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Subject: »[Nazionale italiana]
Ciao Lorenzo, e' un modo di dire allo schifo che sta succedendo nel mondo,cioe' dove ogni nazionale convoca chi gli pare e il giocatore senza dignita' e pudore della propria terra accetta!!
Si, ma non puoi usare il termine "più tedesco". Rischi di cadere nel razzismo.
Allora a questo punto sono più tedesco degli altri se sono magro, alto, capelli biondi e occhi azzurri?
Ozil è nato a Gelsenkirchen e in Germania c'è lo ius soli ----> Ozil è tedesco quanto Sweinsteiger.
(edited)
Allora a questo punto sono più tedesco degli altri se sono magro, alto, capelli biondi e occhi azzurri?
Ozil è nato a Gelsenkirchen e in Germania c'è lo ius soli ----> Ozil è tedesco quanto Sweinsteiger.
(edited)
si potrebbe per esempio come regola aggiuntiva imporre a chi acquisisce la cittadinanza di trasferire anche la propria residenza in italia...visto che ci guadagnano loro tanto vale che ci guadagnamo tutti
Era un modo di dire Lorenzo,per niente razzista anzi :),pero' amo vedere il calcio di 10 20 anni fa' dove ognuno rappresentava la propria terra tutto qui,e non capisco perche' c'e' gente che e' contata vedere ledesma e t.motta che nemmeno parlano italiano rappresentare la NOSTRA nazionale,senza parlare di camoranesi di quel che disse...
iniziamo già col mettere il parlare italiano (ledesma out) e non aver giocato con altre nazionali,manco giovanili (t.motta out)
non ci sarebbero già più problemi
voglio darti corda... non ti mollo...
Parlare italiano. Come lo misuri? Fai un test di grammatica? E di che difficoltà? Allora non potrebbero giocare neanche Totti e Cassano.
Non aver giocato con altre giovanili risolverebbe il problema? E Camoranesi allora? E Amauri?
E poi il limite quale sarebbe? U20? U19? U17??? (non so se esistono nazionali per ancora più giovani...)
non ci sarebbero già più problemi
voglio darti corda... non ti mollo...
Parlare italiano. Come lo misuri? Fai un test di grammatica? E di che difficoltà? Allora non potrebbero giocare neanche Totti e Cassano.
Non aver giocato con altre giovanili risolverebbe il problema? E Camoranesi allora? E Amauri?
E poi il limite quale sarebbe? U20? U19? U17??? (non so se esistono nazionali per ancora più giovani...)
infatti camoranesi e amauri chi li vuole?
totti e cassano non hanno studiato italiano ma si fanno capire se uno non parla i taliano non parla italiano insomma
totti e cassano non hanno studiato italiano ma si fanno capire se uno non parla i taliano non parla italiano insomma
pero' amo vedere il calcio di 10 20 anni fa' dove ognuno rappresentava la propria
Ci sono da 150 anni gli oriundi nel calcio. Anche 10/20 fa c'erano, ed anche in Italia. Per esempio mi viene in mente Di Matteo.
Ci sono da 150 anni gli oriundi nel calcio. Anche 10/20 fa c'erano, ed anche in Italia. Per esempio mi viene in mente Di Matteo.
Camoranesi l'hanno voluto 3 CT diversi, Amauri lo voleva Lippi quando non era convocabile.
Ledesma e Motta anche si fanno capire. Ma il punto non è "insomma.... beh... dai.... tutto sommato... ma si....", il punto è mettere una regola universale per la quale puoi dire: tu si tu no tu si tu no.
Ledesma e Motta anche si fanno capire. Ma il punto non è "insomma.... beh... dai.... tutto sommato... ma si....", il punto è mettere una regola universale per la quale puoi dire: tu si tu no tu si tu no.
Di Matteo, favola azzurra. " mi dissero: fatti svizzero cosi' andrai ai Mondiali "
la carriera del calciatore Roberto Di Matteo
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: Di Matteo, favola azzurra "Mi dissero: fatti svizzero cosi' andrai ai Mondiali" IL PERSONAGGIO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA . "Speriamo che me la cavo bene". Il ragazzo con la valigia di cartone ha l' espressione birichina tipica dei paisa' un po' guaglioncelli. "Lo so, lo so: la mia sembra proprio una favola. E tutto vero ma mi sembra di sognare. Non so se sono piu' felice io o i miei genitori". Quanta retorica potrebbe riempire la storia di Roberto Di Matteo, nato in quel di Sciaffusa, Svizzera tedesca, cittadina famosa per le cascate dove papa' Florindo e mamma Gianna emigrarono trent' anni fa in cerca di lavoro abbandonando Paglieta, paesotto abruzzese nei dintorni di Chieti. Sorride felice Roberto Di Matteo, spaesato ma non troppo fra telecamere e taccuini, mentre si guarda e si riguarda quel tricolore stampato sulla tuta appena indossata. E come potrebbe essere altrimenti: quanta voglia d' Italia lo ha accompagnato da sempre. Quanto distacco e incomprensione per quella fredda mentalita' svizzera che non e' mai riuscito a digerire: "Avrei accettato qualsiasi lavoro pur di tornare a casa". Ancora non ci crede, questo ventitreenne tuttofare, di poter convivere per tre giorni con il suo idolo di sempre, Franco Baresi. "Mi ha salutato e mi ha fatto i complimenti, quasi quasi nemmeno gli rispondevo per l' emozione". E pensare che quando si presento' al raduno della Lazio il suo desiderio di riuscire a giocare almeno venticinque partite venne accolto da scettici sorrisi generali. Si diverte, Roberto Di Matteo, a ricordare quante volte, quando vestiva la maglia dello Zurigo prima e dell' Aarau poi, gli svizzeri tentarono in ogni modo di fargli cambiare nazionalita' . Ci si mise di mezzo anche uno zio. "Mi diceva: "Fai come Sforza e Pascolo. Prendi il passaporto elvetico, cosi' vai in nazionale e giochi pure i mondiali". Ma io non me la sono sentita di fare quella scelta a causa del calcio. Io mi sono sempre sentito italiano per cultura, per tradizioni, per il senso che ho della famiglia". L' Italia per forza, insomma. "La meta' della nostra gente che vive in Svizzera si e' integrata e sta bene. L' altra meta' vive soltanto con l' idea del ritorno a casa". "Crederci sempre e tanta fortuna": ecco la sintesi del lieto fine di questa favola dei tempi moderni. Tornato in Italia con armi, bagagli e famiglia al completo, diventato titolare inamovibile della Lazio di Zoff, per Roberto Di Matteo e' arrivata addirittura la chiamata in nazionale. Si dice che Arrigo Sacchi lo seguisse con attenzione da parecchio tempo. "Io non ci ho mai creduto, ma a questo punto penso sia vero. L' unica volta che l' ho incontrato e' stato in un aeroporto un mese fa. Mi fece un gran piacere vedere che lui sapeva che ero io". Si dice anche che il c.t. sia rimasto favorevolmente impressionato da questa sua facilita' nel ricoprire ruoli diversi. "In Svizzera giocavo da libero, a zona, nella Lazio gioco da centrocampista centrale. Penso pero' che a Sacchi interessi piu' il Di Matteo centrocampista". Come ogni buon protagonista di fiabe, il nostro eroe non si monta la testa. Ne' d' altronde potrebbe farlo. "Non mi illudo. E accaduto tutto cosi' in fretta e non me la sento di pensare troppo al futuro. Tanto meno di dire cosa potro' fare e cosa no. So bene che questa potrebbe essere solo una fugace apparizione. Vorrei solo imparare molto, conoscere da vicino tutti questi campioni e inserirli nei miei schemi: per me la convocazione e' una specie di apprendistato". Quattro compagni di squadra e lo stesso ritiro predomenicale: qui, alla Borghesiana, Di Matteo si sente a casa. Inevitabile la breve digressione sul tema: "Sono contento per la Lazio, per Dino Zoff e per tutti i tifosi. Allo scudetto ci crediamo tutti, ma nessuno ha il coraggio di parlarne".
Coldagelli Luigi
Pagina 41
(22 dicembre 1993) - Corriere della Sera
Le ottime prestazioni di Thiago Motta non stanno passando inosservate. Le ultime voci di mercato parlano di un interesse dell'Inter nei suoi confronti.
"Non so se è vero che l'Inter sia sul giocatore. Però è normale che il primo obiettivo di chi ha bisogno di un centrocampista sia Thiago Motta. Inter, Milan, Juventus, Roma, Manchester United o qualsiasi altra big che guardi al mercato si rende conto che nel suo ruolo, a mio avviso se non il migliore è uno dei primi due o tre del panorama europeo. Mi meraviglio solo che non ci pensino Lippi o Dunga".
MILANO - Thiago Motta come Amauri. Il centrocampista neoacquisto dell'Inter potrebbe presto vestire la maglia azzurra della nazionale maggiore grazie al nonno paterno di Polesella, nonostante un breve passato con la nazionale Under 23 basiliana con cui ha collezionato otto presenze ed un gol: "E' il mio sogno, non lo nascondo. Se arriva la chiamata non ci penso un solo secondo a dire sì -ha rivelato il giocatore in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'- Io ho sangue italiano, mi sento italiano e chiedo semplicemente di essere considerato in corsa per un posto in azzurro: il passaporto ce l’ho da sempre, prima ancora di arrivare in Europa, quindi si possono fare poche allusioni su certi argomenti. Poi, voglio naturalmente guadagnarmela sul campo l’eventuale convocazione, non chiedo regali a nessuno". Thiago Motta dimostra inoltre di non avere dubbi su chi scegliere tra Dunga e Lippi: "Oggi sceglierei l’Italia. Il Brasile mi ha avuto lì da sempre, ho giocato nelle varie selezioni nazionali, dall’Under 17 all’Under 23, e mai hanno pensato che potessi far parte della Seleçao. Certo, fin da bambino ho sempre rincorso la maglia del Brasile, oggi però le cose sono cambiate".
questa è una vecchia favola intitolata "la volpe e l'uva"
cmq ase qua la differenza è palese,si tratta di VOLER capire oppure no perché è evidente e non ci credo che tu non la riesca a capire quindi penso solo che tu non la voglia capire ;)
la carriera del calciatore Roberto Di Matteo
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: Di Matteo, favola azzurra "Mi dissero: fatti svizzero cosi' andrai ai Mondiali" IL PERSONAGGIO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA . "Speriamo che me la cavo bene". Il ragazzo con la valigia di cartone ha l' espressione birichina tipica dei paisa' un po' guaglioncelli. "Lo so, lo so: la mia sembra proprio una favola. E tutto vero ma mi sembra di sognare. Non so se sono piu' felice io o i miei genitori". Quanta retorica potrebbe riempire la storia di Roberto Di Matteo, nato in quel di Sciaffusa, Svizzera tedesca, cittadina famosa per le cascate dove papa' Florindo e mamma Gianna emigrarono trent' anni fa in cerca di lavoro abbandonando Paglieta, paesotto abruzzese nei dintorni di Chieti. Sorride felice Roberto Di Matteo, spaesato ma non troppo fra telecamere e taccuini, mentre si guarda e si riguarda quel tricolore stampato sulla tuta appena indossata. E come potrebbe essere altrimenti: quanta voglia d' Italia lo ha accompagnato da sempre. Quanto distacco e incomprensione per quella fredda mentalita' svizzera che non e' mai riuscito a digerire: "Avrei accettato qualsiasi lavoro pur di tornare a casa". Ancora non ci crede, questo ventitreenne tuttofare, di poter convivere per tre giorni con il suo idolo di sempre, Franco Baresi. "Mi ha salutato e mi ha fatto i complimenti, quasi quasi nemmeno gli rispondevo per l' emozione". E pensare che quando si presento' al raduno della Lazio il suo desiderio di riuscire a giocare almeno venticinque partite venne accolto da scettici sorrisi generali. Si diverte, Roberto Di Matteo, a ricordare quante volte, quando vestiva la maglia dello Zurigo prima e dell' Aarau poi, gli svizzeri tentarono in ogni modo di fargli cambiare nazionalita' . Ci si mise di mezzo anche uno zio. "Mi diceva: "Fai come Sforza e Pascolo. Prendi il passaporto elvetico, cosi' vai in nazionale e giochi pure i mondiali". Ma io non me la sono sentita di fare quella scelta a causa del calcio. Io mi sono sempre sentito italiano per cultura, per tradizioni, per il senso che ho della famiglia". L' Italia per forza, insomma. "La meta' della nostra gente che vive in Svizzera si e' integrata e sta bene. L' altra meta' vive soltanto con l' idea del ritorno a casa". "Crederci sempre e tanta fortuna": ecco la sintesi del lieto fine di questa favola dei tempi moderni. Tornato in Italia con armi, bagagli e famiglia al completo, diventato titolare inamovibile della Lazio di Zoff, per Roberto Di Matteo e' arrivata addirittura la chiamata in nazionale. Si dice che Arrigo Sacchi lo seguisse con attenzione da parecchio tempo. "Io non ci ho mai creduto, ma a questo punto penso sia vero. L' unica volta che l' ho incontrato e' stato in un aeroporto un mese fa. Mi fece un gran piacere vedere che lui sapeva che ero io". Si dice anche che il c.t. sia rimasto favorevolmente impressionato da questa sua facilita' nel ricoprire ruoli diversi. "In Svizzera giocavo da libero, a zona, nella Lazio gioco da centrocampista centrale. Penso pero' che a Sacchi interessi piu' il Di Matteo centrocampista". Come ogni buon protagonista di fiabe, il nostro eroe non si monta la testa. Ne' d' altronde potrebbe farlo. "Non mi illudo. E accaduto tutto cosi' in fretta e non me la sento di pensare troppo al futuro. Tanto meno di dire cosa potro' fare e cosa no. So bene che questa potrebbe essere solo una fugace apparizione. Vorrei solo imparare molto, conoscere da vicino tutti questi campioni e inserirli nei miei schemi: per me la convocazione e' una specie di apprendistato". Quattro compagni di squadra e lo stesso ritiro predomenicale: qui, alla Borghesiana, Di Matteo si sente a casa. Inevitabile la breve digressione sul tema: "Sono contento per la Lazio, per Dino Zoff e per tutti i tifosi. Allo scudetto ci crediamo tutti, ma nessuno ha il coraggio di parlarne".
Coldagelli Luigi
Pagina 41
(22 dicembre 1993) - Corriere della Sera
Le ottime prestazioni di Thiago Motta non stanno passando inosservate. Le ultime voci di mercato parlano di un interesse dell'Inter nei suoi confronti.
"Non so se è vero che l'Inter sia sul giocatore. Però è normale che il primo obiettivo di chi ha bisogno di un centrocampista sia Thiago Motta. Inter, Milan, Juventus, Roma, Manchester United o qualsiasi altra big che guardi al mercato si rende conto che nel suo ruolo, a mio avviso se non il migliore è uno dei primi due o tre del panorama europeo. Mi meraviglio solo che non ci pensino Lippi o Dunga".
MILANO - Thiago Motta come Amauri. Il centrocampista neoacquisto dell'Inter potrebbe presto vestire la maglia azzurra della nazionale maggiore grazie al nonno paterno di Polesella, nonostante un breve passato con la nazionale Under 23 basiliana con cui ha collezionato otto presenze ed un gol: "E' il mio sogno, non lo nascondo. Se arriva la chiamata non ci penso un solo secondo a dire sì -ha rivelato il giocatore in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'- Io ho sangue italiano, mi sento italiano e chiedo semplicemente di essere considerato in corsa per un posto in azzurro: il passaporto ce l’ho da sempre, prima ancora di arrivare in Europa, quindi si possono fare poche allusioni su certi argomenti. Poi, voglio naturalmente guadagnarmela sul campo l’eventuale convocazione, non chiedo regali a nessuno". Thiago Motta dimostra inoltre di non avere dubbi su chi scegliere tra Dunga e Lippi: "Oggi sceglierei l’Italia. Il Brasile mi ha avuto lì da sempre, ho giocato nelle varie selezioni nazionali, dall’Under 17 all’Under 23, e mai hanno pensato che potessi far parte della Seleçao. Certo, fin da bambino ho sempre rincorso la maglia del Brasile, oggi però le cose sono cambiate".
questa è una vecchia favola intitolata "la volpe e l'uva"
cmq ase qua la differenza è palese,si tratta di VOLER capire oppure no perché è evidente e non ci credo che tu non la riesca a capire quindi penso solo che tu non la voglia capire ;)
se uno è italiano può giocare nella nazionale italiana, non vedo il problema
conosco un sacco di gente che non sa mettere in fila 3 parole... che facciamo? gli togliamo la nazionalità? :)
semmai forse per qualcuno è troppo facile ottenere la nazionalità italiana
ma non conosco bene l'argomento, quindi non saprei che dire
conosco un sacco di gente che non sa mettere in fila 3 parole... che facciamo? gli togliamo la nazionalità? :)
semmai forse per qualcuno è troppo facile ottenere la nazionalità italiana
ma non conosco bene l'argomento, quindi non saprei che dire
Eh beh, sticazzi, hai la possibilità di giocare nella plurititolata nazionale svizzera (o ghanese) oppure, in futuro, nell'Italia...
Ma ancora una volta, non voglio parlare di queste cose. Non c'entra.
Il fatto è che bisogna mettere delle regole chiare e universali per dire chi può e chi non può.
Ad oggi il passaporto è l'unica discriminante che vedo applicabile (oltre al fatto di non aver giocato per altre nazionali). Altre non ne vedo. E altre non ne avete dette!
Se ne tirate fuori una, magari ne discutiamo.
Perché tu adesso dici "la differenza è che uno ha rilasciato un'intervista una volta in cui diceva che voleva solo la nazionale italiana".
E se non avesse mai rilasciato nessuna intervista? E se l'intervista fosse andata persa? E se l'intervista non fosse così categorica ma lasciasse spazio a interpretazioni???
Come misuri la volontà di un giocatore di far parte di una nazionale anziché un'altra?
Vuoi che istituiamo una commissione per valutare caso per caso la selezionabilità di un giocatore?
E se si, in base a quali criteri?
(edited)
Ma ancora una volta, non voglio parlare di queste cose. Non c'entra.
Il fatto è che bisogna mettere delle regole chiare e universali per dire chi può e chi non può.
Ad oggi il passaporto è l'unica discriminante che vedo applicabile (oltre al fatto di non aver giocato per altre nazionali). Altre non ne vedo. E altre non ne avete dette!
Se ne tirate fuori una, magari ne discutiamo.
Perché tu adesso dici "la differenza è che uno ha rilasciato un'intervista una volta in cui diceva che voleva solo la nazionale italiana".
E se non avesse mai rilasciato nessuna intervista? E se l'intervista fosse andata persa? E se l'intervista non fosse così categorica ma lasciasse spazio a interpretazioni???
Come misuri la volontà di un giocatore di far parte di una nazionale anziché un'altra?
Vuoi che istituiamo una commissione per valutare caso per caso la selezionabilità di un giocatore?
E se si, in base a quali criteri?
(edited)
il ghana tra u20 e mondiali ci ha dato tante di quelle piste che ce le sognamo
ci sono troppi se tra le domadne che hai fatto,semplicemente i due criteri fondamentali li ho già detti, conoscere un minimo la lingua e aver giocato sempre per la propria nazionale,dai pulcini o che ne so in su
ci sono troppi se tra le domadne che hai fatto,semplicemente i due criteri fondamentali li ho già detti, conoscere un minimo la lingua e aver giocato sempre per la propria nazionale,dai pulcini o che ne so in su
Quindi per te Camoranesi andava benissimo???
"Oggi sceglierei l’Italia. Il Brasile mi ha avuto lì da sempre, ho giocato nelle varie selezioni nazionali, dall’Under 17 all’Under 23, e mai hanno pensato che potessi far parte della Seleçao. Certo, fin da bambino ho sempre rincorso la maglia del Brasile, oggi però le cose sono cambiate".
lol
lol
si è fatto 3 anni in italia e 24 in argentina con una famiglia argentina prima di esser convocato
ovviamente no
ovviamente no
si è fatto 3 anni in italia e 24 in argentina con una famiglia argentina prima di esser convocato
ovviamente no
Allora aggiusta i tuoi criteri. Te li ricordo:
semplicemente i due criteri fondamentali li ho già detti, conoscere un minimo la lingua e aver giocato sempre per la propria nazionale,dai pulcini o che ne so in su
Camoranesi conosce la lingua e non ha giocato per altre nazionali.
Vuoi aggiungere altri criteri?
ovviamente no
Allora aggiusta i tuoi criteri. Te li ricordo:
semplicemente i due criteri fondamentali li ho già detti, conoscere un minimo la lingua e aver giocato sempre per la propria nazionale,dai pulcini o che ne so in su
Camoranesi conosce la lingua e non ha giocato per altre nazionali.
Vuoi aggiungere altri criteri?