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Subject: [Attualità]
L'idea di sanzionare le liti temeraria non è sbagliata, ma deve essere TEMERARIA, non persa..
Altrimenti è un disincentivo a cercare giustizia.
Le norme già oggi dicono che il giudice dovrebbe far pagare le spese (di entrambe le parti) a chi fa una lite temeraria, i giudici civili la disapplicano quasi sempre anche in casi clamorosi. Nel caso della causa del potente (ricco) contro il giornalista questo non è un vero disincentivo. Per il ricco sono sempre soldi ben spesi.
D'altro canto un giornalista che fa inchieste di killeraggio fa facilmente danni di milionate (o di vite rovinate), quindi limitare gli importi non ha senso.
E' un problema senza soluzioni facili..
Basta fare che se é una lite temeraria l'attore paga i danni che aveva chiesto al convenuto. Lo applicano spesso in common law. Per questo mi piace la common law nel giudizio civile.
Altrimenti è un disincentivo a cercare giustizia.
Le norme già oggi dicono che il giudice dovrebbe far pagare le spese (di entrambe le parti) a chi fa una lite temeraria, i giudici civili la disapplicano quasi sempre anche in casi clamorosi. Nel caso della causa del potente (ricco) contro il giornalista questo non è un vero disincentivo. Per il ricco sono sempre soldi ben spesi.
D'altro canto un giornalista che fa inchieste di killeraggio fa facilmente danni di milionate (o di vite rovinate), quindi limitare gli importi non ha senso.
E' un problema senza soluzioni facili..
Basta fare che se é una lite temeraria l'attore paga i danni che aveva chiesto al convenuto. Lo applicano spesso in common law. Per questo mi piace la common law nel giudizio civile.
Il report Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 2023 segnala che per la comunità filippina in Italia il tasso di occupazione era del 72,8%, quello dei marocchini intorno al 40%.
Una buona ragione per far entrare piú difficilmente i marocchini e piú facilmente i filippini dato che entrambi le nazioniltá sono 35 anni che vengono in Italia.
La semplificazione non é affatto banale, significa, al contrario di quello che i benpensanti sostengono, che esiste una matrice culturale di propensione al delitto da parte di certe nazionalitá.
Infatti a un detenuto danese non viene in mente di tagliare la testa a qualcuno e giocarci a calcio, ma in Brasile lo fanno abbastanza spesso.
Una buona ragione per far entrare piú difficilmente i marocchini e piú facilmente i filippini dato che entrambi le nazioniltá sono 35 anni che vengono in Italia.
La semplificazione non é affatto banale, significa, al contrario di quello che i benpensanti sostengono, che esiste una matrice culturale di propensione al delitto da parte di certe nazionalitá.
Infatti a un detenuto danese non viene in mente di tagliare la testa a qualcuno e giocarci a calcio, ma in Brasile lo fanno abbastanza spesso.
Una buona ragione per far entrare piú difficilmente i marocchini e piú facilmente i filippini dato che entrambi le nazioniltá sono 35 anni che vengono in Italia.
i tassi di occupazione diversi indicano molto più semplicemente che i filippini entrano tramite visti regolari per lavoro domestico o assistenza familiare (colf, badanti, infermieri) mentre molti arrivi dal Marocco sono avvenuti in modo irregolare, non tramite programmi di assunzione regolare. E chi è irregolare o escluso dal mercato del lavoro può finire più facilmente in circuiti illegali. Bisogna intervenire alla "fonte", manca probabilmente la volontà di farlo da parte di qualsiasi colore politico
i tassi di occupazione diversi indicano molto più semplicemente che i filippini entrano tramite visti regolari per lavoro domestico o assistenza familiare (colf, badanti, infermieri) mentre molti arrivi dal Marocco sono avvenuti in modo irregolare, non tramite programmi di assunzione regolare. E chi è irregolare o escluso dal mercato del lavoro può finire più facilmente in circuiti illegali. Bisogna intervenire alla "fonte", manca probabilmente la volontà di farlo da parte di qualsiasi colore politico
L'ennesima dimostrazione del fatto che il fine non giustifica i mezzi:
Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte indagate per stalking e diffamazione, le chat «femministe» al veleno: insulti a Murgia, Segre, Mattarella
Selvaggia Lucarelli ha pubblicato alcuni estratti delle chat che per il pm costituiscono una «gogna digitale». Ora Vagnoli accusa la giornalista di aver usato metodi «fascisti» per «punire i nemici». Nelle conversazioni anche insulti a Cecilia Sala nei giorni in cui era in cella in Iran
C’erano le piazze riempite per pretendere diritti e scandire slogan non violenti, a volte divertenti. C’erano le lotte che diventavano progetti sociali e politici. Il femminismo era solo quello. Oggi i cortei che riempiono lo spazio ci sono ancora, il movimento Nonunadimeno è salito dall’Argentina verso il Messico e poi fino a noi per combattere la violenza contro le donne. Ma, nel quasi 2026, le piazze del web finiscono ostaggio di commando “femministi” come quelli che fanno capo a Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte oppure di attiviste come Benedetta Sabene, scrittrice ed esperta di relazioni internazionali.
Sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza che pochi giorni fa ha chiuso l’inchiesta passando la parola al giudice delle indagini preliminari.
Loro — cresciute sui social a pane, diritti e antiviolenza di genere — ora sono sott’accusa per aver «condotto una campagna denigratoria» degna degli stalker di cui parlavano nei loro interventi. Il pubblico ministero Alessio Rinaldi scrive che tutte e tre (Benedetta Sabene ha un ruolo marginale) hanno fatto terra bruciata attorno a un ragazzo reo di aver prima tradito e poi lasciato F., una loro amica. Una tale terra bruciata da alimentare «un contesto relazionale ostile e potenzialmente lesivo», che ha portato lui a tentare il suicidio.
Lo chiamano call out, che poi corrisponde a ciò che la procura definisce «vessazione pubblica» o «gogna digitale». Una chiamata alle armi (digitali e non) per annientare l’immagine pubblica e privata di chi viene preso di mira, per escluderlo dagli eventi screditandolo, per isolarlo. «Gli facciamo fare la fine della mer... che è», si dicono le indagate via chat. Sperano «che si ammazzi con il coltello», lo chiamano ripetutamente «abuser», promettono: «ti giuro che avrà una morte sociale e politica che non immagini», «lo mutiliamo, questo cogl...», «sembra tanto Filippo Turetta». E altre «cosucce» del genere.
Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte sono indagate (sempre stalking) anche per il call out contro Serena Mazzini, social media strategist conosciuta online come Serena Doe, accusata e denunciata da loro come parte di un gruppo telegram omofobo che faceva dossieraggio e bodyshaming (denuncia poi archiviata).
Distanze siderali
Per capire la distanza siderale fra l’immagine pubblica e le parole private delle inquisite, basta scorrere le 2.184 pagine della chat di gruppo «Fascistella» di cui facevano parte; conversazioni (marzo 2024-gennaio 2025) che la Procura ha scovato nei telefonini sequestrati a Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte. Su Fascistella scrivevano in cinque: Vagnoli, Fonte, l’attivista palestinese Karem Rohana, Giuseppe Flavio Pagano, che su Instagram è «dejalanuit» e ai suoi 66 mila follower annuncia: «Amo la Geopolitica» e «Parlo di Palestina»; e infine Flavia Carlini, influencer di «attualità, diritti e politica» da 482 mila follower, nonché vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti fondamentali della persona (Sic!).
Cinque paia di mani per digitare oscenità, insulti e accuse a profusione. Ce l’hanno con tutti. Selvaggia Lucarelli, ieri sul Fatto, ne ha pubblicato una parte. Ma c’è di più. Qualche esempio, solo per capire il tono violento. Mattarella: «Vecchio di merda». Liliana Segre: «Vecchia nazi». Viola Carofalo (Potere al popolo): «Stronza». Valentina Mira (scrittrice): «Pazza sfigata». Marco Travaglio: «I libri li fa scrivere da qualcun altro oppure direttamente da Chat Gpt». Fabio Fazio, accusato di aver escluso Patrik Zaki dalla sua trasmissione: «Lo hanno fatto fuori da ogni spazio per l’esposizione sulla Palestina. Con Fazio che lo sostituisce con la Segre... Merda, che mafia che sono».
Michela Murgia
Michela Murgia: «Era in gran parte una persona di merda» è il giudizio di Carlotta Vagnoli. «Eviterei di ritenere che si batteva per la sanità pubblica visto che ha evaso il fisco per anni rivendicandolo. Poi quando si è ammalata santificava il Ssn. Da morta vengono fuori i debiti a fiumi». E ancora: «Mi sa che Chiara Valerio sta provando a fare come lei senza la sua scaltrezza». E sempre su Chiara Valerio: è Karem Rohana a definirla «fascista omotransfobica pro-israele». Giuseppe Flavio Pagano insiste sulla Murgia: «Il marito poi ha ereditato i debiti?». Vagnoli: «Marito e figli, va che son tutti nella merda, eh..». Con Selvaggia Lucarelli sono particolarmente velenosi: «Gossip, commedia sexy. Un cancro di quelli recidivi con metastasi al buco del... povera crista, psicopatica, povera stronza...».
A Paolo Mieli, Roberto Saviano e Cecilia Sala il gruppetto dedica riferimenti di tipo sessuale. Ma sono per Cecilia le parole più sconcertanti, mentre lei è in carcere in Iran: «Ha dato una svolta definitiva alla sua carriera». All’avvocata Cathy La Torre riservano la parola «stupida» prima che Flavia Carlini commenti: «È sul baratro da un po’». Storpiano i nomi per «costruire» parole da bodyshaming ed è proprio Flavia Carlini a esortare gli altri: «Dobbiamo attaccare, accusare».
Le reazioni
Dopo la sorpresa, le reazioni. Cecilia Sala su Instagram: «Ci siamo fatti spiegare le molestie dagli indagati per stalking. Il bodyshaming da quelli che non fanno altro. Il femminismo da quelli che descrivono le donne che lavorano come “scendi-caz..”». Cathy La Torre confessa che «ci sono rimasta molto molto male» parlando della sua amica Flavia. E ricorda che quel che è scritto nella chat «è reato. Si chiama diffamazione. Se fate divulgazione e non sapete nemmeno questo forse è meglio se fate un passo indietro o se rimanete in silenzio». E Lucarelli: «È il momento di riflettere su come il femminismo radicale metta in pericolo quello sano e necessario». Vagnoli ieri non è arretrata, anzi: «Selvaggia, sai chi faceva uso di metodi illeciti per punire i nemici a mezzo stampa? Esatto: i fascisti».
Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte indagate per stalking e diffamazione, le chat «femministe» al veleno: insulti a Murgia, Segre, Mattarella
Selvaggia Lucarelli ha pubblicato alcuni estratti delle chat che per il pm costituiscono una «gogna digitale». Ora Vagnoli accusa la giornalista di aver usato metodi «fascisti» per «punire i nemici». Nelle conversazioni anche insulti a Cecilia Sala nei giorni in cui era in cella in Iran
C’erano le piazze riempite per pretendere diritti e scandire slogan non violenti, a volte divertenti. C’erano le lotte che diventavano progetti sociali e politici. Il femminismo era solo quello. Oggi i cortei che riempiono lo spazio ci sono ancora, il movimento Nonunadimeno è salito dall’Argentina verso il Messico e poi fino a noi per combattere la violenza contro le donne. Ma, nel quasi 2026, le piazze del web finiscono ostaggio di commando “femministi” come quelli che fanno capo a Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte oppure di attiviste come Benedetta Sabene, scrittrice ed esperta di relazioni internazionali.
Sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza che pochi giorni fa ha chiuso l’inchiesta passando la parola al giudice delle indagini preliminari.
Loro — cresciute sui social a pane, diritti e antiviolenza di genere — ora sono sott’accusa per aver «condotto una campagna denigratoria» degna degli stalker di cui parlavano nei loro interventi. Il pubblico ministero Alessio Rinaldi scrive che tutte e tre (Benedetta Sabene ha un ruolo marginale) hanno fatto terra bruciata attorno a un ragazzo reo di aver prima tradito e poi lasciato F., una loro amica. Una tale terra bruciata da alimentare «un contesto relazionale ostile e potenzialmente lesivo», che ha portato lui a tentare il suicidio.
Lo chiamano call out, che poi corrisponde a ciò che la procura definisce «vessazione pubblica» o «gogna digitale». Una chiamata alle armi (digitali e non) per annientare l’immagine pubblica e privata di chi viene preso di mira, per escluderlo dagli eventi screditandolo, per isolarlo. «Gli facciamo fare la fine della mer... che è», si dicono le indagate via chat. Sperano «che si ammazzi con il coltello», lo chiamano ripetutamente «abuser», promettono: «ti giuro che avrà una morte sociale e politica che non immagini», «lo mutiliamo, questo cogl...», «sembra tanto Filippo Turetta». E altre «cosucce» del genere.
Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte sono indagate (sempre stalking) anche per il call out contro Serena Mazzini, social media strategist conosciuta online come Serena Doe, accusata e denunciata da loro come parte di un gruppo telegram omofobo che faceva dossieraggio e bodyshaming (denuncia poi archiviata).
Distanze siderali
Per capire la distanza siderale fra l’immagine pubblica e le parole private delle inquisite, basta scorrere le 2.184 pagine della chat di gruppo «Fascistella» di cui facevano parte; conversazioni (marzo 2024-gennaio 2025) che la Procura ha scovato nei telefonini sequestrati a Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte. Su Fascistella scrivevano in cinque: Vagnoli, Fonte, l’attivista palestinese Karem Rohana, Giuseppe Flavio Pagano, che su Instagram è «dejalanuit» e ai suoi 66 mila follower annuncia: «Amo la Geopolitica» e «Parlo di Palestina»; e infine Flavia Carlini, influencer di «attualità, diritti e politica» da 482 mila follower, nonché vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti fondamentali della persona (Sic!).
Cinque paia di mani per digitare oscenità, insulti e accuse a profusione. Ce l’hanno con tutti. Selvaggia Lucarelli, ieri sul Fatto, ne ha pubblicato una parte. Ma c’è di più. Qualche esempio, solo per capire il tono violento. Mattarella: «Vecchio di merda». Liliana Segre: «Vecchia nazi». Viola Carofalo (Potere al popolo): «Stronza». Valentina Mira (scrittrice): «Pazza sfigata». Marco Travaglio: «I libri li fa scrivere da qualcun altro oppure direttamente da Chat Gpt». Fabio Fazio, accusato di aver escluso Patrik Zaki dalla sua trasmissione: «Lo hanno fatto fuori da ogni spazio per l’esposizione sulla Palestina. Con Fazio che lo sostituisce con la Segre... Merda, che mafia che sono».
Michela Murgia
Michela Murgia: «Era in gran parte una persona di merda» è il giudizio di Carlotta Vagnoli. «Eviterei di ritenere che si batteva per la sanità pubblica visto che ha evaso il fisco per anni rivendicandolo. Poi quando si è ammalata santificava il Ssn. Da morta vengono fuori i debiti a fiumi». E ancora: «Mi sa che Chiara Valerio sta provando a fare come lei senza la sua scaltrezza». E sempre su Chiara Valerio: è Karem Rohana a definirla «fascista omotransfobica pro-israele». Giuseppe Flavio Pagano insiste sulla Murgia: «Il marito poi ha ereditato i debiti?». Vagnoli: «Marito e figli, va che son tutti nella merda, eh..». Con Selvaggia Lucarelli sono particolarmente velenosi: «Gossip, commedia sexy. Un cancro di quelli recidivi con metastasi al buco del... povera crista, psicopatica, povera stronza...».
A Paolo Mieli, Roberto Saviano e Cecilia Sala il gruppetto dedica riferimenti di tipo sessuale. Ma sono per Cecilia le parole più sconcertanti, mentre lei è in carcere in Iran: «Ha dato una svolta definitiva alla sua carriera». All’avvocata Cathy La Torre riservano la parola «stupida» prima che Flavia Carlini commenti: «È sul baratro da un po’». Storpiano i nomi per «costruire» parole da bodyshaming ed è proprio Flavia Carlini a esortare gli altri: «Dobbiamo attaccare, accusare».
Le reazioni
Dopo la sorpresa, le reazioni. Cecilia Sala su Instagram: «Ci siamo fatti spiegare le molestie dagli indagati per stalking. Il bodyshaming da quelli che non fanno altro. Il femminismo da quelli che descrivono le donne che lavorano come “scendi-caz..”». Cathy La Torre confessa che «ci sono rimasta molto molto male» parlando della sua amica Flavia. E ricorda che quel che è scritto nella chat «è reato. Si chiama diffamazione. Se fate divulgazione e non sapete nemmeno questo forse è meglio se fate un passo indietro o se rimanete in silenzio». E Lucarelli: «È il momento di riflettere su come il femminismo radicale metta in pericolo quello sano e necessario». Vagnoli ieri non è arretrata, anzi: «Selvaggia, sai chi faceva uso di metodi illeciti per punire i nemici a mezzo stampa? Esatto: i fascisti».
Persone brutte senz'altro e se ci sono reati che paghino; però, tutto ciò che attiene alle loro conversazioni private, per quanto stomachevoli e ignoranti siano, non dovrebbe diventare pubblico.
Cmq, bastavano i toni usati in pubblico per capire cosa si agitasse nelle loro budella. Quando di una causa ti fai un "Dio" finisce sempre male
Cmq, bastavano i toni usati in pubblico per capire cosa si agitasse nelle loro budella. Quando di una causa ti fai un "Dio" finisce sempre male
Quoto tutto.
Giusto anche notare che le conversazioni private debbano rimanere tali.. oramai ci sono talmente abituato che quasi non ci facevo caso.
Giusto anche notare che le conversazioni private debbano rimanere tali.. oramai ci sono talmente abituato che quasi non ci facevo caso.
In arrivo nei Caraibi la portaerei Usa Gerald Ford', accompagnata da altre tre navi da guerra con a bordo 4.000 militari
"Non dovrebbe diventare pubblico", sì beh... come sempre: dipende.
Sia dalle mer*ate che queste 3 gioie combinano a civili inermi, che per il ruolo che hanno deciso di avere: sei un personaggio pubblico? Vuoi fare l'attivista dei diritti civili? E allora i tuoi abusi devono venire fuori quando li si individua dai danni che creano.
Ed è possibile conoscere cosa si sono scritti da marzo 2024 a gennaio 2025 perché i dispositivi di Valeria Fonte e Carlotta Vagnoli sono stati sequestrati alcuni mesi fa a seguito di due denunce nei loro confronti: quella di A.S., un uomo che a seguito di pesanti accuse di essere “un abuser” da parte delle due femministe avrebbe tentato il suicidio. E da Serena Mazzini, l’esperta di social media che a giugno 2024 fu accusata dalle stesse cinque persone presenti in quella chat di aver partecipato a un gruppo Telegram con 70 membri al cui interno – così sostenevano – si facevano dossieraggio, revenge porn, bodyshaming soprattutto nei loro confronti. Peccato che dei contenuti di quella chat non esisteva neppure uno straccio di prova, particolare che non le aveva fermate dal coinvolgere nel call out (forse anche spontaneamente) nomi noti del femminismo e non solo (da Silvia Semenzin a Fedez e Ferragni). Fu, di fatto, quello che in gergo viene definito call out, ovvero una sorta di mobilitazione di massa per accusare in maniera compatta qualcuno o un fenomeno. In questo caso, a subire il call out fu appunto Serena Mazzini (denunciata e archiviata). A finire indagate sono però anche Fonte e Vagnoli, che secondo il pm di Monza Rinaldi “molestarono” due persone (Mazzini e A.S.) “mettendo in atto una campagna denigratoria e offensiva”. Chiuse le indagini, sono accusate di stalking.
(edited)
Sia dalle mer*ate che queste 3 gioie combinano a civili inermi, che per il ruolo che hanno deciso di avere: sei un personaggio pubblico? Vuoi fare l'attivista dei diritti civili? E allora i tuoi abusi devono venire fuori quando li si individua dai danni che creano.
Ed è possibile conoscere cosa si sono scritti da marzo 2024 a gennaio 2025 perché i dispositivi di Valeria Fonte e Carlotta Vagnoli sono stati sequestrati alcuni mesi fa a seguito di due denunce nei loro confronti: quella di A.S., un uomo che a seguito di pesanti accuse di essere “un abuser” da parte delle due femministe avrebbe tentato il suicidio. E da Serena Mazzini, l’esperta di social media che a giugno 2024 fu accusata dalle stesse cinque persone presenti in quella chat di aver partecipato a un gruppo Telegram con 70 membri al cui interno – così sostenevano – si facevano dossieraggio, revenge porn, bodyshaming soprattutto nei loro confronti. Peccato che dei contenuti di quella chat non esisteva neppure uno straccio di prova, particolare che non le aveva fermate dal coinvolgere nel call out (forse anche spontaneamente) nomi noti del femminismo e non solo (da Silvia Semenzin a Fedez e Ferragni). Fu, di fatto, quello che in gergo viene definito call out, ovvero una sorta di mobilitazione di massa per accusare in maniera compatta qualcuno o un fenomeno. In questo caso, a subire il call out fu appunto Serena Mazzini (denunciata e archiviata). A finire indagate sono però anche Fonte e Vagnoli, che secondo il pm di Monza Rinaldi “molestarono” due persone (Mazzini e A.S.) “mettendo in atto una campagna denigratoria e offensiva”. Chiuse le indagini, sono accusate di stalking.
(edited)
Questa è una semplificazione molto banale così come quella dei detenuti. I filippini hanno una alta percentuale di occupazione e regolarità di soggiorno a differenza dei marocchini, non potete confrontare i dati assoluti.
Ma che banalizzazione è?! Significa che c'è gente che viene qua per lavorare e l'altra per delinquere, è anzi una motivazione in più per limitare gli accessi a determinate persone, non è una scusa non trovare lavoro, se lo trova un filippino lo può trovare anche un marocchino, evidentemente partono da quei paesi con prerogative e prospettive differenti, non trovare lavoro mica è una scusa, è un'aggravante per un sistema che decide scientemente di importare delinquenti e li giustifica pure
Ma che banalizzazione è?! Significa che c'è gente che viene qua per lavorare e l'altra per delinquere, è anzi una motivazione in più per limitare gli accessi a determinate persone, non è una scusa non trovare lavoro, se lo trova un filippino lo può trovare anche un marocchino, evidentemente partono da quei paesi con prerogative e prospettive differenti, non trovare lavoro mica è una scusa, è un'aggravante per un sistema che decide scientemente di importare delinquenti e li giustifica pure
Michè, chi è irregolare, lo dice la parola stessa, non deve stare qua, punto
Se sei irregolare a Dubai torni dopo due giorni, non è che fanno le manifestazioni per i tuoi diritti, infatti a Dubai giri col Rolex al polso, a Milano è una prova di coraggio
Se sei irregolare a Dubai torni dopo due giorni, non è che fanno le manifestazioni per i tuoi diritti, infatti a Dubai giri col Rolex al polso, a Milano è una prova di coraggio
Vedo che però non avete apprezzato i dati di mio cugino, che confermano la maggiore tendenza di Marocco, Tunisia e Nigeria nell'avere una distribuzione di residenti nelle patrie galere doppia/tripla.
Il punto è che la stessa tendenza non riguarda paesi limitrofi. Ammesso che poi lo siano effettivamente, la provenienza Marocco è chiaramente una piaga.
Io partirei da qui
Il punto è che la stessa tendenza non riguarda paesi limitrofi. Ammesso che poi lo siano effettivamente, la provenienza Marocco è chiaramente una piaga.
Io partirei da qui
Michè, chi è irregolare, lo dice la parola stessa, non deve stare qua,
Certo. Ma se noi importiamo il peggio di quei paesi in modo irregolare è BANALE osservare che poi sono questi a delinquere. Non funziona come dici tu, i filippini arrivano qui e cercano lavoro e il marocchino no, ma il filippino parte dal suo paese già avendo il contratto di lavoro. È di una differenza abissale, difficile non capirlo
(edited)
Certo. Ma se noi importiamo il peggio di quei paesi in modo irregolare è BANALE osservare che poi sono questi a delinquere. Non funziona come dici tu, i filippini arrivano qui e cercano lavoro e il marocchino no, ma il filippino parte dal suo paese già avendo il contratto di lavoro. È di una differenza abissale, difficile non capirlo
(edited)
Sembra il dibattito tra chi è nato prima tra l'uovo e la gallina.
Andiamo avanti:
si può dire che per cultura o per dinamiche di immigrazione alcune provenienze sono più problematiche?
Si.
vogliamo farci qualcosa?
Andiamo avanti:
si può dire che per cultura o per dinamiche di immigrazione alcune provenienze sono più problematiche?
Si.
vogliamo farci qualcosa?
Il punto è che la stessa tendenza non riguarda paesi limitrofi.
Quindi sono violenti e in carcere solo da noi per quale motivo?
Se in Italia abbiamo quella % lo stesso non è in Francia, Belgio, Olanda, Svizzera ecc.... perché? Perché non è il popolo geneticamente violento (come qualcuno forse vuol far intendere) ma il problema è sempre lo stesso, cioè l'immigrazione irregolare (di chiunque, ovvio che pure li non sono tutti futuri delinquenti). Se il problema fosse il Marocco avremmo un sovraffollamento di marocchini in carcere non solo in Italia ma in qualunque paese europeo
Quindi sono violenti e in carcere solo da noi per quale motivo?
Se in Italia abbiamo quella % lo stesso non è in Francia, Belgio, Olanda, Svizzera ecc.... perché? Perché non è il popolo geneticamente violento (come qualcuno forse vuol far intendere) ma il problema è sempre lo stesso, cioè l'immigrazione irregolare (di chiunque, ovvio che pure li non sono tutti futuri delinquenti). Se il problema fosse il Marocco avremmo un sovraffollamento di marocchini in carcere non solo in Italia ma in qualunque paese europeo