualunque inno si nasconde una sola cosa: lo sfruttamento del territorio e degli esseri umani per il guadagno di una manciata di famiglie nel mondo.
Questo fa sì che i detrattori d’Israele che, sia chiaro, è uno Stato che fa del terrorismo la propria forma di difesa; questi detrattori, dicevo, rimuovano bellamente il fatto che il 7 ottobre del 2023, dalla striscia di Gaza è partito un attacco vile contro persone inermi, attacco che ha massacrato 1200 civili israeliani e fatto molti prigionieri ed è stupido pensare che quello non sia un atto di guerra.
Il fatto poi che la risposta d’Israele sia sproporzionata, così come le forze in campo sono sproporzionate, dimostra ulteriormente che Hamas sia il cancro che ha ucciso la Palestina, usando e continuando a usare e anzi provocando le morti di persone innocenti della loro stessa nazione per scuotere il mondo e come la via del dialogo, così faticosamente ricercata da palestinesi e israeliani di buona volontà sia stata sabotata da stronzi di ambo le parti.
È il periodo in cui gli stronzi vincono e si beano della distruzione da loro creata, distruzione finanziata dagli Stati Uniti d’America che forniscono, insieme alla Germania che lo fa per pagare il senso di colpa, il 95% degli armamenti di ultima generazione ad Israele mentre tagliano i fondi alle università e della quale anche noi vogliamo mangiare la nostra fettina di torta.
Non contro Israele dovete protestare, Israele non vi s’incula nemmeno di striscio, ma contro il governo italiano complice fattivamente di questo massacro per non aver vietata immediatamente la vendita di armi a nazioni in guerra. Questa sinistra così inerme, così alla ricerca delle solite battagliette da cortile, invece di chiedere al governo di rendere conto, di rispondere, invece di piagnucolare contro una presidente del consiglio a cui non frega un cazzo del dialogo democratico, avrebbe dovuto da subito pretendere le dimissioni in massa di tutto il governo, pretendere la cessazione della compravendita di morte, il riconoscimento dello Stato della Palestina (ma questo dal 1948!), avrebbe dovuto pretendere da subito di andare a nuove elezioni.
Ma, si sa, la politica è il veicolo dell’economia ed è la patria dell’intreccio e poi va a finire che chiedi a uno di dimettersi e dopo tocca a te.
Anche lo schieramento tifoso a favore o contro questa o quella nazione è ridicolmente tragico, perché non fa che alimentare i rigurgiti nazionalisti che tanto vanno di moda; perché sono le nazioni il vero problema, sono i confini decisi da pochi gruppi di affaristi nei secoli passati al cui disegno ci pieghiamo proclamando le nostre puttanate patriottiche
che finaccia Balasso.. cosa vuol dire sta roba dai.. le nazioni sono l'unica possibilità per la democrazia. Se si rinuncia ai confini siamo tutti servi della gleba.
Tra l'altro contrasta col messaggio finale, per cui ciascuno dovrebbe protestare contro il proprio governo e non contro quello altrui.. messaggio che ovviamente mi trova d'accordo.
che finaccia Balasso.. cosa vuol dire sta roba dai.. le nazioni sono l'unica possibilità per la democrazia. Se si rinuncia ai confini siamo tutti servi della gleba.
Tra l'altro contrasta col messaggio finale, per cui ciascuno dovrebbe protestare contro il proprio governo e non contro quello altrui.. messaggio che ovviamente mi trova d'accordo.
Balasso è sempre stato fuori dagli schemi, io lo trovo molto di ispirazione ma soprattutto nei suoi discorsi di capodanno che vi invito a guardare. 20 minuti di riflessioni che spesso aprono la mente.
Tra l'altro contrasta col messaggio finale
Non vedo incoerenze, lui parla dei pro di una certa impostazione mentale e dall'altra cerca di spronare l'opinione pubblica a focalizzare il giusto obbiettivo delle proprie rimostranze. Una cosa non esclude l'altra.
Tra l'altro contrasta col messaggio finale
Non vedo incoerenze, lui parla dei pro di una certa impostazione mentale e dall'altra cerca di spronare l'opinione pubblica a focalizzare il giusto obbiettivo delle proprie rimostranze. Una cosa non esclude l'altra.
Balasso sostiene di attaccare e protestare con tutti e a causa di tutti. Se si disperde in questa maniera le energie della protesta vuol dire che non si protesta con nessuno. A nessuno piacciono i confini ma non si può cancellarli con un colpo di spugna. La protesta su essi dovrebbe trovare spazio alle elezioni europee ma qualcuno trova sempre il modo di parlare di altro. Alcune volte è necessaria la protesta altre volte servirebbero pressioni iniziative di boicottaggio, rottura di trattati, sanzioni verso Israele. Mi costa essere d'accordo con Macron per una volta ma sarebbe l'ora di un iniziativa di portata europea.
A nessuno piacciono i confini
Trovo questa affermazione falsa.
I confini piacciono a moltissimi persone, io personalmente li amo.
L'assenza di confini significa la fine della libertà, una società completamente uniformata, sterile, senza bellezza, senza culture, qualsiasi forma possa avere non è democratica, è una tirannide.
Trovo questa affermazione falsa.
I confini piacciono a moltissimi persone, io personalmente li amo.
L'assenza di confini significa la fine della libertà, una società completamente uniformata, sterile, senza bellezza, senza culture, qualsiasi forma possa avere non è democratica, è una tirannide.
Puoi anche proteggere popolazioni e culture senza dover raggruppare ad minchiam. A volte gli stessi confini sono una minaccia stessa alla cultura e all'identità. Pensa all'Africa, a quelle orrende linee tracciate dal dì che fu e ai casini che abbiamo combinato in lungo e in largo dividento popoli o mettendoli insieme ad altri senza una logica che non fosse quella della conquista.
Ad affrontare il discorso ci facciamo del male, sarebbe da sgomberare metà del globo nel quale abbiamo deciso di "creare confini e culture" cancellando quello che c'era prima. E facendo oggi le verginelle che vengono invase.
Ad affrontare il discorso ci facciamo del male, sarebbe da sgomberare metà del globo nel quale abbiamo deciso di "creare confini e culture" cancellando quello che c'era prima. E facendo oggi le verginelle che vengono invase.
Si può preservare la bellezza la cultura e la varietà e la democrazia anche senza confini artificiali che non sono quelli naturali . I confini servono solo per creare divisioni e alimentare nazionalismo e sciovinismo... LA PATRIA LA BANDIERA L'INNO e altre minchiate che sono sempre più patetiche I soldi girano senza confini, la finanza e i capitali e il lavoro pure, ovviamente non i diritti e l'ecologia no perchè non fa comodo. Il pianeta ci sta presentando il conto di tutte queste inutili divisioni......
I confini servono solo per creare divisioni e alimentare nazionalismo e sciovinismo.
i confini servono a garantire i diritti. Senza stato (cioè senza confini) non esistono diritti.
i confini servono a garantire i diritti. Senza stato (cioè senza confini) non esistono diritti.
Beh no, un diritto in quel caso sopravvive; quello naturale del "più forte"
Si può preservare la bellezza la cultura e la varietà e la democrazia anche senza confini artificiali che non sono quelli naturali
É una frase senza senso.
La cultura innanzitutto é lingua.
Bene, senza confini quale lingua per l'Africa? Bene, servono i confini perché ogni cultura ha sviluppato la sua lingua, i suoi costumi.
Il Sud Africa non é il Senegal come L'Italia non é Francia. Perché Studiare Cheik Amadou Bamba in Sud Africa? Perché mai un dovrebbro i sudafricani studiare Cheik Amadou Bamba invece di Biko?
Possiamo fare esempi a iosa su questo.
E se non ci sono i confini e nasce una dittatura dove posso andare? Da nessuna parte: un mondo senza confini é un mondo senza asilo: una dittatura.
É una frase senza senso.
La cultura innanzitutto é lingua.
Bene, senza confini quale lingua per l'Africa? Bene, servono i confini perché ogni cultura ha sviluppato la sua lingua, i suoi costumi.
Il Sud Africa non é il Senegal come L'Italia non é Francia. Perché Studiare Cheik Amadou Bamba in Sud Africa? Perché mai un dovrebbro i sudafricani studiare Cheik Amadou Bamba invece di Biko?
Possiamo fare esempi a iosa su questo.
E se non ci sono i confini e nasce una dittatura dove posso andare? Da nessuna parte: un mondo senza confini é un mondo senza asilo: una dittatura.
Inutile continuare a parlarne, vivi nel secolo scorso......
Senza confini le tasse per le cure ospedaliere le paghi al governo mondiale o a sentimento? O tutto privato? niente più tasse e qualsiasi servizio a pagamento?
Storicamente i confini e i muri sono sempre serviti alle dittature non alle democrazie, i confini tutelano i regimi autoritari....